Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
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■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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PERFEZIONE E ABOLIZIONE DEL TRANSITORIO

(1 Cor 13,8-10)

 

 di Nicola Martella

 

La questione del lettore

La risposta

 

Prima di porre una domanda, il lettore si accerti che non ci sia già una risposta all'interno del sito «Fede controcorrente». È anche possibile che l'autore abbia già trattato l'argomento in uno di suoi libri; in tal caso verrà inviato al lettore il riferimento all'opera e alle pagine. In alcuni casi il gestore del sito si avvarrà dell'ausilio di un competente collaboratore perché venga data una risposta alla domanda del lettore.

 

 

La questione del lettore 

 

Caro fratello, seguo sempre con vero interesse i tuoi interventi sul sito. Ne rimango arricchito. Ho seguito ultimamente la «disputa» sui profeti (nella quale non voglio entrare nel merito, pur concordando sulla falsità di molti di essi).

     Ti scrivo tuttavia per avere un tuo autorevole parere sul versetto di 1 Cor 13,8-10: «L’amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite, le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita; perché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito».

     Non voglio addentrarmi in un’esegesi dei versetti, ma so che quanto Paolo si riferisce alla venuta della perfezione, questo è un argomento molto dibattuto. Secondo alcuni la perfezione sarebbe stata raggiunta quanto il NT fosse stato completato, ma il v. 12 rende questa interpretazione improbabile. Secondo pochi altri questo stato di perfezione non sarà raggiunto fin quando non saranno stabiliti nuovi cieli e nuova terra. Altri dicono ancora che la perfezione descrive lo stato della chiesa quando il programma di Dio per essa sarà completato alla venuta di Gesù. C’è molto da dire in favore di questo punto di vista, incluso il fatto che si accorda naturalmente con l’illustrazione della crescita e della maturità che Paolo usa nei versetti successivi. Ti ringrazio per l’accoglienza e ti abbraccio con amore fraterno. {Gianfranco Rosa; 15-12-2007}

 

 

La risposta ▲

 

Gianfranco ha ben descritto le varie posizioni teologiche su questi versi; io le chiamerei come segue: ▪ 1) Ipotesi del canone; ▪ 2) Ipotesi della parusia (secondo avvento); ▪ 1) Ipotesi neo-creazionista.

 

     ■ I verbi: Paolo descrisse le attività presenti con presente (conosciamo, profetizziamo), quelle venture con futuro (verranno abolite, cesseranno, verrà abolita, sarà venuta, sarà abolito). Si noti pure il passaggio dei primi tre verbi: passivo (abolire) - medio (cessare) - passivo (abolire); è evidente che Paolo fece una distinzione fra ciò che verrà abolito (conoscenza, profezie) e ciò che cesserà (glossolalia). Per l’approfondimento si veda sotto.

 

     ■ Glossolalia: Abbiamo visto che nei primi tre verbi futuri, il secondo è fuori rima! Nell’articolo «Glossolalia allo specchio», Carismosofia, pp. 69-83, faccio notare che in 1 Cor 13,8 è scritto in greco: «quanto alle lingue, esse cesseranno di per sé», ossia un poco alla volta; qui in greco c’è come forma verbale il «medio» non un attivo. Se si studia la storia della chiesa, si prenderà atto che già nel 2° secolo la glossolalia estatica era praticata solo da gruppi marginali e con dottrine gnostiche. Poi la glossolalia cadde pressoché nell’oblio fino alla «riscoperta» all’inizio del 20° secolo. Sebbene essa fosse marginale nel NT (fu menzionata alla fine dei carismi in 1 Cor 12 e svalutata da Paolo rispetto alla profezia in 1 Cor 14), essa fu promossa dottrinalmente a particolare manifestazione del cosiddetto «battesimo nello Spirito» quale presunta seconda esperienza.

 

     ■ Conoscenza e profezie: Esse verranno abolite. Il verbo greco katarghéō significa «mettere fuori uso, rendere senza significato» e al passivo significa «scomparire». Anche le azioni dello Spirito più apprezzate verranno messe fuori uso.

     Per prima cosa, per «profezie» e «conoscenza» si intende la sacra Scrittura, che allora era l’AT. Non si tratta della «conoscenza assoluta», ma di ciò che Dio ha rivelato nella storia. Sebbene le sacre Scritture (ebraiche e cristiane) siano assolutamente importanti in questo tempo, sono solo parziali se confrontati con la «perfezione» che verrà. È logico che ciò che è parziale, venga abolito.

     Ciò che induce a pensare che l’abolizione sia venuta con la completezza del canone, dipende dal verbo «profetizziamo». Poiché alcuni gruppi usano il verbo profeteuō «proferire, proclamare» in modo errato nel senso di «predire», ciò li ha indotti ad affermare che non esiste più tale tipo di «profezia» e che essa sia cessata con la fine del canone. Quindi la «perfezione» sarebbe la Bibbia stessa.

     I «profeti», ossia i «proferitori, proclamatori», ricorrono però nei cataloghi delle funzioni (1 Cor 12) e dei ministeri (Ef 4) e servono per l’edificazione della chiesa, accanto a tutti gli altri. Ecco che cosa appare, se traduciamo radicalmente: «Ed è lui che ha dato gli uni, come missionari; gli altri, come proclamatori; gli altri, come araldi; gli altri, come pastori e insegnanti, 12per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero, per la edificazione del corpo di Cristo» (Ef 4,11s). [► Profeti del nuovo patto]

     La questione sta quindi tutta lì che cosa siano i «profeti» all’interno del nuovo patto. Al tempo in cui fu scritto il NT, la Bibbia delle chiese era costituita dalle sacre Scritture ebraiche (l’AT). Dato l’alto costo di produzione, solo pochi ricchi e privilegiati potevano permettersi di averle. Perciò quando una chiesa locale si incontrava, se essa possedeva le sacre Scritture ebraiche, i credenti ne facevano la pubblica lettura e traevano da essa ispirazione per l’esortazione e l’ammaestramento: Perciò Paolo aveva ingiunto a Timoteo: «Attendi finché io torni, alla lettura, all’esortazione, all’insegnamento» (1 Tm 4,13). In seno all’assemblea cristiana l’interpretazione ispirata delle sacre Scritture ebraiche specialmente in senso cristologico era anch’essa chiamata «profezia» o «profetare». Infatti l’angelo disse all’apostolo Giovanni: «La testimonianza di Gesù; è lo spirito della profezia» (Ap 19,10). [► Profezia e profetare nel NT]

     Profetare era quindi un parlare ispirato basato sulla lettura comune della sacra Scrittura al fine di edificare, esortare e consolare. Non era un parlare assoluto, poiché era soggetto alla valutazione degli altri. [► Profeti nel Nuovo Testamento]

 

     ■ La perfezione: Essa non è venuta con il completamento del canone. Anche dopo attingiamo dalla Scrittura conoscenza e profezie (= messaggi dei profeti). Anche ora che abbiamo il canone completo, insegniamo la conoscenza biblica (sana dottrina) e «profetiamo», ossia applichiamo in senso pastorale e cristologico la Scrittura. La perfezione coincide con l’avvento del Messia. In Fil 3,12 giungere alla perfezione era per Paolo il momento in cui avrebbe ricevuto il premio (vv. 12.14), quindi all’avvento del Signore. La perfezione era qualcosa che stava davanti e a cui i credenti del nuovo patto sarebbero giunti insieme ai santi dell’AT (Eb 11,40; 12,1s). Il regno messianico viene visto come un tempo di perfezione storica, sociale e culturale. Quando avremo il legislatore fra noi, che darà leggi secondo il bisogno nella nuova realtà, allora la Bibbia sarà un importante documento storico, ma niente di più. La conoscenza biblica attuale sarà abolita, lasciando spazio alla completa conoscenza, che il Messia comunicherà ai suoi seguaci e il mondo intero (cfr. Is 2,3). Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), l’articolo «Il regno messianico», pp. 273-283.

 

«Infatti ora vediamo come in uno specchio [= rame levigato], in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò appieno, come anche sono stato appieno conosciuto» (1 Cor 13,12).

 

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Perfez_aboliz_Mds.htm

16-12-2007; Aggiornamento: 16-01-2008

 

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