Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le Origini 1

 

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L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareggiato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

   Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:
■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a
■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25
■ La caduta primordiale e il suo effetto 3
■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Le Origini 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA BIBBIA SECONDO PIERGIORGIO ODIFREDDI

 

Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani

(e meno che mai cattolici) (Longanesi, 2007).

 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori. Quelli attivi hanno uno sfondo bianco)

(Categorie: Descrizione, Prefazione, Recensione, Studio critico, Testimonianza)

 

1. Rosanna Cerutti

2. Nicola Martella

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1. Rosanna Cerutti: Ci stupisce che un valente matematico cattedratico s’impegni a confutare la Bibbia emettendo giudizi lapidari sui suoi concetti di fede e su coloro che credono in essa — tant’è che ci voleva la sua mente ammantata dello splendore del suo razionalismo a dire che in fondo, cristiani e cretini non si discostano etimologicamente, ricordando che cretino deriva dal latino cristianus nel senso commiserativo di «povero cristo».

     Parliamo del libro di Piergiorgio Odifreddi «Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)», edito da Longanesi nel 2007 e che ha avuto ben quattro edizioni nel marzo 2007. Dal sottotitolo si comprende che il libro è diretto ai cattolici, a cui non risparmia di «mandargliene a dire», ma precisa anche che fa una separazione tra cattolici e denominazioni cristiane. Una separazione che cambia poco il senso, perché il cristianesimo, di cui sono formate le varie denominazioni e molte d’esse basate sul cristianesimo biblico, secondo il suo giudizio, è indegno dell’intelligenza dell’uomo.

     Su quello che pensa il matematico Odifreddi del cristianesimo a noi poco importa, rispettiamo la sua libertà d’espressione e di pensiero. Invece ciò che prende l’attenzione è il suo rendere ridicola la Bibbia nei confronti d’una logica incompatibile tra fede e ragione, anche se non disprezza un panteismo cosmico razionale così caro ai moderni deisti.

     Odifreddi vuole dare un bel colpo di mazza alla Bibbia per demolire ciò che la fede (cosa da ingenui) ha inventato sulla Bibbia, non altro che miti che la ragione può facilmente smascherare.

     Per non prendere in esame tutto il libro accenniamo soltanto alcuni punti.

     Partendo da Genesi fa un esame del nome ebraico di Dio: Elohim; e non gli va giù che un sostantivo al plurale sia retto dal verbo singolare (creò). Così va in confusione e conclude che Elohim non è altro che una pluralità di dèi presi dal politeismo cananeo. Ma non vuole ammettere che le cose non stanno così. Per usare una spiegazione semplice e nei tempi consentiti, Elohim deriva da Eloach «tremendo, autorità» (cfr. anche El «potente, potenza»), usato nelle lingue semitiche per indicare ogni divinità; nel caso di Genesi 1,1 Elohim senza articolo e proseguito dal verbo al singolare designa Dio di per sé quale autorità suprema. Si potrebbe tradurre: «In principio l’unico vero Dio creò il cielo e la terra». È un plurale intensivo con attributi di grandezza e maestà o «tremendo» nel senso di somma potenza e autorità; si veda Genesi 28,17 come Giacobbe si esprime al risveglio dal sogno fatto a Bethel.

     Poi passa a Jahwè che egli vede come un altro degli innumerevoli dèi; tale nome impronunciabile verrà poi chiamato Adonaj «mio Signore». Ma per assicurarci che la Bibbia è colma di politeismi presi a prestito, ci ricorda che Adonaj deriverebbe dall’Aton egizio e dal greco Adonis (Adone), divinità della vegetazione. Insomma come sbrigare questa matassa di dèi, che i cristiani fondamentalisti lo credono un unico Dio, salmodiando le sue promesse, che il nostro autore definisce dei mantra, termine induista per designare una ripetizione di formule magiche a disprezzo delle lodi che si fanno a nostro Signore…?

     Meno originale quando passa al Nuovo Testamento. Benché parti in quarta per la forza della polemica su questioni teologiche, non fa che riproporre il formulario detto e stradetto da quella critica polverosa che ritiene gli Evangeli inattendibili: altro non sarebbero che un mito creato dalle esigenze della comunità primitiva, che avrebbe costruito, sulle profezie dell’Antico Testamento... (inserite a posteriori) la mitica figura del Messia, d’un Gesù di cui, all’infuori degli Evangeli, ci sarebbero ben poche testimonianze della sua esistenza. Soprannaturale, beatitudini, resurrezione e promesse d’un mondo riscattato dal peccato, apparterrebbero alla visione mitica del mondo, ormai dissolta, facile da scomporre con un ragionamento logico, per questo l’intelligenza limitata dei «poveri cristi», di cui è pieno il mondo, ancora vi crede. Continuare sarebbe davvero di cattivo gusto in quanto egli elenca i difetti, per usare un termine discreto della chiesa cattolica che certo non spetta a noi di giudicare.

 

 

2. Nicola Martella: Piergiorgio Odifreddi fa ragione al proverbio che recita: «Si batte il sacco per colpire il gatto». Qui il sacco è la Bibbia e il gatto la chiesa romana.

    A tale matematico che si cimenta a fare lo storico e il teologo, ci viene da dirgli con un proverbio: «Ciabattino, resta alle tue suola». In tal modo, per di più, si risparmierebbe molte brutte figure, visto che ogni conoscitore di storia, antichità, teologia e linguistica può smentire molte delle sue confuse macedonie di falsità e mezze verità.

    I fuochi d’artificio fanno un gran bell’effetto, ma alla fine non rimane che fumo: così sono le ideologie. E questo specialmente quando si bara sui dati.

 

L'apostolo Paolo distingueva fra «l'uomo psichico» e «l'uomo pneumatico»: il primo si basa sul proprio ragionamento, il secondo è guidato dal Pneuma, lo Spirito di Dio. A tal proposito afferma senza fraintendimenti: «Ora un uomo psichico non riceve ciò che è dello Spirito di Dio, perché gli è pazzia; e non lo può riconoscere, perché lo si distingue spiritualmente» (1 Corinzi 2,14). C'è quindi un accesso psichico alla realtà, basato sul proprio raziocinio, e c'è una accesso pneumatico (o spirituale) alla realtà, che solo lo Spirito di Dio permette a chi da Lui è stato rigenerato per grazia mediante la fede. Appena prima, l'apostolo sentenziò: «Ora noi abbiamo ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali» (vv. 12s). Secondo lui, per giudicare le cose in senso pneumatico (o spirituale), bisogna avere un discernimento che viene assumendo la «mente di Cristo» (vv. 15s), ossia il punto di vista di Dio, mostrato nella sua Scrittura, riguardo a Gesù quale Messia-Re. Essa viene data al credente quando, sulla base della Scrittura, accetta Gesù quale Messia, ossia come personale Signore e Salvatore.

    È per questo motivo che l'autore dell'epistola agli Ebrei mostrò la via della fede che trascende l'accesso psichico alla realtà (Eb 11). In una parte d'esso affermò: «Ora la fede è certezza di cose che si aspettano, dimostrazione di cose che non si vedono. Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi. Per fede intendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti» (vv. 1ss).

    La fede significa fidarsi che Dio ha detto la verità. L'alternativa è fidarsi della propria psiche, alquanto ingannevole e mutevole, che formula tesi che presto saranno smentite. Paolo affermava al riguardo che i pagani «mostrano che ciò che la legge [di Dio] comanda è scritto nei loro cuori per la testimonianza che rende loro la coscienza, e perché i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio Evangelo» (Romani 2,15s).

 

Per l’approfondimento dell’etimologia e l’uso dei nomi biblici di Dio, si veda in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Jahwè», pp. 200ss; «Potente» (= El), pp. 277s; «Signore» (= Adonaj), pp. 329s; «Tremendo» (= Elohim), pp. 365ss.

     Si veda pure in Nicola Martella, Temi delle origini. Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), l’articolo «Dio nella Genesi», pp. 15-24.

     In Nicola Martella, Esegesi delle origini. Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), si veda su Elohim in Gn 1,1 pp. 13ss; su Gn 1,26ss si veda pp. 74s; su Jahwè Elohim da Gn 2,4b in poi si veda p. 109; su Gn 3,22ss si veda p. 258.

 

 

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Ricordiamo che ognuno può mandare la recensione di un libro da lui letto o anche solo le sue osservazioni al riguardo. Tutto ciò rispecchia esclusivamente le convinzioni di chi si esprime e non necessariamente quelle della redazione di «Fede controcorrente» sull’argomento.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Rez/2-OdifreddiP_Bibbia_Ori.htm

08-03-2008; Aggiornamento: 15-03-2008

 

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