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1.
{Pietro Calenzo}
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Contributo: Io e altri lettori ringraziamo il Signore per il dono
didascalico che vi ha dato. Nel panorama evangelico italiano il vostro
contributo è prezioso e incoraggiante. Una particolare sottolineatura per la
scheda «Uccidono i cristiani e l’Occidente tace». Il Signore ci conceda d’agire
fattivamente e concretamente per questi figlioli di Dio perseguitati, ponendo in
noi il peso d’alleviare con ogni mezzo le vessazioni che subiscono, adempiendo
la Parola «Portate i pesi gli uni degli altri». {17/11/2006}
▬
Risposta: Grazie per l’incoraggiamento. È evidente che il soccorso
ai fratelli oppressi è di valore molto più alto dell’impegno intellettuale. Ho
il dovere d’adempiere la chiamata che mi è stata rivolta, ma mi rallegro molto
per quanti sentono un peso particolare per i cristiani perseguitati. {DAF –
3/12/2006}
2.
{Gaetano Di Francia}
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Contributo: Mi farebbe piacere continuare a ricevere Proiezioni
Culturali e ringrazio Dio per questo strumento che aiuta la Chiesa italiana
ad affrontare le sfide dei nostri tempi. {10/12/2006}
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Risposta: Grazie per l’incoraggiamento. {DAF
– 5/12/2006}
3. {Giovanni Madagli (ps.)}
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Contributo: Caro Fernando, m’avevi viziato a mandarmi spesso le tue
«schede» e così io non ti ho scritto da tanto; ora ho pensato di farlo anche per
ringraziarti del tuo impegno nell’inviare tanta buona letteratura.
Vorrei condividere con te un problema che sento e che
ultimamente è stato oggetto d’un quasi scontro con Libero, un credente di 73
anni venuto ad abitare nel mio paese con la madre, ora morta. Il figlio s’era
sposato con una credente russa e, quando vennero a trovarlo, lo convinsero a
frequentare gli evangelici; anche la novantenne madre di Libero v’andò con lui e
io stesso li avevo indirizzati in una chiesa pentecostale, ma dopo qualche anno
Libero ha deciso di ritirarsi e avere comunione con me.
Mi riceve in casa la domenica e, durante la settimana,
m’aiuta a visitare i contatti e a distribuire opuscoli, sia nel nostro paese che
in quelli vicini. È molto forte nel contrastare i religiosi e i tradizionalisti,
perché sia lui che la madre lo erano. Anche dopo che hanno iniziato a
frequentare la chiesa evangelica, la madre continuava a essere affezionata a una
statuina di santa Rita, che teneva sempre sul comodino, e a un piatto con la
figura di papa Giovanni: la statuina è rimasta al solito posto su richiesta
della defunta madre, mentre il piatto sta nell’ingresso della casa.
Mi è capitato di dirgli che gli idoli per noi non sono
niente, ma potrebbero confondere chi ci è vicino e allontanarli dalla verità,
facendogli pensare a una nostra incoerenza e a poca serietà; lui ammette di
dovere chiudere sempre la stanza di sua madre, così da non scandalizzare
nessuno, ma siccome sua madre aveva espresso il desiderio che lui conservasse
quelle immagini, ritiene di dover rispettare il suo volere, dimostrando così il
suo amore per lei. Pensa che il Signore non sia così rigido da vietargli
quest’ubbidienza a una madre tanto amata.
Avendogli io detto di far attenzione ai sentimenti, lui
mi risponde che la Bibbia è un libro vecchio e non tutto ciò che c’è scritto è
più importante delle nostre decisioni odierne, specialmente su materie
opinabili. Aggiunge poi che lui non adora la statuetta, perciò è come se fosse
un souvenir. Penso che ciò può essere un laccio per la nostra
libertà in Cristo e ti chiedo un consiglio su come comportarmi nei suoi
riguardi. (10-2-07).
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Risposta: Grazie per aver voluto darmi un segno del tuo
apprezzamento per le schede di «Proiezioni Culturali» che via via mandavo e che
da un po’ ho sospeso: anche stimoli come il tuo m’incoraggeranno a riprenderle
(appena finite le urgenze che ho davanti). Ho riletto la tua lettera appuntandomi le reazioni che
mi ha suscitato… ne è venuto fuori un «canovaccio» quasi da libro, perciò
cercherò di cogliere qualche snodo centrale, lasciando il resto alla tua
intuizione. Esprimendomi poi senza tanti giri di parole e nella convinzione che
non t’offenderai di certi miei paragoni.
Diversi anni fa, dopo più d’un decennio di vita
evangelica «zelante», intitolai una predicazione «Fernando il fariseo» e mi sono
sempre più convinto che il fariseo non rappresenta «l’uomo peggiore», ma quello
migliore: è il massimo di ciò che un uomo può fare con i suoi sforzi, ma Dio è
tutt’altro e perciò, ai suoi occhi, quella «eccellenza» è in realtà un
«abominio» (Lc 16,15).
Tu sei spiritualmente nato in un ambiente
«antipentecostale» e Dio ti ha donato proprio un pentecostale! È un dono
velenoso? Sì, se lo riceve «l’uomo Giovanni». Se invece lo accetta «il credente
Giovanni», può essere un bel dono. Nello scegliere gli apostoli, Gesù c’incluse
Simone lo zelota e Matteo il pubblicano (Mt 10,3; Lc 6,15), cioè i due
contrapposti schieramenti del giudaismo, fiducioso che la «colla dello Spirito»
sarebbe stata più forte delle loro piccolezze.
Il Salmo 1 invita a non stare in compagnia dei
peccatori: avevano allora ragione i farisei a rimproverare Gesù, che invece con
i peccatori ci mangiava insieme? (Mt 9,9ss). Gesù non «annulla» la Scrittura
(come mi dici che tenderebbe a fare Libero), ma nemmeno si fissa sul dettaglio
(come mi sembra che stai facendo tu). Gesù interpreta la Parola di Dio con lo
Spirito di Dio, partendo da un approccio globale, sia alla Scrittura
(considerando cioè da tutta la Bibbia) che alla situazione reale (piena
di persone che sono sulla via della perdizione), tenendo presente la potenza di
Dio (Gesù non cerca di gestire il presente, ma di costruire il futuro).
La Scrittura aveva descritto la perversità originaria
dei Samaritani e la loro costanza nel rimanere tali (2 Re 17,24-41); anche al
tempo di Gesù continuavano ad avere in odio i Giudei e Gerusalemme, ritenendosi
i veri depositari della verità (Lc 9,52-53). Gli apostoli avevano allora ragione
a invocare sui Samaritani un fuoco dal cielo simile a quello su Sodoma e a
meravigliarsi dell’atteggiamento amichevole di Gesù verso la Samaritana? (Lc
9,54; Gv 4,27). Il fatto è che Gesù guarda alla Samaritana non in base a «da
dove veniva», né sulla base di ciò che era, ma illumina il presente con la
visione del futuro che lui può costruire e, guardando a quel futuro, mette in
secondo piano ciò che nella Samaritana e nei Samaritani era distorto. Producendo
così un grande risveglio spirituale, unico caso negli Atti degli apostoli dove
si parla non solo della conversione d’individui, ma di quella di
un’intera regione (Gv 4,39; Atti 8,14).
Dio non s’avvicinò a Giacobbe perché Giacobbe aveva
tolto gli idoli, ma Giacobbe si liberò degli idoli quando sentì la presenza di
Dio in modo nuovo (Gn 31,30-32; 35,1-4). Gioisci del dono che Dio ti ha fatto,
dandoti qualcuno col quale condividere la tua fede. Gioisci della sua casa
aperta e del suo accoglierti con piacere. Se in quella casa (come credo) Dio si
manifesterà a voi in modo più profondo, Libero stesso percepirà certe
incompatibilità: ma non è un tuo servo e allora lascia che Dio faccia la sua
opera a modo suo, nei suoi tempi. Non
perdere col tuo «dettaglio» un fratello per il quale Cristo è morto!
(Parafrasi di Rm 14,15; cfr tutto il capitolo). Grazie di quest’occasione di
condivisione. (DAF – 11-2-07).
4. {Guerino De Masi}
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Contributo: Ho appena letto, tutto d’un fiato, il testo «Cattocomunisti
o evangelici?» di Fernando De Angelis e i relativi contributi. [►
Cattocomunisti o evangelici? Parliamone]
È stato come passare in aereo sopra un paese e averne una visione complessiva...
dall’alto.
Devo ammettere che l’analisi
fatta da Fernando è vera, anche se mi sembra (permettetemi l’espressione)
filoamericana!
Anch’io, per grazia di Dio,
ho conosciuto il Signore all’età di sedici anni (o piuttosto, è Dio che mi ha
cercato, conosciuto e salvato). E qua, sto pensando all’intervento di quel
fratello che nel contribuire alla questione «Bibbia e telegiornali» rivendicava
forse una certa maggior autorità, vista la sua «lunga esperienza», dicendo poi
(e parafrasando): voi, non avete capito niente e adesso ve lo spiego io!!!
Sono figlio d’un autentico
comunista, anticlericale e mangia preti. Mio padre maturò la sua convinzione
politica a seguito d’una triste esperienza, quando era allora guardia di
frontiera a Bengasi in Tripolitania, durante l’ultimo conflitto mondiale.
Pertanto devo confessare che, da una parte una certa simpatia sinistroide me la
sono portata dietro per tanti anni, dall’altra parte una diffidenza per il clero
mi metteva sul dubbioso pur essendo chierichetto per diversi anni.
Dall’età di sedici anni,
dunque, sapevo della posizione materialista e anticristiana del comunismo per
quella negazione di Dio, ma m’opponevo all’idea che il non comunismo fosse
migliore se non buono.
Mio padre, che si convertì
all’età di cinquantacinque anni, ha mantenuto quella sua posizione d’uomo di
sinistra, non riuscendo a farne un’analisi più approfondita (imparò a leggere
sotto le armi) e forse non conoscendo a fondo questo pensiero comunista (che
pretende di fare ciò che Dio solo può fare nell’uomo), e credendo che infondo se
è anticlericale, allora è certamente buono; così ha sicuramente trasmesso alla
sua famiglia questo concetto non facilmente estirpabile.
Fu necessario che entrassi
nella vita coniugale, con famiglia e figli, per uscire da quest’ingorgo che
bloccava la mia mente di giovane credente in rapporto all’ideologia di sinistra.
Erano i primi anni da sposato e con un piccolino di pochi mesi in casa (adesso
il nostro Simeone ne ha trentatre d’anni!). Mi trovavo per lavoro, prima a
Reggio Emilia e poi a Pistoia. Fu un tempo di maturazione alimentato dalle
conversazioni e testimonianze con i miei amici di lavoro, che erano di sinistra,
di destra, cattolici e testimoni di Geova. Rispondevo alle loro argomentazioni
con il Signore Gesù, unica via per la soluzione del problema dell’uomo. Dicevo
loro che prima bisogna cambiare singolarmente (e invitavo i singoli a fare la
pace con Dio in Cristo), poi cambierà la società, quando tu e io siamo uomini
rigenerati e salvati dal Signore.
Ricordo gli incontri in
pizzeria, organizzati dai miei colleghi di lavoro, con partecipazione di
Ciellini, Preti operai, professori e... testimoni di Geova. Quegli incontri
m’aiutarono ad avere una idea un po’ più chiara della differenza tra Vita nuova
in Cristo Gesù e vita superficiale che sincretizza un po’ tutte le ideologie. Ho
imparato che Dio, in cui credo, mi ha posto davanti alla necessità di scegliere:
suo Figlio Gesù e la sua Parola, oppure questo mondo e le sue ideologie che
fanno a meno di Cristo. Ho scelto Cristo, per la sua grazia, e non posso
proporre altro che Lui.
Così il comunismo divenne
per me un opposto alla fede in Dio, come pure lo divenne il cattolicesimo romano
e le sue espressioni politiche d’allora.
Eravamo nel pieno degli anni
‘70, con l’Italicus, il caso Moro, le gambizzazioni da parte delle Brigate
Rosse, e tra i miei colleghi non pochi erano più estremisti che semplici
tesserati. Ringrazio Dio per come ha scelto di farmi uscire da quel concetto di
poter essere cristiano, nato di nuovo, e comunista.
Da diversi anni oramai sono
un artigiano e dunque lavoro in proprio. Devo dunque per forza confrontarmi con
quanto viene legiferato, specialmente in questi periodi, da politici in
parlamento, che hanno come presupposto che l’imprenditore è per forza un
avversario di destra, un ladro, uno sfruttatore e che dunque va controllato,
penalizzato con regole e limiti insopportabili, inserendo per esempio gli studi
di settore, che equiparano me, piccolo artigiano con pochi dipendenti e con un
fatturato irrilevante, alle multinazionali con dirigenti senza pelo sullo
stomaco e col solo obiettivo del profitto. L’onestà non viene minimamente
ipotizzata. Se hai difficoltà a gestire una piccola azienda, allora t’affondano.
Se l’Alitalia è in difficoltà, allora si faranno i salti mortali per difendere i
suoi dipendenti, magari intervenendo come negli anni è successo con le varie
Fiat, ecc.
Ciò che mi meraviglia ancora
di più, è che abbiamo uomini come Maselli che stanno lì tra quelle poltrone
corrotte e che stanno con la sinistra! Certamente, non sarei più contento se
stesse con la DC. Ma mi chiedo che cosa c’entra il loro credo nell’Evangelo con
l’ideologia di sinistra?
Veniamo ora agli
anglosassoni. Certamente, dobbiamo ringraziare il Signore per i puritani e la
loro testimonianza che sbarcò in America. Dobbiamo essere riconoscenti per gli
sbarchi ricordati da De Angelis. Dobbiamo anche saper leggere la storia e le
influenze cattoliche, da Stuart a Mussolini, passando per Napoleone. No, non
dobbiamo ripagare con il disprezzo. Ma oggi, abbiamo ancora quell’America
d’allora?
Quando vedo la coppia Bush
con la Rice in ginocchio davanti al papa morto (mentre la gente diceva: santo
subito!), desidero prenderne le distanze. Quando leggo nei siti internet
evangelici che parlano di fratelli cattolici, o come in questa discussione,
qualcuno considera tutti eguali perché amati da Dio, siano essi cattolici,
evangelici, buddisti, testimoni... (toh, noto adesso che non ha messo nella
lista i musulmani), mi chiedo dove sta la loro conoscenza della storia. Sanno
delle inquisizioni? Sanno della rivendicata unicità come chiesa da parte del
papato? Ma leggono la Bibbia? Ah, già, occorre tornare alla discussione su
«Bibbia e telegiornali» e sulla necessità di conoscere ad annunciare tutto il
consiglio di Dio.
No, quest’America d’oggi,
non mi sembra quella di cui parla Fernando. La spada del giudice, che ci
difende, è presa da molti americani come una giustificazione della pena di
morte. E questo non mi trova d’accordo.
A leggere la marea di libri
(per carità, per la maggior parte utili e buoni!), pare che abbiano la soluzione
per ogni cosa: dalla famiglia all’economia, al successo... poi leggo i giornali,
guardo la TV, e le notizie più orribili e raccapriccianti mi vengono da quel
paese. C’è da riflettere. Penso a Martin Luther King e alle chiese per soli
bianchi o solo neri. Penso a quegli Stati dove la pena di morte è più applicata
e scopro che sono quelli con più presenze evangeliche... E mi pongo molte
domande.
Che siano delle reminescenze
di quel comunismo trasmessomi da mio padre? Sarà, ma preferisco non indicare un
Paese come esempio per indirizzare il mio prossimo alla conversione.
{22-01-2008}
▬
Risposta: Grazie per averci fatto partecipi del tuo percorso
spirituale e intellettuale, e anche per il tono pacato del tuo dissentire. Per
non dilungarmi, mi soffermerò solo su poche questioni. Quando scrivi dei «politici in parlamento» e delle
«multinazionali» mi rattristi per vari motivi. Prima di tutto non ci vuole molta
fede per lamentarsi della nostra classe politica: basta andare in qualsiasi bar
e ascoltare il primo che capita. Non tieni poi conto che abbiamo il dovere di
rispettare le autorità (Rom 13). Non tieni conto del fatto che l’Italia è pur
sempre una nazione dove tanta gente vorrebbe entrare (perfino come clandestino):
segno che non è poi amministrata così male. Dai sfogo a un pessimismo che è in
contrasto con il credere nella potenza di Gesù e nella sua promessa che, se
cerchiamo il Regno di Dio, tutto il resto ci sarà sopraggiunto (sono convinto
che di questo tu abbia fatto esperienza, ma poi succede che scivoliamo
facilmente nei soliti vizi culturali dell’ambiente).
Sono rimasto dispiaciuto anch’io quando ho visto Bush e
la Rice in ginocchio davanti al papa morto e capisco il tuo volerne prendere le
distanze, ma non devi far finta di avere le ali o di essere già nel Regno dei
cieli, devi cioè spostarti in orizzontale. Ci si può allontanare da Bush, ma poi
si deve pure dire a chi ci si avvicina. Personalmente mi voglio allontanare da
Bin Laden e dall’islamismo violento, che vuole imporre la sharia a tutto il
mondo e valuto che l’unica nazione che ha la capacità e la volontà di fermarli
sono gli Stati Uniti. Sui criteri di valutazione delle nazioni, però, rimando ai
Lampi di geografia cristiana, che
presumo tu non abbia ancora visionato.
Proprio da questa lettera che
ho tratto lo stimolo per affrontare la questione della pena di morte, in un
articolo a parte («Pena di morte e Bibbia») che sarà pubblicato prossimamente.
Dico solo che una posizione così nettamente contraria alla pena di morte da
parte di un credente nella Bibbia (come ti definisci) la trovo contraddittoria:
da Noè, a Mosè, all’apostolo Pietro (caso di Anania e Saffira, At 5),
all’Apocalisse, nella Bibbia non mancano certo gli esempi. Gesù si è fatto
perfino crocifiggere, ma quando ritornerà, lascerà per caso in vita chi lo
rifiuta? (Lc 19,27). Mosè organizzò uno Stato, mentre Gesù si è rivolto per
ora agli individui: è questa la differenza più importante, ma è solo
temporanea. Il fatto poi che si sia lasciata la spada in mano alle autorità
politiche (indicate come «ministri di Dio», Rom 13,4) non depone certo a favore
di una proibizione assoluta della pena di morte (sulla quale spetta ora a loro
la decisione).
Scrivi che le notizie più orribili e raccapriccianti ti
vengono dagli Stati Uniti. Certo, dove c’è libertà si sviluppa anche la licenza
e pure a me giungono notizie che mi fanno temere per quella nazione. Dagli Stati
Uniti, però, arrivano anche buone notizie (per me lo è stato il loro lavoro
contro l’evoluzionismo, per esempio) e da lì parte il maggior numero di
missionari. Penso che la miscela fra perversità e santità sia profetica, perché
Cristo tornerà nel mondo quando ci sarà l’Anticristo (2 Ts 2,8). Non so quali
siano le tue fonti di informazione, ma io le notizie più raccapriccianti (e
credo che lo siano anche per Gesù) le trovo su Porte aperte, dove si
elencano i casi di persecuzione dei cristiani: vengono presi esempi da molte
nazioni, ma non ricordo di averci mai trovato gli Stati Uniti. Quando scrivi che preferisci non indicare un Paese come
esempio per indirizzare il prossimo alla conversione, non posso che essere
d’accordo e mi dispiace aver dato l’impressione contraria (lo scopo delle mie
riflessioni non è evangelistico, ma di cercare scelte culturali che siano
coerenti con la fede già professata). {DAF – 28-01-2008}
5. {Anna Nuzzolo}
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Contributo: Ho trovato altamente istruttivo il botta e risposta con Irene
Bitassi, da entrambe le parti. [►
Dialogo su Bibbia e politica] Per il momento non ho
commenti specifici da fare, ma solo alcune note da esporre. La raccolta
differenziata «alla svizzera» non la definirei tale, ma piuttosto alla «alla
nord italiana». Secondo la mia esperienza nel cantone di San Gallo (ma sarà
forse diverso da cantone a cantone), almeno fino a circa cinque anni fa, si
differenziava meno che in Lombardia e nel resto del Nord Italia. In Svizzera, se
volevo far compostare i rifiuti organici dovevo cercarmi io il contadino e
portarglieli oppure farmi un apposito sito «in casa», la carta la portavano via
solo una volta al mese e la plastica mai. Nel mio paesino in Brianza, invece,
passano a prendere tutto sotto casa tranne vetro e lattine, che possiamo
conferire in campane ben distribuite sul territorio (ne abbiamo due
raggiungibili a piedi) o alla piattaforma ecologica. Cassonetti in giro non ce
ne sono e il servizio di raccolta è puntuale. In tutta la nostra zona funziona
così e anche in altre regioni. Volevo solo specificarlo per dire che ci sono
anche in Italia cose da lodare e non solo da vedere come oggetto di lamentela.
S’intende però che se i lombardi smettessero di fare in prima persona la
raccolta differenziata, ovviamente la cosa non funzionerebbe più e allora
sarebbe inutile lamentarsi di spazzatura maleodorante! Siamo chiamati tutti ad
agire responsabilmente, non possiamo solo aspettare l’intervento dell’autorità
(senz’altro necessario).
Sto seguendo le primarie per le prossime elezioni presidenziali in USA e
ho visto che in corsa per il partito repubblicano, oltre al veterano di guerra
John McCain, c’è anche l’ex pastore battista Mike Huckabee. Quest’ultimo di
possibilità di vittoria non ne avrà molte, ma mi ha fatto piacere la presenza
d’un candidato che esprime dei valori che possono essere condivisi
dall’elettorato evangelico negli USA. Non so se e come in Italia sarebbe
possibile, dato che qui gli evangelici rappresentano una piccolissima minoranza,
però il fatto che Huckabee «ci provi» alle primarie USA è un segno propositivo
che m’incoraggia. Ed anche mi fa capire che negli USA (un Paese a me non sempre
simpatico) qualcosa di diverso c’è.
Proprio come scrivi tu, è vero che noi (non voglio escludermi) Italiani abbiamo
sempre voglia di lamentarci e soprattutto di prendercela con i politici,
considerati grossomodo tutti ladri, mafiosi e nullafacenti. Solo che mi sembra
che, spesso,
l’onestà che viene contestata ai politici non è che venga praticata in
prima persona. Faccio tre esempi che conosco direttamente:
■ 1) quando è stata acquistata una casa e si doveva pagare l’agenzia
immobiliare, a un credente è stato proposto uno sconto in cambio della rinuncia
a regolare fattura. Ovviamente ha rifiutato e pagato tutto.
■ 2) Sempre per la casa, davanti al notaio, è stato chiesto quale valore
dell’immobile si voleva dichiarare per poterci poi calcolare la tassa da pagare
allo Stato. Non volendo mentire, il credente ha dichiarato il vero prezzo e
pagato fino all’ultimo centesimo. Il notaio è rimasto sbalordito perché
praticamente nessuno lo faceva (ora è cambiata la legge).
■ 3) Andando a pagare il piastrellista, dopo aver fatto pavimentare la terrazza
di casa, si è sentito chiedere, come fosse prassi comune: «Con o senza
fattura?». Stavolta è stato il credente a rimanere sbalordito, ma naturalmente
ha di nuovo pagato tutto.
Potrei continuare
con altri esempi, ma il succo è che l’inosservanza delle leggi in vari campi
(soprattutto quando si tocca il portafoglio) è un malcostume diffusissimo (spero
non fra i credenti). Ma allora perché lamentarsi della poca onestà dei politici?
In che cosa siamo diversi noi «del popolo»? Sottoscrivo in pieno anch’io che, di
solito, un popolo ha il governo che si merita. Mi sembra che il governo sia
un’espressione del Paese e non qualcosa d’avulso da esso.
Trovo sempre attuale l’esortazione di Paolo a pregare per le autorità, ne
hanno tanto bisogno (e non lo dico affatto con ironia).
Non so se hai sentito che l’associazione Uomini Nuovi (EUN), tempo fa, ha
regalato a tutto il Parlamento (953 politici) il libro di J. Dobson «Matrimonio
sotto tiro», perché preoccupata sulla proposta di legge per regolamentare le
unioni di fatto. Una lettera aperta allegata richiamava l’attenzione dei
parlamentari sull’importanza della famiglia. Mi è sembrata una cosa propositiva
e non solo da criticoni e lamentosi.
Ci tengo a dire, per dare onore a Dio, che l’aver pagato senza sconti per tenere
fede agli insegnamenti della Bibbia non ha reso quel credente più povero. Dio ha
provveduto al di là dell’immaginazione. Spero che noi cristiani vogliamo essere
uniti nel vivere l’onestà, prima di contestare la disonestà altrui.
(15-02-2008).
▬
Risposta: Il mio confronto con la raccolta rifiuti praticata in
Svizzera risale a un ventennio fa: mi fa molto piacere che in questo caso
qualche regione italiana li abbia addirittura superati.
Che un candidato evangelico richiami tutta la società a
determinati valori biblici non può che farmi piacere, specie se (come ha fatto
Huckabee) ci si presenta a nome proprio, cioè non a nome d’una Chiesa, né
tanto meno
della Chiesa (negli Stati Uniti ce ne sono migliaia). Non sono però sicuro
che un credente, di per sé, sappia governare meglio d’un non credente. Se
un credente volesse imporre a tutti la propria visione delle cose, per esempio,
non realizzerebbe certamente il Regno di Dio, ma un aborto. Finché Cristo non
torna, insomma, bisogna governare una situazione complessa fatta perlopiù da non
credenti e nella politica internazionale, per esempio, indovinare le scelte
strategiche è più importante che essere «di buona volontà». Giuseppe in Egitto e
Daniele a Babilonia seppero governare anche i pagani, ma perché furono preparati
da Dio a questo compito che non credo potesse essere svolto da qualsiasi
credente.
Venendo all’Italia, sono rimasto impressionato dalla
determinazione, dalla passione e dalla capacità con la quale il «non religioso»
Giuliano Ferrara sta cercando d’arginare la mentalità abortista. Dio tiene conto
di molti fattori che a noi in parte sfuggono, quando comunque vuole agire sa
usare anche strumenti impensabili (basti pensare a Saulo, Nebukadnezar e Ciro).
L’iniziativa d’Uomini Nuovi è piaciuta anche a me,
perché propone qualcosa, più che contestare ciò che fanno gli altri, e fa quella
«battaglia sulle idee» che mi sembra s’adatti alla Chiesa più d’una
partecipazione diretta alla scelte politiche (semmai operate da singoli credenti
a nome proprio).
Certamente in Italia la verità e l’onestà hanno un costo economico (in altre
parti ci si rimette anche la vita!), ma se perdiamo denaro per onorare la Parola
di Dio sono anch’io convinto che Dio non rimane poi in debito. (DAF –
19-02-2008).
6.
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/721-Confr_cultur1_UnV.htm
17-11-06; Aggiornamento:
07-09-2009
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