Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Uniti nella verità

 

7. Corrispondenza

Scrivi @ F. De Angelis

Spiegazione delle rubriche

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CORRISPONDENZA CON I LETTORI

CONFRONTO SULLA CULTURA 1

 

 di Fernando De Angelis

 

I contributi possono essere abbreviati e adattati. Essi rispecchiano le opinioni personali degli autori. I contributi attivi hanno lo sfondo bianco.

 

1. Pietro Calenzo 2. Gaetano Di Francia 3. Giovanni Madagli (ps.)
4. Guerino De Masi 5. Anna Nuzzolo 6.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Pietro Calenzo}

 

Contributo: Io e altri lettori ringraziamo il Signore per il dono didascalico che vi ha dato. Nel panorama evangelico italiano il vostro contributo è prezioso e incoraggiante. Una particolare sottolineatura per la scheda «Uccidono i cristiani e l’Occidente tace». Il Signore ci conceda d’agire fattivamente e concretamente per questi figlioli di Dio perseguitati, ponendo in noi il peso d’alleviare con ogni mezzo le vessazioni che subiscono, adempiendo la Parola «Portate i pesi gli uni degli altri». {17/11/2006}

 

Risposta: Grazie per l’incoraggiamento. È evidente che il soccorso ai fratelli oppressi è di valore molto più alto dell’impegno intellettuale. Ho il dovere d’adempiere la chiamata che mi è stata rivolta, ma mi rallegro molto per quanti sentono un peso particolare per i cristiani perseguitati. {DAF – 3/12/2006}

 

 

2. {Gaetano Di Francia}

 

Contributo: Mi farebbe piacere continuare a ricevere Proiezioni Culturali e ringrazio Dio per questo strumento che aiuta la Chiesa italiana ad affrontare le sfide dei nostri tempi. {10/12/2006}

 

Risposta: Grazie per l’incoraggiamento. {DAF – 5/12/2006}

 

 

3. {Giovanni Madagli (ps.)}

 

Contributo: Caro Fernando, m’avevi viziato a mandarmi spesso le tue «schede» e così io non ti ho scritto da tanto; ora ho pensato di farlo anche per ringraziarti del tuo impegno nell’inviare tanta buona letteratura.

     Vorrei condividere con te un problema che sento e che ultimamente è stato oggetto d’un quasi scontro con Libero, un credente di 73 anni venuto ad abitare nel mio paese con la madre, ora morta. Il figlio s’era sposato con una credente russa e, quando vennero a trovarlo, lo convinsero a frequentare gli evangelici; anche la novantenne madre di Libero v’andò con lui e io stesso li avevo indirizzati in una chiesa pentecostale, ma dopo qualche anno Libero ha deciso di ritirarsi e avere comunione con me.

     Mi riceve in casa la domenica e, durante la settimana, m’aiuta a visitare i contatti e a distribuire opuscoli, sia nel nostro paese che in quelli vicini. È molto forte nel contrastare i religiosi e i tradizionalisti, perché sia lui che la madre lo erano. Anche dopo che hanno iniziato a frequentare la chiesa evangelica, la madre continuava a essere affezionata a una statuina di santa Rita, che teneva sempre sul comodino, e a un piatto con la figura di papa Giovanni: la statuina è rimasta al solito posto su richiesta della defunta madre, mentre il piatto sta nell’ingresso della casa.

     Mi è capitato di dirgli che gli idoli per noi non sono niente, ma potrebbero confondere chi ci è vicino e allontanarli dalla verità, facendogli pensare a una nostra incoerenza e a poca serietà; lui ammette di dovere chiudere sempre la stanza di sua madre, così da non scandalizzare nessuno, ma siccome sua madre aveva espresso il desiderio che lui conservasse quelle immagini, ritiene di dover rispettare il suo volere, dimostrando così il suo amore per lei. Pensa che il Signore non sia così rigido da vietargli quest’ubbidienza a una madre tanto amata.

     Avendogli io detto di far attenzione ai sentimenti, lui mi risponde che la Bibbia è un libro vecchio e non tutto ciò che c’è scritto è più importante delle nostre decisioni odierne, specialmente su materie opinabili. Aggiunge poi che lui non adora la statuetta, perciò è come se fosse un souvenir.

     Penso che ciò può essere un laccio per la nostra libertà in Cristo e ti chiedo un consiglio su come comportarmi nei suoi riguardi. (10-2-07).

 

  Risposta: Grazie per aver voluto darmi un segno del tuo apprezzamento per le schede di «Proiezioni Culturali» che via via mandavo e che da un po’ ho sospeso: anche stimoli come il tuo m’incoraggeranno a riprenderle (appena finite le urgenze che ho davanti).

     Ho riletto la tua lettera appuntandomi le reazioni che mi ha suscitato… ne è venuto fuori un «canovaccio» quasi da libro, perciò cercherò di cogliere qualche snodo centrale, lasciando il resto alla tua intuizione. Esprimendomi poi senza tanti giri di parole e nella convinzione che non t’offenderai di certi miei paragoni.

     Diversi anni fa, dopo più d’un decennio di vita evangelica «zelante», intitolai una predicazione «Fernando il fariseo» e mi sono sempre più convinto che il fariseo non rappresenta «l’uomo peggiore», ma quello migliore: è il massimo di ciò che un uomo può fare con i suoi sforzi, ma Dio è tutt’altro e perciò, ai suoi occhi, quella «eccellenza» è in realtà un «abominio» (Lc 16,15).

     Tu sei spiritualmente nato in un ambiente «antipentecostale» e Dio ti ha donato proprio un pentecostale! È un dono velenoso? Sì, se lo riceve «l’uomo Giovanni». Se invece lo accetta «il credente Giovanni», può essere un bel dono. Nello scegliere gli apostoli, Gesù c’incluse Simone lo zelota e Matteo il pubblicano (Mt 10,3; Lc 6,15), cioè i due contrapposti schieramenti del giudaismo, fiducioso che la «colla dello Spirito» sarebbe stata più forte delle loro piccolezze.

     Il Salmo 1 invita a non stare in compagnia dei peccatori: avevano allora ragione i farisei a rimproverare Gesù, che invece con i peccatori ci mangiava insieme? (Mt 9,9ss). Gesù non «annulla» la Scrittura (come mi dici che tenderebbe a fare Libero), ma nemmeno si fissa sul dettaglio (come mi sembra che stai facendo tu). Gesù interpreta la Parola di Dio con lo Spirito di Dio, partendo da un approccio globale, sia alla Scrittura (considerando cioè da tutta la Bibbia) che alla situazione reale (piena di persone che sono sulla via della perdizione), tenendo presente la potenza di Dio (Gesù non cerca di gestire il presente, ma di costruire il futuro).

     La Scrittura aveva descritto la perversità originaria dei Samaritani e la loro costanza nel rimanere tali (2 Re 17,24-41); anche al tempo di Gesù continuavano ad avere in odio i Giudei e Gerusalemme, ritenendosi i veri depositari della verità (Lc 9,52-53). Gli apostoli avevano allora ragione a invocare sui Samaritani un fuoco dal cielo simile a quello su Sodoma e a meravigliarsi dell’atteggiamento amichevole di Gesù verso la Samaritana? (Lc 9,54; Gv 4,27). Il fatto è che Gesù guarda alla Samaritana non in base a «da dove veniva», né sulla base di ciò che era, ma illumina il presente con la visione del futuro che lui può costruire e, guardando a quel futuro, mette in secondo piano ciò che nella Samaritana e nei Samaritani era distorto. Producendo così un grande risveglio spirituale, unico caso negli Atti degli apostoli dove si parla non solo della conversione d’individui, ma di quella di un’intera regione (Gv 4,39; Atti 8,14).

     Dio non s’avvicinò a Giacobbe perché Giacobbe aveva tolto gli idoli, ma Giacobbe si liberò degli idoli quando sentì la presenza di Dio in modo nuovo (Gn 31,30-32; 35,1-4). Gioisci del dono che Dio ti ha fatto, dandoti qualcuno col quale condividere la tua fede. Gioisci della sua casa aperta e del suo accoglierti con piacere. Se in quella casa (come credo) Dio si manifesterà a voi in modo più profondo, Libero stesso percepirà certe incompatibilità: ma non è un tuo servo e allora lascia che Dio faccia la sua opera a modo suo, nei suoi tempi. Non perdere col tuo «dettaglio» un fratello per il quale Cristo è morto! (Parafrasi di Rm 14,15; cfr tutto il capitolo). Grazie di quest’occasione di condivisione. (DAF – 11-2-07).

 

Sul tema dell’«idolatria» cfr. Nicola Martella, «Idolatria – culti idolatri», Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), p. 182.

 

 

4. {Guerino De Masi}

 

■  Contributo: Ho appena letto, tutto d’un fiato, il testo «Cattocomunisti o evangelici?» di Fernando De Angelis e i relativi contributi. [ Cattocomunisti o evangelici? Parliamone] È stato come passare in aereo sopra un paese e averne una visione complessiva... dall’alto.

     Devo ammettere che l’analisi fatta da Fernando è vera, anche se mi sembra (permettetemi l’espressione) filoamericana!

     Anch’io, per grazia di Dio, ho conosciuto il Signore all’età di sedici anni (o piuttosto, è Dio che mi ha cercato, conosciuto e salvato). E qua, sto pensando all’intervento di quel fratello che nel contribuire alla questione «Bibbia e telegiornali» rivendicava forse una certa maggior autorità, vista la sua «lunga esperienza», dicendo poi (e parafrasando): voi, non avete capito niente e adesso ve lo spiego io!!!

     Sono figlio d’un autentico comunista, anticlericale e mangia preti. Mio padre maturò la sua convinzione politica a seguito d’una triste esperienza, quando era allora guardia di frontiera a Bengasi in Tripolitania, durante l’ultimo conflitto mondiale. Pertanto devo confessare che, da una parte una certa simpatia sinistroide me la sono portata dietro per tanti anni, dall’altra parte una diffidenza per il clero mi metteva sul dubbioso pur essendo chierichetto per diversi anni.

     Dall’età di sedici anni, dunque, sapevo della posizione materialista e anticristiana del comunismo per quella negazione di Dio, ma m’opponevo all’idea che il non comunismo fosse migliore se non buono.

     Mio padre, che si convertì all’età di cinquantacinque anni, ha mantenuto quella sua posizione d’uomo di sinistra, non riuscendo a farne un’analisi più approfondita (imparò a leggere sotto le armi) e forse non conoscendo a fondo questo pensiero comunista (che pretende di fare ciò che Dio solo può fare nell’uomo), e credendo che infondo se è anticlericale, allora è certamente buono; così ha sicuramente trasmesso alla sua famiglia questo concetto non facilmente estirpabile.

     Fu necessario che entrassi nella vita coniugale, con famiglia e figli, per uscire da quest’ingorgo che bloccava la mia mente di giovane credente in rapporto all’ideologia di sinistra. Erano i primi anni da sposato e con un piccolino di pochi mesi in casa (adesso il nostro Simeone ne ha trentatre d’anni!). Mi trovavo per lavoro, prima a Reggio Emilia e poi a Pistoia. Fu un tempo di maturazione alimentato dalle conversazioni e testimonianze con i miei amici di lavoro, che erano di sinistra, di destra, cattolici e testimoni di Geova. Rispondevo alle loro argomentazioni con il Signore Gesù, unica via per la soluzione del problema dell’uomo. Dicevo loro che prima bisogna cambiare singolarmente (e invitavo i singoli a fare la pace con Dio in Cristo), poi cambierà la società, quando tu e io siamo uomini rigenerati e salvati dal Signore.

     Ricordo gli incontri in pizzeria, organizzati dai miei colleghi di lavoro, con partecipazione di Ciellini, Preti operai, professori e... testimoni di Geova. Quegli incontri m’aiutarono ad avere una idea un po’ più chiara della differenza tra Vita nuova in Cristo Gesù e vita superficiale che sincretizza un po’ tutte le ideologie. Ho imparato che Dio, in cui credo, mi ha posto davanti alla necessità di scegliere: suo Figlio Gesù e la sua Parola, oppure questo mondo e le sue ideologie che fanno a meno di Cristo. Ho scelto Cristo, per la sua grazia, e non posso proporre altro che Lui.

     Così il comunismo divenne per me un opposto alla fede in Dio, come pure lo divenne il cattolicesimo romano e le sue espressioni politiche d’allora.

     Eravamo nel pieno degli anni ‘70, con l’Italicus, il caso Moro, le gambizzazioni da parte delle Brigate Rosse, e tra i miei colleghi non pochi erano più estremisti che semplici tesserati. Ringrazio Dio per come ha scelto di farmi uscire da quel concetto di poter essere cristiano, nato di nuovo, e comunista.

     Da diversi anni oramai sono un artigiano e dunque lavoro in proprio. Devo dunque per forza confrontarmi con quanto viene legiferato, specialmente in questi periodi, da politici in parlamento, che hanno come presupposto che l’imprenditore è per forza un avversario di destra, un ladro, uno sfruttatore e che dunque va controllato, penalizzato con regole e limiti insopportabili, inserendo per esempio gli studi di settore, che equiparano me, piccolo artigiano con pochi dipendenti e con un fatturato irrilevante, alle multinazionali con dirigenti senza pelo sullo stomaco e col solo obiettivo del profitto. L’onestà non viene minimamente ipotizzata. Se hai difficoltà a gestire una piccola azienda, allora t’affondano. Se l’Alitalia è in difficoltà, allora si faranno i salti mortali per difendere i suoi dipendenti, magari intervenendo come negli anni è successo con le varie Fiat, ecc.

     Ciò che mi meraviglia ancora di più, è che abbiamo uomini come Maselli che stanno lì tra quelle poltrone corrotte e che stanno con la sinistra! Certamente, non sarei più contento se stesse con la DC. Ma mi chiedo che cosa c’entra il loro credo nell’Evangelo con l’ideologia di sinistra?

     Veniamo ora agli anglosassoni. Certamente, dobbiamo ringraziare il Signore per i puritani e la loro testimonianza che sbarcò in America. Dobbiamo essere riconoscenti per gli sbarchi ricordati da De Angelis. Dobbiamo anche saper leggere la storia e le influenze cattoliche, da Stuart a Mussolini, passando per Napoleone. No, non dobbiamo ripagare con il disprezzo. Ma oggi, abbiamo ancora quell’America d’allora?

     Quando vedo la coppia Bush con la Rice in ginocchio davanti al papa morto (mentre la gente diceva: santo subito!), desidero prenderne le distanze. Quando leggo nei siti internet evangelici che parlano di fratelli cattolici, o come in questa discussione, qualcuno considera tutti eguali perché amati da Dio, siano essi cattolici, evangelici, buddisti, testimoni... (toh, noto adesso che non ha messo nella lista i musulmani), mi chiedo dove sta la loro conoscenza della storia. Sanno delle inquisizioni? Sanno della rivendicata unicità come chiesa da parte del papato? Ma leggono la Bibbia? Ah, già, occorre tornare alla discussione su «Bibbia e telegiornali» e sulla necessità di conoscere ad annunciare tutto il consiglio di Dio.

     No, quest’America d’oggi, non mi sembra quella di cui parla Fernando. La spada del giudice, che ci difende, è presa da molti americani come una giustificazione della pena di morte. E questo non mi trova d’accordo.

     A leggere la marea di libri (per carità, per la maggior parte utili e buoni!), pare che abbiano la soluzione per ogni cosa: dalla famiglia all’economia, al successo... poi leggo i giornali, guardo la TV, e le notizie più orribili e raccapriccianti mi vengono da quel paese. C’è da riflettere. Penso a Martin Luther King e alle chiese per soli bianchi o solo neri. Penso a quegli Stati dove la pena di morte è più applicata e scopro che sono quelli con più presenze evangeliche... E mi pongo molte domande.

     Che siano delle reminescenze di quel comunismo trasmessomi da mio padre? Sarà, ma preferisco non indicare un Paese come esempio per indirizzare il mio prossimo alla conversione. {22-01-2008}

 

Risposta: Grazie per averci fatto partecipi del tuo percorso spirituale e intellettuale, e anche per il tono pacato del tuo dissentire. Per non dilungarmi, mi soffermerò solo su poche questioni.

     Quando scrivi dei «politici in parlamento» e delle «multinazionali» mi rattristi per vari motivi. Prima di tutto non ci vuole molta fede per lamentarsi della nostra classe politica: basta andare in qualsiasi bar e ascoltare il primo che capita. Non tieni poi conto che abbiamo il dovere di rispettare le autorità (Rom 13). Non tieni conto del fatto che l’Italia è pur sempre una nazione dove tanta gente vorrebbe entrare (perfino come clandestino): segno che non è poi amministrata così male. Dai sfogo a un pessimismo che è in contrasto con il credere nella potenza di Gesù e nella sua promessa che, se cerchiamo il Regno di Dio, tutto il resto ci sarà sopraggiunto (sono convinto che di questo tu abbia fatto esperienza, ma poi succede che scivoliamo facilmente nei soliti vizi culturali dell’ambiente).

     Sono rimasto dispiaciuto anch’io quando ho visto Bush e la Rice in ginocchio davanti al papa morto e capisco il tuo volerne prendere le distanze, ma non devi far finta di avere le ali o di essere già nel Regno dei cieli, devi cioè spostarti in orizzontale. Ci si può allontanare da Bush, ma poi si deve pure dire a chi ci si avvicina. Personalmente mi voglio allontanare da Bin Laden e dall’islamismo violento, che vuole imporre la sharia a tutto il mondo e valuto che l’unica nazione che ha la capacità e la volontà di fermarli sono gli Stati Uniti. Sui criteri di valutazione delle nazioni, però, rimando ai Lampi di geografia cristiana, che presumo tu non abbia ancora visionato.

     Proprio da questa lettera che ho tratto lo stimolo per affrontare la questione della pena di morte, in un articolo a parte («Pena di morte e Bibbia») che sarà pubblicato prossimamente. Dico solo che una posizione così nettamente contraria alla pena di morte da parte di un credente nella Bibbia (come ti definisci) la trovo contraddittoria: da Noè, a Mosè, all’apostolo Pietro (caso di Anania e Saffira, At 5), all’Apocalisse, nella Bibbia non mancano certo gli esempi. Gesù si è fatto perfino crocifiggere, ma quando ritornerà, lascerà per caso in vita chi lo rifiuta? (Lc 19,27). Mosè organizzò uno Stato, mentre Gesù si è rivolto per ora agli individui: è questa la differenza più importante, ma è solo temporanea. Il fatto poi che si sia lasciata la spada in mano alle autorità politiche (indicate come «ministri di Dio», Rom 13,4) non depone certo a favore di una proibizione assoluta della pena di morte (sulla quale spetta ora a loro la decisione).

     Scrivi che le notizie più orribili e raccapriccianti ti vengono dagli Stati Uniti. Certo, dove c’è libertà si sviluppa anche la licenza e pure a me giungono notizie che mi fanno temere per quella nazione. Dagli Stati Uniti, però, arrivano anche buone notizie (per me lo è stato il loro lavoro contro l’evoluzionismo, per esempio) e da lì parte il maggior numero di missionari. Penso che la miscela fra perversità e santità sia profetica, perché Cristo tornerà nel mondo quando ci sarà l’Anticristo (2 Ts 2,8). Non so quali siano le tue fonti di informazione, ma io le notizie più raccapriccianti (e credo che lo siano anche per Gesù) le trovo su Porte aperte, dove si elencano i casi di persecuzione dei cristiani: vengono presi esempi da molte nazioni, ma non ricordo di averci mai trovato gli Stati Uniti.

     Quando scrivi che preferisci non indicare un Paese come esempio per indirizzare il prossimo alla conversione, non posso che essere d’accordo e mi dispiace aver dato l’impressione contraria (lo scopo delle mie riflessioni non è evangelistico, ma di cercare scelte culturali che siano coerenti con la fede già professata). {DAF – 28-01-2008}

 

 

5. {Anna Nuzzolo}

 

■  Contributo: Ho trovato altamente istruttivo il botta e risposta con Irene Bitassi, da entrambe le parti. [ Dialogo su Bibbia e politica] Per il momento non ho commenti specifici da fare, ma solo alcune note da esporre. La raccolta differenziata «alla svizzera» non la definirei tale, ma piuttosto alla «alla nord italiana». Secondo la mia esperienza nel cantone di San Gallo (ma sarà forse diverso da cantone a cantone), almeno fino a circa cinque anni fa, si differenziava meno che in Lombardia e nel resto del Nord Italia. In Svizzera, se volevo far compostare i rifiuti organici dovevo cercarmi io il contadino e portarglieli oppure farmi un apposito sito «in casa», la carta la portavano via solo una volta al mese e la plastica mai. Nel mio paesino in Brianza, invece, passano a prendere tutto sotto casa tranne vetro e lattine, che possiamo conferire in campane ben distribuite sul territorio (ne abbiamo due raggiungibili a piedi) o alla piattaforma ecologica. Cassonetti in giro non ce ne sono e il servizio di raccolta è puntuale. In tutta la nostra zona funziona così e anche in altre regioni. Volevo solo specificarlo per dire che ci sono anche in Italia cose da lodare e non solo da vedere come oggetto di lamentela. S’intende però che se i lombardi smettessero di fare in prima persona la raccolta differenziata, ovviamente la cosa non funzionerebbe più e allora sarebbe inutile lamentarsi di spazzatura maleodorante! Siamo chiamati tutti ad agire responsabilmente, non possiamo solo aspettare l’intervento dell’autorità (senz’altro necessario).

     Sto seguendo le primarie per le prossime elezioni presidenziali in USA e ho visto che in corsa per il partito repubblicano, oltre al veterano di guerra John McCain, c’è anche l’ex pastore battista Mike Huckabee. Quest’ultimo di possibilità di vittoria non ne avrà molte, ma mi ha fatto piacere la presenza d’un candidato che esprime dei valori che possono essere condivisi dall’elettorato evangelico negli USA. Non so se e come in Italia sarebbe possibile, dato che qui gli evangelici rappresentano una piccolissima minoranza, però il fatto che Huckabee «ci provi» alle primarie USA è un segno propositivo che m’incoraggia. Ed anche mi fa capire che negli USA (un Paese a me non sempre simpatico) qualcosa di diverso c’è.

     Proprio come scrivi tu, è vero che noi (non voglio escludermi) Italiani abbiamo sempre voglia di lamentarci e soprattutto di prendercela con i politici, considerati grossomodo tutti ladri, mafiosi e nullafacenti. Solo che mi sembra che, spesso, l’onestà che viene contestata ai politici non è che venga praticata in prima persona. Faccio tre esempi che conosco direttamente:

     ■ 1) quando è stata acquistata una casa e si doveva pagare l’agenzia immobiliare, a un credente è stato proposto uno sconto in cambio della rinuncia a regolare fattura. Ovviamente ha rifiutato e pagato tutto.

     ■ 2) Sempre per la casa, davanti al notaio, è stato chiesto quale valore dell’immobile si voleva dichiarare per poterci poi calcolare la tassa da pagare allo Stato. Non volendo mentire, il credente ha dichiarato il vero prezzo e pagato fino all’ultimo centesimo. Il notaio è rimasto sbalordito perché praticamente nessuno lo faceva (ora è cambiata la legge).

     ■ 3) Andando a pagare il piastrellista, dopo aver fatto pavimentare la terrazza di casa, si è sentito chiedere, come fosse prassi comune: «Con o senza fattura?». Stavolta è stato il credente a rimanere sbalordito, ma naturalmente ha di nuovo pagato tutto.

 

Potrei continuare con altri esempi, ma il succo è che l’inosservanza delle leggi in vari campi (soprattutto quando si tocca il portafoglio) è un malcostume diffusissimo (spero non fra i credenti). Ma allora perché lamentarsi della poca onestà dei politici? In che cosa siamo diversi noi «del popolo»? Sottoscrivo in pieno anch’io che, di solito, un popolo ha il governo che si merita. Mi sembra che il governo sia un’espressione del Paese e non qualcosa d’avulso da esso.

     Trovo sempre attuale l’esortazione di Paolo a pregare per le autorità, ne hanno tanto bisogno (e non lo dico affatto con ironia).

     Non so se hai sentito che l’associazione Uomini Nuovi (EUN), tempo fa, ha regalato a tutto il Parlamento (953 politici) il libro di J. Dobson «Matrimonio sotto tiro», perché preoccupata sulla proposta di legge per regolamentare le unioni di fatto. Una lettera aperta allegata richiamava l’attenzione dei parlamentari sull’importanza della famiglia. Mi è sembrata una cosa propositiva e non solo da criticoni e lamentosi.

     Ci tengo a dire, per dare onore a Dio, che l’aver pagato senza sconti per tenere fede agli insegnamenti della Bibbia non ha reso quel credente più povero. Dio ha provveduto al di là dell’immaginazione. Spero che noi cristiani vogliamo essere uniti nel vivere l’onestà, prima di contestare la disonestà altrui. (15-02-2008).

 

Risposta: Il mio confronto con la raccolta rifiuti praticata in Svizzera risale a un ventennio fa: mi fa molto piacere che in questo caso qualche regione italiana li abbia addirittura superati.

     Che un candidato evangelico richiami tutta la società a determinati valori biblici non può che farmi piacere, specie se (come ha fatto Huckabee) ci si presenta a nome proprio, cioè non a nome d’una Chiesa, né tanto meno della Chiesa (negli Stati Uniti ce ne sono migliaia). Non sono però sicuro che un credente, di per sé, sappia governare meglio d’un non credente. Se un credente volesse imporre a tutti la propria visione delle cose, per esempio, non realizzerebbe certamente il Regno di Dio, ma un aborto. Finché Cristo non torna, insomma, bisogna governare una situazione complessa fatta perlopiù da non credenti e nella politica internazionale, per esempio, indovinare le scelte strategiche è più importante che essere «di buona volontà». Giuseppe in Egitto e Daniele a Babilonia seppero governare anche i pagani, ma perché furono preparati da Dio a questo compito che non credo potesse essere svolto da qualsiasi credente.

     Venendo all’Italia, sono rimasto impressionato dalla determinazione, dalla passione e dalla capacità con la quale il «non religioso» Giuliano Ferrara sta cercando d’arginare la mentalità abortista. Dio tiene conto di molti fattori che a noi in parte sfuggono, quando comunque vuole agire sa usare anche strumenti impensabili (basti pensare a Saulo, Nebukadnezar e Ciro).

     L’iniziativa d’Uomini Nuovi è piaciuta anche a me, perché propone qualcosa, più che contestare ciò che fanno gli altri, e fa quella «battaglia sulle idee» che mi sembra s’adatti alla Chiesa più d’una partecipazione diretta alla scelte politiche (semmai operate da singoli credenti a nome proprio).

     Certamente in Italia la verità e l’onestà hanno un costo economico (in altre parti ci si rimette anche la vita!), ma se perdiamo denaro per onorare la Parola di Dio sono anch’io convinto che Dio non rimane poi in debito. (DAF – 19-02-2008).

 

 

6. {}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/721-Confr_cultur1_UnV.htm

17-11-06; Aggiornamento: 07-09-2009

 

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