Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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GIUDIZIO BIBLICO SU PERSONE (NT)

 

Specialmente quando si ha a che fare con interlocutori, provenienti da una sovrastruttura dogmatica di tipo carismaticista, essi usano come argomento ricorrente l'accusa che il loro interlocutore abbia «bestemmiato contro lo Spirito Santo» o abbia commesso il «peccato imperdonabile». Come ho mostrato altrove, si tratta del peccato dell’incredulità dei Giudei riguardo a Gesù quale Messia-Re promesso. [► Peccato imperdonabile]

    Spesso quelli che vengono chiamati «ministri, profeti, evangelisti, pastori, dottori o altro», per usare le parole di qualcuno, sono considerati degli «unti», quindi una casta intoccabile. Che cosa afferma al riguardo la Parola di Dio? La risposta è assolutamente che nessuno è intoccabile! Non esiste alcuna categoria che sia al di sopra di ogni critica biblica.

     Gesù assoggettò alla sua analisi critica scribi e farisei e lo fece sulla base della Parola di Dio, che allora era l’AT, chiamandoli: ipocriti, guide cieche, stolti e ciechi, serpenti, razza di vipere, eccetera (Mt 23,13-29). Prima di lui lo aveva fatto già Giovanni Battista, chiamando gli stessi «razza di vipere» (Mt 3,7). Paolo, Pietro e gli altri apostoli hanno fatto similmente con i giudaisti, i cretesi, i filosofi greci, i superapostoli in Corinto e quant’altri. Essi tutti hanno raccomandato di provare gli spiriti (1 Gv 4,1).

     Ecco alcuni esempi che mostrano che ognuno di noi, quanto più chi ha un ministero di primo piano, è esposto alla critica dei fratelli sulla base della Parola di Dio.

     ■ Giudicare il contenuto della proclamazione altrui è lecito: «Parlino due o tre profeti [= gr. proclamatori], e gli altri giudichino… e gli spiriti dei profeti son sottoposti ai profeti» (1 Cor 14,29.32).

     ■ Paolo diede questa direttiva al suo collaboratore Timoteo circa i conduttori di chiesa: «Non ricevere accusa contro un anziano, se non sulla deposizione di due o tre testimoni. 20Quelli che peccano, riprendili in presenza di tutti, affinché anche gli altri abbiano timore» (1 Tm 5,19s).

     ■ Paolo rimproverò pubblicamente Pietro, quando questi si comportò in modo contrario all’Evangelo (Gal 2,14ss). E pensare che Pietro era uno dei dodici apostoli e una delle colonne della chiesa di Gerusalemme (Gal 2,9).

      ■ L’apostolo Giovanni, scrivendo a Gaio, denunziò le malefatte di Diotrefe, che voleva avere il primato nella chiesa (3 Gv 1,9s).

     ■ Paolo prese pubblica posizione contro i superapostoli gnostici che avevano preso il potere nella chiesa di Corinto, accusandoli di avere «uno spirito diverso da quello che avete ricevuto» e di predicare «un evangelo diverso da quello che avete accettato» (2 Cor 11,4). Egli li chiamò «falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo» (v. 13).

     ■ Paolo prese pubblica posizione anche contro i giudaisti che si erano introdotti in Galazia per aggiogare i discepoli alla Legge mosaica, e li accusò di predicare «un altro evangelo» con l’intento di «sovvertire l’Evangelo di Cristo» (Gal 1,6s). Egli pronunciò qui il suo «anatema»: «Sia maledetto…» (vv. 8s).

     ■ Paolo emise la sua sentenza, sulla base della Parola, contro chi si comportava in modo immorale nella chiesa di Corinto: «Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha perpetrato un tale atto. 4Nel nome del Signor Gesù, essendo insieme adunati voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor nostro Gesù, 5ho deciso che quel tale sia dato in man di Satana, a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù» (1 Cor 5,3ss).

     ■ Quando Imeneo e Alessandro, collaboratori di Paolo, naufragarono quanto alla fede, egli non esitò a giudicarli sulla base della Parola di Dio: «Fra questi sono Imeneo ed Alessandro, i quali ho dati in man di Satana affinché imparino a non bestemmiare» (1 Tm 1,20).

     ■ Paolo denunciò coloro che l’avevano abbandonato al suo destino, facendo anche i nomi: «fra i quali, Figello ed Ermogene» (2 Tm 1,15) e «Dema, avendo amato il presente secolo, mi ha lasciato e se n’è andato a Tessalonica» ( 2 Tm 4,10.16). Egli denunciò che «Alessandro, il ramaio, mi ha fatto del male assai. Il Signore gli renderà secondo le sue opere» (2 Tm 4,14).

     ■ Mi fermo qui, perché la lista potrebbe continuare.

 

Applicando i criteri di tali persone — che agitano il solito spauracchio del «peccato contro lo Spirito Santo», ogni qual volta si tocca, Scrittura alla mano, qualche «unto» di turno (apostolo, profeta, guaritore, ecc.) — Gesù e gli apostoli (Pietro, Paolo, Giovanni) sarebbero stati dei grandi peccatori e sparlatori, quando presero posizione su altri sulla base della Parola di Dio.

 

«Studiati di presentare te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia a esser confuso, che tagli rettamente la parola della verità» (2 Tm 2,15).

 

▬ Letteratura

Nicola Martella, «Rimostranze verso fratelli», Entrare nella Breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 406ss.

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Giudizio_persone_NT_EnB.htm

29-10-2007; Aggiornamento:

 

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