Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL TRAVAGLIO DI UN EDITORE

 

 di Antonio Consorte

 

Nota della redazione: Antonio Consorte è il fondatore della Casa editrice «Hilkia» inc. (http://www.hilkia.com/). Dopo aver letto il tema di discussione «I costi dell’opera di Dio», è stato mosso nel suo animo dal bisogno d’intervenire e di dare in merito il suo contributo. Egli scrive di getto la sua esperienza in questo settore e si confronta con quei cristiani che vogliono tutto gratis. Troviamo qui, in un certo senso, il suo sfogo e le sue lamentazioni. Chi parla non è però un uomo disperato, ma un cristiano che continua a guardare al Signore con fede. Solo chi si trova nella sua stessa «barca», lo può capire fin in fondo. A volte, chi si trova nella «gran burrasca» delle spese correnti, gli viene da dire a Gesù che pare dormire anche oggi: «Signore, salvaci, siamo perduti» (Mt 8,24s). Anche i piccoli editori a volte hanno paura di non farcela e possono talvolta essere «gente di poca fede». Essi sperimentano talvolta come Gesù si erge, sgrida i venti delle avversità e il mare delle difficoltà, finché si fa una gran bonaccia (v. 26). Poi si ricomincia a sperare e a lottare. Finché riaffiora diverse volte all’anno l’insidioso dubbio: «Chiudi. Tanto non serve a niente. È tutta una nullità. Perché continuare a battere l’aria?». Eppure rimane questa questione aperta: Visto che fare l’editore cristiano è tutto in perdita, perché si continua lo stesso ad andare avanti? Una risposta della fede bisognerà pur darla. {Nicola Martella}

 

Carissimi, scusatemi se scrivo tutto d’un getto. È sorprendente e a volta molto scoraggiante leggere o udire cose che pur essendo scritte nella Bibbia si citano fuori contesto.

     Voglio presentarmi brevemente. Il mio nome è Antonio Consorte. Sono emigrato in Canada nel 1967. Sono arrivato a Montreal con un baule come tantissimi emigrati…

     Ho dovuto imparare le due lingue ufficiali del posto, mi sono sposato, ho dovuto provvedere ai bisogni materiali della famiglia e per farlo ho dovuto lavorare e studiare come ogni persona che si professa onesta. Dopo aver terminato un corso di tre anni in psico-educazione e poi altri tre come infermiere (il tutto in lingua francese) e superato l’esame dell’ordine (albo degli infermieri), ho esercitato la mia professione fino al 2000.

     Sono stato testimone di tante sofferenze fisiche, ma quello che mi colpiva di più era la sofferenza morale delle persone. Ho visto migliaia di persone morire, ma notavo anche una certa differenza all’approssimarsi della morte. La maggior parte delle persone e dei familiari inveivano e si ribellavano, mentre vedevo altri affrontare questa prova con serenità e pace. Perché? Perché questi ultimi avevano conosciuto Cristo, Cristo crocifisso e speravano in Lui, avevano dato il loro cuore e la loro vita a Cristo!

     Lo scopo della mia professione era quello di lenire le sofferenze. Come infermiere potevo aiutare a lenire le sofferenze del corpo, ma come lavoratore nel campo del Signore potevo essere uno strumento nelle mani di Dio per strappare qualche individuo, forse qualche famiglia dagli artigli di Satana.

     Cosa avevo ricevuto gratuitamente? Il perdono dei peccati, la pace con Cristo, la certezza della salvezza, l’amore per le anime perdute. Come sono arrivato a questo? Perché qualcuno mi ha parlato di Cristo e di Cristo crocifisso!

     Avevo bisogno di crescere, volevo saperne di più, volevo approfondire la conoscenza e i rapporti intimi con questo Gesù che m’aveva dato tutto… Leggevo regolarmente la Bibbia, ma avevo bisogno d’aiuto per comprendere meglio il significato e gli insegnamenti contenuti in essa. Cominciai a fare il giro delle librerie cristiane per trovare della buona letteratura che potesse aiutarmi nello studio della Parola di Dio. Almeno all’epoca non esisteva tanta letteratura evangelica in lingua italiana.

     Nel 1993 in una libreria della CLC di Montreal vidi dei floppy che contenevano due Bibbie, una in lingua inglese, l’altra in lingua francese. Fui affascinato dal fatto che si potevano fare delle ricerche quasi istantanee. Non avendo trovato niente di simile in Italia, mi proposi di convertire in formato elettronico le quattro Bibbie più diffuse tra gli Evangelici di lingua italiana che poi inviai gratuitamente — sebbene dovetti comprare tutte le attrezzature per svolgere questo lavoro, attrezzature che all’epoca costavano diverse migliaia di dollari — a tanti programmatori sia di lingua inglese che di lingua italiana. Tutto questo lo facevo con uno scanner manuale, sottraendo del tempo alla famiglia e di notte.

     Leggevo regolarmente dei commentari biblici sia in lingua inglese che in lingua francese ed ero grandemente benedetto. Avevo il desiderio di far conoscere ad altri questi insegnamenti e renderli partecipi delle benedizioni che ne potevano avere con queste letture. Volevo che anche altre persone potessero scoprire quelle perle che sono contenute nella Parola di Dio ma che a me erano fin lì ancora nascoste perché spesso non le comprendevo.

     Tutto quello che avevo ricevuto fino a questo momento l’avevo ricevuto gratuitamente e lo stavo dando gratuitamente. Ma come potevo trasmettere queste conoscenze a molti del popolo italiano?

     Bisognava tradurre i testi e qui non parliamo d’un libricino ma d’opere intere, opere enciclopediche, di migliaia di pagine e scritte in un linguaggio arcaico che spesso gli stessi inglesi fanno fatica a comprendere. Non potevo fare tutto da solo.

     Avevo bisogno di traduttori professionali che lavorassero con una certa speditezza e accuratezza. Questi traduttori erano delle persone che avevano bisogno di mangiare, vestirsi, e provvedere ai fabbisogni personali e a quelli delle proprie famiglie. Quindi è naturale che venissero in un certo modo compensati anche se non pagati secondo le norme secolari (che nessuna casa editrice evangelica potrà mai permettersi finanziariamente di fare). Quando si fa un lavoro per il Signore non bisogna lesinare, bisogna dare il meglio, quindi non bisogna solo tradurre una parola dietro l’altra o una frase dietro l’altra, ma farlo con una certa professionalità, una certa omogeneità del testo, bisogna assicurarsi che il testo sia scorrevole e che trasmetti effettivamente il pensiero dell’autore. Bisogna che il lettore capisca quello che legge, che ne riceva benefici spirituali. Da qui la necessità di trovare dei bravi revisori.

     Anche i revisori sono degli esseri umani soggetti a provvedere ai loro fabbisogni e a quelli delle proprie famiglie. Notate che tutti i traduttori e i revisori sono dei laureati e che lavorano con un compenso irrisorio, e non sono andati all’università gratuitamente.

     Tutta questa brava gente ha bisogno d’attrezzature per lavorare, ma esse non vengono date loro gratuitamente e bisogna che qualcuno le paghi.

     Abbiamo parlato di traduttori, di revisori, d’attrezzature, ma non abbiamo parlato del fatto che se anche queste persone fossero abbastanza ricche da potersi permettere di lavorare gratuitamente, ci vuole pur sempre un coordinatore. Una persona che prenda la responsabilità di scegliere i testi da tradurre e per farlo bisogna leggere diverse opere, bisogna fare un confronto, bisogna consultare, identificare i bisogni, valutare la fattibilità tecnica, preparare la logistica, contattare altre case editrici ecc., ecc.

     Faccio notare che le opere da leggere o da consultate devono esser pagate e che nessuna casa editrice ti dà un’opera gratuitamente perché ci sono dei costi inerenti. Per poter contattare tutte queste persone, bisogna affrontare delle spese, esempio avere un telefono, un computer e un abbonamento a internet. Nessuna compagnia lo fa gratuitamente. A questo bisogna aggiungere le spese di telefonate interurbane e internazionali.

     Bisogna assumere i traduttori, i revisori, ecc., ecc. E bisogna pur pagarli, quindi ci sarà bisogno d’una persona che s’occupi di contabilità. Bisogna registrarsi e pagare i diritti, bisogna avere dei numeri ISBN e pagare, bisogna alla fine dichiarare tutto al fisco e ci vorrà un professionista per farlo. Cosa dire del pagare in anticipo i diritti di copyright?

     Non siamo ancora arrivati alla stampa, prima di stampare bisogna impaginare e non tutti hanno le capacità di farlo, non tutti posseggono dei programmi per fare una buona impaginazione e questi programmi costano molto. Ricordiamoci che stiamo lavorando nel campo del Signore e bisogna dare il meglio!!! Purtroppo anche l’impaginatore ha bisogno di vivere e deve pagare le proprie bollette!!!

     Siamo pronti per la stampa? Ricordiamoci che i tipografi non hanno ricevuto gratuitamente i loro macchinari, i loro immobili, la carta, l’inchiostro e tutto il resto. Anche loro devono pagare l’elettricità. Generalmente il tipografo pur lavorando spesso in prima persona, ha anche dei dipendenti e ha bisogno di pagarli. È tempo di scegliere il tipo di carta, di decidere della quantità da stampare. Quale sarà il costo? (Ricordiamoci che mentre in altre nazioni parliamo di milioni di «copie di tiratura», in Italia quando si parla di mille copie si parla di «best seller».) Qualche esempio?

     ■ Il libro dell’Apocalisse versetto per versetto di J. H. Alexander, ha avuto ben sette ristampe in lingua francese, in italiano ne abbiamo venduto fino a oggi 253 copie.

     ■ La Bibbia ha la risposta di Henry M. Morrey: quattordici ristampe in inglese, in italiano 180 copie vendute.

     ■ Quello che la Bibbia insegna di R.A. Torrey: libro di testo nelle scuole bibliche di 36 denominazioni differenti, in italiano sono state vendute 155 copie!

     ■ Il Tesoro di Davide: oltre venti milioni di copie vendute in lingua inglese, in italiano ho ricevuto una cinquantina di prenotazioni anche se a prezzo di lancio!

     Il costo della traduzione, dell’impaginazione, della revisione e tutte le altre spese inerenti sono le stesse anche quando si stampa un solo esemplare anziché milioni d’esemplari, però c’è una enorme differenza sul costo finale «unitario».

     Abbiamo finito di stampare! Benissimo, ci troviamo con dei mucchi di carta in un angoletto della tipografia che bisogna inviare alla legatoria. Come li rileghiamo? Che tipo di copertina? Dobbiamo «celofanare»? Ancora una volta la scelta ha una ripercussione sui costi.

     Tutto è pronto per la consegna! Abbiamo previsto un deposito? Lo abbiamo gratuitamente? A chi diamo questi libri? Li diamo gratuitamente? Ma a chi? Bisogna farli conoscere. Come? Abbiamo previsto un catalogo? Costo del catalogo? Abbiamo il catalogo, lo abbiamo pagato ma a chi lo inviamo e come? Certo per posta! Quanto costa la spedizione? All’ufficio postale cominciano a pesarlo, cominciano a scrutare se aperto o chiuso, il formato, ecc., ecc. Avete la partita IVA? Nemmeno qui riusciamo a inviare i cataloghi gratuitamente, eppure il lettore vuole i libri gratuitamente! Peccato, non possiamo farlo!

     Ecco un’idea! Affidiamoli a un distributore! Egli chiede: «Qual è il prezzo di copertina?». Poi afferma: «Noi non possiamo distribuirlo se non riceviamo almeno il 50% del prezzo di copertina. Noi accettiamo i vostri articoli in conto deposito, faremo un rapporto delle vendite ogni tre mesi, voi ci invierete la fattura e noi pagheremo il venduto entro i 90 giorni dalla ricezione di quest’ultima». L’Iva è assolta dall’editore (4% sul prezzo di copertina).

     «Come?» — ci viene da dire al distributore — «Noi abbiamo pagato tutte le spese di traduzione, revisione, impaginazione, stampa, ecc., ecc. per avere solo il 46% del prezzo di copertina, mentre voi solo per inviare un libro volete il 50% netto?».

     Il distributore risponde: «Prima di tutto noi dobbiamo vivere. In secondo luogo, il 4% va al governo non a noi. Terzo, questo è un favore che vi facciamo perché altri editori ci danno fino al 60%... perché noi dobbiamo fare uno sconto «x» per le librerie, uno sconto «y» per i pastori e uno sconto «z» per i lettori».

     Nota che se dovessero esserci dei difetti nel libro, o se il lettore dovesse essere insoddisfatto, ha dieci giorni di tempo per ritornare la merce e le spese sono a carico dell’editore!

     Non parliamo che l’editore ha già pagato tutte le spese per produrre il libro, ma il venditore senza aver sborsato un centesimo, dopo aver incassato la vendita, trattiene il dovuto per circa sei mesi, generalmente il rapporto delle vendite viene fatto ogni tre mesi, il mese successivo riceve la fattura dall’editore e poi alla fine di sessanta o novanta giorni dalla ricezione della fattura effettua il pagamento che se tutto fila per il meglio, la banca o la posta lo accredita all’editore (notate che questa formula non è una formula fissa).

     Se dovessimo attenerci alle norme in vigore, per fissare il prezzo di copertina, dovremmo calcolare il costo effettivo d’ogni volume e moltiplicarlo x 4. In altre parole se un libro dovesse costare 10 euro, la norma vuole che il prezzo di copertina dovrebbe essere di 40 euro, poiché 10 euro sono per coprire le spese vive dell’editore, 10 euro per il guadagno dell’editore e 20 euro per il distributore, poiché quest’ultimo deve fare degli sconti ai suoi clienti!

     In sintesi, seguendo il ragionamento gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date, si deve dire quanto segue. L’editore ha sfruttato tutti i suoi collaboratori per ridurre al minimo il costo unitario, il distributore arriva fresco fresco e pretende il 50% e a sua volta il lettore sfrutta, meglio dire «ruba» tutti, perché si sente in diritto di dire che tutti hanno ricevuto gratuitamente e quindi tutti sono responsabili di procurargli il necessario per la sua crescita spirituale e culturale.

     Arriviamo al momento di verità. Il lettore pretende d’avere i libri gratuitamente. I traduttori, i revisori, il tipografo, l’impaginatore, il proprietario del locale (del deposito), il rilegatore, le varie compagnie telefoniche, i fornitori d’attrezzatura, il governo e quant’altri inviano solleciti per esser pagati. La famiglia dell’editore reclama d’avere qualcosa da mangiare. L’editore si trova in banca a ritirare i suoi spiccioli per far fronte a questa marea di pagamenti, ma non aveva previsto che anche la banca per effettuare queste operazioni vuole la sua parte della torta… e queste sono ancora altre spese da calcolare. La banca vuole una fetta della torta? Si perché ogni operazione bancaria costa quattrini e per avere delle prove di pagamento bisogna effettuare delle operazioni bancarie, non si sfugge.

     Finalmente cosa deve fare l’editore? Cercare di coprire almeno le spese, tiene duro. Prega! Mette tutto nelle mani del Signore! Passa qualche tempo. Aveva stampato 1000 copie, sperava di venderne almeno 750 (in Italia esistono oltre 2400 «organizzazioni» tra chiese e gruppi evangelici), è costretto a fare delle svendite sperando di perdere il meno possibile... niente da fare non riesce a vendere nemmeno con prezzi stracciati. Deve decidersi di prendere un mutuo sulla sua abitazione per non fare fallimento. Si rende conto che questa somma non basta, bisogna risolversi a ritirare il fondo di pensione accumulato nel corso degli anni. Eccolo finalmente con dei libri invenduti che non ha avuto gratuitamente. Ha un mutuo che stenta a pagare, un fondo di pensione a zero (in Canada non esiste buona uscita). È senza lavoro retribuito perché si è ritirato per dedicarsi a «pieno tempo» all’editoria evangelica con la speranza di mettere nelle mani del popolo italiano degli strumenti per comprendere di più la Parola di Dio.

     I suoi risparmi sono finiti, sua moglie lavora, la sua magra pensione entra mensilmente, ma i debiti della casa editrice crescono. S’aspetta niente da nessuno, spera solo che i lettori comprino affinché lo aiutino a coprire le spese. Niente, non ci sono vendite sufficienti. Bisogna coprire gli assegni emessi e correre in banca per trasferire i fondi personali sul conto della casa editrice. Bisogna assicurarsi che appena entra l’accredito della pensione e il salario di sua moglie saranno trasferiti sul conto della casa editrice per pagare i creditori. Non è la casa editrice a farlo vivere, è la sua pensione e il salario di sua moglie che finanziano la casa editrice, eppure dei credenti reclamano di ricevere gratuitamente dei libri che richiedono tanto lavoro, tanti sacrifici e a volte lacrime!!!!!

     È giusto? Deve continuare? Perché dei credenti sono così crudeli verso delle persone tanto intenzionate a mettere nelle loro mani degli strumenti di benedizione per loro e per le loro famiglie? Non lo capisco!

     Ma queste persone che reclamano la gratuità da altri, cosa fanno? Chi aiutano? Con quale diritto vogliono ed esigono cose assurde? Perché non approfondiscono i loro studi per capire cosa vuol dire: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date? E se effettivamente questa dovesse essere la giusta interpretazione, perché non comprano un libro pagandone almeno il prezzo di costo, dando l’esempio e incoraggiando le persone che sono disposte a mettere più materiale valido a disposizione per la crescita spirituale di tanti credenti e portare a Dio tante anime tramite sana letteratura?

     Perché queste persone predicano agli altri di dare gratuitamente, mentre loro stessi non vogliono nemmeno pagare i costi reali del materiale ricevuto? Perché così facendo si privano essi stessi di benedizioni e di conoscenza? Non si rendono conto che se tutti facessero in quel modo non si potrebbe evangelizzare, crescere spiritualmente e s’insegnerebbero ancora delle false dottrine come quella praticata da chi vuole tutto gratuitamente? Cosa fanno i pastori? Dov’è il loro insegnamento al riguardo?

     L’editore si chiede: «Smetto? Disubbidisco alla chiamata?». No! Continuo finché posso, si dà coraggio, confida nel Signore! Parlando a se stesso e a Dio dice: «Sei arrivato in terra straniera con un baule, hai ricevuto gratuitamente l’Evangelo, hai conosciuto Cristo, hai ottenuto gratuitamente il perdono dei tuoi peccati… Tramite la lettura della Bibbia e il sussidio di buona letteratura cristiana sai che hai una missione che ti è stata affidata. Il tuo tesoro è in cielo. Continua, prega per queste persone che si privano e privano altri di questi strumenti preziosi. Essi giudicano, tu presentali a Dio e continua il tuo lavoro…».

     Un aneddoto può rendere il concetto. Ero in banca a pagare delle bollette della mia casa editrice e allo stesso tempo dovevo prelevare dei soldi per andare a fare la spesa perché l’indomani dovevamo ricevere una diecina di persone della famiglia di moglie che abitano a oltre 1500 km. di distanza. I pagamenti li effettuo in Euro, dovevo prelevare dal mio conto personale dei dollari canadesi per pagare dei conti in sospeso della casa editrice (dovevo pagare le bollette perché nessuno lo faceva gratuitamente per me e la cassa della casa editrice era in rosso).

     Non sono ricco e non ho milioni di dollari. L’impiegata di banca aveva fatto la conversione monetaria, aveva emesso gli assegni e aveva trattenuto i compensi dovuti alla banca. Sul mio conto personale restavano 50 centesimi. Ero grandemente imbarazzato perché non avevo più i soldi per fare la spesa. Il telefono squillò e mia moglie m’informò di non preoccuparmi per l’indomani poiché i suoi familiari per ragioni varie avevano deciso che non eravamo più noi a ospitare loro ma che saremmo stati noi gli ospiti di sua sorella... che sollievo!!! Non ho mai avuto il coraggio di dirlo a mia moglie!

     Potrei continuare all’infinito ma sono contento d’esprimere quanto detto anche perché sono incoraggiato tantissimo dalle poche persone che comprano. Ricevo lettere d’incoraggiamento, di stimolo e d’apprezzamento da ogni denominazione. Ricevo testimonianze di persone che hanno dato il loro cuore al Signore leggendo queste opere. Incoraggiamenti da parte di tutti i collaboratori che lavorano senza posa con un compenso minimo. Sono grato a loro per i sacrifici che fanno perché accettano d’aspettare che i soldi entrino e che con la mia pensione io possa inviar loro il pattuito (sempre in ritardo).

     Sono contento di sapere che mia madre all’età di 85 anni ha dato il suo cuore al Signore mentre ascoltava le letture che facevo ad alta voce (lei è illetterata); poi l’ho vista scendere nelle acque battesimali.

     Sono scoraggiato? Si, ho bisogno di preghiere per continuare! Sono amareggiato? No! Ma sono dispiaciuto di sapere che esistono dei cristiani che «deformano» la Bibbia!

     Sono grato al Signore per avermi onorato d’essere stato uno strumento nelle sue mani e d’avermi dato il privilegio di mettere sul mercato del materiale tanto prezioso.

     Abbiamo intrapreso altri progetti ancora più ardui di quelli presentati nel nostro sito.

     Possa il Signore far comprendere a queste persone di mettere la mano all’aratro e di non ostacolare l’opera di Dio, anzi di incoraggiarla!

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Editore_travaglio_Mds.htm

23-03-07; Aggiornamento: 19-02-2008

 

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