Nota della redazione: Antonio Consorte è il fondatore della Casa editrice
«Hilkia» inc. (http://www.hilkia.com/).
Dopo aver letto il tema di discussione «I
costi dell’opera di Dio», è stato mosso nel suo animo dal
bisogno d’intervenire e di dare in merito il suo contributo. Egli scrive di
getto la sua esperienza in questo settore e si confronta con quei cristiani che
vogliono tutto gratis. Troviamo qui, in un certo senso, il suo sfogo e le sue
lamentazioni. Chi parla non è però un uomo disperato, ma un cristiano che
continua a guardare al Signore con fede. Solo chi si trova nella sua stessa
«barca», lo può capire fin in fondo. A volte, chi si trova nella «gran burrasca»
delle spese correnti, gli viene da dire a Gesù che pare dormire anche oggi: «Signore,
salvaci, siamo perduti» (Mt 8,24s). Anche i piccoli editori a volte hanno
paura di non farcela e possono talvolta essere «gente di poca fede». Essi
sperimentano talvolta come Gesù si erge, sgrida i venti delle avversità e il
mare delle difficoltà, finché si fa una gran bonaccia (v. 26). Poi si ricomincia
a sperare e a lottare. Finché riaffiora diverse volte all’anno l’insidioso
dubbio: «Chiudi. Tanto non serve a niente. È tutta una nullità. Perché
continuare a battere l’aria?». Eppure rimane questa questione aperta: Visto che
fare l’editore cristiano è tutto in perdita, perché si continua lo stesso ad
andare avanti? Una risposta della fede bisognerà pur darla. {Nicola Martella} |
Carissimi, scusatemi se scrivo tutto d’un getto. È sorprendente e a volta molto
scoraggiante leggere o udire cose che pur essendo scritte nella Bibbia si citano
fuori contesto.
Voglio presentarmi brevemente. Il mio nome è Antonio
Consorte. Sono emigrato in Canada nel 1967. Sono arrivato a Montreal con un
baule come tantissimi emigrati…
Ho dovuto imparare le due lingue ufficiali del posto,
mi sono sposato, ho dovuto provvedere ai bisogni materiali della famiglia e per
farlo ho dovuto lavorare e studiare come ogni persona che si professa onesta.
Dopo aver terminato un corso di tre anni in psico-educazione e poi altri tre
come infermiere (il tutto in lingua francese) e superato l’esame dell’ordine
(albo degli infermieri), ho esercitato la mia professione fino al 2000.
Sono stato testimone di tante sofferenze fisiche, ma
quello che mi colpiva di più era la sofferenza morale delle persone. Ho visto
migliaia di persone morire, ma notavo anche una certa differenza
all’approssimarsi della morte. La maggior parte delle persone e dei familiari
inveivano e si ribellavano, mentre vedevo altri affrontare questa prova con
serenità e pace. Perché? Perché questi ultimi avevano conosciuto Cristo, Cristo
crocifisso e speravano in Lui, avevano dato il loro cuore e la loro vita a
Cristo!
Lo scopo della mia professione era quello di lenire le
sofferenze. Come infermiere potevo aiutare a lenire le sofferenze del corpo, ma
come lavoratore nel campo del Signore potevo essere uno strumento nelle mani di
Dio per strappare qualche individuo, forse qualche famiglia dagli artigli di
Satana.
Cosa avevo ricevuto gratuitamente? Il perdono dei
peccati, la pace con Cristo, la certezza della salvezza, l’amore per le anime
perdute. Come sono arrivato a questo? Perché qualcuno mi ha parlato di Cristo e
di Cristo crocifisso!
Avevo bisogno di crescere, volevo saperne di più,
volevo approfondire la conoscenza e i rapporti intimi con questo Gesù che
m’aveva dato tutto… Leggevo regolarmente la Bibbia, ma avevo bisogno
d’aiuto per comprendere meglio il significato e gli insegnamenti contenuti in
essa. Cominciai a fare il giro delle librerie cristiane per trovare della buona
letteratura che potesse aiutarmi nello studio della Parola di Dio. Almeno
all’epoca non esisteva tanta letteratura evangelica in lingua italiana.
Nel 1993 in una libreria della CLC di Montreal vidi dei
floppy che contenevano due Bibbie, una in lingua inglese, l’altra in lingua
francese. Fui affascinato dal fatto che si potevano fare delle ricerche quasi
istantanee. Non avendo trovato niente di simile in Italia, mi proposi di
convertire in formato elettronico le quattro Bibbie più diffuse tra gli
Evangelici di lingua italiana che poi inviai
gratuitamente — sebbene dovetti comprare tutte le attrezzature per svolgere
questo lavoro, attrezzature che all’epoca costavano diverse migliaia di dollari
— a tanti programmatori sia di lingua inglese che di lingua italiana. Tutto
questo lo facevo con uno scanner manuale, sottraendo del tempo alla famiglia e
di notte.
Leggevo regolarmente dei commentari biblici sia in
lingua inglese che in lingua francese ed ero grandemente benedetto. Avevo il
desiderio di far conoscere ad altri questi insegnamenti e renderli partecipi
delle benedizioni che ne potevano avere con queste letture. Volevo che anche
altre persone potessero scoprire quelle perle che sono contenute nella Parola di
Dio ma che a me erano fin lì ancora nascoste perché spesso non le comprendevo.
Tutto quello che avevo ricevuto fino a questo
momento l’avevo ricevuto gratuitamente e lo stavo dando gratuitamente. Ma
come potevo trasmettere queste conoscenze a molti del popolo italiano?
Bisognava tradurre i testi e qui non parliamo d’un
libricino ma d’opere intere, opere enciclopediche, di migliaia di pagine e
scritte in un linguaggio arcaico che spesso gli stessi inglesi fanno fatica a
comprendere. Non potevo fare tutto da solo.
Avevo bisogno di traduttori professionali che
lavorassero con una certa speditezza e accuratezza. Questi traduttori erano
delle persone che avevano bisogno di mangiare, vestirsi, e provvedere ai
fabbisogni personali e a quelli delle proprie famiglie. Quindi è naturale che
venissero in un certo modo compensati anche se non pagati secondo le norme
secolari (che nessuna casa editrice evangelica potrà mai permettersi
finanziariamente di fare). Quando si fa un lavoro per il Signore non bisogna
lesinare, bisogna dare il meglio, quindi non bisogna solo tradurre una parola
dietro l’altra o una frase dietro l’altra, ma farlo con una certa
professionalità, una certa omogeneità del testo, bisogna assicurarsi che il
testo sia scorrevole e che trasmetti effettivamente il pensiero dell’autore.
Bisogna che il lettore capisca quello che legge, che ne riceva benefici
spirituali. Da qui la necessità di trovare dei bravi revisori. Anche i revisori sono degli esseri umani soggetti a
provvedere ai loro fabbisogni e a quelli delle proprie famiglie. Notate che
tutti i traduttori e i revisori sono dei laureati e che lavorano con un compenso
irrisorio, e non sono andati all’università gratuitamente.
Tutta questa brava gente ha bisogno d’attrezzature per
lavorare, ma esse non vengono date loro gratuitamente e bisogna che qualcuno
le paghi.
Abbiamo parlato di traduttori, di revisori,
d’attrezzature, ma non abbiamo parlato del fatto che se anche queste persone
fossero abbastanza ricche da potersi permettere di lavorare gratuitamente, ci
vuole pur sempre un coordinatore. Una persona che prenda la responsabilità di
scegliere i testi da tradurre e per farlo bisogna leggere diverse opere, bisogna
fare un confronto, bisogna consultare, identificare i bisogni, valutare la
fattibilità tecnica, preparare la logistica, contattare altre case editrici
ecc., ecc. Faccio notare che le opere da leggere o da consultate
devono esser pagate e che nessuna casa editrice ti dà un’opera gratuitamente
perché ci sono dei costi inerenti. Per poter contattare tutte queste persone,
bisogna affrontare delle spese, esempio avere un telefono, un computer e un
abbonamento a internet. Nessuna compagnia lo fa gratuitamente. A questo bisogna
aggiungere le spese di telefonate interurbane e internazionali.
Bisogna assumere i traduttori, i revisori, ecc., ecc. E
bisogna pur pagarli, quindi ci sarà bisogno d’una persona che s’occupi di
contabilità. Bisogna registrarsi e pagare i diritti, bisogna avere dei numeri
ISBN e pagare, bisogna alla fine dichiarare tutto al fisco e ci vorrà un
professionista per farlo. Cosa dire del pagare in anticipo i diritti di
copyright?
Non siamo ancora arrivati alla stampa, prima di
stampare bisogna impaginare e non tutti hanno le capacità di farlo, non tutti
posseggono dei programmi per fare una buona impaginazione e questi programmi
costano molto. Ricordiamoci che stiamo lavorando nel campo del Signore e bisogna
dare il meglio!!! Purtroppo anche l’impaginatore ha bisogno di vivere e deve
pagare le proprie bollette!!!
Siamo pronti per la stampa? Ricordiamoci che i
tipografi non hanno ricevuto gratuitamente i loro macchinari, i loro
immobili, la carta, l’inchiostro e tutto il resto. Anche loro devono pagare
l’elettricità. Generalmente il tipografo pur lavorando spesso in prima persona,
ha anche dei dipendenti e ha bisogno di pagarli. È tempo di scegliere il tipo di
carta, di decidere della quantità da stampare. Quale sarà il costo?
(Ricordiamoci che mentre in altre nazioni parliamo di milioni di «copie di
tiratura», in Italia quando si parla di mille copie si parla di «best seller».)
Qualche esempio?
■ Il libro dell’Apocalisse versetto per versetto
di J. H. Alexander, ha avuto ben sette ristampe in lingua francese, in italiano
ne abbiamo venduto fino a oggi 253 copie. ■ La Bibbia ha la risposta di Henry M. Morrey:
quattordici ristampe in inglese, in italiano 180 copie vendute. ■ Quello che la Bibbia insegna di R.A. Torrey:
libro di testo nelle scuole bibliche di 36 denominazioni differenti, in italiano
sono state vendute 155 copie!
■ Il Tesoro di Davide: oltre venti milioni di
copie vendute in lingua inglese, in italiano ho ricevuto una cinquantina di
prenotazioni anche se a prezzo di lancio!
Il costo della traduzione, dell’impaginazione, della
revisione e tutte le altre spese inerenti sono le stesse anche quando si stampa
un solo esemplare anziché milioni d’esemplari, però c’è una enorme differenza
sul costo finale «unitario». Abbiamo finito di stampare! Benissimo, ci troviamo con
dei mucchi di carta in un angoletto della tipografia che bisogna inviare alla
legatoria. Come li rileghiamo? Che tipo di copertina? Dobbiamo «celofanare»?
Ancora una volta la scelta ha una ripercussione sui costi.
Tutto è pronto per la consegna! Abbiamo previsto un
deposito? Lo abbiamo gratuitamente? A chi diamo questi libri? Li diamo
gratuitamente? Ma a chi? Bisogna farli conoscere. Come? Abbiamo previsto un
catalogo? Costo del catalogo? Abbiamo il catalogo, lo abbiamo pagato ma a chi lo
inviamo e come? Certo per posta! Quanto costa la spedizione? All’ufficio postale
cominciano a pesarlo, cominciano a scrutare se aperto o chiuso, il formato,
ecc., ecc. Avete la partita IVA? Nemmeno qui riusciamo a inviare i cataloghi
gratuitamente, eppure il lettore vuole i libri gratuitamente! Peccato, non
possiamo farlo!
Ecco un’idea! Affidiamoli a un distributore! Egli
chiede: «Qual è il prezzo di copertina?». Poi afferma: «Noi non possiamo
distribuirlo se non riceviamo almeno il 50% del prezzo di copertina. Noi
accettiamo i vostri articoli in conto deposito, faremo un rapporto delle vendite
ogni tre mesi, voi ci invierete la fattura e noi pagheremo il
venduto entro i 90 giorni dalla ricezione di quest’ultima». L’Iva è assolta
dall’editore (4% sul prezzo di copertina).
«Come?» — ci viene da dire al distributore — «Noi
abbiamo pagato tutte le spese di traduzione, revisione, impaginazione, stampa,
ecc., ecc. per avere solo il 46% del prezzo di copertina, mentre voi solo per
inviare un libro volete il 50% netto?».
Il distributore risponde: «Prima di tutto noi dobbiamo
vivere. In secondo luogo, il 4% va al governo non a noi. Terzo, questo è un
favore che vi facciamo perché altri editori ci danno fino al 60%... perché noi
dobbiamo fare uno sconto «x» per le librerie, uno sconto «y» per i pastori e uno
sconto «z» per i lettori».
Nota che se dovessero esserci dei difetti nel libro, o
se il lettore dovesse essere insoddisfatto, ha dieci giorni di tempo per
ritornare la merce e le spese sono a carico dell’editore!
Non parliamo che l’editore ha già pagato tutte le spese
per produrre il libro, ma il venditore senza aver sborsato un centesimo, dopo
aver incassato la vendita, trattiene il dovuto per circa sei mesi, generalmente
il rapporto delle vendite viene fatto ogni tre mesi, il mese successivo riceve
la fattura dall’editore e poi alla fine di sessanta o novanta giorni dalla
ricezione della fattura effettua il pagamento che se tutto fila per il meglio,
la banca o la posta lo accredita all’editore (notate che questa formula non è
una formula fissa).
Se dovessimo attenerci alle norme in vigore, per
fissare il prezzo di copertina, dovremmo calcolare il costo effettivo d’ogni
volume e moltiplicarlo x 4. In altre parole se un libro dovesse costare 10 euro,
la norma vuole che il prezzo di copertina dovrebbe essere di 40 euro, poiché 10
euro sono per coprire le spese vive dell’editore, 10 euro per il guadagno
dell’editore e 20 euro per il distributore, poiché quest’ultimo deve fare degli
sconti ai suoi clienti!
In sintesi, seguendo il ragionamento gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date, si deve dire quanto segue. L’editore ha
sfruttato tutti i suoi collaboratori per ridurre al minimo il costo unitario, il
distributore arriva fresco fresco e pretende il 50% e a sua volta il lettore
sfrutta, meglio dire «ruba» tutti, perché si sente in diritto di dire che tutti
hanno ricevuto gratuitamente e quindi tutti sono responsabili di
procurargli il necessario per la sua crescita spirituale e culturale.
Arriviamo al momento di verità. Il lettore pretende
d’avere i libri gratuitamente. I traduttori, i revisori, il tipografo,
l’impaginatore, il proprietario del locale (del deposito), il rilegatore, le
varie compagnie telefoniche, i fornitori d’attrezzatura, il governo e
quant’altri inviano solleciti per esser pagati. La famiglia dell’editore reclama
d’avere qualcosa da mangiare. L’editore si trova in banca a ritirare i suoi
spiccioli per far fronte a questa marea di pagamenti, ma non aveva previsto che
anche la banca per effettuare queste operazioni vuole la sua parte della torta…
e queste sono ancora altre spese da calcolare. La banca vuole una fetta della
torta? Si perché ogni operazione bancaria costa quattrini e per avere delle
prove di pagamento bisogna effettuare delle operazioni bancarie, non si sfugge.
Finalmente cosa deve fare l’editore? Cercare di coprire
almeno le spese, tiene duro. Prega! Mette tutto nelle mani del Signore! Passa
qualche tempo. Aveva stampato 1000 copie, sperava di venderne almeno 750 (in
Italia esistono oltre 2400 «organizzazioni» tra chiese e gruppi evangelici), è
costretto a fare delle svendite sperando di perdere il meno possibile... niente
da fare non riesce a vendere nemmeno con prezzi stracciati. Deve decidersi di
prendere un mutuo sulla sua abitazione per non fare fallimento. Si rende conto
che questa somma non basta, bisogna risolversi a ritirare il fondo di pensione
accumulato nel corso degli anni. Eccolo finalmente con dei libri invenduti che
non ha avuto gratuitamente. Ha un mutuo che stenta a pagare, un fondo di
pensione a zero (in Canada non esiste buona uscita). È senza lavoro retribuito
perché si è ritirato per dedicarsi a «pieno tempo» all’editoria evangelica con
la speranza di mettere nelle mani del popolo italiano degli strumenti per
comprendere di più la Parola di Dio.
I suoi risparmi sono finiti, sua moglie lavora, la sua
magra pensione entra mensilmente, ma i debiti della casa editrice crescono.
S’aspetta niente da nessuno, spera solo che i lettori comprino affinché lo
aiutino a coprire le spese. Niente, non ci sono vendite sufficienti. Bisogna
coprire gli assegni emessi e correre in banca per trasferire i fondi personali
sul conto della casa editrice. Bisogna assicurarsi che appena entra l’accredito
della pensione e il salario di sua moglie saranno trasferiti sul conto della
casa editrice per pagare i creditori. Non è la casa editrice a farlo vivere, è
la sua pensione e il salario di sua moglie che finanziano la casa editrice,
eppure dei credenti reclamano di ricevere gratuitamente dei libri che richiedono
tanto lavoro, tanti sacrifici e a volte lacrime!!!!!
È giusto? Deve continuare? Perché dei credenti sono
così crudeli verso delle persone tanto intenzionate a mettere nelle loro mani
degli strumenti di benedizione per loro e per le loro famiglie? Non lo
capisco!
Ma queste persone che reclamano la gratuità da altri,
cosa fanno? Chi aiutano? Con quale diritto vogliono ed esigono cose assurde?
Perché non approfondiscono i loro studi per capire cosa vuol dire:
gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date? E se effettivamente questa
dovesse essere la giusta interpretazione, perché non comprano un libro pagandone
almeno il prezzo di costo, dando l’esempio e incoraggiando le persone che sono
disposte a mettere più materiale valido a disposizione per la crescita
spirituale di tanti credenti e portare a Dio tante anime tramite sana
letteratura?
Perché queste persone predicano agli altri di dare
gratuitamente, mentre loro stessi non vogliono nemmeno pagare i costi reali
del materiale ricevuto? Perché così facendo si privano essi stessi di
benedizioni e di conoscenza? Non si rendono conto che se tutti facessero in quel
modo non si potrebbe evangelizzare, crescere spiritualmente e s’insegnerebbero
ancora delle false dottrine come quella praticata da chi vuole tutto
gratuitamente? Cosa fanno i pastori? Dov’è il loro insegnamento al riguardo?
L’editore si chiede: «Smetto? Disubbidisco alla
chiamata?». No! Continuo finché posso, si dà coraggio, confida nel Signore!
Parlando a se stesso e a Dio dice: «Sei arrivato in terra straniera con un
baule, hai ricevuto gratuitamente l’Evangelo, hai conosciuto Cristo, hai
ottenuto gratuitamente il perdono dei tuoi peccati… Tramite la lettura della
Bibbia e il sussidio di buona letteratura cristiana sai che hai una missione che
ti è stata affidata. Il tuo tesoro è in cielo. Continua, prega per queste
persone che si privano e privano altri di questi strumenti preziosi. Essi
giudicano, tu presentali a Dio e continua il tuo lavoro…». Un aneddoto può rendere il concetto. Ero in
banca a pagare delle bollette della mia casa editrice e allo stesso tempo dovevo
prelevare dei soldi per andare a fare la spesa perché l’indomani dovevamo
ricevere una diecina di persone della famiglia di moglie che abitano a oltre
1500 km. di distanza. I pagamenti li effettuo in Euro, dovevo prelevare dal mio
conto personale dei dollari canadesi per pagare dei conti in sospeso della casa
editrice (dovevo pagare le bollette perché nessuno lo faceva gratuitamente
per me e la cassa della casa editrice era in rosso).
Non sono ricco e non ho milioni di dollari. L’impiegata
di banca aveva fatto la conversione monetaria, aveva emesso gli assegni e aveva
trattenuto i compensi dovuti alla banca. Sul mio conto personale restavano 50
centesimi. Ero grandemente imbarazzato perché non avevo più i soldi per fare la
spesa. Il telefono squillò e mia moglie m’informò di non preoccuparmi per
l’indomani poiché i suoi familiari per ragioni varie avevano deciso che non
eravamo più noi a ospitare loro ma che saremmo stati noi gli ospiti di sua
sorella... che sollievo!!! Non ho mai avuto il coraggio di dirlo a mia moglie!
Potrei continuare all’infinito ma sono contento
d’esprimere quanto detto anche perché sono incoraggiato tantissimo dalle poche
persone che comprano. Ricevo lettere d’incoraggiamento, di stimolo e
d’apprezzamento da ogni denominazione. Ricevo testimonianze di persone che hanno
dato il loro cuore al Signore leggendo queste opere. Incoraggiamenti da parte di
tutti i collaboratori che lavorano senza posa con un compenso minimo. Sono
grato a loro per i sacrifici che fanno perché accettano d’aspettare che i soldi
entrino e che con la mia pensione io possa inviar loro il pattuito (sempre in
ritardo). Sono contento di sapere che mia madre all’età di 85
anni ha dato il suo cuore al Signore mentre ascoltava le letture che facevo ad
alta voce (lei è illetterata); poi l’ho vista scendere nelle acque battesimali.
Sono scoraggiato? Si, ho bisogno di preghiere per
continuare! Sono amareggiato? No! Ma sono dispiaciuto di sapere che esistono dei
cristiani che «deformano» la Bibbia!
Sono grato al Signore per avermi onorato d’essere stato
uno strumento nelle sue mani e d’avermi dato il privilegio di mettere sul
mercato del materiale tanto prezioso. Abbiamo intrapreso altri progetti ancora più ardui di
quelli presentati nel nostro sito. Possa il Signore far comprendere a queste persone di
mettere la mano all’aratro e di non ostacolare l’opera di Dio, anzi di
incoraggiarla!
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Editore_travaglio_Mds.htm
23-03-07; Aggiornamento: 19-02-2008 |