Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL DIACONATO: 1. ASPETTI GENERALI

 

 di Maurizio Marino

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Alcuni anni fa, durante una messa cattolica, vidi sull’altare insieme al sacerdote due uomini vestiti con vesti bianche che a un certo punto lo aiutarono a distribuire l’eucarestia. Incuriosito chiesi chi fossero e mi fu detto che erano due diaconi. Ma non riuscii a sapere di più.

     Più tardi, quando arrivai alla comprensione della fede in Cristo e iniziai a frequentare la chiesa evangelica, ho potuto conoscere e valutare sempre di più l’importanza dei diaconi nella chiesa, grazie allo studio della Parola di Dio.

     Il brano di partenza è Efesini 4,11s: «È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, 12per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo».

 

L’apostolo Paolo dice in quest’epistola che ogni credente è frutto del dono immeritato di Dio, della sua grazia in Cristo. Siamo suoi figli perché Egli stesso, nel suo amore, ci ha (ri)generati spiritualmente in Gesù Cristo (Giovanni 1,12s).

     Anche la collocazione e il ruolo all’interno del suo corpo sono un suo dono («è lui che ha dato alcuni...»). E questo suo dare è per la maturazione, il perfezionamento d’ogni membro affinché non solo ci sia una crescita personale, ma si contribuisca alla crescita e al perfezionamento del corpo intero.

     Il Signore dà dei doni e chiama degli uomini affinché ogni membro cresca e maturi «in vista dell’opera del ministero» per edificare la chiesa.

     Questo non significa che ogni membro cresce e matura per diventare necessariamente un ministro di Dio nel senso di conduttore (Anziano, Pastore), ma ogni membro è chiamato a svolgere un servizio cristiano che onori Gesù Cristo.

     In poche parole, la chiesa cresce, matura e si perfeziona affinché attraverso il servizio la chiesa stessa sia resa stabile e forte.

     Se oggi ci sono riunioni di credenti, è per volontà del Signore, per la sua grazia, ma è anche merito del servizio di uomini e donne, che hanno risposto alla sua chiamata con uno spirito di servizio. Ogni credente è chiamato al servizio. Ogni credente è chiamato a mettersi al servizio di Cristo per servire il suo popolo.

     È molto bella l’immagine che dà l’apostolo Paolo della chiesa come corpo umano: ogni membro è utile e necessario al corpo.

     Tutto questo discorso è valido per la chiesa intesa sia come corpo universale, sia come corpo locale, quindi è valida anche per noi oggi.

     Mediante lo studio delle epistole paoline è possibile vedere quanto grande e potente sia stata sin dall’inizio l’opera di salvezza del Signore. Ma si può constatare in esse anche le difficoltà incontrate dalle varie comunità cristiane. La chiesa di Corinto, quelle della Galazia, la chiesa d’Efeso, di Colosse, di Filippi, di Tessalonica, anche se grandi per la grazia di Dio, erano realtà fragili per la presenza umana.

     Pensando al disastro delle Torri Gemelle e vedendo queste grandiosità della tecnologia, prima dell’11 settembre del 2001 chi avrebbe potuto mai pensare alla fine che hanno fatto? Eppure è bastato relativamente poco per mandarle giù.

     Allo stesso modo il nemico delle anime nostre, pur non potendo più toglierci la grazia di Dio, perché il Signore è fedele, crea difficoltà e vorrebbe danneggiare la chiesa. Anche se non la può vincere, perché abbiamo la promessa di Cristo, però può impedirne la testimonianza e ritardare l’attuazione del Grande Mandato: cioè fare discepoli di Gesù Cristo tra tutte le genti.

     In questi versetti, abbiamo visto che tutti siamo chiamati al «ministero». Ma che significa questa parola?

     Se prendessimo un NT scritto nella lingua originale, cioè il greco, vedremmo che questa parola è diakonia, parola che c’introduce nel vivo di questo studio.

     Prendendo spunto da un vecchio film di Woody Allen ho pensato che avremmo potuto intitolare questa trattazione: «Tutto quello che avresti voluto sapere sui diaconi e non hai mai osato chiedere...», proprio immaginando le molteplici domande che sorgono su quest’argomento

     Scherzi a parte, non so se saremo in grado di rispondere a tutte le domande sul diaconato ma spero che il Signore ci porti a considerare che questo è un argomento molto importante per la chiesa.

 

 

2.  I TERMINI NEL NT: Nel NT troviamo tre parole relative al diaconato. Due sono sostantivi e una è un verbo. Io le ho italianizzate cioè le ho traslitterate, come si dice. Esse sono le seguenti:

 

DIACONO

DIACONIA

DIACONARE

Servitore

Servizio, ministero

Servire

Uomo atto a servire

Opera (ciò che si fa)

Azione (che produce l’atto)

 

In realtà, ai tempi del NT, questi erano termini generici, usati comunemente nella lingua di tutti i giorni e si riferivano a qualsiasi uomo atto a servire e all’azione del servire. Vediamo alcuni esempi qui di seguito.

     ■ Luca 4,38s: Gesù guarisce la suocera di Pietro che era malata. Guarita, questa s’alza immediatamente dal letto; e cosa si mette a fare? A diaconarli, cioè a servirli! Come ogni buona donna di casa si preoccupò di prendere dell’acqua fresca, forse del vino per gli ospiti e qualcosa da mangiare.

     ■ Giovanni 12,1-2: La stessa cosa la vediamo in casa di Lazzaro. Marta, sua sorella, sappiamo che era molto attenta alle faccende domestiche, e preparò un pranzo per Gesù che era passato da Betania insieme ad altri. E li diaconava, ossia li serviva a tavola.

     Da questi due esempi, vediamo già che «diaconare» aveva a che fare col servire a tavola.

     ■ Giovanni 2,5: Siamo alle nozze di Cana, al banchetto nuziale. Purtroppo qualcuno aveva calcolato male il quantitativo di vino oppure diversi avevano alzato troppo il gomito. Maria vuole forse spingere il figlio ad anticipare la rivelazione della sua messianicità e gli chiede d’operare un miracolo. E così chiama i camerieri e dice loro di mettersi a disposizione di Gesù. Qui il termine «camerieri, servitori» è in realtà è diaconi. Ma come immaginiamo non sono i diaconi della chiesa. Anche se poi con riferimento al libro degli Atti 6 anche lì degli uomini di chiesa furono chiamati a servire alle mense.

     ■ Romani 13,1-4: Qui si parla di magistrati e autorità preposte alla giustizia e alla sicurezza dello stato e dei cittadini. Paolo dice che tutte le autorità sono da Dio, anche se sono pagane; e aggiunge che, come tali, sono diaconi di Dio (cioè ministri-servitori di Dio), anche se non hanno niente a che fare con la chiesa.

     ■ Luca 22,24-27: Infine, concludiamo con questo versetto che ci avvicina al vero significato che ci riguarda. Siamo quasi al termine della cosiddetta ultima cena. Probabilmente alcuni discepoli di Gesù s’erano lasciati prendere da un «carnale» desiderio di primeggiare sugli altri e questo ci mostra come l’egoismo e l’orgoglio sono piante sempre verdi.

     Gesù li ammonisce, dicendo che nel mondo l’orgoglio e l’egoismo regnano, ma indica anche come ci si sarebbe dovuti considerare e comportare nella futura chiesa. E poi aggiunge: «Chi governa sia come colui che serve».

     Gesù indica un principio d’uguaglianza? Probabilmente sì, ma sopratutto uno stato del cuore. Gesù dice ai suoi discepoli all’incirca questo: «Anche se avrete ruoli importanti consideratevi come un diacono, un servitore, un cameriere, o una donna di casa. Non statevene sempre seduti per essere serviti, ma siate sempre in movimento per servire.

 

 

3.  ALCUNE CONSIDERAZIONI DERIVANTI

     ■ Un buon cameriere: Vorrei porre una domanda: Avete un metro di valutazione d’un buon cameriere? ▪ 1) Ce ne sono di quelli che ti stanno sempre addosso ma, quando ti serve qualcosa, non ci sono mai. ▪ 2) Poi ci sono quelli che invece non ti fanno mancare niente, ma non ti sei neppure accorto della loro presenza.

     Sicuramente il primo ha fatto il suo lavoro, ma è per il secondo sei stato veramente importante!

     ■ L’esempio di Gesù: Nell’ultima pasqua, Gesù mostrò il suo esempio ai discepoli in quell’occasione. Pur essendo il Re dei re, li servì come un cameriere, perché erano importanti, preziosi per lui. Lavò loro i piedi e quell’era un compito proprio dei camerieri, a quel tempo.

     Gesù era venuto in obbedienza al Padre e tutto il suo servizio, la sua diaconia, era in obbedienza a Dio, affinché l’umanità potesse ricevere quel «cibo che dura in vita eterna» e «che il figlio dell’uomo avrebbe dato» (Gv 6).

     Gesù è venuto per essere, per così dire, il nostro cameriere! Gesù è venuto per essere il nostro diacono!

     ■ Conseguenze per i credenti oggi: È quindi la somiglianza a Gesù, al suo carattere, a essere il presupposto per la diaconia. Di conseguenza dobbiamo rilevare che ogni credente è chiamato ad assomigliare a Gesù! Ecco perché ogni credente deve essere un diacono, in senso lato.

 

 

4.  ALCUNI ASPETTI SPECIFICI: Visto il significato generale della diaconia, avviciniamoci ora a ciò che ci riguarda.

     ■ Conduzione e diaconato: È ovvio, visto partendo dall’uso generale del termine diacono, a un certo punto della storia della Chiesa, esso deve necessariamente aver assunto un significato specifico.

     Nei brani specifici del NT la diaconia viene indicata come ufficio ecclesiale, cioè un’importante responsabilità finalizzata al servizio pratico nella chiesa. Questo ufficio affiancava l’altro che è l’anzianato (o la conduzione).

     Se prendiamo Filippesi 1,1 vediamo che Paolo saluta la chiesa indicando poi specificamente anche conduttori e diaconi, dove il termine «conduttore» (greco episkopos, spesso in italiano reso come «vescovo») è usato come alternativo al termine «anziano». Questo versetto ci dà modo di valutare alcune cose importanti.

     ■ Le chiese dei primi decenni erano diventate delle realtà stabili e ben formate. C’erano credenti e c’erano responsabili che guidavano il gregge. E questo grazie alla guida apostolica e a quella dello Spirito Santo.

     ■ Altra cosa importante è che i responsabili erano una pluralità: c’erano vari conduttori e diaconi e non un conduttore e un diacono.

     ■ Inoltre i responsabili erano divisi in due categorie. E di conseguenza anche i ruoli dovevano essere diversi.

     «Conduttore» (o vescovo) traduce il termine greco episkopos che significa «sorvegliante», cioè «chi veglia sopra». Egli rimane di vedetta e opera vigilanza, supervisione e guida del gregge di Dio.

     Il termine «diacono» invece rifletteva la responsabilità di servizio pratico del gregge, come abbiamo visto in relazione al significato generale di diaconia.

     ■ Importanza e utilità dei diaconi: A questo punto possiamo definire il ruolo dei diaconi. Allora la domanda, che sorge, potrebbe essere: «A che servono i diaconi?». La risposta potrebbe essere: «I diaconi servono...». I diaconi servono a…! I diaconi servono!

     Essi servono nel senso che sono utili e necessari ma anche che svolgono l’importantissimo ruolo di «sgravare», «liberare» gli Anziani da quelle incombenze pratiche che la chiesa necessita, per poterli così favorire nella guida della chiesa, nell’insegnamento della Parola di Dio e nella cura del gregge mediante il servizio pastorale.

     Questo non è poco! Per questo si ha perciò bisogno d’uomini valenti e adatti perché è un ruolo importantissimo.

     Per rendere l’idea, immaginate l’infermiere. In ospedale è il medico che visita, valuta e decide. Ma è poi l’infermiere che fa le cose. L’infermiere non prende decisioni, s’attiene a quelle dei medici. Immaginate un infermiere che di propria iniziativa prendesse decisioni. Sarebbe tragico e fatale per i pazienti.

     Se in ospedale ci sono dei buoni infermieri, i medici curano meglio. Parallelamente se nella chiesa abbiamo dei buoni diaconi, avremo anche la possibilità di conduttori più efficaci.

     ■ La mansione specifica dei diaconi: Passiamo a rispondere ad altre due domande: «Quali servizi e compiti devono svolgere i diaconi?» e «Come scegliere buoni diaconi?». Qui la Bibbia è parimenti «vaga» ed «esplicita» al riguardo. La Bibbia è vaga perché nel NT non si parla mai di cosa devono fare i diaconi.

     C’è un esempio in Atti 6,1-6 ma è un brano ambiguo nel senso che alcuni credono che si tratti della prima designazione dei diaconi ufficiali; altri invece dicono invece che, pur trattandosi d’un esempio di diaconia, essa è intesa qui ancora in senso generale.

     In effetti il brano tratta della «prima crisi interna» della chiesa di Gerusalemme. Gli apostoli si rendono conto che, in mezzo a quella moltitudine d’impegni, stavano trascurando un servizio pratico; ma l’alternativa era che, dedicandosi agli aspetti pratici, avrebbero necessariamente trascurato la predicazione e la preghiera. Allora decisero d’affidare l’incarico pratico a sette uomini, quasi tutti ellenisti, con delle qualifiche particolari.

     Io penso che il brano in questione non tratti la designazione di diaconi. In ogni modo, l’evento contribuì poi probabilmente al fatto che gli apostoli, con la saggezza dello Spirito Santo, decisero che sarebbe stato necessario istituire l’ufficio diagonale nelle chiese.

     Rimangono comunque validi i principi generali elencati nel brano, e cioè che alla chiesa viene dato il compito di riconoscere gli uomini, che il Signore vuole usare, e che poi le autorità della chiesa locale li designano ufficialmente, sempre sotto la guida dello Spirito Santo.

     L’altra cosa in cui il NT è invece esplicito riguarda le qualifiche dei diaconi. Cioè il carattere speciale che si dovrebbe rilevare nei credenti che dovrebbero essere i futuri diaconi.

     E qui potrebbe sorgere un’altra domanda: «Perché la Parola di Dio dà più rilevanza all’essere che al fare? La risposta è che il fare è frutto dell’essere. Ogni uomo fa ciò che è. L’uomo che ha nel cuore il Signore, farà la volontà di Dio. Ricordiamo che in 1 Samuele 2 i figli d’Eli disprezzavano alquanto il Signore col loro comportamento. Non erano timorati di Dio e non lo conoscevano.

     Concludiamo qui la prima parte dello studio, rimandando per l’approfondimento alla seconda parte: Il diaconato: 2. Prescrizioni bibliche.

 

{Articolo redatto, ampliato e adattato da Nicola Martella, partendo dal testo con stile stile retorico di una predica di Maurizio Marino}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Diaconato1_generale_Sh.htm

27-09-2007; Aggiornamento: 03-10-2007

 

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