Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CRISTIANI STRABICI

 Chi cerca il pelo nell’uovo, si svia dagli obiettivi di Dio

 

 di Nicola Martella

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA

1.1.  L’imperfezione umana: In ogni chiesa locale sorgono problemi, che sia guidata da un conduttore o da un collegio; sia che il «consiglio di chiesa» sia formato perlopiù da persone irreprensibili, sia che abbia in sé qualche persona periodicamente instabile. Problemi nascono dai conduttori, dai collaboratori, dai membri o da persone esterne. Essi nascono quando i singoli, quali essi siano, smettono di guardare personalmente al Signore e si mettono alla ricerca dei difetti altrui; e se li trovano, invece di portarli in preghiera a Dio, li usano per la maldicenza e nello scontro personale.

 

 

 

Vari credenti mi scrivono, sia semplici membri, sia conduttori, sia collaboratori, e mi mettono al corrente della loro triste situazione personale, familiare, ecclesiale, e per chiedermi consigli. Le lotte della carne coinvolgono, quindi, i credenti in genere, i collaboratori nell’opera, i servitori, i conduttori e i missionari. Quindi, non esistono assemblee perfette, membri perfetti e conduttori perfetti. Alcuni mi scrivono di conduttori, che come padri-padroni tiranneggiano le loro comunità. Altri mi scrivono pure che alcuni membri, smarrendo il senso delle cose di Dio, sono ribelli e si danno a combattere in vari modi i conduttori della loro comunità, per veri o presunti torti, che avrebbero ricevuto; e continuano con le loro ostilità anche dopo essere usciti da tale assemblea.

 

1.2.  Miei scritti strumentalizzati: Purtroppo succede che alcune di queste persone, conducendo le loro battaglie della carne (membri contro conduttori, e viceversa), strumentalizzino qualche mio scritto; ciò mi dispiace profondamente. Succede, a volte, che qualche credente (membro, collaboratore, servitore, conduttore) mi mette al corrente di tale realtà; chiaramente ne rimango rammaricato. Quanto segue è parte di ciò, che ho risposto a un credente, che mi ha avvisato di recente che ex-membri della sua comunità utilizzano, a loro arbitrio, i miei scritti per giustificare la loro condotta poco irreprensibile.

     Ogni articolo, che scrivo io o qualcun altro, può essere strumentalizzato da eventuale gente instabile e immatura. Una cosa del genere succedeva già agli apostoli del Signore, come sentenziò Pietro: «...come anche il nostro caro fratello Paolo ve l’ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue epistole, parlando in esse di questi argomenti; nelle quali epistole sono alcune cose difficili a capire, che gli uomini ignoranti e instabili travisano, come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione» (2 Pt 3,15s).

     Che dovremmo fare io e altri, smettere di scrivere, se Dio ci ha dato questo dono e questo ministero? Non credo che Paolo abbia smesso di scrivere, solo perché altri, suo malgrado, strumentalizzavano le sue parole. Non è mia intenzione portare scompiglio in nessun credente e in nessuna chiesa locale, né sono disposto a dare man forte a chicchessia, né a sostenere la ribellione degli uni o l’autoritarismo degli altri. Le questioni, che descrivo, succedono in vari luoghi e sono presentate in modo stereotipato. Mi esercito a essere sempre prudente e neutrale. È chiaro che, se ci si trova in una situazione simile, si potrebbe pensare, che abbia confezionato tale «abito» su misura per lui (questo mi è anche successo già con predicazioni in altre comunità, sebbene il messaggio lo avessi preparato da tempo). Ribadisco nuovamente che scrivo in modo stereotipato e generale. Cerco di non prendere partito per nessuno. Le mie argomentazioni sono di tipo esegetico, ossia riferite al testo biblico, non a situazioni o persone particolari. Poi, però, chi cercherà un pretesto per la carne, lo troverà negli scritti miei e di altri e addirittura nella Bibbia!

 

2.  ALCUNI PRINCIPI SALUTARI: I seguenti principi valgono per tutti: per tutti i credenti, per collaboratori di chiesa a qualsiasi titolo, per servitori, conduttori e missionari. Non è escluso che persone instabili e immature abuseranno anche di tali principi. Tuttavia, come si dice da qualche parte: «Che te lo dico a fare?».

 

2.1. Perdita della giusta prospettiva: Quando Dio ci rivela nell’intimo nostro il suo Figlio, tutte le altre cose diventano secondarie per noi. Paolo fece tale esperienza: «Dio… si compiacque di rivelare in me il Figlio suo» (Gal 1,15s). E prese la seguente decisione: «Io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3,8). Tuttavia, non tutti cercano primariamente e continuamente la faccia del Signore (cfr. Lam 2,19) e di diffondere il regno di Dio (cfr. At 28,23). Essi, invece di vincere il male col bene, si fanno vincere dal male (Rm 12,21). Così è stato al tempo del NT, così è oggi.

 

2.2. Perdita della bussola spirituale: Quando succede questo, ci si toglie l’armatura spirituale e ci si mette quella carnale; allora si diventa permeabile alle «insidie del Calunniatore» (gr. diábolos; Ef 6,11). Allora il Calunniatore ottiene facilmente spazio nei cuori incerti (Ef 4,27). Quindi, ottiene il risultato della sua opera malefica, facendo spostare il combattimento dal piano trascendentale a quello di carne e sangue (Ef 6,12).

 

2.3. Ricerca di falsi obiettivi: Allora alcuni, con finte motivazioni spirituali, portano avanti le loro proprie vendette (Rm 12,19) e le loro proprie battaglie con le armi della carne (2 Cor 10,3s). In specifici casi alcuni cercano prestigio e autorità e affliggono, perciò, coloro, che stanno già servendo il Signore con costanza e fedeltà. Questo è il caso di Maria e Aaronne contro Mosè (Nu 12,1ss), di Kore, Datan e Abiram contro Mosè e Aaronne (Nu 16,1ss), di Alessandro il ramaio contro Paolo (2 Tm 4,14s) e di Diotrefe contro Giovanni e altri con lui (3 Gv 1,9s).

 

2.4. Ricerca di false motivazioni: Allora altri cercano il «pelo nell’uovo» nella vita di coloro, che sono attivi nel Signore, pensando prima o poi di trovarlo. Oppure scuotono tanto la testa, che trovano il capello nella zuppa, per poi lamentarsene. Infine, pur di stare nella ragione, sono disposti a buttare via il bimbo con tutta l’acqua sporca, portando danno sia ai servitori del Signore, sia all’opera di Dio, sia alla testimonianza. Singolarmente, come successe anche a Paolo, alcuni si mettono ad annunciare l’Evangelo, non perché siano consapevoli che sia giusto farlo, ma solo per creare una concorrenza ai servitori del Signore, per così avere un motivo per affliggerli e ferirli (Fil 1,17s). Ma è spesso solo un fuoco di paglia, senza costanza e veri risultati. L’incoerenza della loro vita parla più eloquentemente delle loro parole.

 

2.5. Militanti per false cause: Allora, nel caso di altri ancora, mezze verità, supposizioni, sospetti, false testimonianze, calunnie e quant’altro vengono intessuti insieme con i fili dell’ingratitudine, della disistima, della malevolenza, della rabbia, della protervia e così via (cfr. Gal 5,18ss le opere della carne), fino a costruirsi un verdetto, che condanni coloro, che sono occupati a servire il Signore (cfr. invece Rm 8,34), e che convinca che sia giusto ferirli e affliggerli, perché sarebbero loro i colpevoli di tutto e specialmente dei propri mali.

 

2.6. False occupazioni di coloro, che frenano l’opera: In casi del genere, tali credenti non solo non guardano al Signore, cercando la sua faccia, ma occupano il loro tempo a mettere sotto la lente coloro, che stanno servendo, per trovare crepe nella loro vita, vere o presunte che siano, per amplificarle e per accanirsi contro. Allora le pulci vengono assemblate insieme fino a farle apparire un elefante. Per cui, non solo perdono tempo loro con battaglie della carne, che essi falsamente spiritualizzano, usando la «libertà come di un velo per coprire la malizia» (1 Pt 2,16), ma affliggono anche la vita altrui, facendo perdere anche agli altri tempo prezioso con estenuanti ping-pong di sedicente chiarificazione.

 

2.7. Alcune conseguenze deleterie: Alla fine, chi ride è il «Calunniatore» (= diavolo), che riesce così a farsi spazio (Ef 4,27), a seminare zizzania (Mt 13,27s), a far perdere tempo, a far smarrire gli obiettivi (cfr. invece 1 Cor 2,2; Gal 5,24; Fil 3,13s), a far diventare vulnerabili (1 Pt 5,8) e a bloccare l’opera di Dio (1 Ts 2,18).

 

Cristiani strabici? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Crist_strabic_UnV.htm

17-02-2015; Aggiornamento: 20-02-2015

 

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