1. LA SUA SOPRAVIVENZA: I libri di Mosè furono scritti 500
anni prima delle prime scritture indù. Mosè scrisse il libro della Genesi 2.000
anni prima che Maometto scrivesse il Corano. In tutto questo periodo, nessun
libro è stato così amato e così odiato quanto la Bibbia. Nessun altro libro è
stato comprato, studiato e citato quanto la Bibbia. Mentre milioni d’altri libri
vengono stampati e dimenticati, la Bibbia è ancora il libro con cui tutti gli
altri vengono misurati. Benché sia trascurata da quelli a cui non piace il suo
insegnamento, la Bibbia è a tutt’oggi il libro fondamentale della civilizzazione
occidentale — sebbene sia in realtà all’origine un libro del Medio Oriente.
2. LA SUA PRESERVAZIONE: Mentre nasceva lo stato moderno
d’Israele, dopo migliaia d’anni di dispersione, un pastore beduino scoprì uno
dei tesori archeologici più importanti. In una grotta nella parte
nord-occidentale del mar Morto, presso Qumran, in un vaso rotto furono rinvenuti
documenti che erano rimasti nascosti per due millenni. Altre scoperte portarono
alla luce manoscritti biblici che risalivano a 1.000 anni prima delle copie più
vecchie conosciute in precedenza. Uno dei più importanti codici era una copia
d’Isaia. Fu portato alla luce un documento che era in pratica uguale al libro
d’Isaia contenuto nelle nostre Bibbie. I rotoli del mar Morto screditarono le
affermazioni di quelli che credevano che la Bibbia originale era stata persa e
manomessa.
3. LA SUA ESATTEZZA STORICA E GEOGRAFICA: Nel passato, molti
hanno dubitato dell’esattezza storica e geografica della Bibbia. Gli
archeologici però hanno ripetutamente trovato evidenze delle persone, dei luoghi
e delle società menzionate nelle Scritture. Diverse volte, le descrizioni nel
racconto biblico si sono dimostrate più affidabili delle speculazioni degli
studiosi. Chi oggigiorno visita i musei e i paesi della Bibbia, non può non
essere impressionato dallo sfondo geografico e storico che veramente esisteva
nel testo biblico.
4. LA SUA ONESTÀ: La Bibbia è un libro molto onesto. Essa non
eroizza le persone di cui parla, ma ne mostra anche le debolezze. Parla del
patriarca Giacobbe come uno che ingannò suo fratello e suo padre. Descrive Mosè,
lo stesso che poi diede la legge a Israele, dapprima come un capo riluttante e
insicuro di sé e che, nel suo primo tentativo d’aiutare il suo popolo, uccise un
Egiziano e poi fuggì nel deserto. Racconta di Davide non solo come re e capo
spirituale d’Israele, ma anche come un uomo che aveva preso la moglie d’un altro
e poi, per coprire il suo peccato, cospirò per far uccidere il marito della
donna. Ad un certo punto della storia, Dio accusò il suo popolo d’essere
diventato così malvagio che lo paragonò alle antiche città corrotte di Sodoma e
a Gomorra (Is 1,10; Ez 16,46-52).
La Bibbia rappresenta la natura umana come ostile a
Dio. Predice un futuro pieno di guai per gli impenitenti. Insegna che la strada
che porta al regno di Dio è stretta e che la via verso la perdizione è larga. Le
Scritture chiaramente non sono state scritte per quelli che vogliono risposte
semplicistiche o un punto di vista facile e ottimista della religione e della
natura umana.
5. LE SUE AFFERMAZIONI SU SÉ STESSA: È importante sapere
quello che la Bibbia dice di sé stessa. Se gli autori delle Scritture non
avessero creduto di parlare da parte di Dio, sarebbe presuntuoso da parte nostra
credere così di loro. Avremmo anche un problema diverso. Avremmo una raccolta di
misteri non risolti, inclusi in una letteratura storica ed etica, ma non avremmo
un libro che ha ispirato la costruzioni di migliaia di sinagoghe giudaiche e di
chiese cristiane in tutto il mondo. Una Bibbia che non affermasse di parlare da
parte di Dio non potrebbe essere il fondamento della fede di milioni di Giudei e
Cristiani (2 Pietro 1,16-21). Ma con molta evidenza e tanti argomenti, gli
scrittori della Bibbia affermavano d’essere stati ispirati da Dio. Siccome
milioni di persone hanno affidato il loro presente e il loro futuro a queste
affermazioni, la Bibbia non può essere un «buon libro» se i suoi scrittori hanno
sempre mentito sulla fonte delle loro informazioni e ingannato i loro lettori.
6. I SUOI MIRACOLI: L’esodo d’Israele dall’Egitto dà una
base storica per credere che Dio abbia rivelato sé stesso al suo popolo. Se il
mar Rosso non fosse stato diviso come Mosè disse che era successo, l’Antico
Testamento perderebbe la sua autorità di parlare da parte di Dio. Il Nuovo
Testamento dipende ugualmente dai sui miracoli. Se Gesù non fosse risorto dai
morti, l’apostolo Paolo ammise che la fede cristiana sarebbe stata costruita su
una bugia (1 Corinzi 15,14-17). Per dimostrare la sua credibilità il Nuovo
Testamento nominò i suoi testimoni e lo fece in un periodo che rendeva possibile
controllare tali affermazioni (1 Corinzi 15,1-8). Molti dei testimoni furono
martirizzati, non per astratte convinzioni di moralità o di spiritualità, ma per
la loro affermazione che Gesù era risorto dai morti. Mentre il martirio non è
insolito, quello che è importante è la base di quello per cui queste persone
diedero la propria vita. Molte persone muoiono per quello che credono d’essere
la verità. Ma persone non muoiono per quello che sanno d’essere una bugia.
7. LA SUA UNITÀ: Quaranta scrittori diversi scrissero i
libri della Bibbia in un periodo di circa 1.600 anni. Quattrocento anni di
silenzio separano i libri dell’Antico Testamento da quelli del Nuovo Testamento.
Eppure, da Genesi ad Apocalisse, tutti gli scrittori e tutti i libri raccontano
un’unica storia, che a mano a mano si sviluppò. Insieme, danno risposte coerenti
alle domande più importanti che possiamo porre: Perché esistiamo? Come possiamo
affrontare le nostre paure? Come possiamo vivere in pace con gli altri? Come
possiamo trascendere le nostre circostanze e tenere viva la speranza? Come
possiamo fare pace con il nostro Creatore? Le risposte costanti della Bibbia a
queste domande dimostrano che le Scritture, pur contenendo molti libri, sono in
realtà una sola opera.
8. LA SUA APPROVAZIONE DA PARTE DI CRISTO: Molti hanno
parlato bene della Bibbia, ma nessuna conferma è così forte quanto quella di
Gesù di Nazareth. Raccomandò la Bibbia non solo con le sue parole, ma anche con
la sua vita. In momenti di tentazione personale, d’insegnamento pubblico e di
sofferenza, rese chiaro il fatto che credeva che l’Antico Testamento fosse più
d’una tradizione nazionale (Mt 4,1-11; 5,17ss). Credeva che la Bibbia fosse un
libro che parlava di se stesso. Ai Giudei disse: «Voi investigate le
Scritture, perché pensate d’avere per mezzo d’esse vita eterna, ed esse sono
quelle che rendono testimonianza di me; eppure non volete venire a me per aver
vita!» (Gv 5,39s).
9. LE SUE PREDIZIONI: Fin dal tempo di Mosè, la Bibbia
predisse degli eventi a cui nessuno voleva credere. Prima che Israele entrasse
nella terra promessa, Mosè predisse che Israele sarebbe stato infedele, che
avrebbe perso la terra che Dio gli dava, che sarebbe stato disperso in tutto il
mondo e che sarebbe stato poi raccolto e ristabilito (Deuteronomio 28-31). Nelle
predizioni dell’Antico Testamento era centrale la promessa d’un Messia che
avrebbe salvato il popolo di Dio dai loro peccati, avrebbe poi portato il
giudizio nel mondo intero e stabilito infine la pace mondiale mediante il suo
regno.
10. IL SUO POTERE DI CAMBIARE VITE: In tutta la storia, ci
sono state persone che furono radicalmente cambiate dalla Bibbia. I Dieci
Comandamenti sono stati una fonte di guida morale per milioni di persone. I
Salmi di Davide hanno confortato molti in periodi di difficoltà e calamità. Il
Sermone sul Monte di Gesù ha trasmesso a molte persone l’antidoto all’orgoglio e
al legalismo. La descrizione dell’amore fatta da Paolo, da Agostino, da Martino
Lutero, da John Newton e da Lev Tolstoj illustra la differenza che la Bibbia può
fare. Addirittura intere nazioni e tribù, come i Celti dell’Irlanda, i Vichinghi
della Norvegia o gli Indiani Auca dell’Ecuador, sono state trasformate dalla
Parola di Dio, dalla vita straordinaria di Gesù Cristo e dal suo significato.