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IL BATTESIMO CRISTIANO E I RITI DI INIZIAZIONE

 

 di Francesco Bozzi

 

 

1.  INTRODUZIONE: Capita spesso ad ognuno di noi di discutere con persone appartenenti a culture o religioni diverse dalla nostra e ci battiamo, molto spesso invano, per cercare di mostrare concretamente che le peculiarità del cristianesimo lo pongono al di fuori di tutte le altre religioni, rendendolo il solo depositario della verità. Ciò è senz’altro vero su molti aspetti fondamentali, ma può anche succedere che su molti argomenti ci sia la possibilità che anche altre culture siano vicine alla verità: non accorgendoci di questo fatto, rischiamo di arroccarci su posizioni intransigenti, anche per questioni che non richiederebbero tale rigidità.

     Il nostro errore, molto spesso, è quello di voler dimostrare razionalmente che quello che facciamo si discosta completamente da ogni paragone, dimenticando che, nella società post-moderna in cui viviamo, in cui la tendenza è quella di cercare i punti comuni anziché le diversità, tale rigore ci crea degli ostacoli insormontabili per la testimonianza: quindi, giusto rimanere fermi su ciò che è fondamentale, ma cerchiamo di essere sobri su ciò che non lo è!

     Tra l’altro, capita spesso che nelle discussioni dimentichiamo di porci nei panni del nostro interlocutore e di vedere ciò che lui veramente vede del «nostro» cristianesimo, con le «lenti» della sua cultura. Molto spesso dimentichiamo che molte delle pratiche, molta terminologia, e una gran parte dei nostri riti, nei quali purtroppo molto spesso trasformiamo le nostre riunioni, possono essere difficili da comprendere in profondità da un osservatore esterno, che non abbia in sé la fede che noi professiamo.

     Un esempio di ciò è il battesimo: in che cosa si differenzia da un rito di passaggio simile ad altri? Cosa lo rende unico? Per quali caratteristiche, invece, può essere confuso con altri riti di altre realtà? Questo articolo, non vuole essere un brano di apologia e di difesa, ma vuole mostrare semplicemente come molto spesso ci trinceriamo dietro a definizioni e a luoghi comuni, che ci rendono a volte insicuri su ciò che crediamo e inavvicinabili da chi non conosce l’Evangelo. Mi auguro che queste semplici riflessioni facciano un po’ di luce sulla vera funzione del battesimo, paragonandolo a pratiche sostanzialmente simili di altri gruppi, in modo che il nostro atteggiamento sia il più possibile utile per noi e per i nostri interlocutori.

 

 

2. RITI DI INIZIAZIONE

 

2.1. DEFINIZIONE: Con questo termine, estremamente generico, che non vuole essere esaustivo, intendo «l’insieme dei riti e delle prove attraverso le quali si è ammessi a un culto religioso, in una società segreta e simili».[1] Dalla semplice definizione, facendo una piccola ricerca nella nostra memoria, ci accorgiamo come tali pratiche siano presenti in ogni gruppo o associazione: dalla banda di quartiere al clan massonico; dalle religioni primitive alle grandi professioni di fede mondiali; dai piccoli villaggi alle grandi città.

 

2.2. ESEMPI: Cercherò in questo paragrafo di mostrare alcune pratiche che possiamo, molto approssimativamente, associare nell’ambito dei riti di iniziazione.

 

2.2.1. CIRCONCISIONE E BAR-MITZVAH EBREI[2]: Nella cultura ebraica, il bimbo, al suo ottavo giorno di vita, viene circonciso da un mohel, una persona preparata e autorizzata a tale compito come prescritto in Genesi 17,11-14: «Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi. All’età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero e che non sia della tua discendenza. Quello nato in casa tua e quello comprato con denaro dovrà essere circonciso; il mio patto nella vostra carne sarà un patto perenne. L’incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto».

     È durante questa occasione che il bimbo riceve il suo nome ebraico. All’età di tredici anni, il giovane diventa bar-mitzvah, ossia figlio del comandamento, legge per la prima volta un brano della Torà nella Sinagoga ed entra a far parte della comunità, diventando una persona responsabile, che deve adempiere a tutti i doveri giudaici.

 

2.2.2. BATTESIMO CATTOLICO[3]: Secondo il catechismo cattolico, questo atto è il sacramento per il quale un bimbo nato in una famiglia cattolica o un convertito adulto entra a far parte della chiesa e può aspirare, da questo momento, ad entrare in paradiso, altrimenti impossibile. Questo rito è composto di tre parti essenziali:

     ■ I riti preparatori, durante i quali i genitori si assumono il compito di educare il bambino nella fede e nell’osservanza dei comandamenti divini. In questa fase il bimbo viene unto con l’olio, simbolo dello Spirito Santo.

     ■ La parte centrale, che consiste nella benedizione dell’acqua, la quale viene interpretata quale strumento di purificazione, in riferimento a molti passaggi biblici nei quali Dio ha usato tale mezzo come lavacro. Dopo la benedizione si passa al vero e proprio battesimo che avviene per lo più per aspersione.

     ■ I riti conclusivi, che includono l’imposizione della veste candida e la consegna di un cero acceso, come simboli che dimostrano di aver ricevuto una nuova vita e di essere diventati luce per l’ambiente in cui si vive.

 

2.2.3. CERIMONIA DELLA CORDICELLA SACRA INDÙ[4]: Durante questa cerimonia di iniziazione, i ragazzi indù delle caste superiori ricevono una cordicella sacra, che viene loro posta attorno al collo. Essa indica che il ragazzo è entrato nella sua prima fase della vita e indica la sua posizione di superiorità rispetto alle classi più povere.

     In gruppi quali l’induismo basati sul ceto di nascita, diventa fondamentale porre delle differenze fra i puri e gli impuri, cercando di evidenziare l’importanza di non mischiarsi con una casta di rango inferiore.

 

2.2.4. PROVE VIRILI MANDINKA, GAMBIA: All’incirca all’età di 10 anni, i bambini delle tribù mandinka del Gambia, vengono strappati dalle loro madri e condotti, bendati, in mezzo alla foresta, per un periodo di circa un mese, al jujuo: un vero e proprio campo di addestramento da dove ritorneranno uomini, capaci di orientarsi, di cacciare e di essere completamente autosufficienti. Durante questo periodo, essi vivranno in un regime di vero e proprio terrore, che culminerà con «...quella cosa che faceva rabbrividire… al solo pensiero: l’operazione kasas bojo, che avrebbe purificato chi la subiva preparandolo a diventare padre di molti figli»[5] , ossia una circoncisione mediante una pietra tagliente.

 

 

3.  IL BATTESIMO BIBLICO: Non mi soffermerò, a questo punto, su tutti gli argomenti di dibattito teologico che ruotano attorno a questo soggetto, ma tratterò solo gli aspetti che in questo contesto ci interessano maggiormente.

     Il Nuovo Testamento presenta il battesimo in acqua come il requisito necessario per essere ammessi nella fratellanza della chiesa. Fu Gesù Cristo stesso che congedandosi definitivamente dai suoi discepoli, al momento della sua ascensione, ordinò loro: «Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate». (Mt 28,19s).

     Da questo momento, il credente diventa un membro della famiglia di Dio e sceglie di sottomettersi, nel timore di Cristo, ai fratelli e alle sorelle (Ef 5,21). Egli ha un impegno nei loro confronti come essi lo hanno verso di lui. Tra di loro avranno delle responsabilità e degli impegni che dovranno assolvere con amore[6]: quindi se il battesimo è una scelta personale, esso ha in sé degli obblighi che vanno assolutamente assolti. Per questa ragione la decisione di battezzarsi deve essere fatta con molta cautela e non essere presa troppo alla leggera.

     L’apostolo Pietro, inoltre, disse che esso «non è eliminazione di sporcizia dal corpo, ma l’impegno di una buona coscienza verso Dio» (1 Pt 3,21).

     Quindi, escluso il fatto che il battesimo non è un sacramento che ha in sé il potere di salvare, esso rappresenta un «impegno solennemente e coscientemente preso dal credente che ha trovato in Gesù Cristo il salvatore. Con il battesimo, il credente testimonia della salvezza... operata da Dio»[7] al momento della sua conversione.

     Per cui possiamo affermare che esso è:

     ■ Una pubblica confessione di fede

     ■ Una testimonianza esteriore della conversione interiore

     ■ Un adesione ufficiale alla chiesa di Cristo.

 

 

4.  CONCLUSIONE: Da queste semplici riflessioni ci accorgiamo che in tutti gruppi, per entrare a far parte della loro assemblea, è necessaria una dimostrazione pubblica dei candidati, i quali devono passare da un qualche tipo di rito simbolico, per dimostrare il proprio cambiamento di vita. In ogni cerimonia abbiamo inoltre visto come sia indispensabile che la forma rituale sia standard e fissa: nei simboli, infatti, la forma è tutto!

     Una volta compiuta la celebrazione, il candidato diventa parte di una nuova collettività che si dimostra essere migliore per qualche aspetto di quella in cui si trovava prima, quindi tali riti di introduzione assumono l’aspetto di una vera e propria festa per tutta l’assemblea: da questo momento, la persona assume delle nuove possibilità e deve sottostare ad altre regole, rispetto alla sua situazione precedente.

     Per questi aspetti, quindi, anche il battesimo biblico può essere considerato un vero e proprio rito di passaggio.

     Le differenze con gli altri cerimoniali, stanno nel fatto che in esso non avviene nulla di magico o di trascendentale. Il battesimo è accompagnato sì da aspetti spirituali, ma esso presume che il cambiamento sia avvenuto  già in precedenza, ed esso diventa così la testimonianza di ciò che è già successo. Perciò, a differenza di tutti gli altri rituali, è fondamentale la libertà del candidato, il quale deve avvicinarsi al battesimo totalmente cosciente del cambiamento che è già avvenuto in lui. Egli è libero di fare questa scelta con molta serenità e consapevolezza, ecco perché, secondo me, è preferibile che sia fatto da adulti: rimane il fatto, però, che anche se si possono decidere i tempi, è necessario che tutti i credenti nati di nuovo facciano questo passo.

     In conclusione, penso sia giusto definire il battesimo un rito di passaggio dal quale il credente deve passare perché, con esso, dimostra a tutti, credenti e non, di avere cambiato vita grazie all’intervento di Gesù. Inoltre, egli dimostra di preferire la sua nuova condizione e quindi, consapevolmente, compie questo atto, per dimostrare la sua volontà di seguire Gesù per tutta la vita.

 

{Elaborato e adattato da Nicola Martella}

 

Bibliografia

AA.VV., Le Religioni del mondo (Paoline, Cinisello Balsamo1992, 2a ed.).

Haley Alex, Radici (Rizzoli, Milano 1977).

Salvoni Fausto, Il Battesimo (Lanterna, Genova 1977).

Toppi Francesco, Il Battesimo, perché? (ADI-Media, Roma 1996).

White John, Scacco Matto! Le gioie e le lotte della vita cristiana (G.B.U., Roma 1983).

Zingarelli Nicola, Lo Zingarelli minore (Zanichelli, Milano 2001).

 

Sui riti di iniziazione si veda in Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992) gli articoli: «Misteri, gnosi e massoneria», pp. 203ss; «Misteri, gnosi, immortalità e Bibbia», pp. 373ss.

Per la prassi di «rinuncia al diavolo» in concomitanza con il battesimo, vigente nella chiesa antica, si veda Nicola Martella, Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 240s e nota 15; per la questione del battesimo nelle denominazioni cristiane cfr. qui le pp. 279ss.

 

 



[1] Nicola Zingarelli, Lo Zingarelli minore, Milano, Zanichelli, 2001, s.v. Iniziazione.

[2] AA.VV., Le Religioni del mondo, 2° ed., Cinisello Balsamo, Paoline, 1992, p. 307.

[3] Fausto Salvoni, Il Battesimo,Genova, Lanterna,1977, pp. 36-39.

[4] AA.VV., Le Religioni del mondo, p. 179.

[5] Alex Haley, Radici, Milano, Rizzoli, 1977, p. 85.

[6] John White, Scacco Matto! Le gioie e le lotte della vita cristiana, Roma, G.B.U., 1983, p. 134.

[7] Francesco Toppi, Il Battesimo, perché?, Roma, ADI-Media, 1996, p. 8.

 

► URL di origine: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A2-Battesimo_iniziazione-EnB.htm

06-04-2007; Aggiornamento: 04-07-2010

 

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