Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
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DIO PERDONA, MA NON DIMENTICA

 

 di Nicola Martella

 

Entriamo in tema

     Ero stato invitato da Silvano Creaco alla discussione su perdonare e dimenticare. Risposi in modo lapidario: «Perdonare e dimenticare non si corrispondono nella Bibbia. Dio perdona, ma non dimentica».

     Si vede che ciò diede da pensare, specialmente al gestore della discussione, che mi scrisse quanto segue: «Nicola, puoi sviluppare in maniera più profonda e meno telegrafica il rapporto che intercorre secondo te fra perdonare e dimenticare. Confesso che non ho afferrato il senso della frase: “Dio perdona, ma non dimentica”». Per favore, puoi approfondire. {Silvano Creaco; 04 giugno 2010}

 

Le questioni

     Premetto che il mio contributo è stato il primo della serie e questo deve aver fatto pensare alcuni dei lettori, che seguivano. Ho analizzato i contributi altrui in tale tema di discussione riguardo alla questione del dimenticare di Dio. Ecco qui di seguito alcuni risultati; riporto soltanto le parti salienti.

     ■ «È molto difficile perdonare e anche dimenticare» (Manuela Porcu). Qui ella parlava di sé. Successivamente ha scritto: «Dimenticare è impossibile e neppure giusto, ora che ci penso. Ricordare permette anche di non ricadere negli errori passati».

     ■ «Sì, dobbiamo perdonare ma non capisco da dove è venuta fuori la falsa dottrina del dimenticare! Nella Bibbia non esiste, infatti il perdono ha valore proprio perché, pur ricordando tutto, scelgo di non trattare l’altra persona per quello che ha fatto. Questo è il miracolo dell’amore di Dio in noi» (Rosa Battista).

     ■ «Sono d’accordo con Nicola sul fatto che perdono non significa dimenticare… D’altra parte, se si dimentica, che cosa c’è da perdonare?» (Gian Luca Derudas). In seguito ha aggiunto: «Dio non dimentica perché è onnisciente, quindi per definizione non può dimenticare. Ma sceglie di non riportarci davanti i peccati che Lui ha perdonato».

     ■ «…umanamente [parlando] non è possibile dimenticare, noi viviamo di ricordi, belli o brutti che siano, fanno parte della nostra storia di vita, speso le ferite servono a ricordare ciò, che potremmo evitare» (Michela De Rose)

     ■ «Sul fatto di dimenticare dico una cosa: se secondo noi abbiamo subito un torto non ce ne dimentichiamo; se invece il torto lo abbiamo fatto noi agli altri, allora sì che ce ne dimentichiamo. (…) Io personalmente cerco di perdonare il più possibile; certo dimenticare non è semplicissimo, ma se almeno si sta zitti e non si ricordano sempre certi torti, sicuramente ciò aiuta col tempo a dimenticare quasi definitivamente» (Davide Ceriani).

 

Nella trattazione, che segue, mi limiterò soltanto agli aspetti che riguardano l'atteggiamento e l'azione di Dio verso i peccatori.

 

Un Dio che dimentica?

     Se Dio avesse dimenticato, dopo aver perdonato, non avrebbe dovuto far scrivere i libri storici, che raccontano i fallimenti del popolo d’Israele. Nei libri profetici non avrebbe dovuto più ricordare al presente i fallimenti, le trasgressioni e le ingiustizie dei padri. Neppure nei Salmi storici, ciò avrebbe dovuto succedere. La realtà è che perdonare non significa dimenticare.

     Altra cosa è lo sforzo di non riportarsi alla mente al presente i fatti successi e perdonati, alfine di mostrare grazia e clemenza al presente e per realizzare la salvezza.

     Se uno cerca in tutta la Bibbia un solo verso, in cui Dio affermi d’aver dimenticato peccati, iniquità, trasgressioni, atti malvagi e quant’altro, rimarrà deluso dalla sua ricerca. Un’unica volta c’è la seguente richiesta: «Non tenga conto, il mio signore, della mia iniquità, e dimentichi la perversa condotta tenuta dal suo servo…, e non ne serbi… risentimento!» (2 Sm 19,19). Qui non era un uomo, che si rivolgeva a Dio, ma l’iniquo Scimei, che parlava a Davide. Tutt’al più è Dio che rimprovera i Giudei d’aver dimenticato: «Avete voi dimenticato le malvagità dei vostri padri, le malvagità dei re di Giuda, le malvagità delle loro mogli, le malvagità vostre e le malvagità commesse dalle vostre mogli nel paese di Giuda e per le vie di Gerusalemme?» (Gr 44,9).

     Al contrario, si trovano una serie di versi nella Bibbia, in cui Dio afferma di non volersi ricordare di ciò che gli Israeliti avevano commesso in passato. Non che Dio avesse dimenticato, ma non voleva riportarsi alla mente, per farne conto. Ricordare significa riportarsi nuovamente al cuore o alla mente, rammentare, rammemorare. I fatti sono noti, ma si è deciso di non tenerne conto.

 

Dio non vorrebbe ricordare, ma…

     Laddove c’è un sincero ravvedimento, Dio non vuole tener più conto delle trasgressioni passate. Ecco il reperto biblico.

     Ciò può essere oggetto duna decisione di Dio per il presente o il futuro. Non ricordarsi significa qui non tenere conto del peccato, alfine di perdonarlo.

     ■ «Io, io sono colui che a causa di me stesso cancello le tue trasgressioni, e non mi ricorderò più dei tuoi peccati» (Is 43,25).

     ■ «Io perdonerò la loro iniquità, e non mi ricorderò più del loro peccato» (Gr 31,34; Eb 8,12; 10,17).

 

Ciò può essere oggetto duna richiesta del popolo a Dio.

     ■ «Non t’adirare fino all’estremo, o Eterno! e non ti ricordare dell’iniquità in perpetuo; ecco, guarda, te ne preghiamo; noi siamo tutti tuo popolo» (Sal 64,9).

     ■ «Non ricordare contro noi le colpe dei nostri antenati; facci venire rapidamente incontro le tue viscere [aperte]. Poiché siamo diventati molto pochi [o deboli]» (Sal 79,8).

 

Il modo di fare di Dio in merito, al presente o nel futuro, è condizionato però dal comportamento attuale del popolo verso Dio.

     ■ «Così parla l’Eterno a questo popolo: Essi amano andar vagando; non trattengono i loro piedi; perciò l’Eterno non li gradisce, si ricorda ora della loro iniquità, e punisce i loro peccati» (Ger 14,10).

     ■ «Ma ora egli si ricorderà della loro iniquità, perché siano presi» (Ez 21,28).

     ■ «Ora l’Eterno si ricorderà della loro iniquità, e punirà i loro peccati; essi torneranno in Egitto» (Os 8,13).

     ■ «L’iniquità dei suoi padri sia ricordata dall’Eterno, e il peccato di sua madre non sia cancellato. Siano quei peccati del continuo davanti all’Eterno, e faccia egli sparire dalla terra la di lui memoria» (Sal 109,14s).

 

Conclusione

     Dimenticare e non ricordare sono due attività abbastanza diverse. Dio non è soggetto all’oblio né diventa dimentico. Egli decide di non rivangare il passato, laddove ha perdonato. Alla fine dei tempi, verranno aperti i libri per ricevere meriti e demeriti (credenti) o la condanna (increduli). Esistono anche immagini che illustrano tale volontà divina di non fare conto della condotta passata di chi si è ravveduto: «Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità e passi sopra la trasgressione del residuo della tua eredità? Egli non serba l’ira sua in perpetuo, perché si compiace d’usar misericordia. Egli tornerà ad aver pietà di noi, si metterà sotto i piedi le nostre iniquità, e getterà nel fondo del mare tutti i nostri peccati» (Mi 7,19s).

     Ciò che è stato commesso, rimane come atto storico. Tuttavia, laddove il debito è stato cancellato, la cambiale esiste, ma il creditore non la vuole tirare fuori e metterla nuovamente sotto il naso del debitore.

     Al riguardo è interessante un brano del NT, in cui c’è un’altra immagine suggestiva: «E voi, che eravate morti nelle trasgressioni e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Egli ha vivificati con lui, avendoci perdonato tutte le trasgressioni, avendo cancellato l’atto accusatore scritto in precetti, il quale ci era contrario; e quell’atto ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce» (Col 2,13s). È interessante notare che Dio, cancellando tale atto debitorio, non l’ha nascosto, ma lo ha addirittura affisso perché sia visibile a chiunque guarda alla croce.

 

Dio perdona, ma non dimentica! Parliamone {Nicola Martella} (T)

Perdono e sanzione {Nicola Martella} (D)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio-perdon_non-diment_EdF.htm

07-06-2010; Aggiornamento: 05-12-2011

 

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