«Prescrittivo»
è ciò, che è obbligatorio. «Descrittivo» è ciò, che si trova nell’AT, ma
che non è obbligatorio nel nuovo patto; ma ciò posso trarre dei principi o delle
lezioni, ma non commetto peccato, se faccio diversamente. Ad esempio,
nell’antico patto era proibito mangiare carne di
animali impuri (p.es. maiale, carnivori, crostacei, anguille, animali
acquatici senza pinne, animali non ruminanti); nel nuovo patto ciò non è più
ingiuntivo (Mc 7,19; At 10,13.15; 1 Cor 10,25.27), ma descrittivo, ossia posso
cercare di capire le ragioni all’interno dell’antico patto e il perché del
mutamento nel nuovo patto e, caso mai fosse possibile, posso trarre da tutto ciò
principi e lezioni generali di natura spirituale.
Tempo fa ho letto in un gruppo in Internet questo scritto: «Il dieci ci ricorda
i comandamenti. Tutti, perfino gli atei li conoscono; infatti fare
riferimento a essi è entrato nell’uso comune. Quando Dio diede a Mosè le
tavole della Legge, non fornì al popolo solo una serie di norme da
rispettare, ma volle anche istruirlo riguardo al suo ordine e alle sue priorità.
Anche noi siamo chiamati a conoscere e ad applicare alla nostra vita
l’ordine di Dio e le sue priorità; e nel caso non li osserviamo, dobbiamo
correggere il nostro modo di vivere». {Nunzio Lo Nardo; 06-07-2013}
La cosa, che mi aveva meravigliato, è il fatto che tale autore proponesse il
Decalogo ai cristiani, senza fare alcun distinguo
e senza accennare al fatto che, intanto, è stato istituito l’eccellente nuovo
patto, che ha messo in ombra quello antico o mosaico. Dovremmo noi cristiani
osservare i «Dieci Comandamenti», e cioè nel loro complesso? Sono essi
ingiuntivi ai membri del nuovo patto? Ad esempio, si presenta Dio a noi come
Colui, che ci ha condotti fuori del paese d’Egitto? Ingiunge Dio
veramente ai cristiani (soprattutto se gentili) l’osservanza dei sabati?
(sabato settimanale, sabato mensile o novilunio, anno sabatico, giubileo, ecc.).
Se uno osserva la base della legge mosaica, qual è il Decalogo, dovrebbe poi
osservarla per intero, cominciando magari con la circoncisione, e osservando
le centinaia di precetti che, come ammise Pietro stesso, sono «un giogo, che
né i padri nostri né noi abbiamo potuto portare»
(At 15,10).
Il Decalogo era la Costituzione di un popolo, Israele, a base delle altre
leggi (legge del patto, leggi derivate, leggi civili e religiose, morali e
cerimoniali). Nel nuovo patto abbiamo la «legge di Cristo»; essa supera
in eccellenza la legge mosaica e reca ciò, che la prima non poteva mai
suggellare veramente, poiché «la grazia e la verità sono venute
per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1,17). La rivelazione dell’antico patto era
parziale; solo l’unigenito Figlio, che sta a tu per tu col Padre, è colui,
che ha fatto conoscere veramente Dio (v. 18). Inoltre, i credenti del nuovo
patto sono «divenuti morti alla legge mediante il corpo di Cristo»
(Rm 7,4), ossia la legge mosaica non li riguarda più; chi vuole raggiungere la
perfezione con la legge mosaica, invalida la morte di Cristo (cfr. Gal 2,21).
Solo la «legge di Cristo» (1 Cor 9,21; Gal 6,2) è ingiuntiva per noi,
membri del nuovo patto. Infatti, «la legge dello Spirito della vita in
Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte»
(Rm 8,2), ossia dalla legge mosaica, che condanna. Al contrario, il
Decalogo e tutta la legge mosaica rimangono per noi descrittivi, ossia sono un
simulacro storico delle intenzioni di Dio per il popolo dell’antico patto.
Si noti che non tutti gli aspetti del Decalogo sono stati ripresi nel nuovo
patto; perciò, solo quello, che del Decalogo è espressamente comandato nel nuovo
patto, è anche ingiuntivo per noi. Ad esempio, il quarto comandamento, relativo
al giorno da osservare, non è ingiuntivo per i cristiani. Se nell’antico
patto c’era la pena di morte per chi non osservava il sabato (Es 31,14s; 35,2),
nel nuovo patto è insegnato diversamente: «L’uno stima un giorno più d’un
altro; l’altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto
nella propria mente» (Rm 14,5). I cristiani giudei osservavano ancora il
«giorno», mentre quelli gentili non avevano il costume di osservare un giorno
particolare.
Il Concilio di Gerusalemme (At 15) era il luogo ideale per ingiungere ai
cristiani gentili il sabato e gli altri comandamenti. Tuttavia, in esso le norme
obbligatorie, atte a permettere la comunione fra cristiani giudei e gentili,
furono ridotte a sole quattro (vv. 19s.28s). Quindi, bisogna agire con sobrietà
e verità, evitando di giudaizzare la fede cristiana. Come scrisse un Ebreo ad
altri Ebrei, che si erano accostati alla fede in Gesù quale Messia promesso, la
legge era solo «un’ombra dei futuri beni» (Eb 10,1) e che in
Cristo «v’è bensì l’abrogazione del comandamento precedente a motivo
della sua debolezza e inutilità (poiché la legge non ha condotto nulla
a compimento), ma v’è altresì l’introduzione d’una
migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio» (Eb 7,18s).
È un controsenso accettare la luminosa grazia del nuovo patto e voler
vivere nelle ombre del vecchio patto. Ed è deleterio
proporre agli altri tutto ciò, che è stato abrogato, come via luminosa,
liberatoria e gradita a Dio nel nuovo patto.
Per l’approfondimento si veda «Il
Decalogo».
►
Il Decalogo è prescrittivo o descrittivo per i cristiani? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Decalog_pre-descritt_Sh.htm
21-07-2013;
Aggiornamento: 24-07-2013 |