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Offensiva intorno a Gesù 1

 

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I GIUDEI HANNO RIFIUTATO GESÙ

 

 a cura di Nicola Martella

 

Il Signore ci chiama ad amare i fratelli di là dalle loro convinzioni sugli aspetti non centrali della dottrina. Quello che qui segue è un confronto fraterno con Giovanni Melchionda su questo tema. Egli e sua moglie portano avanti l’opera chiamata «Alleanza Messianica».

     In una circolare ricevuta dai Melchionda, essi scrivevano: «…Israele come strumento scelto da Dio per la manifestazione della Sua Gloria sulla terra per la salvezza di noi tutti in Cristo Gesù».

     Ho fatto loro presente quanto segue: È vero che la «salvezza viene dai Giudei» (Gv 4,22), poiché Gesù è ebreo di nascita. Non credo alla ideologia cessazionista, secondo cui una chiesa abbia preso il posto dell’Israele storico (come fa del resto una compagine religiosa, dispersa in tutto il mondo, a sostituire una «teocrazia», ossia uno Stato territorialmente definito?). D’altra parte, però, proprio i Giudei, gli eletti di Dio, hanno rifiutato da ben 2.000 anni Gesù quale Messia e sono nella stragrande maggioranza fino a oggi nemici dell’Evangelo (Rm 11,28). Chi per propagare un «sionismo cristianizzato» non vede questa realtà dei fatti, è cieco o ubriaco d’ideologia. Dio offre oggigiorno la salvezza in Cristo Gesù nonostante Israele, che è cieco e sordo al suo Dio (cfr. Is 42,18ss), avendo rifiutato Gesù quale Messia promesso. [ Sulla via di un «sionismo cristianizzato»?]

     Per togliere equivoci, diciamo fin da ora che condanniamo qualsiasi tipo di antisemitismo. A ciò si aggiunga che non crediamo che la chiesa sia Israele né un nuovo «Israele spirituale».

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Giovanni Melchionda

2. Nicola Martella

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Giovanni Melchionda}

 

     «I Giudei hanno rifiutato Gesù». Questa affermazione è tanto grave, quanto errata, ma soprattutto spiritualmente gravida di conseguenze. Intanto diciamo che a cominciare dalla chiesa di Gerusalemme, tutta la chiesa degli Atti degli Apostoli è formata, per la quasi totalità da giudei che hanno accettato Gesù. I primi 3.000 convertiti erano tutti giudei. Fino alla fine della sua Missione Paolo da Siracusa, a Reggio Calabria, fino a Roma (12 sinagoghe) frequenta, di sabato le sinagoghe e svolge il suo ministero evangelistico fra i giudei e molti riconoscono Gesù come messia d’Israele. Il vangelo ripete più volte che le folle Lo (Il signor Gesù) seguivano. La casa di Pietro a Capernaum, dove Gesù fu ospite all’incirca per 3 anni, era sempre stracolma d’ebrei galilei vestiti come il Signore secondo le prescrizioni del Levitico (vedi la donna dal flusso di sangue che s’aggrappa ai filatteri del Signore), dove i paralitici venivano calati dal tetto. Non sembra che Israele avesse rifiutato il Signore Gesù. È tuttavia vero che una parte d’Israele, esattamente la classe sacerdotale, collaborazionista e ricattata dai Romani che materialmente hanno crocifisso il Signore della Gloria (ancora i nostri compaesani), complice un popolino che «mangiava» intorno alle attività del tempio e che disse: «Il Suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli», non accettò Cristo Messia. L’apostolo Paolo dice di peggio in 1 Ts 2,14-15, e poi aggiunge «Io vorrei rinunciare alla salvezza (anatema) per amore dei miei fratelli (oh Potenza dell’Amore).» Ma a nostra preservazione Paolo ci ammonisce in Rom 10,6s: «Non dire in cuor tuo chi salirà e chi scenderà», chi ha accettato e chi ha rifiutato chi… Questo ci dicono il Vangelo e la storia, che migliaia d’ebrei hanno accettato Gesù, e ancor oggi davanti alla testimonianza di migliaia di fratelli messianici, molti cristiani preferiscono ancora domandare: perché rifiutate il messia?

 

     In Terra d’Israele ci sono più di 200 chiese, volete venire a incontrarle come facevano i Tessalonicesi e i Corinti? E il nostro fratello Tito? (2 Cor 8,16 e 23). Venite!!!

     La citazione di Romani 11,28 da te fatta mi suscita questa preghiera: «Signore, Dio d’Israele Ti benedico e Ti ringrazio perché hai fatto dei Giudei i Tuoi nemici per causa (amore) nostra e così ti sei fatto conoscere a me. Ti chiedo perdono perché io facevo parte dei centurioni Romani che hanno ucciso il Tuo figlio Gesù e abbiamo distrutto il Tempio innalzato al Tuo Glorioso nome e abbiamo rubato l’oro nella Tua Casa portandolo a Roma. Noi e i nostri antenati romani abbiamo mescolato il sangue dei figli d’Israele con quello degli animali (Luca 13,1). Ma ancora di più ti ringrazio perché tu li ami a causa dei loro padri anche se il velo non è ancora completamente tolto. Perché Oh Dio Grande e Misericordioso i tuoi doni e il Tuo Patto è irrevocabile e alla fine tutto Israele sarà salvato. Com’è profonda la tua ricchezza e sapiente la Tua scienza, inscrutabili i tuoi giudizi e ininvestigabili le Tue Vie. E ora o Signore ti chiedo il Tuo Santo Spirito perché non cada nel Giudizio verso il Tuo popolo e scada dalla Tua Grazia. A te la potenza la Gloria e l’Onore».

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Una prima obiezione riguarda l’uniformismo basato su una presunta continuità. Non solo Giovanni scambia facilmente ciò che accadeva nell’AT (antico patto) con ciò che è poi successo nel NT (nuovo patto), ma anche ciò che accadeva prima della crocifissione di Gesù e prima di Pentecoste con ciò che avvenne dopo tali eventi. A ciò si aggiunga che il «concilio di Gerusalemme» e le sue importanti decisioni (At 15) vengono semplicemente rimossi, mentre fu un importante momento storico e teologico per la storia della chiesa.

I Giudei hanno rifiutato Gesù, o no?

     Giovanni nega questa tesi in modo assoluto. Una prima cosa da notare nella argomentazione è che prenda una parte sparuta (ma importante) del giudaismo per affermare che sia una tesi errata.

     Gesù l’Unto-Re, che era direttamente coinvolto nella faccenda, aveva però un’altra prospettiva delle cose. Ecco qui di seguito alcune evidenze.

     ■ I capi sacerdoti e gli anziani del popolo mettevano in forse l’autorità messianica di Gesù (Mt 21,23), non crederono né al suo precursore (Giovanni Battista; vv. 25.32) né a Lui quale Messia, su cui anzi cercavano di mettere le mani (v. 46). Al riguardo bisogna tener presente che nella teocrazia d’Israele, i capi politici e religiosi erano espressione di tutta la nazione, nel bene e nel male. Le loro decisioni coinvolgevano tutto il popolo. Il loro rifiuto di Gesù quale Messia diventava ingiuntivo per l’intera nazione, di là se singoli si attenevano o meno alla prescrizione del Sinedrio, il quale aveva l’autorità di perseguitare i dissidenti. Quando Gesù tenne il suo ingresso trionfale in Gerusalemme, presentandosi come il Messia-Re, i capi sacerdoti e gli scribi, ne furono indignati poiché i fanciulli lo acclamavano come «figlio di Davide» (Mt 21,15) e ciò era per loro grave, poiché non credevano che egli fosse il Messia promesso e non avesse l’autorità al riguardo (v. 23). Quando Gesù venne posto dinanzi al Sinedrio, i suoi membri si rifiutarono di credergli, lo accusarono di bestemmia e lo condannarono a morte (Lc 22,66-71). Quando Gesù si trovava in croce, non furono solo coloro che passavano di lì a ingiuriarlo (Mt 27,39s), ma furono soprattutto i capi sacerdoti con gli scribi e gli anziani a beffarsi di Lui (vv. 41ss).

     ■ Nello stesso contesto, Gesù disse ai Giudei increduli, che lo avevano scartato, pur essendo la «pietra angolare»: «Perciò io vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a una gente che ne faccia i frutti. E chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà» (Mt 21,42ss).

     ■ Gli evangelisti evidenziarono l’incredulità e il rifiuto dei Giudei nel loro complesso nei confronti di Gesù quale Messia. L’evangelista Giovanni sintetizzò il tutto così: «È venuto in casa sua, e i suoi non l’hanno ricevuto» (Gv 1,12) e mostrò che la nascita da Dio va oltre a sangue e carne (razza; vv. 12s). Gesù stesso usò anche parabole per spiegare ciò (Mt 21,37ss). Gesù accusava i Giudei del suo tempo: «Voi non credete in colui che Egli [= il Padre] ha mandato. […] Ma se non credete agli scritti di lui [= Mosè], come crederete alle mie parole?» (Gv 5,38). E ancora: «Voi m’avete veduto, eppur non credete!» (Gv 6,36). Questa affermazione, ricorrente anche come domanda, fu fatta spesso da Gesù nei confronti dei Giudei e dei loro capi (Gv 8,45s; 10,25.37s). Neppure i miracoli cambiarono le cose (Gv 12,37), perché ormai erano spiritualmente accecati (vv. 39s). E diede loro questo serio avvertimento: «Perciò v’ho detto che morrete nei vostri peccati; perché se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati» (Gv 8,24; 16,9). Gesù pose anche un limite causale: «Voi non credete, perché non siete delle mie pecore» (Gv 10,26).

     ■ Si legge che «i capi sacerdoti e i Farisei mandarono delle guardie a pigliarlo» (Gv 7,32) e ciò non accadde solo una volta, ma è una costante del breve tempo del ministero di Gesù (Mt 21,46; 26,50; Lc 20,19; 22,53; Gv 7,30.44; 10,39; 11,57).

     ■ Non furono solo i capi sacerdoti e le guardie a gridare a Pilato: «Crocifiggilo, crocifiggilo!»(Gv 19,6), pur essendo già di per sé rappresentativi, ma quando Pilato chiese al popolo, sobillato dai capi sacerdoti e dagli anziani: «Che farò dunque di Gesù detto Cristo [=Unto a re]?», si legge: «Tutti risposero: “Sia crocifisso”» (Mt 27,20ss). Essi lo rifiutarono come loro re, riconoscendo solo Cesare (Gv 19,15). Pietro, quando fu posto dinanzi al Sinedrio insieme a Giovanni, disse senza fraintendimenti: «Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele che ciò è stato fatto nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti» (At 4,10).

 

Qui la questione non è quella se alcuni, pochi o molti che fossero, credettero in Gesù quale Unto-Re (cfr. Gv 7,31; 12,42s), ma del fatto che la nazione nel suo complesso gli rifiutò il trono, quando egli venne per prendere possesso del regno.

 

     ■ Gesù annunziò ai discepoli che la persecuzione verso i suoi seguaci sarebbe partita proprio dalle sinagoghe dei Giudei, i quali si sarebbero serviti delle autorità politiche per combattere contro chi seguiva Gesù quale Messia (Lc 21,12). E tutto avvenne proprio così. I membri del Sinedrio misero le mani addosso a Pietro e a Giovanni (At 4,3) e li processarono. I Giudei, dovunque arrivavano gli apostoli, sollevavano le masse contro di loro. Dove non arrivavano da soli, Giudei istigavano i Gentili e suscitavano una persecuzione contro i missionari cristiani (At 13,50). Così avvenne addirittura a Paolo, mentre si trovava nel tempio, adducendo false argomentazioni (At 21,27s).

     Qui sarebbe lungo mostrare tutti i fatti accaduti; valga l’esempio stesso di Paolo prima della sua conversione che rispecchiava il caso normale degli attivisti giudaici contro i cristiani (At 9,1s «spirante minaccia e strage contro i discepoli del Signore… li potesse condurre legati a Gerusalemme»; 22,5; 26,10s «serrai nelle prigioni molti dei santi; e quando erano messi a morte, io detti il mio voto… e infuriato oltremodo contro di loro, li perseguitai fino nelle città straniere»; Gal 1,13 «perseguitavo a tutto potere la chiesa di Dio e la devastavo»; 1 Cor 15,9; Fil 3,6; 1 Tm 1,13).

     Dopo la morte di Stefano per mano dei Giudei ci fu da parte degli stessi «una gran persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme», che fece disperdere tutti i discepoli tranne gli apostoli (At 8,1). E Saulo, rabbioso contro i seguaci di Gesù, devastava la chiesa (v. 2). Fuori dei confini della Palestina, i Giudei  istigavano le persone gentili a perseguitare i missionari cristiani (At 13,50; 14,2 i Giudei increduli rispetto a Gesù furono chiamati «Giudei rimasti disubbidienti»). Paolo stesso divenne l’oggetto particolare delle persecuzioni che nella maggior parte dei casi erano praticate dai Giudei o istigate la loro (2 Tm 3,11). I Giudei cercavano di persuadere le turbe a lapidare i missionari cristiani (At 14,5) e Paolo stesso fu lapidato e sopravvisse solo perché essi lo credevano morto (At 14,19 dove Paolo predicava, i Giudei istigatori venivano anche da fuori). Riassumendo, Paolo scrisse: «Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno, tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato» (2 Cor 11,24s).

     ■ Ciò che Gesù disse ai Giudei di Gerusalemme riguardo al regno di Dio che veniva loro tolto (Mt 21,43), fu ribadito in seguito anche da Paolo nei luoghi in cui i Giudei rifiutarono l’Evangelo: «Era necessario che a voi per i primi si annunziasse la parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci volgiamo ai Gentili» (At 13,46; v. 45: «ripieni d’invidia, e bestemmiando contraddicevamo alle cose dette da Paolo»). Gli unici due luoghi, in cui Paolo e la sua squadra furono trattati senza violenza furono Berea e Roma, ma ciò era dovuto al fatto che in quei luoghi non erano ancora arrivate lettere di avvertimento (At 28,21) o i «guastatori» giudaici per calunniare loro e l’Evangelo. A Berea, però, arrivarono poi i Giudei di Tessalonica che agitarono e misero sossopra le turbe (At 17,10-13). A Roma probabilmente non poterono fare alcunché contro Paolo perché era piantonato dal soldato romano (At 28,16).

     ■ Paolo elaborò il tutto anche teologicamente. Egli espresse tutto ciò anche con un parallelo storico: «Come allora colui ch’era nato secondo la carne [= Ismaele] perseguitava il nato secondo lo Spirito [= Isacco], così succede anche ora». Disse addirittura che «la Gerusalemme del tempo presente… è schiava coi suoi figli» (v. 25). Dopo questo disconoscimento, aggiunse: «Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre» (v. 26). Egli ebbe addirittura l’ardore di affermare che i Giudei storici erano «figli della schiava» e come tali dovevano essere cacciati dall’eredità (!), mentre i credenti in Gesù quale Messia erano «figli della libera», sia Giudei sia Gentili (vv. 28-31), e come tali in Cristo sono la sola progenie d’Abramo e i soli eredi legittimi (Gal 3,28s). Anche in futuro non c’è un destino dell’Israele storico particolare fuori di questo disegno in Cristo. Quando, durante la tribolazione, molti Giudei si convertiranno, mentre gli increduli giudei saranno distrutti dalla «bestia», saranno solo un «resto fedele» (come in tutti i tempi), tanto che si potrà dire che «tutto Israele sarà salvato». Essi che erano i primi, arriveranno per ultimi nel regno, che avevano rifiutato.

 

Quanti erano i Giudei convertiti all’Evangelo? A Gerusalemme si cominciò con 3.000 (At 2,41), poi si aggiunsero altri (v. 47), per arrivare a circa 10.000 (At 4,4 «il numero degli uomini salì a circa 5.000»). Poi ci fu la persecuzione. Dovunque Paolo arrivò si convertirono dei Giudei, poiché Paolo presentò prima a loro l’Evangelo. Essi furono nel complesso un numero percentualmente basso, visto che il giudaismo divenne militante e istigò dappertutto la persecuzione contro i missionari cristiani (At 17,12s). Anche a Roma furono solo alcuni (At 28,24), tanto che anche a loro Paolo dovette ricordare, avvertendoli, la parola d’Isaia riguardo all’insensibilità del cuore e dovette avvisarli che la Parola sarebbe passata ai Gentili (vv. 25-28; cfr. 13,46).

     Quanti Giudei avevano creduto in Gesù quale Messia-Re? Essi erano rispetto al numero complessivo una sparuta minoranza (del resto al pari di oggi), tant’è che si poteva parlare di un «residuo». «E così anche nel tempo presente, v’è un residuo secondo l’elezione della grazia» (Rm 11,5). Israele nel suo complesso, avendo allora rifiutato l’Evangelo, era stato indurito e stroncato per l’incredulità manifestata (v. 20), mentre solo un «residuo eletto» ottenne salvezza (vv. 7s), il quale venne chiamato «primizia santa» (v. 16). Al tempo di Paolo (e oggi ancora) i Giudei sono nel loro complesso saranno nemici dell’Evangelo (v. 28). La loro riammissione dei Giudei «in massa» avverrà nel futuro (Rm 11,15s), appena prima dell’arrivo del Messia, quando smetteranno di perseverare nella loro incredulità (v. 23). Quando tale indurimento verso Gesù quale Messia sarà superato, soltanto allora «tutto Israele sarà salvato» (v. 26).

 

Quanti sono i Giudei convertiti all’Evangelo? Coloro che seguono il «sionismo cristianizzato» rappresentano volentieri una storia diversa da quella accertabile dalla Bibbia e dalla storia riguardo a quanti Giudei si erano convertiti nel primo secolo. Come abbiamo visto, essi minimizzano le cose, affermando che solo i capi si erano distanziati dall’Evangelo, mentre invece era la maggior parte del giudaismo che aveva rifiutato Gesù quale Messia; abbiamo visto anche il principio secondo cui i capi politici e religiosi rappresentavano l’intero popolo, nel bene e nel male, nelle loro decisioni.

     Anche oggigiorno si dà una visione trionfalistica riguardo al numero di Giudei diventati cristiani. Ora, però, si parla volentieri delle «migliaia di fratelli messianici» (gloria a Dio che ci sono e voglia il Signore moltiplicarli nella sua grazia), ma quanti sono in effetti percentualmente parlando all’interno del giudaismo mondiale? Al riguardo bisogna fare meno retorica e portare dati concreti!

     I risultati odierni sono sparuti, contrariamente a quanto si afferma sempre di nuovo con tono trionfalistico. In tutto il mondo si pensa che dei 15 milioni di Giudei credono in Gesù circa 70.000 persone — ossia uno scarso mezzo punto percentuale (0,47%). Le cose diventano ancor più drammatiche, quando si considera solo il paese d’Israele: dei circa 4 milioni di Giudei che vivono in Israele, credono in Gesù addirittura solo 2.500 circa — ossia qualcosa più che un mezzo punto millesimale (0,06%).

     Il ministero di evangelizzazione verso i Giudei avveniva nel primo secolo e rimane quindi ancora oggi, ovunque essi si trovino. Il primo passo è però sempre quello della verità (essa sola rende liberi): i Giudei nel loro complesso hanno rifiutato Gesù quale Messia-Re (e lo fanno ancora tuttora), hanno perseguitato allora accanitamente i proclamatori dell’Evangelo e solo un «residuo santo» ha accettato la grazia di Dio in Cristo, allora come oggi.

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Gesu_rifiutato_OiG.htm

28-01-07; Aggiornamento: 19-06-2008

 

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