Ricevo le circolari della cosiddetta «Alleanza Messianica» gestita dai
coniugi Giovanni e Valeria Melchionda, con cui ho avuto modo di incontrarci
e di scambiare fraternamente alcune opinioni tempo fa. Il Signore ci chiama
ad amare i fratelli di là dalle loro convinzioni sugli aspetti non centrali
della dottrina. Già in quel frugale incontro avemmo modo di scambiarci
alcune convinzioni controverse sul «sionismo cristianizzato» che i coniugi
Melchionda nutrono. L’amore per Israele è una cosa buona. Il «sionismo
cristianizzato» invece diventa una ideologia molto forte, militante,
integralista e pericolosa, che mossa da una visione escatologica particolare
(certamente strumentalizzata) legge i fatti contingenti in modo unilaterale
e specialmente alla luce della battaglia di Harmaghedon, attesa come
assolutamente incombente. Perciò, volutamente o meno, la stessa lettura
biblica viene assoggettata a tale criterio del «sionismo cristianizzato» e
viene strumentalizzata ai fini di tale «escatologia incombente», che crede
di leggere nei «segni dei tempi» già le ombre impellenti di Harmaghedon.
Questo soggetto sarà tema, tra altri, della mia attuale opera
sull’escatologia, il secondo volume si intitolerà «Le strumentalizzazioni
dell’escatologia» (sia politiche sia religiose) durante gli ultimi 2.000
anni di storia. Che i coniugi Melchionda seguano ormai l’ideologia
di un «sionismo cristianizzato» si evince dalle loro circolari. Ecco qui di
seguito alcuni indizi in quella del 13-01-2007.
Affermazione (A): «Vi auguriamo un anno di benedizioni e
rivelazioni spirituali
da parte del Dio d’Israele…». |
Risposta (R): L’espressione «Dio d’Israele» si trova solo due
volte nel NT e solo prima di Pentecoste (Mt 15,31; Lc 1,68). Non si trova però
mai più nel NT e tanto meno nelle formule augurali che si trovano all’inizio o
alla fine di un’epistola! |
A: «Per quel che riguarda noi ci sentiamo sempre più benedetti e
confermati nella
consacrazione al ministero per
Israele». |
R: Dove c’è nel NT un solo verso in cui gente fuori dei confini
dell’allora Giudea avevano ricevuto una «consacrazione al ministero per
Israele»? Paolo riconobbe questo ministero solo agli apostoli Pietro (Cefa) e
Giovanni e a Giacomo, fratello di Gesù (Gal 2,9). Essi diedero la mano
d’associazione a Paolo e a Barnaba, due Giudei, perché essi andassero ai
Gentili. In ogni modo, se una «consacrazione al ministero per Israele»
intende l’evangelizzazione degli Ebrei ovunque ci si trovi, ciò è legittimo; se
è inteso nel senso del «sionismo cristianizzato» (assimilazione dei Gentili
cristiani ai costumi e alle tradizioni giudaiche [= giudaizzazione]), vediamo in
ciò molti pericoli ideologici. Le lettere di Paolo ai Galati (4,10s) e ai
Colossesi (Col 2,16ss) dovrebbero metterci in allarme! |
A: «Siamo in un tempo in cui
venti di antisemitismo si
infiltrano persino nelle chiese evangeliche…». |
R: L’antisemitismo è certamente sbagliato. Che un altro «-ismo»
debba esserne l’alternativa (il «sionismo cristianizzato»), non ci pare
l’alternativa conforme alle direttive del «nuovo patto». Tutte le ideologie
hanno in sé il loro «verme». Che nelle chiese evangeliche si siano intenti
persecutori (= antisemitismo) verso gli Ebrei nel mondo, mi è sconosciuto. |
A: «…Israele come
strumento scelto da Dio per la
manifestazione della Sua Gloria sulla terra
per la salvezza di noi tutti
in Cristo Gesù». |
R: È vero che la «salvezza viene dai Giudei» (Gv 4,22),
poiché Gesù è ebreo di nascita. Non credo alla ideologia cessazionista, secondo
cui una chiesa abbia preso il posto dell’Israele storico (come fa del resto una
compagine religiosa, dispersa in tutto il mondo, a sostituire una «teocrazia»,
ossia uno Stato territorialmente definito?). D’altra parte, però, proprio i
Giudei, gli eletti di Dio, hanno
rifiutato da ben 2.000 anni Gesù quale Messia e sono nella stragrande
maggioranza fino a oggi nemici dell’Evangelo (Rm 11,28). Chi per propagare
un «sionismo cristianizzato» non vede questa realtà dei fatti, è cieco o ubriaco
d’ideologia. Dio offre oggigiorno la salvezza in Cristo Gesù nonostante
Israele, che è cieco e sordo al suo Dio (cfr. Is 42,18ss), avendo rifiutato
Gesù quale Messia promesso. |
A: «Nel tempo in cui le nazioni stanno preparando l’olocausto
atomico del Popolo d’Israele e la spartizione della città di Dio…». |
R: Questo è tipico del «sionismo cristianizzato» di vedere un
mega complotto internazionale contro Israele, anche se attualmente non è vero e
non ce ne sono le prove. Quali sono concretamente queste «nazioni» (al plurale)
che secondo i rapporti dell’intelligence internazionale hanno la bomba atomica e
stanno preparando addirittura un «olocausto atomico»? Dove stanno le prove
incontrovertibili? |
A: Si afferma che «il Signore degli Eserciti (YHWH ZEVAOT)… in
Cristo Gesù ci ha fatto concittadini dei santi (Efesini 2)». |
R: Ora, però, come ci insegna l’AT e il NT, i «santi» non erano
l’intero Israele, ma solo il resto fedele, che nel NT viene chiamato «l’Israele
di Dio» (Gal 6,16). Confondere il «resto fedele» d’Israele, che è entrato nella
chiesa avendo accettato Gesù quale Messia promesso, con l’Israele etnico è un
grave errore, ma è tipico del «sionismo cristianizzato». Esso ipotizza quasi che
l’Israele storico abbia un’altra via di salvezza rispetto all’Evangelo! Questo è
un grave inganno. Di là da ciò che Dio farà ancora col suo popolo nel futuro,
l’Israele etnico non è attualmente il «vero Israele», ma lo sono solo coloro che
hanno creduto all’Evangelo. «Non tutti i discendenti da Israele sono Israele;
né per il fatto che sono progenie d’Abramo, son tutti figli d’Abramo» (Rm
9,6s). Paolo dichiarò chiaramente che «non i figli della carne sono figli di
Dio: ma i figli della promessa son considerati come progenie» (v. 8). I
«figli della promessa» sono solo coloro che hanno accettato Gesù come Messia-Re,
indipendentemente se sono Giudei o Gentili (vv. 24.30ss; Gal 3,29).
|
A: «Vi comunichiamo infine che, Dio piacendo, dal 26 settembre al
3 ottobre ancora una volta saliremo a Gerusalemme per la Festa delle capanne per
incontrare lo sposo Gesù nella Sua Città. (Cerchiamo partecipanti al viaggio.
Invitate i fratelli !!!)». |
R: Questo annuncio mi ha lasciato particolarmente esterrefatto
dal punto di vista biblico e teologico. Questa è una delle conseguenze del
«sionismo cristianizzato». Gesù disse alla Samaritana: «Donna, credimi; l’ora
viene che
né su questo monte né a Gerusalemme
adorerete il Padre… Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori
adoreranno il Padre in ispirito e verità» (Gv 4,21.23). Il «sionismo
cristianizzato» pretende di mettere indietro le lancette del tempo e di
associarsi ai Giudei etnici nel pretendere ciò che si praticava al tempo della
Samaritana: «I nostri padri hanno adorato su questo monte, e voi dite che a
Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare» (v. 20). Perciò il
«sionismo cristianizzato» pretende che si possa solo «incontrare lo sposo Gesù
nella Sua Città» (che si crede che tornerà per la «Festa delle capanne»)! Paolo,
annunziando ai Tessalonicesi il ritorno del Signore (2 Ts 2,1ss), non ingiunse
loro di recarsi a Gerusalemme quale unico luogo per sperimentare il suo ritorno.
Privilegiare Gerusalemme in connessione con Gesù Cristo, prima dell’inizio del
regno messianico, significa riportarci alla superstiziosa logica delle crociate,
secondo cui la presenza nei luoghi, in cui è stato Gesù, «caricherebbe» le
persone di maggiore «energia» (grazia, benedizione, ecc.). Questa è però la
tipica mentalità che si trova anche nello spiritualismo di stampo mistico ed
esoterico, che crede che certi luoghi siano così pregni di «energia divina», che
bisogna andare lì per ricaricarsi.
Si noti pure che mai nel NT Gerusalemme
è chiamata la «sua città» (Mt 9,9 Capernaum, dove aveva una casa). Dopo
l’ascensione al cielo, Gesù non ha una casa in terra né una città; al contrario,
la «nuova Gerusalemme» celeste è la patria dei credenti! (Eb 12,22). Quanto alla
Gerusalemme terrestre l’Apostolo Giovanni scrisse invece che «la gran città…
spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il loro Signore è stato
crocifisso» (Ap 11,8). |
A: «Sentitevi partecipi di questa grande chiamata e pregate che
il Signore vi equipaggi spiritualmente ed economicamente per venire a gioire al
tempo da Lui preparato». |
R: È veramente il Signore a invitare a «questa grande chiamata»?
È proprio «Lui» ad aver «preparato» tale tempo in cui gioire? Dov’è scritto nel
NT che i cristiani delle nazioni debbano osservare il «vecchio patto» e i suoi
sabati? Questa è solo la logica ideologica del «sionismo cristianizzato». Il NT
afferma invece: «Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o
rispetto a feste, o a noviluni o a sabati, che sono
l’ombra di cose che dovevano
avvenire; ma il corpo è di Cristo» (Col 2,16s). E ancora: «Voi osservate
giorni e mesi e stagioni e anni. Io temo, quanto a voi, d’essermi
affaticato invano per voi»
(Gal 4,10). |
Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella,
Šabbât
(Punto°A°Croce, Roma 1999), gli articoli: «Questioni intorno al sabato
ebraico», pp. 46-50; «La questione della legge», pp. 57-69; cfr. qui anche
altri articoli connessi.
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Il sionismo cristiano
{Nicola Martella}
28-01-2007;
Aggiornamento:
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