Per «lettere a catena» o per «catena di sant’Antonio» s’intende una lettera in
cui s’intima al destinatario di ricopiarla un certo numero di volte e di spedire
tali copie entro un certo spazio di tempo. Si minaccia che chi spezza tale
«catena» sarà colpito da un gran male entro un breve spazio di tempo. L’ultima «lettere a catena» che mi è arrivata per
e-mail in più copie e da mittenti diversi è questa: «Buongiorno, è troppo
buffo. Invia questa e-mail a 15 persone entro 14 minuti. Dopodiché premi il
tasto F6 e vedrai comparire il nome della persona che ti ama. È troppo buffo
perché funziona! Se spezzi questa catena avrai dei grossi problemi d’amore,
tutta la tua vita si fermerà a mezzanotte, perciò invia questo messaggio facendo
copia-incolla». Era inviata a un certo numero di persone e il testo
mostrava che anche altri avevano fatto la stessa cosa. Ho risposto loro all’incirca come segue: «Questo
messaggio l’ho ricevuto da voi e ve lo rimando (scusandomi per le altre
«vittime» qui presenti») con questa mia massima: “Da
Adamo in poi è una costanza: gli sciocchi sono in maggioranza”. Gli
“sciocchi” sono, in questo caso, coloro che hanno pensato a questa facezia; essi
si sono poi serviti della creduloneria dei “moltiplicatori di idiozie” — come si
può vedere dai mittenti — i quali, per gioco o per strizza, hanno mandato in
giro tali stupidate. Mi scuso per coloro che sono stati coinvolti da loro e che
ricevono la presente, ma è per avvisarli di quanto segue: ■ 1) Non partecipate a tali superstizioni: aumentano
solo l’irrazionalità. ■ 2) Non mandate in giro tali stupidate: contribuiscono
solo a intasare inutilmente il web con tale spam. ■ 3) Cercate il Signore e non avrete paura di tali
minacce superstiziose. Dio disse al suo popolo: «Non imparate a camminare
nella via dei pagani, e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono i dei
quelli che ne hanno paura» (Geremia 10,2).
Qualcuno ha detto che la superstizione è la religione delle menti deboli. È
molto più vantaggioso nutrire in se stessi il «timor di Dio» (ossia una
devozione e un rispetto ubbidiente verso il Signore) e cercare l’Onnipotente, il
quale sostiene chi lo invoca! Tali sciocchezze superstiziose invece fanno
impressione solo su menti labili. Saluti».
Per approfondire il tema delle lettere a catena, si veda l’articolo
«Alcune forme di superstizione» in Nicola Martella,
La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma
1992), pp. 314-317. Qui ci sono vari esempi di «lettere a catena» di
differente genere (superstizioso, religioso, pseudo religioso) e su
diverso supporto (p.es. sulle banconote!). |
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esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Irene Bitassi}
▲
Ogni tanto mi capita di ricevere delle cosiddette «catene di sant’Antonio». Anni fa avevo partecipato a un paio via posta normale:
una richiedeva di spedire la ricetta favorita al quart’ultimo della lista, un
altro una cartolina. Non si faceva riferimento alla sfortuna o altre minacce
superstiziose, ma era solo un modo semplice e simpatico perché, continuando la
catena, si potessero poi ricevere cartoline e ricette dai posti più disparati
d’Italia. Ultimamente, però, mi arrivano via mail solo queste
sciocchezze che promettono ricchezze e minacciano sventure. Non so se chi me le
manda (di solito la stessa persona) ci creda, visto che me le rigira sempre;
forse ha semplicemente dei «buchi» di tempo in ufficio che riempie anche così.
Non ho mai rigirato queste mail a nessuno, ma non mi era mai venuto in mente di
rispondere al mittente. Potrebbe essere una buona idea, anche se per la persona
che di solito mi invia le catene, le parole usate da te mi sembrano un po’ forti
(credo che, invece di leggervi una sana esortazione, si offenderebbe e basta),
però non dovrebbe costare molto tempo studiare qualcosa ad hoc, quando mi
arriverà (immancabilmente) la prossima.
2.
{Nicola Martella}
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Secondo gli esperti, il termine «catena di sant’Antonio?» deriverebbe dalla
seguente prassi, molto diffusa a partire dagli anni Cinquanta del 20° secolo
scorso: la lettera, che si riceveva, iniziava con questa ingiunzione: «Recita
tre Ave Maria a Sant’Antonio»;poi proseguiva descrivendo le fortune
capitate a chi l’aveva ricopiata e le disgrazie che avevano invece colpito chi
ne aveva interrotto la diffusione, compresi i suoi parenti e amici.
Agli inizi la catena si diffondeva ricopiando a mano il testo e
spedendolo per posta. L’avvento delle fotocopiatrici rese più facile il
procedimento. L’arrivo di Internet con la distribuzione istantanea via
e-mail ha fatto proliferare le numerose iniziative di mandare in giro
varie bufale e «lettere a catena»
Si vedano al riguardo il
Centro per la raccolta delle voci e delle leggende contemporanee
e il
Servizio Antibufala.
A proposito delle bufale con cui alcuni intasano internet, ultimamente
ho risposto a una di loro con questi miei versi:
Le bufale sono tante
milioni di milioni:
non discerne quante
chi è tra i creduloni.
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Lettere_catena_Oc.htm
25-04-2007; Aggiornamento: 16-10-2007 |