Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca nazionale e l’Epoca Assira.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca nazionale («Libri storici e profetici I»: dalla conquista all’esilio):
■ I Libri Storici in generale
■ L’epoca Premonarchica
■ Giosuè
■ Giudici
■ Rut
■ L’epoca Monarchica
■ Samuele
■ Re
■ Cronache
■ I Libri Profetici in generale.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca assira («Libri storici e profetici II»):
■ L’epoca assira in generale
■ Abdia
■ Gioele
■ Giona
■ Osea
■ Amos
■ Isaia
■ Michea
■ Nahum.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BIBBIA E TELEGIORNALI? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Fernando De Angelis comincia il suo interessante articolo «Bibbia e telegiornali» come segue: «Come verrebbe oggi riportato l’episodio nel quale Elia taglia la gola a 450 profeti di Baal? (1 Re 18,19.40). E che si direbbe dell’ordine di Dio di cancellare totalmente l’intero popolo di Amalek? (Dt 25,19). Conosco teologi preparatissimi e che si dichiarano "biblici", ciononostante cercano d’accreditare come «pacifista» anche l’Antico Testamento, arrampicandosi sugli specchi quando si trovano davanti a episodi come quello delle mura di Gerico, crollate con la sola preghiera e i cui abitanti furono tutti uccisi per l’ordine dato da Dio a Giosuè (Gs 6). Non a caso i predicatori stanno alla larga dal libro di Giosuè, che pure fa parte della Bibbia, e quelli che ci prendono spunto lo fanno in genere per esortare alla "conquista spirituale"; non sto certo a biasimarli, perché ormai le chiese sono per lo più affollate da persone che ragionano secondo gli schemi dei telegiornali e, se ci si discosta troppo, restano scandalizzate».

    Poi a un certo punto afferma: «I telegiornali partono dal presupposto che siamo tutti innocenti (a parte i pedofili, gli assassini e pochi altri), mentre la Bibbia considera che più o meno, direttamente o indirettamente, siamo tutti colpevoli». È un articolo che susciterà reazioni ambivalenti. Consiglio prima di leggerlo interamente e poi di intervenire con proprie riflessioni in questo tema di discussione.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Filippo Privitera

2. Nicola Martella

3. Davide Crudo

4. Nicoletta Vitale

5. Guerino De Masi

6. Sergio Graffeo

7. Nicola Martella

8. F. De Angelis

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Filippo Privitera}

 

Ti ringrazio per questa segnalazione. Ho appena letto per intero il testo dell’articolo del De Angelis... Una cosa appare subito evidente: l’autore dell’articolo ha una certa conoscenza delle Scritture, e pare si preoccupi particolarmente, tra le righe, di mostrare la propria cultura biblica!

     Mi piacerebbe porre al De Angelis una domanda semplice, banale e forse irriverente: «Al di là d’ogni discorso persuasivo, chi è Dio per Te?». Mi ritornano forti, alla mente e al cuore, le parole di Balaam in Nu 23,19 e seguenti.

     Credo, fratello Nicola, che oggi ancor più del passato, siano valide le raccomandazioni di Paolo in 2 Tm 4,1-5. Il Signore ti benedica. {06-01-2008}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Caro Filippo, shalom. Grazie delle tue riflessioni. Ti faccio sapere che l’autore dell’articolo è un caro fratello esperto specialmente in cultura biblica e creazionismo / evoluzionismo. Sul sito «Fede controcorrente» troverai sia «Proiezioni Culturali» con tanti suoi articoli, sia un «Dizionario sull'evoluzione». Forse dovresti rileggere l'articolo e vederlo specialmente nell'ottica del suo discorso portato avanti da lui nella rubrica «Cultura biblica». Penso che egli stesso non mancherà di risponderti anche personalmente.

 

 

3. {Davide Crudo}

 

Ho riletto tutto l’articolo di De Angelis e credo che abbia in parte ragione: molti cristiani dovrebbero «spiegare» meglio la Parola di Dio, spesso lo fanno ma nel modo sbagliato. Il Dio dell’AT non era un Dio più cattivo e crudele che poi si è convertito nel NT, per poi tornare a essere spietato nell’Apocalisse perché ha finito la pazienza.

     Bisogna entrare nel contesto del discorso: se non si conosco bene i fatti non si può analizzare nel modo corretto una situazione. Ai tempi d’Elia, la regina Iezebel, faceva uccidere tutti i profeti di Dio. Se i profeti di Baal si fossero pentiti, Dio li avrebbe perdonati come fece con Davide 300 anni prima; Dio però conosce i cuori delle persone. Gli stessi Amalekiti erano un popolo che faceva tutto ciò che era malvagio agli occhi di Dio; se si fossero pentiti il Signore li avrebbe perdonati. Dio conosce i cuori.

     Dio perdona il peccatore che si ravvede; Gesù è l’essenza di Dio che diviene uomo per insegnarci che Lui ci vuole perdonare. Un uomo che non aveva mai peccato [Adamo, N.d.R.], è stato sconfitto dal peccato facendo sì che esso entrasse nel mondo e contaminasse tutta la razza umana; c’era bisogno d’un altro uomo in carne e ossa che ha conosciuto le tentazioni carnali, ma che ha sconfitto il peccato, non lasciandosi mai dominare da esso, per ricondurre l’uomo al suo Creatore. Il primo passo per il ravvedimento spetta all’uomo, Dio fa il resto. {07-01-2008}

 

 

4. {Nicoletta Vitale}

 

Riguardo a quest’articolo, devo dire che da quando parlo di Dio e cerco d’evangelizzare, mi sono scontrata con molte persone che non riescono ad accettare Dio nella loro vita, proprio perché non credono che Dio possa essere un Dio che giudica e fa morire le persone, ecc. ecc.

     I mass media e soprattutto la religione cattolica mostra un Dio d’amore e misericordioso (sicuramente lo è, ma non è solo questo), ma non ha mai usato la franchezza nel dire la verità, forse per paura di perdere i credenti. E cioè che Dio, oltre a essere amore, è anche un Dio giusto che pratica la sua giustizia e che non siamo tutti suoi figli, se crediamo di poter fare tutto ciò che vogliamo, disinteressandocene di Lui... e poi credere che Dio li salverà perché in fondo loro non hanno fatto nulla di male e Dio è un Dio amorevole...

     Insomma credo che più che un Dio d’amore si siano fatti un’immagine d’un Dio un po’ «manipolabile»... un Dio in base alle proprie voglie e alla propria convenienza!!  {07-01-2008}

 

 

5. {Guerino De Masi}

 

Fernando De Angelis ha pienamente ragione! E qui è bene il caso di dirlo, il suo testo è «controcorrente» anche negli ambienti evangelici. Non dovunque... ma in larga misura, mi pare, viene privilegiato il numero dei neofiti a scapito forse dell’annuncio di «tutto» il Vangelo. Il profumo di salvezza per coloro che credono in Gesù, non sempre è evidenziato come «odore» di morte per coloro che lo rifiutano.

     Eppure Gv 3,16 così giustamente sempre predicato per chiamare a ravvedimento, comporta per chi non crede (nel Figlio Unigenito dato da Dio che ha tanto amato il mondo), un messaggio di perdizione!

     Bisogna forse che si parli di più, o meglio, di questa perdizione, che è cosa certamente terribile, impopolare, ma pur sempre parte dell’annuncio evangelico al ravvedimento e alla conversione.

     Ricordo anni fa, in occasione d’una predicazione nel nord Italia, che mi si chiedeva di non essere molto aggressivo perché v’erano presenti dei cattolici, i quali ne risentirebbero se il messaggio denunciasse troppo esplicitamente e fortemente la necessità d’uscire dalla loro forma idolatra-religiosa.

     Io che stavo lottando con le scuole per miei figli, ai quali gli si voleva imporre l’ora alternativa fatta di niente in opzione all’ora di religione cattolica romana, in quegli anni, non ero certo a corto d’argomenti per invitare alla sorgente pura della Parola piuttosto che alla tradizione che annulla la Parola di Dio.

     Quanto a considerare un po’ tutti innocenti, non sono solo i media... ma il pensiero galoppante della psicologia che ti toglie la colpa addossandola agli altri, quando la Parola ci evidenzia invece tutta la nostra colpevolezza riversandola sul Signore Gesù al Calvario. Questa sì che è liberazione... non come il mondo la dà!

     Credo che da qualche parte, in questo sito, ho letto che volersi difendere dagli errori si rischia di farne altri altrettanto sconsiderati (lì è detto un pochino meglio... e più da «letterato», ma credo d’averne colto il succo, o no?).

     È così, quando si predica l’amore di Dio e l’amore di Dio soltanto, tralasciando la sua giustizia, la sua sovranità e santità, s’adultera, se non lo si storpia, il messaggio del Vangelo che richiede completezza.

     In ogni modo, lo Spirito Santo agisce ugualmente «scrivendo dritto anche sulle nostre righe storte» (qui la citazione ci stava).

     Che queste riflessioni ci portino più a vigilare sul nostro messaggio che comunichiamo, che alle devianze di «alcuni», i quali hanno da rendere conto al loro Padrone e a Lui soltanto. Non siamo forse solo servi? {07-01-2008}

 

 

6. {Sergio Graffeo}

 

Carissimi fratelli, sono Sergio Graffeo e sono membro d’una piccola comunità a Palermo, ho fatto il mio incontro con il Signore negli anni Settanta quando avevo 19 anni e Dio ha permesso che facessi tante esperienze in questi anni. Ho letto con interesse l’articolo di questo fratello De Angelis e i commenti e credo che tutti voi facciate un errore di fondo perché considerate la società odierna come qualche cosa che può comprendere le cose di Dio.

     Ma noi sappiamo che l’uomo naturale non ha un concetto chiaro di cosa vuole dire incontrare Dio, ha sentito dire, ma non ha conosciuto Dio (come dice il papa nella sua ultima enciclica). Ecco che allora il Signore affida a noi questo compito di fare conoscere Dio e Gesù (noi che lo abbiamo conosciuto, se lo abbiamo conosciuto) in una maniera che le persone possano farsi delle domande, comprendere, avere il desiderio di leggere la Bibbia.

     Ma vi domando, forse le persone si convertiranno se presentiamo loro il Dio vendicativo e feroce del V.T. (anche se dobbiamo stare molto attenti nel comprenderlo perché ricordiamoci che stiamo parlando d’episodi avvenuti migliaia d’anni fa e di cui non possiamo comprendere appieno il significato se non nelle sue linee generali) o se vedranno in noi delle persone aperte, rispettose, che non si sentono migliori di loro, piene d’amore nei loro riguardi (perché Dio ci ha amati per primo), che gli parlano d’un Dio che si prende cura di loro, vivente, che ha mandato il suo Figliolo a morire per i nostri peccati, insomma d’un Dio che mai hanno conosciuto ma che possono conoscere? Veramente ancora vi meravigliate di quello che succede, altro che telegiornali!!!

     Certo anche io so che Dio è giusto e che alla fine ci sarà il giudizio, ma già da ora l’uomo naturale vive nell’inferno della sua separazione da Dio, ecco che allora basta sentire i telegiornali, ma meglio ancora leggere le lettere di Paolo, che sembrano scritte oggi.

     Io posso dire che ho accetto Gesù perché altre persone mi hanno parlato del suo amore per me, e perché ho visto che veramente mettevano in pratica quello che dicevano.

     Io credo che se veramente vogliamo essere ortodossi preoccupiamoci di quello che avviene all’interno della chiesa dove la falsa dottrina della prosperità (per non parlare delle guarigioni a tutti i costi) sta dilagando e sta creando false aspettative nella vita delle persone, e un cancro irrefrenabile che genera confusione e frustrazione in tante persone sincere e ingenue. Concludo, sperando d’avere fatto comprendere il mio pensiero. {09-01-2008}

 

 

7.. {Nicola Martella}

 

Dapprima una nota di fair-play. Eviterei espressioni tipo «...credo che tutti voi facciate un errore di fondo perché…», e direi invece qualcosa come: «Sono convinto che…», aggiungendo poi il proprio pensiero. Infatti una tale espressione (tutti voi) fa apparire arrogante chi la formula e impedisce il dialogo oppure, al contrario, suscita le reazioni intellettuali o viscerali di altri.

     Faccio anche notare che, quantunque compaia nelle nostre traduzioni, nel testo greco del NT non esiste un «uomo naturale», ma «l’uomo psichico», ossia che si basa sulle possibilità della sua sola mente e non sulla rivelazione dello Spirito di Dio mediante la sua Parola, come fa invece «l’uomo pneumatico», ossia l’uomo diretto dallo Spirito (1 Cor 2,14ss).

     Ricordiamoci comunque che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,27; 5,1s) e rimane tale anche oggi (Sal 8; Gcm 3,9). Dove non rifiuta il Dio vivente a priori, non lo sostituisce con idoli e non si indurisce verso di Lui, lo Spirito del Signore può rivelargli la verità (Gv 16,8ss) ed egli può capirla. Altrimenti non si convertirebbe più nessuno. Paolo disse ai Corinzi: «Siete voi la nostra lettera, scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini» (2 Cor 3,2). «Dio, nostro Salvatore,… vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,3s). Il Dio vivente rimane «il Salvatore di tutti gli uomini, principalmente dei credenti» (1 Tm 4,10). «La grazia di Dio [è] salutare per tutti gli uomini» (Tt 2,11). Paolo non si tirò indietro a parlare non solo ai Giudei, ma anche ai Gentili, come avvenne ad Atene (At 17,22ss).

     La questione della teodicea, ossia la giustificazione di Dio, è trattata specialmente nel libro di Giobbe. Gli amici di Giobbe presentarono un’immagine giustificatoria di Dio, ma alla fine Dio diede ragione a Giobbe e biasimò tali uomini [cfr. «Giobbe», Radici 1-2, pp. 79-87]. Quando parliamo di Dio agli altri, dobbiamo farlo per antinomie: amorevole – giusto, misericordioso – santo, eccetera (Es 34,6s; Nu 14,18). Così eviteremo di farne e trasmetterne un’immagine di parte, parziale e ideologica (p.es. sovrano inavvicinabile, poliziotto, zio buono).

 

 

8. {Fernando De Angelis}

 

Ringrazio Filippo Privitera, Nicola Martella, Davide Crudo, Nicoletta Vitale, Guerino De Masi e Sergio Graffeo per aver arricchito il dialogo sul tema proposto e per gli incoraggiamenti ricevuti. Non ci sono però particolari domande o considerazioni che richiedano una replica, salvo quando Privitera che mi chiede chi è Dio per me: mi sembra che sia chiaro il mio professarmi «evangelico», perciò Dio è per me il mio Salvatore e Signore.
    Daniele Garota, riguardo a «Bibbia e telegiornali», mi ha scritto direttamente questo: «Ben fatto il tuo intervento riguardo alla violenza nella Bibbia. Così si fa vera teologia, alla maniera dei "pescatori" magari, ma andando al cuore delle domande e mai accontentandosi di risposte acquistate a prezzo stracciato al mercatino delle ovvietà». {16-01-2008}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Bibbia_telegiornali_R34.htm

07-01-2008; Aggiornamento:

 

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