Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Manuale Teologico dell’AT

 

3. Cultura biblica

Scrivi @ F. De Angelis

Spiegazione delle rubriche

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIBBIA E TELEGIORNALI

 

 di Fernando De Angelis

 

Come verrebbe oggi riportato l’episodio nel quale Elia taglia la gola a 450 profeti di Baal? (1 Re 18,19.40). E che si direbbe dell’ordine di Dio di cancellare totalmente l’intero popolo di Amalek? (Dt 25,19).

     Conosco teologi preparatissimi e che si dichiarano «biblici», ciononostante cercano d’accreditare come «pacifista» anche l’Antico Testamento, arrampicandosi sugli specchi quando si trovano davanti a episodi come quello delle mura di Gerico, crollate con la sola preghiera e i cui abitanti furono tutti uccisi per l’ordine dato da Dio a Giosuè (Gs 6). Non a caso i predicatori stanno alla larga dal libro di Giosuè, che pure fa parte della Bibbia, e quelli che ci prendono spunto lo fanno in genere per esortare alla «conquista spirituale»; non sto certo a biasimarli, perché ormai le chiese sono per lo più affollate da persone che ragionano secondo gli schemi dei telegiornali e, se ci si discosta troppo, restano scandalizzate.

     Specie le chiese migliori, paradossalmente; perché le chiese migliori sono quelle nelle quali ci sono molti nuovi credenti, i quali sono da poco arrivati portandosi il bagaglio delle loro vecchie idee e, prima d’aver avuto il tempo di smaltirle, hanno già testimoniato efficacemente ad altri che a loro volta si sono aggiunti, in una «catena di fede» indubbiamente molto bella, ma nella quale non si è avuto tempo per approfondire il testo biblico, dovendo giustamente concentrarsi sull’essenziale.

     Non voglio criticare nessuno, perciò, ma solo tentare d’arginare un pensiero più o meno implicito che serpeggia anche fra i cristiani, i quali sembra che «perdonino» il Dio dell’Antico Testamento solo perché si sarebbe poi «convertito» nel Nuovo Testamento, dove vedono manifestarsi un Gesù tutto amore e compassione. È vero che Gesù non è stato violento, ma è scritto che poi lo sarebbe stato e lo sarà. Alle città della Galilea che avevano disprezzato la sua opera annunciò un giudizio più severo di quello toccato a Sodoma (Mt 11,20-24). Quando tornerà sulla Terra da re ha già fatto comprendere che non si lascerà certo crocifiggere di nuovo, ma si comporterà in modo non molto diverso da quello d’Elia (Lc 19,27), non a caso presente sul Monte della Trasfigurazione e sull’esempio del quale s’era mosso Giovanni Battista (Lc 1,13-17; 9,30).

     E dell’Apocalisse che ne facciamo? In quel libro Gesù appare ancora come un agnello che porta i segni dell’essere stato offerto in sacrificio (Ap 5,5-6), ma lì il tempo della sua pazienza è finito, lasciando il posto alla sua giustizia e alla sua ira: è infatti lui che apre i sette sigilli, con i terrificanti giudizi che l’apertura comporta (Ap 6,12-17).

     Quando Giobbe non riuscì più a capire e approvare l’operato di Dio, si mise a gridare il suo dissenso e a fargli domande in un modo che noi consideriamo irriverente, mentre la vera irriverenza è quella di stravolgere la Parola di Dio, per adattarla al nostro razionalismo. Dio, sorprendentemente, apprezzò più le parole di Giobbe che quelle mielose dei suoi amici, allora è meglio gridare a lui le nostre domande, anche se egli forse ci risponderà con altre domande per farci riflettere, facendoci capire meglio le sue motivazioni e la sua opera.

     Montagne di carta e fiumi di parole sono state e sono dedicate al crollo delle Torri Gemelle (settembre 2001, circa 3.000 morti), ma uno strano silenzio ha subito avvolto il molto più devastante tsunami (dicembre 2004, circa 230.000 morti). Per quali cause si è verificato lo tsunami? Forse il Creatore non ha fatto bene l’opera? Oppure Dio è certamente buono, ma anche di limitata potenza? Ci potrebbe essere in futuro uno tsunami ancora più devastante? Mi pare che il papa non sia andato oltre lo scontato invito a soccorrere le vittime e anche i teologi evangelici si sono per lo più tenuti alla larga dal problema. La politica dello struzzo e quella di selezionare le parti della Bibbia più rassicuranti non può essere una strategia di lunga durata. È vero che certi passi biblici sono sconvolgenti, ma proprio per questo (parafrasando Sergio Quinzio) la Bibbia può fornirci una chiave di lettura per questo sconvolgente mondo.

     I telegiornali partono dal presupposto che siamo tutti innocenti (a parte i pedofili, gli assassini e pochi altri), mentre la Bibbia considera che più o meno, direttamente o indirettamente, siamo tutti colpevoli. Dio considera questo mondo responsabile dell’uccisione del suo unico Figlio Gesù perché siamo della stessa natura e figli di chi lo crocifisse, mentre per i telegiornali Gesù era al massimo una brava persona, uccisa da qualche malvagio dirigente di quel tempo col quale non abbiamo nulla da spartire: prima ci si lavava la coscienza considerando responsabile il popolo ebreo, ora non si percepisce più nemmeno il senso di quella crocifissione che ha segnato uno spartiacque nella storia dell’umanità, aprendo una voragine che solo un pentimento mondiale potrebbe rimarginare.

     Queste considerazioni ne stimolerebbero altre, ma se si va dietro alle connessioni non si finisce più e allora è meglio per il momento fermarsi qui, rileggendo la Bibbia senza sorvolarne le parti difficili, anzi privilegiando proprio quelle.

 

Per l’approfondimento si veda la seguente letteratura:

     ■ Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento(Punto°A°Croce, Roma 2002): «Conoscenza di Dio», pp. 116-119; «Credo storico», pp. 125s; «Giudizio», pp. 172s; «Giudizio storico», p. 173; «Jahwè: azione verso i re delle nazioni», pp. 204-207; «Jahwè: azione verso i re d’Israele e di Giuda», pp. 207-ss; Jahwè: regno universale», pp. 209s; «Nazioni e Dio», p. 237; «Regno escatologico», pp. 298s.

     ■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007): «Il giorno di Jahwè», pp. 107-115; «I vari giudizi escatologici», pp. 214-219; «La tribolazione», pp. 246-269; «Resa dei conti finale», pp. 308s.

 

► URL:

http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/309-Bibbia_telegiornali_MT_AT.htm

05-01-2008; Aggiornamento: 07-01-2008

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce