Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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COME SCEGLIERE I PROPRI GOVERNANTI

 

 di Nicola Martella

 

A ogni elezione ritorna il dilemma di come scegliere coloro che ci rappresenteranno a livello nazionale, regionale, provinciale o comunale, ossia coloro che faranno leggi, decreti e delibere e che le faranno applicare nei prossimi anni. Alcuni ragionano spesso per appartenenza politica fideistica (partito come religione laica), secondo schemi ideologici del passato. Altri si fanno abbagliare dalla prestanza e dalla retorica, senza badare ai contenuti. Altri ancora sono attenti alle paure e alle illazioni che alcuni politici suscitano nei confronti dei loro avversari. Poi c’è chi crede alle «promesse da marinaio» che fanno alcuni politici in campagna elettorale, giocando a «chi offre di più».

     Come cristiani fedeli alla Bibbia ci interessano soprattutto alcuni principi morali, ricavati dalla sacra Scrittura, con cui misurare le persone e con cui scegliere quelle migliori. Specialmente l’Antico Testamento ha tanto da insegnare sulla politica e sui governanti giusti; si vedano in particolar modo gli Scritti Sapienziali. Prescindiamo qui dal contesto teocratico e traiamo dai brani biblici solo alcuni «principi laici».

 

I CAPI DA SCEGLIERE

     ■ Criteri: Chi è in posizioni di comando non deve ricercare prestigio e potenza personale o militare (Dt 17,16), deve tenere nei limiti l’espansione del suo clan familiare e non deve mettere come priorità la ricerca della ricchezza (v. 17). Tale governante non deve elevarsi al disopra degli altri né deve deviare minimamente dalla legge, ma anzi la deve conoscere molto bene e praticare con scrupolosità (vv. 19s).

     ■ Autorità: Per avere un riconoscimento politico, bisognava che tali capi fossero già conosciuti «come anziani [= guide] del popolo e come aventi autorità sopra di esso» (Nu 11,16). Non si trattava quindi dei primi venuti, di gente incapace e incompetente, ma di chi già portava responsabilità a diverso titolo.

     ■ Saggezza: La sapienza è una delle peculiarità principali che deve caratterizzare ogni governante. Essa è più che solo accumulo di nozioni o mero sapere, ma è saper fare. Capi e magistrati devono essere saggi e lasciarsi correggere (Sal 2,10). La sapienza personificata afferma giustamente: «Per mezzo di me regnano i re, e i principi decretano ciò che è giusto. Per mezzo di me governano i capi, i nobili, tutti i giudici della terra» (Pr 8,15s).

     ■ Sagacia e competenza: Per stabilirli come capi del popolo ai suoi diversi livelli, devono essere «uomini saggi, intelligenti e conosciuti» (Dt 1,13.15). L’ordine dura a lungo con un uomo intelligente e pratico delle cose (Pr 28,2). Un governante non deve avere solo conoscenze teoriche ma anche esperienze pratiche, acquisite sul campo e anche in settori differenti dal proprio (Ec 9,5).

     ■ Moralità: I governanti devono avere orrore a fare il male, devono esercitare bontà e fedeltà, sapendo che la loro posizione è resa stabile dalla pratica della giustizia e della bontà (Pr 16,12; 20,28). A un capo non s’addicono labbra bugiarde (Pr 17,7). Egli deve usare prudenza morale, tenendosi lontano dalle estorsioni e dal lucro disonesto, per poter durare a lungo (Pr 28,16). I governanti non devono avere stravizi, poiché coloro che si danno a essi sono portati a dimenticare la legge e disconoscere i diritti d’ogni povero afflitto (Pr 31,4s). «Guai a te, o paese,… i cui principi mangiano fin dal mattino! Beato te, o paese,… i cui principi si mettono a tavola al tempo convenevole, per ristorare le forze e non per ubriacarsi!» (Ec 10,16s).

     ■ Equità: Un capo deve esercitare giusto giudizio e giustizia, trattando i miseri con equità (Sal 72,1s) e facendo loro ragione, poiché sarà così che egli stesso potrà durare (Pr 29,14). Perciò dev’essere un conoscitore della legge e suo difensore cosicché, «quando pronuncia il giudizio, la sua bocca non erri» (Pr 16,10). Dev’essere capace di riconoscere i disonesti (Pr 20,26). Chi è in autorità, «rende stabile il paese con la giustizia; ma chi pensa solo a imporre tasse, lo rovina» (Pr 29,4). Governare con giustizia ed equità permette la sicurezza e il benessere del paese (Is 32,1s).

     ■ Carattere: Oltre a quanto già detto, un capo con la sua serenità deve incutere fiducia e forza negli altri (Pr 16,15). Data la sua onestà e il suo senso di giustizia, deve dissipare già con la sua presenza ogni male (Pr 20,8). Dev’essere curioso di sapere e di aggiornamento (Pr 25,2).

     ■ Condotta politica: Un capo non dev’essere vanaglorioso in presenza di quelli più altolocati di lui, né deve ambire a salire ai vertici, a qualunque costo, ma deve saper aspettare i tempi giusti (Pr 25,6s). Si tratta di governanti che non esercitano violenza, rapine ed estorsioni a danno del popolo, ma praticano diritto e giustizia (Ez 45,9). Un capo dev’essere uno che va avanti agli altri e li sa guidare (Pr 30,31).

     ■ Età: «Meglio un giovinetto povero e saggio, d’un re vecchio e stolto che non sa più ricevere ammonimenti» (Ec 4,13). Come non pensare al giovane Davide e allo stolto Saul che dilapidò le sostanze dello Stato per le sue mire e ambizioni? D’altra parte troppi pochi anni possono essere anch’essi un pericolo, a causa della poca esperienza e dei capricci dell’età (Ec 10,16; Is 3,4).

     ■ Collaboratori: Egli deve circondarsi di persone che amano la purità di cuore e hanno la grazia sulle labbra (Pr 22,11). Deve altresì avere come collaboratori persone prudenti e capaci (Pr 14,35; 22,29), che abbiano labbra giuste e parlino rettamente (16,13). Come si toglie dall’argento le scorie, così un capo deve allontanare da sé i disonesti, affinché egli stesso possa sussistere stabilmente nell’esercizio della giustizia (Pr 25,4s).

 

I CAPI CHE NON BISOGNA SCEGLIERE

     ■ Corrotti e concussi: Isaia li chiamò «capi di Sodoma» (Is 1,10), ossia perversi e corrotti, e li caratterizzò come segue: «I tuoi principi sono ribelli e compagni di ladri; tutti amano i regali e corrono dietro alle ricompense; non fanno ragione all’orfano, e la causa della vedova non viene davanti a loro» (v. 23; cfr. Mi 3,11; 7,3). Tali governanti vengono paragonati a coloro che divorano il popolo e lo depredano (Is 3,14).

     ■ Dittatori: Bisogna guardarsi da ogni capo duro e crudele (Is 19,4). Si parla di capi che opprimono il popolo (Ez 45,8).

     ■ Stolti e insensati: Capi stolti danno consigli insensati e mettono in pericolo la nazione (Is 19,11). Essi, ritenendosi saggi, ingannano se stessi e traviano la loro nazione (v. 13).

     ■ Lascivi e immorali: «Quando hanno finito di sbevazzare si danno alla prostituzione; i loro capi amano con passione l’ignominia» (Os 4,18). «Essi rallegrano il re con la loro malvagità, e i capi con le loro menzogne… i capi si rendono malati a forza di scaldarsi col vino; il re stende la mano ai giullari» (Os 7,3.5).

     ■ Sovvertitori della giustizia: Si tratta di capi e magistrati che aborriscono ciò che è giusto, pervertono tutto ciò che è retto e fanno ogni cosa con iniquità (Mi 3,9s).

     ■ Associazione a delinquere: «Le loro mani sono pronte al male, per farlo con tutta cura: il principe chiede, il giudice acconsente mediante ricompensa, il grande manifesta la cupidigia dell’anima sua, e ordiscono così le loro trame» (Mi 7,3). «I suoi capi, in mezzo a lei [= Gerusalemme], sono leoni ruggenti; i suoi giudici sono lupi della sera, che non conservano nulla per la mattina» (Sf 3,3).

 

ASPETTI CONCLUSIVI

     Il consiglio che si può dare ai politici, può essere lo stesso che Giovanni Battista diede ai soldati: «Non fate estorsioni, né opprimete alcuno con false denunce e accontentatevi della vostra paga» (Lc 3,14). Agli esattori del fisco aveva appena detto: «Non riscuotete nulla di più di quello che v’è ordinato» (v. 13). Penso che criteri simili possano valere anche per i politici e possano essere principi, secondo cui scegliere i propri governanti.

     ■ Ci viene ingiunto: «Non confidate nei principi, né in alcun figlio d’uomo, che non può salvare» (Sal 146,3). I governanti sono una risorsa per una nazione, ma non sono un assoluto. Infatti essi possono promuovere il progresso materiale e morale oppure essere causa del malessere e della rovina di un paese.

     ■ Ci viene altresì comandato di essere sottomessi alle autorità superiori riconosciute (Rm 13,1ss; Tt 3,1; 1 Pt 2,13s); in ciò i cristiani devono essere un esempio positivo (cfr. 1 Pt 2,17). Ora, però, visto che possiamo eleggerle, è bene farlo con saggezza e criterio.

     ■ Inoltre ci viene ingiunto di pregare per i governanti, «affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta, in ogni devozione e onestà» (1 Tm 2,1s); così si fa bene a pregare il Signore perché, in tempo di elezioni, innalzi le persone oneste e abbassi quelle disoneste (cfr. Lc 1,51ss).

 

La quintessenza biblica della politica, intesa come amministrazione o partecipazione al bene della polis (città), la troviamo nell’ingiunzione che Dio diede ai Giudei che si trovavano nella diaspora babilonese: «Fabbricate delle case e abitatele; piantate dei giardini e mangiatene il frutto; prendete delle mogli e generate figli e figlie… Cercate il bene della città dove io vi ho fatti portare in cattività, e pregate l’Eterno per essa; poiché dal bene d’essa dipende il vostro bene» (Gr 29,4-7).

 

Come scegliere i propri governanti? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Governanti_scegli_Sh.htm

07-04-2008; Aggiornamento: 09-04-2008

 

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