2. VOLUTO E ATTESO!:
Nell’ambiente, in cui vivo qui in Germania, ho notato ultimamente un vero e
proprio boom delle nascite, che sembra andare in controtendenza rispetto allo
sviluppo demografico nazionale. È bello vedere come i futuri genitori, in
gioiosa attesa, preparino tutto per l’arrivo del loro bambino. Ci si dà pensiero
non solo sui nomi. Ci si procura tutti gli utensili necessari, dal seggiolino
fino al fasciatoio. Le case sono rese a prova di bambino, le auto vengono
attrezzate di conseguenza. Cercando di superare l’ansiosa attesa, tutto viene
armonizzato per l’avvento del neonato. E, infine, è arrivato! Il bambino viene
portato nella sua nuova casa. Egli è stato previsto, è stato voluto!
Dopo che Dio ha preparato
tutta la creazione, dopo che l’orchestra di Genesi 1 ha introdotto tutti gli
strumenti, nel versetto 26 si arriva al culmine della sinfonia. Tutto viene
preparato da Dio, che ha disposto e armonizzato ogni cosa. È giunto il momento:
ora l’uomo può essere creato e posto nel suo habitat naturale! In questa sommità
della sinfonia creazionale incontriamo, per la settima volta, un importante
attacco musicale. Ecco un altro colpo di tamburo. La tensione sale. Dio parla di
nuovo. Ora presenta il suo piano con solennità: «Facciamo l’uomo».
Ora, con chi parla Dio? Sta
parlando a se stesso? Perché usa qui il plurale? Nel corso della storia sono
state usate varie spiegazioni, per interpretare questo brano. Dio usa forse il
«plurale maiestatico»? (la designazione di se stesso al plurale esprime il suo
potere, come era solito in molte famiglie reali). Questo uso non è comune nella
grammatica ebraica.
Oppure è questo verso un riferimento primordiale alla Trinità? Sappiamo bene che
Gesù partecipò attivamente alla creazione (Giovanni 1,1-3); tuttavia questa
spiegazione cristiana tradizionale non tiene conto del fatto che qui nel testo
ebraico l’autore originale probabilmente non ha usato il plurale in tal senso.
Sembra essere convincente la tesi, secondo cui in questo brano Dio prende una
propria decisione, che poi annuncia solennemente dinanzi alla sua corte celeste
(angeli e altri esseri celesti; cfr Giobbe 38,4-7; Luca 2,13-14).
3. IL «PROGETTO UOMO»:
Fino a questo punto, Dio aveva molteplicemente parlato e creato. Ecco che,
arrivato all’apice della sua creazione, Egli presenta il «Progetto Uomo» a tutta
la sua corte celeste.
Il testo evidenzia in
particolar modo che, dietro a questo atto creazionale, c’è una decisione voluta
e ben pianificata di Dio. Dio vuole crearci! Egli stesso ci mette mano (cfr. Gn
2,7) e determina esattamente come dovrebbe essere l’uomo (1,27). E Dio
attua il progetto, crea l’uomo (1,27), arrivando alla conclusione: «Molto
buono»! (1,31).
Si tratta di un progetto
molto speciale, perché quest’uomo dev’essere creato a somiglianza di Dio.
L’uomo quale immagine di Dio viene particolarmente evidenziato e collocato in
una posizione molto speciale nella creazione (1,28-31).
Dio non determina solo in
linea di principio,
se l’uomo deve essere creato o meno — e lascia il resto poi a una selezione
naturale. La narrazione creazionale, arrivata a questo apice, ci mostra che
l’uomo è il risultato dell’attiva creatività di Dio e non l’effetto di processi
evolutivi casuali.
L’uomo è voluto da Dio,
preventivamente pianificato e creato in modo meraviglioso mediante la sua
decisione e la sua attuazione. Questo non vale solo per l’umanità nel suo
insieme, ma per ogni singola persona in modo individuale. Questa era, per
esempio, la convinzione di Davide (Salmo 139,13-16) e di Giobbe (Gb 10,9-12). Io
sono voluto da Dio — ciò significa: la scelta di Dio riguarda me! Come recita un
famoso canto spirituale tedesco: «Tu sei voluto, non sei un figlio del caso,
non uno scherzo della natura, indipendentemente dal fatto se canti la canzone
della tua vita con una tonalità minore o maggiore».
4. LA DIFFERENZA:
Fa veramente una differenza, se si è voluti da Dio e non si è un prodotto del
caso? Come stanno le cose con un neonato? Fa una differenza per la sua vita, se
al momento della nascita è voluto e accettato, oppure è indesiderato, rifiutato
e forse addirittura abortito? Certamente!
L’uomo ha la sua origine nel
desiderio e nel progetto di Dio. Questo dà alla natura umana una qualità del
tutto nuova. Questo dà all’essere umano una incredibile dignità e un enorme
valore. E questo non perché l’uomo sarebbe l’essere più sviluppato nella
creazione. Il suo valore non proviene da un confronto col mondo animale o con
altre creature. Il valore viene conferito all’uomo, partendo da Dio! Esso è
indipendente, per così dire, da tutto quello, con cui — umanamente parlando —
stabiliamo il valore e la dignità delle cose.
Con che cosa determiniamo
nostro il nostro proprio valore? Dipende da quello, che gli altri dicono o hanno
detto? Definiamo il nostro valore, confrontandoci con gli altri, stabilendo così
che siamo «peggiori» di loro, o addirittura che ci sentiamo «migliori» di loro?
5. IL VALORE DI UN UOMO:
Un quadro di Van Gogh ha incredibilmente molto valore, proprio perché proviene
dal famoso artista e porta la sua firma. A confronto, quanto vale più l’uomo,
visto che Dio è il suo creatore e che la sua firma divina può essere vista su di
lui?
Questo valore fondamentale
vale, allo stesso modo, per uomini e donne, per nemico e amico, per lavoratori e
disoccupati, per embrioni e vecchi, per portatori di handicap fisici o sociali,
eccetera — e per i tuoi fratelli e sorelle in fede, anche per quelli con i quali
non vai d’accordo. Dio vuole che i nostri rapporti reciproci siano determinati,
partendo dal valore che Egli ci dà (cfr. Giacomo 3,9).
Partendo da che cosa,
stabiliamo il valore dei nostri simili? Dal loro modo di esibirsi? Dalla qualità
della loro collaborazione? Dal loro patrimonio? Dalla vostra devozione? E la
lista potrebbe essere molto lunga...
6. OBIETTIVI E COMPITI:
Essere desiderati da Dio, significa anche che la nostra vita non è senza scopo o
meta. Dio persegue i suoi obiettivi nella sua creazione, così anche nei
confronti dell’uomo. Egli non è stato creato senza ragione, ma con obiettivi
specifici, che si mostrano nel fatto che è immagine di Dio e che ha ricevuto dei
compiti creazionali (Genesi 1,28-30; 2,15.19).
Ciò significa che ogni l’uomo
ha una chiamata concreta a vivere in conformità con tali obiettivi e con il
piano originale di Dio.
Già le prime pagine della
Bibbia, come pure la nostra esperienza quotidiana, ci fanno rendere conto quanto
il piano originale di Dio e la nostra realtà divergano l’uno dall’altra.
L’inizio buono — sì, molto buono — non corrisponde alla nostra esperienza
odierna. Dal Genesi 3 in poi, tutta la Bibbia si occupa esattamente di questo
dilemma: l’uomo non vuole ammettere di essere creatura e non Creatore; non vuole
essere voluto da Dio, ma auto-determinarsi; vuole stabilire da sé il proprio
valore. L’uomo — ossia ognuno di noi — si separa dal suo Creatore. E, allo
stesso tempo, la Bibbia testimonia costantemente del grande piano salvifico di
Dio: Egli ha fatto di tutto, affinché venga ripristinata la sua buona signoria.
Egli stesso ha preso l’iniziativa e si è fatto uomo in Gesù. In Lui possiamo
imparare cosa significa essere uomini voluti da Dio. Per mezzo di Gesù Cristo
Dio vuole rinnovarci e riportarci indietro al suo originale piano creazionale. E
il suo desiderio è che noi riscopriamo che siamo esseri umani, creati a immagine
di Dio, che determiniamo il nostro valore nei suoi confronti e che diventiamo
come Lui (2 Corinzi 3,18).
«Facciamo l’uomo»:
queste sono parole, che stanno all’origine del genere umano, ma anche
all’origine di ogni vera
essenza umana. Sono parole, che faranno un’incredibile differenza, perché
dicono: «Tu sei progettato e voluto da Dio, non sei un sottoprodotto!». Sono
parole, che non avrebbero potuto mancare, perché in tal modo Dio nobilita
l’uomo, gli dona fondamento e significato. Nel testo della divina sinfonia
creazionale si tratta anche di parole, che continuano a risuonare nella storia
del mondo. Essa risuona nei toni più cupi sul Golgata, dove il vero Figlio
dell’uomo ha dato la sua vita per il mondo — perché Egli vuole l’uomo, perché
abbiamo così tanto valore per Lui. Ed essa continua a echeggiare fino a oggi,
fino a noi. La senti? Egli invita anche te a intonare tale canto e a entrare nel
suo nuovo mondo, la cui melodia termina certamente con una tonalità maggiore
(Apocalisse 21,3-5).
L’originale «Du bist von Gott
geplant und gewollt: „Lasst uns
Menschen machen...“» è apparso nel mensile cristiano tedesco «:Perspektive» 01
(2015). Tradotto e adattato da Nicola Martella.
Pubblicato col permesso dell’autore. © Punto°A°Croce 2015 per questa versione.
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Prog-Dio_Ori.htm
10-06-2015;
Aggiornamento: 15-06-2015