Registro con tristezza il commento di un noto
traduttore della Bibbia, il Dott. Giovanni Luzzi (1856-1948), già professore
alla Facoltà Teologica valdese di Roma e conosciuto come colui che ha diretto la
commissione stabilita per compiere la revisione della versione Diodati
(conosciuta come la Riveduta). Quello che segue è parte del suo commento sul
libro di Giona.
«Non ci vuol molto a capire che la storicità
di questo fatto e l’interpretazione letterale di questo racconto sono
inammissibili… Com’è possibile che un profeta vero disubbidisca così a un
ordine perentorio di Jahwè che gli dice di andare a Ninive? E come si può
ammettere che Dio scateni una tempesta di quella fatta soltanto per punire un
unico individuo e faccia così soffrire tanta e tant’altra gente la quale con
Giona non ha niente che fare? E lasciamo pure stare il pesce, ma come può
darsi che Giona gli stia tre giorni e tre notti nel ventre senz’affogare? E
che, anzi, in codeste condizioni componga un Salmo? E come spiegare questo Salmo
che non è un supplice grido a Dio perché liberi il pover’uomo, ma piuttosto un
inno d’azioni di grazie per una liberazione già ricevuta? E a Ninive che
lingua parlò Giona ? La gente come faceva a capirlo?
[…] leggendo questo racconto, noi sentiamo che
qui siamo nel campo dell’immaginoso, del fantastico, del poetico, e non nel
campo della realtà. La precisione storica manca qui totalmente. […] Il
racconto di Giona, a que’ tempi, era senz’ombra di dubbio preso come storia, e
inteso letteralmente. E anche Gesù lo prese così, nel senso popolare, senza
discussione. E che perciò?... Ma quando si vorrà dunque capire che Gesù venne
nel mondo per fare ben altro che della critica biblica! E chi è che non
sappia oramai che Gesù, citando l’Antico Testamento, non si occupò mai
delle questioni critiche della data e dell’autore delle parti che citava?
Citò, per esempio, il Salmo 110 come Salmo di David, e il Salmo non è di David…».
[ndr: il grassetto non è nell’originale]
[Questa è la foto del libro scritto da Giovanni
Luzzi].
È veramente una cosa triste!
Gesù ci conferma il racconto come fatto storico e ciò basta per rifiutare tutte
le critiche. Coloro che pensano di saperne di più in realtà si stanno inoltrando
sul sentiero dell’incredulità. Il tipo di «cultura» che respinge gli elementi
miracolosi della Scrittura ha sempre prodotto il frutto dell’apostasia e
dell’incredulità.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Luzzi_crit_Ori.htm
06-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010
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