Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Radici 3-4

 

Antico Testamento

 

 

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca nazionale e l’Epoca Assira.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca nazionale («Libri storici e profetici I»: dalla conquista all’esilio):
■ I Libri Storici in generale
■ L’epoca Premonarchica
■ Giosuè
■ Giudici
■ Rut
■ L’epoca Monarchica
■ Samuele
■ Re
■ Cronache
■ I Libri Profetici in generale.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca assira («Libri storici e profetici II»):
■ L’epoca assira in generale
■ Abdia
■ Gioele
■ Giona
■ Osea
■ Amos
■ Isaia
■ Michea
■ Nahum.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SALMO 137,9 E GLI AVVERSARI DELLA BIBBIA

 

 di Nicola Martella

 

Caro Nicola, un conoscente non-credente mi ha citato Salmo 137,9 [N.d.R.: «Beato chi piglierà i tuoi bambini e li sbatterà contro la roccia!»]. Egli, prendendomi in giro, ha dichiarato: «Chissà mai quale spiegazione può avere tale verso». La verità è che non so dargli una spiegazione. Puoi venirmi in aiuto? Ti ringrazio molto. {Lucia Vitangeli Giannicola; 11-05-2012}

 

1. I moderni tentatori

     Gli atei, gli agnostici, i senza Dio e gli avversari della rivelazione biblica d’ogni provenienza sono abili a isolare versi dalla sacra Scrittura e a metterli come pietre d’inciampo sulla via dei credenti, nell’intento di screditare la Bibbia ai loro occhi, di seminare il dubbio circa la sua attendibilità e di far cadere gli sprovveduti nell’incredulità. Essi assomigliano al serpente nel giardino dell’Eden, che astuto, sornione e con recitato interesse pose domande apparentemente intelligenti a Eva, promettendole emancipazione e illuminazione. Allora come oggi, le insinuazioni sono le medesime: «Dio vi avrebbe detto proprio così? Come può chiedervi cose del genere? Non è come dice Lui, ma Egli sa che… Egli vi nasconde che… Perché continuare a credere in Dio, se tu stesso puoi essere Dio della tua vita?», e così via.

 

2. Il contesto regna

     Per capire il verso finale del Salmo 137, bisogna leggere l’intero salmo e tener presente l’allora contingenza storica. Ecco dapprima il testo in una versione vicina all’originale:

1 Là presso i fiumi di Babilonia,

sedevamo e piangevamo

ricordandoci di Sion.

2 Ai salici [presenti] in essa

avevamo appese le nostre cetre.

3 Infatti, quelli, che ci avevano deportati,

ci chiedevano parole di canto,

e quelli, che ci causarono lamenti, [canzoni di] gioia:

«Cantateci una delle canzoni di Sion!».

4 Come potremmo noi cantare un canto dell’Eterno

in terra straniera?

5 Se io ti dimentico, o Gerusalemme,

che dimentichi la mia destra!

6 Resti la mia lingua attaccata al mio palato

se io non mi ricordo di te,

se non innalzo Gerusalemme

al disopra d’ogni mia allegrezza.

7 Ricordati, o Eterno, dei figliuoli di Edom,

nel giorno di Gerusalemme,

che dicevano: «Spogliatela, spogliatela

fin dalle fondamenta!».

8 O figlia di Babilonia, devastatrice,

felicitazioni a chi ti darà il contraccambio di ciò,

che tu ci hai fatto!

9 Felicitazioni a chi piglierà i tuoi bambini

e li sbatterà contro la roccia!

 

Ricordo che da questo salmo è stata tratta la famosa aria «Va’ pensiero» del Nabucco di Giuseppe Verdi (per l’approfondimento e testo: Wikipedia).

     Gerusalemme era stata distrutta dai Babilonesi, migliaia di persone erano state uccise in modo barbaro, specialmente i dignitari (scorticati vivi e impalati vivi), le donne erano state stuprate, i neonati erano stati sbattuti contro le rocce. Altri (donne, uomini, ragazzi, giovani) furono deportati seminudi, a piedi per molte centinaia di chilometri, con indicibili stenti, per essere usati come schiavi a Babilonia; tanti di loro perirono per strada di stenti e per la fame e la sete. Gli anziani, se non uccisi prima della partenza, furono abbandonati a loro stessi, essendo un peso per la marcia. I neonati erano considerati parimenti un impedimento e furono soppressi in loco, prima di partire, per evitare di perdere per strada anche le mamme, che allattavano, e quindi delle schiave. Il libro delle Lamentazioni di Geremia descrive lo strazio di quei giorni durante e dopo l’assedio e tutte le atrocità che il popolo di Giuda subì. Dopo la lunga deportazione, i Babilonesi aguzzini arrivati finalmente con i superstiti nel luogo dell’esilio, pretendevano dai Giudei sopravvissuti agli strapazzi e all’angoscia di essere allietati con delle canzoni allegre. Ci si può immaginare i sentimenti, che c’erano nel loro animo e che essi non poterono esprimere per paura di rappresaglie.

     I Babilonesi si comportarono come i Nazisti nella seconda guerra mondiale e in certi aspetti anche peggio quanto a crudeltà; sennonché i Babilonesi a differenza dei Nazisti non volevano distruggere i Giudei, ma soltanto rompere ogni resistenza e farne degli schiavi.

 

3. Capire il tenore del testo

     Il giudizio, che avvenne a Giuda (e prima a Israele), era stato preannunciato da Dio centinaia di anni prima, accennando a tutte le cose truci che tale popolo avrebbe fatto al popolo disubbidiente (Dt 28,49-57). Quando gli avvertimenti dei proclamatori di Dio non portarono al ravvedimento, ma il popolo divenne ribelle e malvagio, Dio permise ai Babilonesi di punirli per la durezza e insensibilità del loro cuore malvagio.

     Dio aveva annunciato anche la distruzione di Babilonia per mano dei Medi e dei Persiani, dandole la retribuzione del male, che aveva fatto a tali Giudei (cfr. Is 13; 47); cosa che poi avvenne in modo terribile (cfr. 2 Re 25). Dopo tante sofferenze e umiliazioni, il salmista si sfogò, ricordando a Babilonia che Dio la distruggerà e dicendo beato quel popolo, che farà con i Babilonesi ciò, che essi avevano fatto con i loro figli (Sal 137,8s). Infatti, poi vennero i Medi e i Persiani, che conquistarono Babilonia e fecero proprio così.

     Sfracellare o sbattere i bambini contro le pietre (oltre che trapassare di spada le donne incinte; 2 Re 8,12), per privare i nemici della prole, era una prassi comune ai popoli pagani. Ciò lo fecero non solo i Siri, ma anche i Babilonesi. Già prima di questi ultimi, fu annunciato che gli Assiri avrebbero fatto similmente con Israele: la madre sarebbe stata sfracellata coi figli (Os 10,14), senza pietà. Dei cittadini di Samaria fu detto: «Cadranno per la spada; i loro bambini saranno sfracellati, le loro donne incinte saranno sventrate» (Os 13,16). Parlando profeticamente a Ninive, capitale dell’Assiria, e lanciandole un severo avvertimento, Dio disse dell’allora capitale dell’Egitto: «Eppure, anch’essa è stata deportata, è andata in cattività; anche i bambini suoi sono stati sfracellati a ogni canto di strada... Tu pure...» (Na 3,10s).

     E i Medi e i Persiani lo avrebbero fatto proprio con i figli dei Babilonesi, come annunciò il profeta Isaia secoli prima (Is 13,16). Il Salmo 137,9 si rifaceva proprio a tale predizione di Dio tramite i suoi profeti. Ciò che i Babilonesi (e gli altri popoli pagani) avevano seminato, quello hanno poi mietuto.

     Non furono i Giudei a distruggere Babilonia, né furono loro a sbattere i figli dei Babilonesi contro le rocce. Nel Salmo 137 fu ricordato profeticamente soltanto il giudizio divino, che sarebbe venuto. Per tali predizioni si vedano specialmente i profeti Isaia, Geremia e Ezechiele.

     Non bisogna mai dimenticare il contesto letterario, storico, culturale, religioso, ecc. Non bisogna dimenticare la tragedia di un intero popolo, né il fatto che qui venne presentato il giudizio, che Dio aveva già preannunciato. Durante il corso della storia, di esperienze del genere il popolo d’Israele ne ha vissute diverse fino alla «soluzione finale» (Endlösung) dei Nazisti.

 

4. Aspetti conclusivi

     Per noi cristiani biblici è soprattutto importante l’insegnamento di Gesù Cristo; tuttavia, cerchiamo di capire, invece di giudicare i sentimenti di un popolo straziato, come sono evidenziati in questo salmo.

     Chi mette l’evidenzia su tali versi, citandoli fuori contesto e ponendoli come pietra d’inciampo sulla via di cristiani sprovveduti, in genere non è interessato alla verità, ma cerca soltanto pretesti per seminare il dubbio e il discredito verso la Parola di Dio.

     Tali persone spesso dimenticano che, purtroppo, in tutte le guerre recenti sono accadute cose crudeli simili, non solo nelle guerre mondiali, ma in tutte le guerre che seguirono (Vietnam, Jugoslavia, Afganistan, Iraq, Africa, ecc.). Le guerre di per sé rendono gli uomini così violenti e barbari, che le loro coscienze indurite godono nel vedere e nel fare il male e le cose più atroci contro i vinti, e tutto ciò dà loro un senso di onnipotenza.  

     Nonostante ciò, l’autore di tale salmo non incitò i Giudei a fare i partigiani contro i Babilonesi, sebbene ciò fosse comprensibile, ma ricordò proprio a Babilonia il giudizio decretato da Dio e plaudì a quel popolo straniero, che lo avrebbe attuato, vendicando in modo indiretto i propri morti, anche i propri neonati e piccoli bambini, che i Babilonesi avevano sfracellato contro le rocce.

     Facciamo bene a diffidare dei cosiddetti moderni «illuminati», che nei loro comodi salotti vogliono giudicare i sentimenti degli antichi Giudei, che avevano appena subito una delle più pesanti tragedie storiche. Altri moderni avversari della sacra Scrittura negano addirittura che ci sia stato il cosiddetto «Olocausto», la tragedia degli Ebrei sotto il nazismo, che ha visto la deportazione di milioni di persone e la loro fine nelle camere a gas e nei forni crematori.

     Il Dio della Bibbia non è lo «zio buono» e ispiratore di buoni sentimenti religiosi, ma è il Dio della storia, il giudice supremo, che darà a ognuno secondo le loro opere. Durante il corso della storia, anche molti cristiani biblici sono caduti per la loro fede per mezzo delle mani crudeli di pagani, atei, malvagi e avversari del Dio vivente. Dio ha permesso ciò, ma non rimane indifferente.

     In Apocalisse 6,9ss viene descritta la seguente scena della storia finale: «E quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l'altare le anime di quelli, che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza, che avevano resa; e gridarono con gran voce, dicendo: “Fino a quando, o nostro Signore, che sei santo e verace, non fai tu giudizio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?”. E a ciascun di loro fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che devono essere uccisi come loro». Alla fine tutti i nodi verranno al pettine, e il Signore giudicherà i vivi e i morti di tutta la storia, ognuno secondo le sue opere.

 

Salmo 137,9 e gli avversari della Bibbia? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Sal137_avvers_R34.htm

17-05-2012; Aggiornamento: 21-05-2012

 

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