Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni.
La ringrazio per il precedente approfondimento sul detto «L’ira
di Dio è il diavolo?»
e, con l’occasione, porgo cordiali saluti fraternamente in Cristo.
Carissimo fratello, approfitto della sua cortesia, nel chiederle maggiori
dettagli su un fatto biblico dell’AT ritenuto «oscuro». Le chiedo chiarezza
esegetica e interpretativa. Il passo in questione è descritto in 2 Re 2,23-25.
Le mie perplessità sono le seguenti:
■ 1. Cosa c’era di tanto abominevole nelle parole «calvo, calvo», rivolte al
profeta Eliseo?
■ 2. Le maledizioni sono una regola nel NT? E per quale motivo tale invettiva
aspra e violenta del profeta nel nome del Signore?
■ 3. Coloro i quali furono lacerati dalle due orse erano veramente «fanciulli»?
■ 4. Perché in certi casi era permesso la «pena di morte», quando questa esprime
tutta la sua efferatezza?
■ 5. È possibile addebitare a Dio certe «distruzioni di massa» descritte nell’AT
e perché?
Nel ringraziarla, porgo saluti nella fede di Gesù Cristo di Nazareth. Shalom!
{Francesco Spataro; 20 gennaio 2010}
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito. |
Per non dover scrivere un intero libro su tutte le questioni teologiche,
storiche, morali e interpretative messe in campo dal lettore, mi limiterò
solo ad alcuni aspetti. Spero così di alimentare la riflessione ulteriore dei
lettori in merito e, quindi, la discussione. Le risposte seguono la numerazione
delle domande.
■ 1. Tali «ragazzotti» mancarono di rispetto e di onore a Eliseo. Nella
legge mosaica era prescritto: «Alzati dinanzi al capo canuto, onora la
persona del vecchio, e temi il tuo Dio. Io sono l’Eterno» (Lv 19,32). A ciò
si aggiunga che Eliseo era il profeta di Dio in Israele e lo rappresentava quale
portavoce dinanzi al popolo.
■ 2. Le maledizioni sono un’eccezione nell’AT e nel NT. Esse sono legate
al patto e quindi all’inosservanza della Costituzione d’Israele, il Decalogo (Es
20; Dt 5). Per questo c’erano le maledizioni rituali verso coloro che
infrangevano la base del patto (cfr. Lv 26; Dt 28). «L’Eterno lo separerà,
per sua sventura, da tutte le tribù d’Israele, secondo tutte le
maledizioni del patto
scritto in questo libro della legge» (Dt 29,21; 27,14-26).
Anche nel NT chi tocca il cuore dell’Evangelo è sotto l’anatema, quindi la
maledizione divina (Gal 1,6-9).
Tale invettiva di Eliseo contro tali «ragazzotti» fu motivata appunto dai motivi
sopra enunciati: il rispetto per la persona anziana e l’onore verso il servitore
del Signore. Questo era un tempo di apostasia in Israele.
■ 3. Il termine ebraico
na`ar intende «ragazzo, giovanotto» (Gn 34,19; Gdc 17,7; 18,14; 1 Re
11,28); a volte indica però i piccoli ragazzi, quindi i bambini (Es 2,6; Gdc
13,5.7; 1 Sm 1,22). Il testo spiega che si trattava di ragazzi qeṭannim
«piccoli». La colpa era evidentemente dei genitori che non insegnarono ai loro
figli il rispetto per il prossimo, come prevedeva la legge mosaica. Bisognava
aspettarsi che a Betel (lett. «casa di Dio») tale timore di Dio e tale
educazione ci fossero, ma non era così. Essendo «piccoli ragazzi», quindi
bambini, c’è da aspettarsi che ciò accadde davanti a tutti e che ciò fosse
un’umiliazione pubblica.
■ 4. Nell’AT si trattava di una teocrazia, ossia la legge religiosa era
altresì la legge dello Stato. La «pena di morte» era prevista solo per alcuni
casi particolari. Nel nuovo patto non abbiamo più una teocrazia, poiché i
credenti nel mondo sono soggetti a leggi diverse nei loro rispettivi Paesi.
■ 5. La risposta potrebbe essere questa riguardo certe «distruzioni di massa»
comandate da Dio: Perché no, se è scritto così? Non possiamo giudicare le cose
d’allora con il nostro metro di misura odierno, ma dobbiamo cercare di capirne i
motivi di fondo. Si trattava della sopravvivenza di un popolo, Israele, in mezzo
a popoli ostili e aggressivi. E anche all’interno del variegato popolo d’Israele
c’erano giusti e ingiusti, buoni e cattivi. Si tenga presente che ciò che Dio
fece in Egitto, quando punì gli Egiziani e i loro dèi, era ancora conosciuto,
dopo più di 40 anni di distanza, da Rahab a Gerico (Gs 2,9s) e dai Gabaonioti
(Gs 9,9); e ancora a vari secoli di distanza tale memoria era ancora presente
presso i Filistei (1 Sm 6,6).
Lo scopo di tali grandi giudizi storici era per Dio, tra altre cose, quello di
far conoscere la sua gloria tra le nazioni, affinché lo temessero e lo
cercassero (cfr. Ez 28,22; 39,21; Ap 14,7; 15,4).
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Eliseo e la maledizione dei fanciulli. Parliamone {Nicola Martella} (T)
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URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Eliseo_maled_fanc_R34.htm
28-02-2010; Aggiornamento: 30-06-2010 |