Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

NT: Testo biblico

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I DISCEPOLI DI GIOVANNI BATTISTA IN ATTI 18-19

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  LA QUESTIONE: Un lettore mi ha scritto quanto segue. Caro Nicola, volevo farti una domanda riguardante i credenti di Efeso descritti in Atti 19. È innegabile che non potevano essere credenti, dato che non avevano nemmeno sentito parlare dello Spirito Santo. Però, allora, perché sembra proprio che Paolo dia per scontato che siano credenti. Infatti chiese: «Riceveste lo Spirito Santo, quando credeste?». Tutto qui. In attesa di una tua risposta ti saluto cordialmente. {Gaetano Rizzo; 14-08-2010}

 

In attesa di fare una disamina più articolata, gli rispondevo subito, dicendogli che Atti 19 è un classico brano per mostrare la differenza fra «credenti» e «nati di nuovo». Inoltre per capire Atti 19, bisogna considerare Atti 18 (Apollo). Infatti, il movimento di Giovanni Battista era molto esteso.

 

 

2.  IL MOVIMENTO DEL BATTISTA: Quando menzioniamo Giovanni Battista, spesso pensiamo a una specie di appendice di Gesù, di cui era il precursore. Dimentichiamo, però, che esiste una storia di Giovanni antecedente all’incontro battesimale con Gesù (cfr. Gv 1,19-34.36ss). Quando Gesù di Nazareth si recò da Giovanni, quest’ultimo era già un personaggio ben conosciuto e stimato fra il popolo e fra i potenti (Mt 3,5; 14,5.9; 21,26; Mc 11,32). Anche la nomenclatura religiosa di Gerusalemme lo conosceva e lo teneva d’occhio, non credendo che egli fosse stato mandato da Dio, e rifiutavano di pentirsi (cfr. Mt 3,7ss; 21,25s.32: Lc 7,29s).

     Sebbene i capi e il popolo giudaico si chiedessero e gli chiesero, se fosse lui il Messia, egli mise le cose in chiaro, ossia che non era lui l’Unto di Dio (Lc 3,15ss; Gv 1,19ss.25ss). Il significato di Giovanni fra il popolo  e fra i suoi seguaci doveva essere grande. Anche Gesù ebbe una grande opinione di Giovanni e lo identificò con l’Elia, che doveva venire (Mt 17,12s), e con l’ultimo dei profeti dell’antico patto (Mt 11,9.13; Lc 16,16). In un certo senso, Gesù visse all’ombra di Giovanni e cioè fino a quando quest’ultimo non fosse stato imprigionato (cfr. Mc 1,14) e decapitato. In un primo tempo, Erode e la gente pensarono che Gesù fosse semplicemente Giovanni redivivo (Mt 14,2; 16,14; Mc 6,16s), vista l’importanza che quest’ultimo aveva tra il popolo.

     Se si analizzano bene gli Evangeli, si prenderà atto che intorno a Giovanni Battista s’era creato un vero e proprio movimento, la cui estensione doveva essere molto grande, visto che alcuni suoi discepoli sono menzionati nel NT come provenienti da Alessandria d’Egitto e da Efeso. Similmente a come poi fece Gesù, Giovanni aveva dei propri discepoli, che lo coadiuvavano. [► Discepoli nel Nuovo Testamento] Tale movimento aveva un proprio profilo spirituale, devozionale e morale, tanto da distinguersi dagli altri gruppi (Farisei, Sadducei, ecc.) e, per certi versi, anche da Gesù e dai suoi seguaci (Lc 5,33; 7,33s; 11,1). Quello di Giovanni era un movimento penitenziale di natura escatologico, poiché l’avvento del Messia doveva segnare l’avvento del regno finale. La vita austera non era soltanto un elemento dello stile di vita di Giovanni (Mt 3,4; 11,18), ma certamente anche dei suoi discepoli. Giovanni e i suoi discepoli praticavano una grande austerità morale, si dedicavano a predicare il ravvedimento, praticavano un particolare modo di pregare di natura penitenziale e digiunavano frequentemente (Mt 9,14). Giovanni era un fiero avversario non solo dei regnanti come Erode, che viveva nell’adulterio (Mt 14,3s), e dei liberali Sadducei (il partito sacerdotale), ma anche dei religiosi ipocriti, come i Farisei. Chiaramente i suoi discepoli imitavano il loro maestro. Anche dopo la morte del Battista, si parla di «discepoli di Giovanni»; essi seppellirono il loro maestro (Mc 6,29) e chiaramente lo tenevano in onore.

     Il movimento di Giovanni era in attesa del Messia-Re, figlio di Davide. Quando alcuni discepoli del Battista compresero chi fosse il Messia, iniziarono a seguire lui (cfr. Gv 1,37-40). Non bisogna, però, pensare che alla morte di Giovanni, tutti i suoi discepoli fossero diventati seguaci di Gesù e poi fossero entrati nella chiesa. Il proseguimento del movimento del Battista aveva diversi motivi, ad esempio, i seguenti. I discepoli di Giovanni non compresero tutti e fino in fondo chi fosse Gesù e, anzi, occasionalmente vedevano lui e i suoi discepoli come una concorrenza (Gv 3,25s), sebbene Giovanni avesse marcato le differenze fra lui stesso e Gesù (vv. 27ss). Il movimento di Gesù era in forte crescita rispetto a quello del Battista, e anche i Farisei se ne accorsero (Gv 4,1); infine, fra il popolo Gesù scavalcò alquanto Giovanni nel significato (Gv 10,40ss); è probabile che ciò non avesse creato solo ammirazione, ma anche sospetti in certi discepoli di Giovanni. Giovanni stesso, quand’era ancora in vita, aveva mandato a chiedere se Gesù fosse veramente il Messia, visto che il fare del Nazareno non rientrava nelle sue attese (Mt 11,2ss); lo stesso avranno pensato i suoi discepoli. Ricordiamo che gli stessi discepoli di Gesù non sempre avevano le idee chiare e la morte del loro Maestro li sconvolse profondamente, tanto che alcuni di loro sulla via di Emmaus dissero a colui, che essi ritenevano uno straniero: «Ora noi speravamo che fosse lui che avrebbe riscattato Israele» (Lc 24,21. Occasionali incontri tra i due gruppi, durante il ministero di Gesù, mostravano alcuni elementi comuni, ma anche differenze, come l’austerità nello stile di vita e nella devozione del movimento di Giovanni.

     Visto che il movimento di Giovanni aveva le caratteristiche sopra descritte ed era molto esteso, alla morte del loro maestro i suoi seguaci si chiusero a riccio in piccole enclave, praticando la loro devozione austera e penitenziale e aspettando così la fine dei tempi. Tali piccoli gruppi nella diaspora si tramandavano gli insegnamenti di Giovanni e dovevano essere abbastanza diffidenti verso gli altri gruppi di Giudei (Farisei, Sadducei, ecc.). Come ci mostra Atti 18s, alcuni seguaci del Battista ebbero contatti con cristiani e aggiunsero alcuni elementi nuovi a ciò, che già sapevano; altri invece erano del tutto al digiuno sul fatto che Gesù fosse il Messia, che fosse morto e resuscitato e che avesse fatto dono dello Spirito Santo ai credenti.

 

 

3.  ATTI 18-19: I vari gruppi giudaici della grande diaspora di Alessandria d’Egitto erano più aperti rispetto ai Giudei del resto della diaspora. Per questo fu più facile per un Apollo venire in contatto con alcuni discepoli di Gesù di Nazareth e venire a sapere da loro altri elementi su Giovanni Battista, su Gesù e sulla lettura messianica dell’AT. Sebbene Apollo avesse uno spiccato dono retorico, tutte le informazioni che lui aveva, non dovevano risultare sufficienti ad Aquila e Priscilla, quando lo ascoltarono, visto che lo presero da parte e riempirono le sue varie lacune teologiche. In tal modo, divenne uno strumento potente per l’Evangelo. Qui non si parla di conversione riguardo ad Apollo, visto che il problema erano le lacune di conoscenza; egli deve avere già accettato in precedenza Gesù come Messia.

     In Atti 19 il problema è differente. In tale ambiente idolatra e di minore densità giudaica, il gruppo di Efeso doveva essere abbastanza chiuso, riservato e intento a praticare gli insegnamenti del Battista. Visto che avevano creduto (v. 2), sapevano che il Messia era venuto, ma non conoscevano appieno l’Evangelo nel senso della persona e dell’opera di redenzione di Gesù, né erano al corrente del dono dello Spirito Santo, strumento della rigenerazione. Aderivano ad alcune dottrine, tramandate loro da altri discepoli di Giovanni, secondo cui Gesù era il Messia, figlio di Davide, ma non erano al corrente della novità della rivelazione del nuovo patto riguardo allo Spirito che rigenera e guida in tutta la verità. Non sapevano neppure che lo Spirito esistesse come Entità a sé (v. 2). Tali dodici uomini furono quindi evangelizzati da Paolo e, avendo essi accettato l’Evangelo, furono battezzati nel nome di Gesù e, mediante l’imposizione delle mani, ricevettero lo Spirito rigenerante (vv. 3-6). Tali credenti divennero nuove creature.

     Il principio teologico è il seguente: il superiore impone le mani all’inferiore e gli comunica i doni celesti. L’imposizione delle mani, sebbene non fosse un atto ricorrente durante il battesimo (cfr. At 8,37ss eunuco; 9,17s l’imposizione servì per la guarigione e precedette il battesimo; 10,47s da Cornelio; 16,33 carceriere di Filippi), fu necessario in situazioni particolari. Già in Samaria essa fu necessario sia per mostrare che la salvezza viene dai Giudei, sia per evitare che si creasse una chiesa parallela (At 8), viste le ostilità secolari. La manifestazione dello Spirito fu necessario a casa di Cornelio, perché i Giudei aprissero il loro orizzonte mentale, culturale e teologico, accettando i Gentili come fratelli in Cristo, senza che essi passassero per una giudaizzazione (At 10; 15). Ciò fu necessario con i Giudei, discepoli di Giovanni, sia per mostrare la superiorità di Gesù rispetto a Giovanni (quest’ultimo immergeva nell’acqua, il Messia nello Spirito), sia per evitare una chiesa giovannea parallela.

 

 

4.  ASPETTI CONCLUSIVI: Non tutti i seguaci di Giovanni entrarono nella chiesa. Alcuni di loro consideravano con grandi onori il loro maestro e credevano che Gesù quale Messia fosse soltanto il figlio di Davide. È prevedibile che andarono a ingrossare le fila di gruppi giudaici, che avevano una concezione simile alla loro, come gli Ebioniti e i Nazareni.

     In Atti 19 si può chiaramente distinguere la differenza fra credere (aderire a delle dottrine) ed essere rigenerati mediante lo Spirito Santo, quindi fra credenti e nati di nuovo. Non basta credere a Gesù in qualche modo o a proprio arbitrio, per diventare nuove creature. Non basta neppure aggiungere la fede in Gesù, quale nuova dottrina, a quella già coltivata. La fede biblica porta alla rigenerazione, la quale permette allo Spirito di rivelare Gesù al credente secondo le Scritture.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Discepoli-Battista_At18s_Avv.htm

06-09-2010; Aggiornamento: 09-02-2017

 

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