Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Matteo, l’evangelista dei giudei

 

9. Israele e chiesa

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Nello stesso libretto sono contenute le domande per lo studio e il dizionarietto, dove trovare le risposte.

   Ecco le parti principali della parte di studio:
■ Introduzione all'Evangelo di Matteo
■ Nascita, battesimo e tentazione (Mt 1,1-4,11)
■ Attività in Galilea (Mt 4,12-16,12)
■ Istruzione dei dodici (Mt 16,13-18,35)
■ Viaggio verso Gerusalemme e ultimi giorni in essa (Mt 19-25)
■ Crocifissione e risurrezione (Mt 26-28).

 

Inoltre ci sono, tra altre parti, anche le seguenti:
■ Dizionarietto
■ Guida allo studio personale e di gruppo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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VERSO GERUSALEMME

 

 di Fernando De Angelis

 

«Nel recarsi a Gerusalemme, Gesù passava sui confini della Samaria e della Galilea. Come entrava in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, i quali si fermarono lontano da lui, e alzarono la voce, dicendo: “Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!”. Vedutili, egli disse loro: “Andate a mostrarvi ai sacerdoti”. E, mentre andavano, furono purificati. Uno di loro vedendo che era purificato, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce, e si gettò ai piedi di Gesù con la faccia a terra, ringraziandolo; ed era un samaritano. Gesù, rispondendo, disse: “I dieci non sono stati tutti purificati? Dove sono gli altri nove? Non si è trovato nessuno che sia tornato per dar gloria a Dio tranne questo straniero?”. E gli disse: “Àlzati e và; la tua fede ti ha salvato”» (Luca 17,11-19).

 

Salvare la propria identità o accettare il diverso? È un dibattito vivo anche oggi, ma Gesù aderisce e non aderisce ad ambedue le tesi, perché coglie il positivo che c’è in ogni convinzione. Quando, come in questo caso, opera miracolosamente a favore d’un non giudeo, lo costringe sempre a una qualche forma di rinnegamento del proprio paganesimo e d’accettazione del Dio d’Israele. Il samaritano poté infatti essere guarito perché accettò d’andare, insieme agli altri per lo più giudei, a mostrarsi ai sacerdoti di Gerusalemme (non a quelli della religione samaritana), ai quali spettava di certificare la guarigione ed eseguire i rituali prescritti (cfr. Luca 5,14 e Levitico 14).

     Quando però il non giudeo accetta di stare all’ultimo posto (cfr. per esempio la donna cananea in Matteo 15,21-28 e il centurione in Luca 7,1-10), finisce che Gesù lo avvicina a sé, dandogli il primo posto e mettendo in pratica la parabola degli invitati alle nozze (Luca 14,7-11).

     Giudei e samaritani avevano rapporti che assomigliano a quelli che hanno oggi gli israeliani e i vicini musulmani, ma quando si è colpiti dalla lebbra e si ha bisogno di salvezza le differenze passano in secondo piano, così fra quei dieci lebbrosi le barriere religiose erano saltate. Oggi ci sono ebrei e musulmani che scoprono d’avere nell’anima un cancro morale che solo Gesù può guarire. Dopo aver sperimentato l’efficacia della fede in Gesù, sentono che ciò che li unisce è più importante di ciò che li divide: è un fenomeno cominciato da poco, ma così prezioso che ogni cristiano dovrebbe esserne informato e gioirne.

     Gesù sapeva che la casa del Padre suo l’avevano fatta diventare «un covo di ladroni» (Matteo 21,13), sapeva che a insegnare purtroppo c’erano scribi e farisei ipocriti (Matteo 23,1-13), sapeva che nemmeno a Gerusalemme si sarebbe più adorato veramente Dio (Giovanni 4,21-23). Non invitava perciò ad andare verso Gerusalemme per quello che la città era in concreto, ma per ciò che rappresentava.

     Credo che anche oggi Gesù ci chiami ad avvicinarci col nostro spirito a Gerusalemme per ciò che rappresenta, perché lì ci sono le rovine della casa del Padre suo (e perciò della sua casa, Luca 2,49), perché lì aspetta di poter tornare quando lo invocheranno come «Colui che viene nel nome del Signore» (Luca 13,35).

     Il nostro Movimento Pro Israele è appunto un «movimento», un muoversi, avvicinandoci sì a Israele, ma non perché approviamo tutto ciò che quella nazione è o fa, ma per il significato che ha agli occhi di Dio e agli occhi del mondo, che ha dimenticato le promesse fatte da Dio al suo popolo e ha bisogno di rimettere le cose al giusto posto. Gerusalemme è per noi soprattutto il segno della Nuova Gerusalemme che attendiamo (Apocalisse 21,10) e verso la quale vogliamo incamminarci, certi che lungo la via Dio vorrà benedire anche noi.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/903-Verso_Gerusalemme_Mt.htm

06-12-2007; Aggiornamento:

 

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