Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Manuale Teologico dell’AT

 

9. Israele e chiesa

Scrivi @ F. De Angelis

Spiegazione delle rubriche

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UNA MAGLIETTA PER GERUSALEMME (E PER IL MONDO)

 

 di Fernando De Angelis

 

Si sottolinea l’universalità di Gesù ed è un bene; è invece un male quando questo suo aprirsi al mondo ci fa dimenticare (o ce lo fa addirittura contrapporre) al suo essere stato un ebreo fra ebrei: «Ho sempre insegnato nelle sinagoghe e nel tempio, dove tutti i Giudei si radunano, e non ho detto nulla in segreto» (Giovanni 18,20). Alla fine della sua missione è vero che mandò gli apostoli in tutto il mondo (Matteo 28,19), ma sulla base di ciò che lui stesso aveva fatto all’interno del popolo ebreo: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele» (Matteo 15,24).

     Un rapporto particolare Gesù lo ha avuto con Gerusalemme e Luca racconta i fatti del suo Evangelo come un progressivo avvicinarsi di Gesù a quella città (p.es. 9,51; 13,33; 18,31; 19,41). Gesù sapeva che sarebbe stato crocifisso, ma per lui era importante che la sua sofferenza avvenisse proprio lì: «Non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme» (Luca 13,33). Una delle rare volte che Gesù pianse, fu proprio quando aveva davanti agli occhi Gerusalemme (Luca 19,41).

     Qualcuno pensa che ormai Gesù abbia finito il suo speciale rapporto con quella città, ma Luca 13,34-35 fa pensare diversamente: «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserto. Io vi dico che non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”».

     Gesù è stato respinto dalla città costruita intorno alla casa del Padre suo (Luca 2,49) e sono 2000 anni che aspetta un invito a tornarci. Dal contesto è chiaro che l’invito debba partire principalmente dagli ebrei di Gerusalemme; e già ce n’è un piccolo numero che ha cominciato a farlo.

     Chi non è ebreo e non sta a Gerusalemme, allora, che ruolo può avere? Uno è quello d’incoraggiare quel piccolo numero unendosi al coro: non per essere un surrogato, ma per esprimere una solidarietà che stimoli e incoraggi. È nata così l’idea di far stampare delle magliette con la scritta:

Benedetto colui che viene nel nome del Signore

Salmo 118,26; Luca 13,35

 

Queste magliette possono avere anche altre funzioni:

     ■ Costituire un punto d’incontro fra cristiani ed ebrei (essendo una citazione presente sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento);

     ■ Stimolare un amore per Gerusalemme e per il suo popolo;

     ■ Stimolare a farne in altre lingue (in ebraico prima di tutto, ma non solo);

     ■ Essere un «biglietto di benvenuto» in svariati ambienti non solo religiosi.

 

Terminiamo con qualche considerazione sull’invocazione attesa da Gesù. Ad alcuni può apparire «troppo semplice», perché siamo abituati a connotare la nostra religiosità con una sfilza di caratterizzazioni particolari. Già al tempo degli apostoli, i cristiani hanno cominciato ad associare Gesù a qualche altro nome: «Io sono di Paolo», «Io sono d’Apollo» (1Corinzi 3,4).

     Questa deviazione dei cristiani non è una loro esclusiva, perché anche fra gli ebrei e fra i musulmani è comune il rifarsi a determinati «grandi personaggi»; così anche quando due di loro s’incontrano, come per i cristiani, è facile che emergano più i contrasti che le convergenze. Ecco allora che la semplicità può divenire la strategia più difficile e profonda, perché essa invita a unirsi intorno all’essenziale.

     Si può andare a Gerusalemme pensando al passato, ma la migliore prospettiva è quella che guarda al futuro, quando Gesù tornerà facendo il contrario dell’ascensione al cielo, perciò atterrando presumibilmente proprio a Gerusalemme (Atti 1,11).

  

     Per informazioni su come acquistarla ci si può rivolgere a:

Fernando De Angelis - C.P. 92 – 52042 CAMUCIA (AR); e-mail: deanfer@alice.it

 

► URL:

http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/902-Maglietta_Gerusalemme_MT_AT.htm

06-12-2007; Aggiornamento:

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce