Daniele Bastari ci ha segnalato un articolo che conteneva un’interessante
citazione di Sergio Quinzio, un cattolico amante della Bibbia e in attesa
del ritorno di Gesù. Riportiamo la citazione, facendola seguire da un breve
commento.
«Il ritorno del sacro non è affatto un ritorno alla fede cristiana, ma è
piuttosto il primo vero segno di un’età post-cristiana [...] L’opposizione
tra fede cristiana e mondo moderno sussiste, ma è l’opposizione fra due
realtà appartenenti a uno stesso orizzonte, in stretto rapporto fra loro,
perfettamente confrontabili. Le antiche civiltà statiche e senza futuro
erano costruite sul fondamento della religione cosmica, che vedeva l’eterno
nel chiuso movimento dell’identico che fatalmente ritorna; il dinamico mondo
moderno è unico e diverso nei confronti di tutti i mondi antichi, proprio
perché ha il suo fondamento nella religione storica, orientata al futuro
messianico [...]. Il ritorno del sacro è perciò il conseguente, completo,
radicale abbandono della prospettiva cristiana, per ritornare a monte, alla
sacralità cosmica precristiana, pagana» (Sergio Quinzio, Il silenzio di
Dio [Mondadori, Milano 1982], p. 31).
▬ Commento: Viene in mente il
rimprovero che Paolo fece agli ateniesi, quello di essere «troppo religiosi». La
fede nell’unico Dio disincanta il mondo e fa cessare la credulità. In fondo
l’ateismo e la secolarizzazione sono esagerazioni di alcuni aspetti dello stesso
cristianesimo (i primi cristiani, non a caso, venivano accusati di «ateismo»,
perché si rifiutavano di rendere omaggio agli dèi). (DAF – 12/1/06)
Aggiornamento: 02-05-07
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