1. Primo caso
Ci sono lettori che traggono da libri o siti internet brani più o meno lunghi,
magari per servirsene in studi o discussioni nelle loro chiese o in internet.
Volenti o nolenti, appongono il loro proprio nome su di essi; non usando le
virgolette per i brani altrui e non scrivendo subito la fonte da cui hanno
attinto, col tempo si convincono (o s’illudono) che ciò sia «farina del proprio
sacco». È un grave inganno.
Sebbene io sia molto attento al rispetto della proprietà letteraria
altrui, fidandomi di alcuni lettori, ho pubblicato testi a loro nome che poi
sono risultati di altri. Alcuni pensano che la «proprietà intellettuale»
non sia una vera
proprietà, ma un bene che ognuno possa saccheggiare a suo piacimento e
penne di cui ognuno possa rivestirsi, a suo arbitrio e piacimento, per dare
lustro al proprio ego. Dove ciò è accaduto, la cosa mi ha molto turbato. Chi
tratta alla leggera la «proprietà intellettuale», ha probabilmente altre
falle nella sua etica.
Ecco qui di seguito un caso concreto. Evito di riportare i nomi delle persone.
Un lettore mi ha scritto quanto segue: Caro Nicola, […] Da poco ho
incontrato il tuo sito e desidero complimentarmi e ringraziarti per questo
prezioso lavoro che metti a disposizione per chi ama il Signore. Che la gloria
sia a Dio per tutto questo. Ti scrivo sia per salutarti ma principalmente per un
altro motivo. Quando leggo la parola utilizzo come strumento d’approfondimento
il volume «Investigare le Scritture» Nuovo Testamento della Casa della Bibbia.
Cercando il termine greco «diautou», riportato nel detto libro, sono entrato in
una pagina del tuo sito… [N.d.R.: l’articolo si intitolava «L’esaltazione di
Cristo»] Ho trovato che l’articolo scritto qui è stato copiato proprio da questo
libro (edizione maggio 2007), riportando il contenuto da pagina 710 (da 1,15
«Primo, Cristo è l’immagine...») a pagina 712. […]
Dopo aver letto e confrontato la effettiva trascrizione ho controllato se
fossero indicate citazioni al libro, ma non sono presenti. Con cura ho letto le
condizioni di chi collabora alla stesura degli articoli sul tuo sito e non è
previsto riportare articoli d’altri, se non sono stati rielaborati o senza
riportare la fonte.
Scrivo un po’ a malincuore perché il tema trattato è veramente (per usare una
parola) «divino» ed è bello che sia a disposizione di tutti: Gesù è Dio ed è per
mezzo di lui e in vista di lui che sono state create tutte le cose, ed è in lui
che esse sussistono. Scrivo però, per amore della verità, credo che sia giusto
che tu, come gestore del sito e cristiano, ne sia a conoscenza per prendere le
dovute decisioni. […] {8 novembre 2009}
Ecco la mia risposta a tale lettore: Caro fratello, shalom. Hai proprio
ragione, la politica del sito è di pubblicare solo cose autografe degli autori o
cose, di cui si hanno i chiari diritti scritti. Chiaramente mi devo fidare di
ciò che le persone mi mandano, credendo che siano scrupolose e oneste. Rifiuto
sempre tutto ciò che proviene da altrove. Disapprovo sempre chi s’appropria
della proprietà intellettuale altrui. Per questo ho tolto subito tale articolo
dal sito e ti ringrazio per avermelo fatto notare. […]
Chiaramente ho anche chiesto ragioni al presunto autore: […] Mi è
arrivata una lettera, che mi ha alquanto meravigliato. Sono rimasto senza
parole. Eccoti dapprima la mia risposta, poi segue un brano importante della
lettera di tale cristiano, mio conoscente. Spero che vorrai darmi una
spiegazione. […]
Ecco la
risposta di tale presunto autore: […] Quello che ti avevo inviato a suo
tempo era uno studio che avevo preparato per un incontro in casa. In effetti
questo studio l’ho tratto dal commentario «Investigare le Scritture» Nuovo
Testamento della Casa della Bibbia. Mi scuso, non era mia intenzione
appropriarmi della proprietà intellettuale altrui. È stata solo una
dimenticanza.
Chiaramente ho tolto l’articolo dal sito e ho chiuso il caso. Ammettere il
proprio errore è certamente buono. Tuttavia mi è venuto in mente che allora con
tale articolo c’era stato un significativo disguido che, dopo anni,
risultò però importante per chiarire il caso. Quando, a suo tempo, lo avevo
pubblicato, lasciai per sbaglio il mio nome sulla pagina (uso una pagina già
preconfezionata per accelerare gli aspetti formali e su di essa c’è il mio nome,
essendo io l’autore principale del sito), sebbene sul link ci avevo messo il
suo. Ricordo che allora tale presunto autore se l’era presa e mi arrivarono
lamentele in proposito. Si trattava ovviamente d’un errore di distrazione e, il
giorno stesso che mi fu fatto presente, l’ho subito corretto mettendo il suo
nome e scusandomi. Chiaramente, col senno del poi, ci si può domandare: «Perché
prendersela tanto allora per una firma fuori posto su un articolo che lui aveva
ricopiato e, perciò, non gli apparteneva?». Misteri della vita...
Ho riportato tutto ciò perché serva da monito a noi tutti. Il Signore
Gesù insegnava: «Non v’è nulla di nascosto che non abbia a diventare
manifesto, né di segreto che non abbia a sapersi e a farsi palese» (Lc
8,17). Per così dire, tutti i nodi vengono al pettine. I lettori che
barano verso gli altri, in fondo ingannano specialmente se stessi. Anche in
tutte queste cose dobbiamo smettere col vecchio stile di vita e aderire
al nuovo: «Non mentite gli uni
agli altri, poiché avete
svestito l’uomo vecchio con i suoi
atti e rivestito il nuovo, che si
va rinnovando in conoscenza a immagine di Colui che l’ha creato» (Col 3,9s).
«Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a
spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le
passioni ingannatrici; a essere invece
rinnovati nello spirito della vostra mente, e a
rivestire l’uomo nuovo che è creato
all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.
Perciò, bandita la menzogna, ognuno
dica la verità al suo prossimo
perché siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,22-25).
2. Secondo caso
Una mattina, avevo ricevuto un contributo per e-mail per un tema di discussione
che mi aveva rallegrato per il contenuto, ma altresì meravigliato per la
correttezza grammaticale e sintattica, visto che conosco l'autore, la sua scarsa
scolarizzazione e le sue carenze in merito. Mi ero dato come spiegazione il
fatto che probabilmente se l'era fatto correggere da qualcuno. Poiché esso
rimandava a Facebook come origine, ho cliccato sul link per visionare
l'originale, ma non c'era più.
Verso sera ricevetti un altro contributo dallo stesso autore con le
caratteristiche grammaticali e sintattiche usuali. Gli chiesi ragione
della cosa, visto che avrei pubblicato ambedue gli scritti. Mi confessò quanto
segue: «Per verità, lo avevo tolto, perché era
un “copia e incolla” e non era farina del mio sacco. Poi mi sono detto:
il Signore m’ha dato intelligenza e discernimento, sebbene (lo dico tristemente)
anche poca grammatica. E, allora, visto che dobbiamo dire la verità... perché
non farlo da me un commento? E mi sono sforzato rischiando di brutto, perché so
dove vanno a finire questi commenti. Allora ecco qui come stanno le cose...» {29
gennaio 2010}.
Gli risposi come segue, rifacendomi al primo caso, sopra descritto.
Sono contento del tuo ravvedimento, Salvatore.
Infatti, «taglia e incolla» da testi altrui cade sotto il «non rubare». E
poi prima o poi si viene scoperti.
Un credente furbo che m’aveva mandato un
bell’articolo su Gesù, credeva probabilmente di fare così bella figura. È
stato scoperto dopo due anni perché casualmente un altro credente, cercando una
cosa specifica in internet, s’è accorto che tale scritto era stato copiato di
sana pianta da un commentario. Appena sono stato avvisato, ho tolto tale scritto
dal sito, spiegando a tale credente la mia buona fede e ringraziandolo. Le
scusanti del presunto autore furono fumose come il suo tentativo
d’accreditarsi con il lavoro altrui. È proprio vero, come ha affermato Gesù, che
non c’è nulla di nascosto che non debba venire alla luce (Lc 8,17).
Perciò si fa sempre bene, ricalcando un proverbio nostrano, a predicare bene e a
razzolare meglio.
3. Terzo caso
Al riguardo rimando alla nota editoriale alla fine
dell'articolo «La Bibbia e i suoi manoscritti».
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Faq/1-Lettori_barano_EnB.htm
21-11-2009; Aggiornamento: 18-12-2010
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