Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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LETTORI CHE BARANO

 

 di Nicola Martella

 

1. Primo caso

     Ci sono lettori che traggono da libri o siti internet brani più o meno lunghi, magari per servirsene in studi o discussioni nelle loro chiese o in internet. Volenti o nolenti, appongono il loro proprio nome su di essi; non usando le virgolette per i brani altrui e non scrivendo subito la fonte da cui hanno attinto, col tempo si convincono (o s’illudono) che ciò sia «farina del proprio sacco». È un grave inganno.

     Sebbene io sia molto attento al rispetto della proprietà letteraria altrui, fidandomi di alcuni lettori, ho pubblicato testi a loro nome che poi sono risultati di altri. Alcuni pensano che la «proprietà intellettuale» non sia una vera proprietà, ma un bene che ognuno possa saccheggiare a suo piacimento e penne di cui ognuno possa rivestirsi, a suo arbitrio e piacimento, per dare lustro al proprio ego. Dove ciò è accaduto, la cosa mi ha molto turbato. Chi tratta alla leggera la «proprietà intellettuale», ha probabilmente altre falle nella sua etica.

     Ecco qui di seguito un caso concreto. Evito di riportare i nomi delle persone. Un lettore mi ha scritto quanto segue: Caro Nicola, […] Da poco ho incontrato il tuo sito e desidero complimentarmi e ringraziarti per questo prezioso lavoro che metti a disposizione per chi ama il Signore. Che la gloria sia a Dio per tutto questo. Ti scrivo sia per salutarti ma principalmente per un altro motivo. Quando leggo la parola utilizzo come strumento d’approfondimento il volume «Investigare le Scritture» Nuovo Testamento della Casa della Bibbia. Cercando il termine greco «diautou», riportato nel detto libro, sono entrato in una pagina del tuo sito… [N.d.R.: l’articolo si intitolava «L’esaltazione di Cristo»] Ho trovato che l’articolo scritto qui è stato copiato proprio da questo libro (edizione maggio 2007), riportando il contenuto da pagina 710 (da 1,15 «Primo, Cristo è l’immagine...») a pagina 712. […]

     Dopo aver letto e confrontato la effettiva trascrizione ho controllato se fossero indicate citazioni al libro, ma non sono presenti. Con cura ho letto le condizioni di chi collabora alla stesura degli articoli sul tuo sito e non è previsto riportare articoli d’altri, se non sono stati rielaborati o senza riportare la fonte.

     Scrivo un po’ a malincuore perché il tema trattato è veramente (per usare una parola) «divino» ed è bello che sia a disposizione di tutti: Gesù è Dio ed è per mezzo di lui e in vista di lui che sono state create tutte le cose, ed è in lui che esse sussistono. Scrivo però, per amore della verità, credo che sia giusto che tu, come gestore del sito e cristiano, ne sia a conoscenza per prendere le dovute decisioni. […] {8 novembre 2009}

     Ecco la mia risposta a tale lettore: Caro fratello, shalom. Hai proprio ragione, la politica del sito è di pubblicare solo cose autografe degli autori o cose, di cui si hanno i chiari diritti scritti. Chiaramente mi devo fidare di ciò che le persone mi mandano, credendo che siano scrupolose e oneste. Rifiuto sempre tutto ciò che proviene da altrove. Disapprovo sempre chi s’appropria della proprietà intellettuale altrui. Per questo ho tolto subito tale articolo dal sito e ti ringrazio per avermelo fatto notare. […]

     Chiaramente ho anche chiesto ragioni al presunto autore: […] Mi è arrivata una lettera, che mi ha alquanto meravigliato. Sono rimasto senza parole. Eccoti dapprima la mia risposta, poi segue un brano importante della lettera di tale cristiano, mio conoscente. Spero che vorrai darmi una spiegazione. […]

     Ecco la risposta di tale presunto autore: […] Quello che ti avevo inviato a suo tempo era uno studio che avevo preparato per un incontro in casa. In effetti questo studio l’ho tratto dal commentario «Investigare le Scritture» Nuovo Testamento della Casa della Bibbia. Mi scuso, non era mia intenzione appropriarmi della proprietà intellettuale altrui. È stata solo una dimenticanza.

     Chiaramente ho tolto l’articolo dal sito e ho chiuso il caso. Ammettere il proprio errore è certamente buono. Tuttavia mi è venuto in mente che allora con tale articolo c’era stato un significativo disguido che, dopo anni, risultò però importante per chiarire il caso. Quando, a suo tempo, lo avevo pubblicato, lasciai per sbaglio il mio nome sulla pagina (uso una pagina già preconfezionata per accelerare gli aspetti formali e su di essa c’è il mio nome, essendo io l’autore principale del sito), sebbene sul link ci avevo messo il suo. Ricordo che allora tale presunto autore se l’era presa e mi arrivarono lamentele in proposito. Si trattava ovviamente d’un errore di distrazione e, il giorno stesso che mi fu fatto presente, l’ho subito corretto mettendo il suo nome e scusandomi. Chiaramente, col senno del poi, ci si può domandare: «Perché prendersela tanto allora per una firma fuori posto su un articolo che lui aveva ricopiato e, perciò, non gli apparteneva?». Misteri della vita...

     Ho riportato tutto ciò perché serva da monito a noi tutti. Il Signore Gesù insegnava: «Non v’è nulla di nascosto che non abbia a diventare manifesto, né di segreto che non abbia a sapersi e a farsi palese» (Lc 8,17). Per così dire, tutti i nodi vengono al pettine. I lettori che barano verso gli altri, in fondo ingannano specialmente se stessi. Anche in tutte queste cose dobbiamo smettere col vecchio stile di vita e aderire al nuovo: «Non mentite gli uni agli altri, poiché avete svestito l’uomo vecchio con i suoi atti e rivestito il nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di Colui che l’ha creato» (Col 3,9s). «Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità. Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,22-25).

 

 

2. Secondo caso

     Una mattina, avevo ricevuto un contributo per e-mail per un tema di discussione che mi aveva rallegrato per il contenuto, ma altresì meravigliato per la correttezza grammaticale e sintattica, visto che conosco l'autore, la sua scarsa scolarizzazione e le sue carenze in merito. Mi ero dato come spiegazione il fatto che probabilmente se l'era fatto correggere da qualcuno. Poiché esso rimandava a Facebook come origine, ho cliccato sul link per visionare l'originale, ma non c'era più.

    Verso sera ricevetti un altro contributo dallo stesso autore con le caratteristiche grammaticali e sintattiche usuali. Gli chiesi ragione della cosa, visto che avrei pubblicato ambedue gli scritti. Mi confessò quanto segue: «Per verità, lo avevo tolto, perché era un “copia e incolla” e non era farina del mio sacco. Poi mi sono detto: il Signore m’ha dato intelligenza e discernimento, sebbene (lo dico tristemente) anche poca grammatica. E, allora, visto che dobbiamo dire la verità... perché non farlo da me un commento? E mi sono sforzato rischiando di brutto, perché so dove vanno a finire questi commenti. Allora ecco qui come stanno le cose...» {29 gennaio 2010}.

    Gli risposi come segue, rifacendomi al primo caso, sopra descritto. Sono contento del tuo ravvedimento, Salvatore. Infatti, «taglia e incolla» da testi altrui cade sotto il «non rubare». E poi prima o poi si viene scoperti.

    Un credente furbo che m’aveva mandato un bell’articolo su Gesù, credeva probabilmente di fare così bella figura. È stato scoperto dopo due anni perché casualmente un altro credente, cercando una cosa specifica in internet, s’è accorto che tale scritto era stato copiato di sana pianta da un commentario. Appena sono stato avvisato, ho tolto tale scritto dal sito, spiegando a tale credente la mia buona fede e ringraziandolo. Le scusanti del presunto autore furono fumose come il suo tentativo d’accreditarsi con il lavoro altrui. È proprio vero, come ha affermato Gesù, che non c’è nulla di nascosto che non debba venire alla luce (Lc 8,17). Perciò si fa sempre bene, ricalcando un proverbio nostrano, a predicare bene e a razzolare meglio.

 

 

3. Terzo caso

    Al riguardo rimando alla nota editoriale alla fine dell'articolo «La Bibbia e i suoi manoscritti».

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Faq/1-Lettori_barano_EnB.htm

21-11-2009; Aggiornamento: 18-12-2010

 

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