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Il termine higgājôn, si trova in tre Salmi: 9,16;
19,14; 92,3. In 9,16 è omesso dalla Nuova Diodati (ND) e dalla Nuova Riveduta
(NR). In 19,14 è tradotto «meditazione». In 92,3 è tradotto «canto di voce»
(Diodati [Di]); «accordo solenne» (Riveduta [Rv]); «melodia» (ND e NR). La parola ricorre anche in Lm 3,62, dove è resa con
«ragionamenti» (Di); «meditare» (Rv; ND; NR). Deriva da
hagah, e significa «fare un soliloquio, parlare con se stesso»; da
cui «meditare» (Gs 1,8; Sal 77,12; 143,5). Come sostantivo, indica una
«meditazione», o un parlare con parole premeditate e, quindi, degne di
memoria o di ripetizione. Se i tre Salmi vengono letti alla luce di questo
significato, porremo la nostra attenzione sui soggetti che sono degni della
nostra meditazione, e non penseremo al significato musicale:
Nel Sal 9,16 è il giudizio di Jahwè.
Nel Sal 19,14 sono le parole e le opere di Jahwè.
Nel Sal 92,2s è la benignità e la fedeltà di Jahwè.
{elaborazione: Argentino Quintavalle - rielaborazione: Nicola Martella}
▬ Letteratura■
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Higgaion_Oc.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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