Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Escatologia 1

 

Poesie

 

 

 

 

Questa opera contiene senz’altro alcune novità. Leggendo i brani escatologici della Bibbia sorgono vari interrogativi, ad esempio i seguenti:
■ I credenti, quando muoiono, vanno in cielo o in paradiso?
■ I morti nell’aldilà sono solo inattivi o anche incoscienti?
■ I bimbi morti dove vanno?
■ Se nessuno sa il giorno e l’ora dell’avvento del Messia, perché diversi cristiani hanno fatto predizioni circostanziate per il loro futuro imminente?
■ Qual è la differenza fra escatologia e utopia?
■ In che cosa si differenzia la speranza biblica dalla speranza secolarizzata di alcuni marxisti?
■ Il «rapimento» precederà o seguirà la tribolazione finale?
■ Quando risusciteranno i credenti dell’AT?
■ Il regno millenario è concreto o solo spirituale?
■ Durante il suo regno futuro col Messia regnerà sono Israele o anche la chiesa?
■ Nella nuova creazione i credenti abiteranno in cielo o sulla nuova terra?
■ Lo stagno di fuoco esisterà per sempre?
■ I morti si riconoscono nell’aldilà?
■ Non sarà noioso vivere nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il tempo nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il matrimonio nel nuovo mondo?
■ Eccetera...

 

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Escatologia 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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AL POPOLO EBREO

 

Premesse: Alcuni giurano che gli Israeliani hanno tutto il materiale pronto per ricostruire il tempio. Lo dicono da decenni, ma nessuno sa dove esso sia; nessuno sa provarlo. La Scrittura afferma che alla fine dei tempi, appena pochi anni prima dell’avvento di Gesù Messia, gli Ebrei costruiranno effettivamente un nuovo tempio. La via fin lì però può essere ancora lunga. A noi cristiani delle nazioni la cosa non è di fondamentale importanza, poiché insieme ai cristiani ebrei siamo già un tempio, e per di più siamo il corpo del Signore. Questa grazia ci basta… poi Dio a suo tempo farà quanto ha deciso nel suo insindacabile consiglio.

     In questa poesia l’autrice ripercorre alcune tappe della storia d’Israele, evidenzia il grande diniego verso Gesù quale Messia e invita gli Ebrei a riconoscerlo come il loro «Unto a re». {Nicola Martella}

 

O popolo innalzato e abbassato,

che ha visto Dio e poi non l’ha riconosciuto,

popolo che ha atteso il dono e non l’ha accolto;

popolo che ha camminato nel deserto,

da Dio guidato e nutrito di manna;

popolo che ha custodito la Parola,

ma non ne ha visto il volto, non ancora:

alza il tuo sguardo, popolo ormai stanco,

apri i tuoi occhi, popolo deluso:

il grande dono a tutti è stato esteso

e chi lo accetta non lo toglie a nessuno.

Immenso è il nostro Dio: è in ogni luogo

e in ogni luogo è la sua misericordia.

Il grande tempio, da secoli atterrato,

lascia che viva nel sonno dei ricordi,

perché altra cupola s’innalza sopra il monte

e il nostro cuore è dimora al nostro Dio.

Se ci perdoni, popolo straziato,

se ci riaccogli, popolo del dolore,

che la nostra violenza hai conosciuto,

oh, ti possano parlare labbra pure

perché per sempre tu sia consolato.

Ti sia conforto la nostra vergogna,

ci sia conforto la tua resurrezione,

e ci renda fratelli, tutti in Dio.

 

{Fiorina Pistone; © Punto°A°Croce 2007}

 

Commento: La poesia rievoca in modo sintetico alcuni momenti significativi della storia ebraica: la rivelazione, le promesse, la marcia nel deserto e l’aiuto ricevuto da Dio in quel periodo difficile; ma anche il rifiuto del Messia (il dono), atteso da secoli ma poi non riconosciuto come tale. L’autrice ricorda con gratitudine il servizio che gli Ebrei (popolo che ha custodito la Parola) ci hanno reso trasmettendoci le Scritture e si duole che la maggior parte di loro non ne abbiano ancora riconosciuto il vero protagonista (il volto), che è Gesù. Ella si rammarica per le sofferenze che questo popolo ha conosciuto e lo invita a non ritenere che la ricostruzione del tempio sia fondamentale per incontrarsi con Dio, il quale dimora soprattutto nel nostro cuore (perché noi siamo tempio dello Spirito; 1 Corinzi 6,19), specialmente da quando Gesù ha dato compimento alla rivelazione (Giovanni 1,18) con la sua testimonianza fatta di parole e di vita.

     L’autrice chiede perdono agli Ebrei per le persecuzioni che i Gentili hanno loro inflitto, e auspica una riconciliazione che, se culminasse con l’ascolto dell’Evangelo per mezzo di cristiani veramente tali (labbra pure), porterebbe a un vero rapporto di fratellanza tra noi e loro.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/P-Popolo_ebreo_Esc.htm

06-11-2007; Aggiornamento:

 

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