Qui di seguito
discutiamo l’articolo «Verginità
e tampone». Un giovane mi ha posto delle domande relativamente
agli assorbenti interni, alla perdita accidentale della verginità e ai
conseguenti sensi di colpa. Ho cercato di dare una risposta tecnica, quindi
senza reticenza e senza morbosità.
Non tutti vedranno di buon occhio che ho affrontato un tema del genere;
ma ciò succede per ogni argomento, che apro.
[►
Tacere o dialogare su questioni spinose?;
►
Temi tabù per i cristiani?]
Ritengo però che l’oscurantismo non sia
la migliore alternativa, che la mancanza di conoscenza sia spesso fonte di molti
mali e di vari sensi di colpa inutili e dannosi. In ogni cosa è sempre la verità
a renderci liberi.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema
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1. {Vincenzo
Russillo}
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Quanto al tema, oltre a ringraziarti, preciso che potrebbe essere forse vero che
sia alquanto singolare che io abbia posto tale domanda. Tuttavia, vedendo
tanta confusione addirittura tra le giovani donne, mi sono incuriosito per
sapere quale sia la verità. Una mini-precisazione quanto alla prima mestruazione
o «menarca»: ho letto in rete che durante tale evento non vi è la rottura
dell’imene, ma una sua piccola lacerazione per permettere il deflusso di sangue.
Se non sbaglio, si ricorre anche chirurgicamente per permettere il
deflusso di sangue. Comunque spero che ciò sia d’aiuto per giovani donne. Il
Signore benedica grandemente la tua opera. Fraterni saluti... {13-12-2010}
2. {Cristina
Sorbilli}
▲
■ Contributo:
Grazie Nicola, per questo contributo. Da giovane cristiana posso confermare
quanto tu dici rispetto al fatto che molto spesso è difficile trovare una
donna matura e cristiana, con cui potersi aprire nella massima libertà. E
questo forse dipende dal timore di scandalizzare qualcuno. Ecco perché
molto spesso invece per me è più facile affrontare certi temi con degli
uomini (fratelli cristiani e fidati), forse perché nell’uomo esiste una
tendenza meno evidente alla censura. Pace a te {13-12-2010}
▬
Risposta (Nicola Martella): Penso che il
rischio che qualcuno si scandalizzi, per le cose che sente in confidenza,
e la tendenza alla censura per certi temi non dipendano dal genere
sessuale, ma dalla qualità delle persone, maschi o femmine che siano,
quindi dalla loro maturità, dalla loro stabilità psichica, spirituale e morale e
anche dalla loro cultura.
Penso che sia in genere sempre meglio che una giovane
donna chieda consiglio per certe questioni femminili a donne credenti
e mature, specialmente per cose intime; esse possono capire meglio e subito di
che cosa si tratta. Se in alcuni ambienti di tali donne disponibili non ce ne
sono, questo è una testimonianza di povertà spirituale e ministeriale di tali
chiese.
È vero che certi uomini credenti (dipende da
quali) possano avere una «tendenza meno evidente alla censura», ma per certe
questioni a tu per tu si innescano in loro (e, a volte, fra i due sessi)
meccanismi irrazionali e istintuali, che creano turbe psichiche, sebbene non lo
diano a vedere. Io personalmente non pratico mai cura pastorale con una
donna da solo, ossia senza la presenza di un’altra donna; questo sia per evitare
la concupiscenza e meccanismi di transfert, sia per dare maggiore sicurezza a
tale donna.
3. {Giacomo
Lerici}
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■
Contributo: Ciao Nicola, noi non ci
conosciamo, se non virtualmente cioè su Facebook. Alcune cose che scrivi le
trovo interessanti ma altre, come questa, le trovo inutili e anche fuori
luogo. Di certe cose si deve parlare, ma non qui e non in modo cosi
plateale. Si deve parlare di tutto nel campo evangelico, ma almeno io non
parlo di «imene» come parlo di anzianato o di altri argomenti chiaramente
insegnati nella Scrittura. Parliamo di sesso... ma facciamolo con un po’ più di
tatto e riserbo. Ti abbraccio in Cristo. {13-12-2010}
▬
Risposta (Nicola Martella): Ringrazio
questo lettore per il suo intervento. Il suo punto di vista è lecito, ma
che non condivisibile. Su Facebook si trova soltanto l’introduzione al tema,
mentre l’articolo completo è sul mio sito insieme a centinaia d’altri. Su «Fede
controcorrente» affronto questioni ecclesiologiche, dottrinali, apologetiche,
etiche e così via.
Inoltre, io rispondo a domande, che mi vengono poste; quindi, tali
questioni sono importanti per coloro, che le pongono, e per altri, che le
leggono. Per ogni tema che apro, c’è sempre qualcuno che mi rimprovera di
averlo fatto e di non essermi occupato d’altro. Quindi, nulla di nuovo; ora è il
turno suo.
Non gli farò qui tutto l’elenco dei brani, in cui la Bibbia parla delle parti
intime, di mestruazioni e di quant’altro, chiamando le cose per nome, anche
laddove le
nostre traduzioni hanno preferito usare eufemismi rispetto ai termini
originali che sono nudi e crudi (p.es. Pr 5,19 ebr. «tette», it. «carezze»; 2 Sm
12,8 ebr. «tra le tue cosce», it. «nelle tue braccia»). È un retaggio dell’etica
cattolica, che continua ad albergarsi in tanti menti evangeliche, che hanno
riformato soltanto la dottrina della salvezza.
Quanto al
tatto e al riserbo, non mi sembra che ne ho mancato; ho trattato il tema
tecnicamente, non morbosamente, né senza rispetto. Per la mia competenza
sui temi sessuali rimando ai tre volumi di «Sesso & affini».
Se questo lettore ha qualcosa da dire nel merito è il benvenuto; per ulteriori
lezioncine di morale non ho tempo.
4. {Claudia
Falzone}
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Il fatto che questi
timori non siano casi isolati, ma riguardino invece «molte ragazze», come
afferma Vincenzo Russillo, lo trovo davvero allarmante e mi stupisce non
poco; ciò dimostra quanto sia scarsa l’informazione su questi temi. Mi chiedo
come sia possibile che un’adolescente pensi di perdere la propria verginità
attraverso l’uso di un assorbente interno o addirittura facendo sport! Mi chiedo
dove siano i genitori in tutto questo, e dove sia la scuola, i
quali dovrebbero informare i ragazzi verso una corretta conoscenza della
sessualità e del proprio corpo!
Posto che, come spiega bene l’articolo, l’uso dei tamponi interni e la
masturbazione non danneggiano l’imene, mi chiedo comunque perché al giorno
d’oggi si dia ancora così tanta importanza alla rottura di questa
membrana, come se fosse quella a determinare la verginità di una persona.
Secondo quella stessa logica, paradossalmente si dovrebbe quindi
considerare vergine una ragazza, che ha avuto invece alcuni rapporti sessuali,
il cui imene è però ancora intatto!
La perdita della verginità avviene, in ogni caso, al primo rapporto
sessuale. Probabilmente gli scrupoli, che sono stati segnalati, dipendono ancora
da una cultura antica, tipica dell’area mediterranea, in cui la deflorazione
veniva raccontata e vissuta come qualcosa di spiacevole e che comportava
segni tangibili (ricordiamo ad esempio l’esposizione del famoso lenzuolo della
prima notte di nozze).
Evidentemente questi timori sono degli strascichi di quella vecchia mentalità.
{13-12-2010}
5. {Pietro
Calenzo}
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Ho molto apprezzato
questo tuo argomento, carissimo fratello, tant’è che, alcune delle
argomentazioni da te esposte erano per me inedite, e non mi vergogno nel
dichiararlo. Ringraziando il Signore, Egli mi ha dato la grazia e l’assennatezza
di comperare i tuoi tre volume di «Sesso e Affini» (Punto°A°Croce, Roma
1998). già da anni, così mi è stato più agevole approfondire questi delicati
temi o problematiche. Per essere, se possibile, di conforto e di aiuto nello
spronare altri lettori ad acquistare i tre volumi, per la loro crescita ed
edificazione, cito anche i titoli di ogni singolo volume. Primo tomo: «Sessualità
e contesti», secondo tomo: «Tenerezza
e fedeltà», terzo tomo: «Disturbi
e abusi». Per una maggiore conoscenza della volontà del Signore,
non dimenticherei neanche «Generi
e ruoli» (Punto°A°Croce, Roma 1996), sempre del fratello Nicola
Martella, che è una vera fucina di preziose e scritturali informazioni per
coloro, che con cognizione biblica ed esegetica vogliano piacere al loro
Signore. Chiudo questo mio piccolo intervento con un auspicio che anche i
maschietti cristiani possano, al pari delle nostre sorelle più o meno
giovani, mantenere e amare il proprio corpo con la stessa disciplina e amore
in Gesù Messia. Poiché chi ama la propria moglie, ama se stesso, ma in
primo luogo ama e onora l’Eterno. Dio vi benedica. {13-12-2010}
6. {Annamaria
Merendino}
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■
Contributo: Non ho mai usato per preferenza
tamponi, ma non sembra di avere attinenza con la rottura dell’imene,
perché durante la mestruazione l’imene è aperto per lasciar defluire il mestruo;
e poi il tampone non raggiunge l’altezza in cui si trova l’imene. L’uso di
tamponi non ha a che vedere poi con la sessualità o con l’autoerotismo. È
un semplice oggetto di uso comune, che si può usare per comodità nell’ambito di
piscine e palestre, anche semplicemente per proteggersi dai batteri, che
possono filtrare e creare infezioni, quando si è sedute sulla sabbia al mare
o... non so altro.
Quanto alla
sessualità fuori dal matrimonio, nessuno dubiti che sia peccato, atteniamoci
alla Parola di Dio. Quanto all’autoerotismo, che sembra essere
sottovalutato, è altrettanto peccato (l’apostolo Giacomo nel cap. 4 parla di
passioni che si agitano nelle membra; passioni disordinate con il proprio corpo
non sono naturali né approvate da Dio). C’è un versetto che dice che, se un uomo
guarda una donna per desiderarla, commette adulterio in cuor suo. Poiché
comunque Dio ha valori e pensieri più alti dei nostri, per Lui anche l’odio è un
omicidio. C’è da pensare allora che l’autoerotismo rappresenta la
concentrazione del pensiero verso l’oggetto del desiderio sessuale; ciò
significa incamerare e accogliere immagini e sensazioni di un mondo, che a noi
non appartiene, perché anche i nostri pensieri devono esser puri.
Nel salmo 51 leggiamo che Dio vuole che la purezza risieda dell’intimo
del cuore, quindi non dobbiamo conservare certi desideri e ampliarli, ma
cacciarli via, perché ciò che attraversa la mente, scende nel cuore e contamina
l’uomo; e peggio ancora se diventa azione pratica. Visto così nessuno la scampa,
ma se ammettiamo la debolezza e chiediamo a Gesù ancora il perdono e la forza
contro questa debolezza, come contro qualunque altro vizio, Egli ci aiuta.
{14-12-2010}
▬
Risposta (Nicola Martella): Ringrazio
questa lettrice per il suo contributo sul tema specifico della verginità e
assorbenti interni. Lascio il resto senza commenti, visto che il tema qui
non è l’autoerotismo; se rispondessi, ciò ci porterebbe fuori tema.
Rimando alla letteratura specifica: si vedano in Nicola Martella,
Tenerezza e fedeltà, Sesso & Affini 2 (Punto°A°Croce, Roma 1998),
gli articoli: «La masturbazione», pp. 70ss; «Masturbazione e Bibbia», pp. 77ss.
7. {Luisa
Lauretta}
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Caro Nicola, apprezzo con sincerità il
tuo chiaro ed esauriente modo di trattare argomenti, a volte un po’
imbarazzanti; e sono del parere che essere a conoscenza di alcune cose,
piuttosto che vivere nell’ignoranza, sia molto più educativo (il mio
popolo perisce per mancanza di conoscenza). Grazie, perché scrivi in maniera
chiara ed efficace. Confermo, inoltre, che l’uso di assorbenti del tipo
citato non arrecano nessun danno a carico dell’apparato femminile, se
usati correttamente. {16-12-2010}
8. {Gianni
Siena}
▲
■
Contributo: Un mio collega di lavoro che,
come tanti altri, mi prendeva in giro senza mai affrontare il discorso della
«fede», un giorno mi domandò: «Voi siete “quelli” che non fanno sesso?».
La mia risposta fu eloquente e per nulla «imbarazzata»: «Ho un figlio e con chi
l’avrebbe fatto mia moglie?». Passai una buona ora a rispondere alle sue domande
su ciò, ch’è lecito o meno nel talamo.
Tutti gli argomenti che ruotano intorno al sesso fanno parte di un tema più
vasto, circa il quale in Italia se ne parla al massimo per allusione: nelle
chiese. Al punto che un ragazzino auto-colpevolizzato per il masturbarsi o
una giovane donna con qualche dubbio sulle sue pulsioni sessuali non
troverebbero qualcuno disposto ad ascoltarli e a dare qualche buon consiglio. Si
tratti di un assorbente igienico o dell’opportunità di usare qualche precauzione
anticoncezionale, non importa «cosa», l’argomento è evitato: raramente vi
sono pastori o persone mature capaci di ascoltare e dialogare con chi vorrebbe
sollevare questi temi. È una mentalità bigotta che non morirà mai.
Un mio conoscente s’è sentito accusare d’aver raccontato barzellette
«sporche e volgari» da un altro membro della sua chiesa, sebbene non lo fossero,
visto che si trovano nella rubrica «Umorismo
religioso» di questo sito.
Purtroppo l’argomento sesso è delicato da trattare; ma noi siamo ancora
legati a un
retaggio cattolico che, da sempre, demonizza il sesso e considera la
relativa castità (= astinenza) come una cosa eccelsa. Mentre la Bibbia dice
semplicemente che ogni uomo ha ricevuto da Dio le sue inclinazioni naturali. A
questa condizione fa da contraltare una mentalità secolare, che banalizza
la sessualità. Io da molto tempo evito di entrare in discussione con i
non-credenti su determinati argomenti: ne uscirebbe solo una animata discussione
senza frutto. Ma non sono bigotto e mi sono sbarazzato da tempo di certi facili
«moralismi». {16-12-2010}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Quando ho proposto a dei conduttori di chiesa, che mi avevano
invitato, di fare dei seminari sulla sessualità a gruppi d’età nella loro
comunità, in genere era come se avessi messo sulle loro mano dei carbono accesi,
che non sapevano come manovrare. Hanno preferito cose edificanti e meno
imbarazzanti, ritenendo perlopiù che la sessualità attiene alla sfera personale
e familiare. In molte di tali chiese bisognava poi vedere la veemenza e
la drasticità, con cui conduttori impacciati hanno poi affrontato i casi
di immoralità, che sono venuti alla luce. In alcuni casi, in cui i giovani hanno
avuto rapporti sessuali prematrimoniali, sono stati costretti a comparire
dinanzi a tutta la comunità e a esporre con vergogna il loro caso, chiedendo poi
perdono a tutti. In altri casi i trasgressori sono stati allontanati dalla
comunità. Non sono contrario a forme di disciplina nella chiesa, se è
intesa al recupero, ma la mancanza di istruzione biblica e di cura pastorale,
quando viene compensata da tali scene tragiche, mostra soltanto la mancanza di
preparazione pastorale dei conduttori, il loro imbarazzo e la loro incapacità.
Quanto alle barzellette, sul mio sito non se ne
trovano di
sporche e volgari, visto che la sezione si chiama «Arte sana». Io rifiuto le
battute equivoche e ambigue.
Nel cattolicesimo il celibato è assunto
di per sé a virtù meritoria. Il celibato dei preti smentisce la regola paolina,
secondo cui ognuno ha il carisma chi per il celibato e chi per il matrimonio.
Inoltre, il celibato forzato, essendo contro natura, porta a pratiche immorali
quali il sesso libero dei preti, la pedofilia, le pratiche omosessuali. Inoltre,
per secoli la chiesa romana ha prescritto l’astinenza sessuale anche nel
matrimonio, comandando il coito soltanto ai fini procreativi.
La sessualità è uno dei punti maggiori, in cui
specialmente i
giovani falliscono, facendo spesso naufragio quanto alla fede. Non dobbiamo
essere bigotti né, al contrario, fare finta di niente dinanzi alla immoralità.
Dobbiamo essere esempi di castità, presentare il pensiero di Dio,
istruire i credenti secondo la loro indole ed età anche riguardo alla
sessualità. Quando i giovani vengono da noi conduttori (o da altri
credenti maturi, uomini o donne) per porci domande relativi a vari aspetti della
sessualità, che a loro interessano, ciò è un indice di una chiesa sana. Sta a
noi di dare risposte adeguate a quanto chiesto, secondo l’età e l’indole delle
persone.
9. {}
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Verginita_tampax_GeR.htm
13-12-2010; Aggiornamento: 17-12-2010 |