Qui di seguito discutiamo l’articolo «La Bibbia insegna il vegetarianismo?». Essendo io esegeta, non mi
sono interessati gli aspetti confessionali, ma solo come l’AT e il NT presentano
in modo ovvio tale questione. Abbiamo accertato che il vegetarianismo è una
dottrina estranea alla sfera culturale e religiosa dell’antico Israele, del
giudaismo al tempo di Gesù e della chiesa apostolica.
Abbiamo preso atto dei cambiamenti della dieta umana già nella storia
primordiale. Abbiamo visto che il vegetarismo non era parte della cultura e
della religione
correnti nel resto dell’Antico Testamento, ai tempi di Gesù e nell’epoca
apostolica. Abbiamo presentato il modo come l’apostolo Paolo trattò il caso
specifico delle culture alimentari differenti in Romani 14. Da ciò abbiamo
tratto alcuni principi derivati per onnivori e vegetariani. Abbiamo terminato,
mostrando la differenza fra concessione della carne come cibo e il
consumismo, basato sull’arbitrio del materialismo. Abbiamo visto che la
sopravvivenza dell’uomo è cosa ben diversa dallo sfruttamento
indiscriminato e insensato delle creature animali, sebbene esse siano, a tutti
gli effetti, «anime viventi», ossia esseri senzienti.
►
La Bibbia insegna il vegetarianismo? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
(E-mail)
Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli
firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito
può dare uno pseudonimo, se richiesto.
I contributi sul tema
▲
(I
contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I
contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Nicola
Martella}
▲
1. Su una foto ho letto la seguente scritta, che qualche buontempone
aveva spruzzata su un muro: «Salva una pianta, mangia un vegano».
I «vegani» sono i vegetariani d’ideologia orientale. Di per sé, di là dalla
ideologia religiosa o filosofica d’origine, nella pratica si distingue, quanto
alla dieta alimentare, fra «vegetariani» (non mangiano carne, ma il resto
sì) e «vegetaliani» (non mangiano nessun prodotto animale). I «vegani»
sono militanti «vegetaliani» di religione induista (o buddista) o simpatizzanti
della medesima.
2. Eccovi dei miei versi, scritti anni fa, sulla salute dello «schiavo
salutista»:
Preso da venerazione pel tempio dell’Io,
Il vegetariano, schiavo della salute, è pio.
Il devoto del corpo, con serietà bestiale,
Evita con scrupolo religioso il grasso animale.
Mangia prodotti «sani» come la rapa,
cercando longevità colla vitamina x-jota-cappa.
Tutte le piante con lo sterco fertilizza;
Pauroso dei bacilli, ogni cosa sterilizza.
Scoppiando di salute, morirà d’imprevisti,
Anche i vermi nella tomba saran salutisti.
[Nicola Martella,
Motti di spirito
(Punto°A°Croce, Roma 1995) p. 90]. |
|
|
2. {Luca Sini}
▲
■ Contributo: Io sono stato avventista e vegetariano. Ho smesso col vegetarianismo due
mesi fa e a fatica. Ora, mi godo tutto ciò, che posso mangiare. Biblicamente si
parla di vegetarianismo come dieta in Eden; questo è vero, ma è anche
vero che loro erano nudi. Quindi, invito quelli, che usano certi passi ad andare
anche in giro nudi! Avrei anche molto da dire in base alla mia esperienza
personale e alle dottrine whitiane [ossia di Ellen G. White, N.d.R]. C’è
da dire che quando si diventa vegetariani, si crede di fare la cosa giusta e,
col tempo, si prova disprezzo verso chi mangia carne. Quindi, col tempo
si prova disprezzo per cose, che Gesù faceva. Quando mi sono accorto di
questo, mi sono sforzato di mangiare carne, perché l’allievo non è più del
maestro. {23-05-2011}
▬ Nicola Martella: Luca Sini, grazie del tuo
contributo. La tua esperienza in merito al tema «vegetariani e avventisti», da
te accennato, potrebbe essere importante per la discussione.
■ Luca Sini: Conobbi il Signore 4 o 5
anni fa e in preghiera chiesi di conoscere credenti ed entrare a far parte del
suo popolo. Andai in alcune chiese evangeliche e, dopo circa sei mesi, mi
trasferii in Svizzera da Roma. Non conoscendo ancora nulla di teologia o Bibbia,
entrai a far parte di un gruppo avventista del settimo giorno. Inutile
dire che le persone del gruppo erano favolose, molto disponibili e non potrei
oggi dire nulla di male nei loro confronti, sia chiaro. Come ogni neo-credente
ero spinto dalla voglia di fare la cosa giusta e seguire attentamente la Bibbia,
in quanto unica verità. La chiesa avventista si proclama quale unica vera
seguace della Bibbia e i suoi membri usano chiamarsi il «popolo del libro».
L’osservanza del sabato e di alcune prescrizioni della legge sono
molto affascinanti per chi non conosce bene gli argomenti, ed è veramente
facile lasciarsi indottrinare con uno scorretto uso della Bibbia.
È anche molto facile farsi suggestionare dal vegetarianismo, come piano
ultimo di Dio; infatti, prendendo alcune parti della Bibbia e un po’ di scienza
qua e là, si riesce a farcire un discorso molto pericoloso per il credente in
Cristo. Fatto sta che in poco tempo divenni vegetariano; e lo feci per i
soliti discorsi come «Dio è il grande dottore e sa come siamo fatti», «siamo
stati creati vegetariani e il peccato ci ha resi onnivori», ecc. Ora non voglio
dire che non siamo stati creati vegetariani, in quanto direi una bugia, come non
dico che essere vegetariani sia di per sé uno sbaglio. Ma c’è una differenza tra
una scelta personale e una dottrina spacciata per biblica.
Il problema, che affiora a primo impatto, è la difficoltà di molti a lasciare la
carne. Non riuscendoci, si sentiranno poco fedeli, deboli, non voluti da
Dio, in quanto non riescono a fare uno sforzo per Lui. Ma questo è il minimo.
Personalmente mi sento ancora ridicolo al solo pensare quante idiozie ho
proclamato come verità come il vegetarianismo.
Col tempo sentivo di essere sempre più bravo e, col tempo, mi distaccavo
completamente dal vero Maestro (Gesù), che non ha mai richiesto nulla di simile.
Inoltre, col tempo, si diventa sensibili all’odore della carne e si comincia a
non sopportare chi mangia carne. Quindi, in pratica, non sopportiamo ciò,
che Gesù faceva quotidianamente e arriviamo alla follia più abietta di
elevarci al di sopra di Lui: anche indirettamente e senza accorgercene, sì,
ma lo facciamo.
La Bibbia parla di alimentazione in più punti, ma quello che riguarda il nostro
patto è molto chiaro nel Nuovo Testamento: «Il regno di Dio non consiste
in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo»
(Romani 14,17). Inoltre, è scritto che il credente è morto alle prescrizioni del
mondo e della legge e vive in novità di spirito. Se qualcuno pensa sia
ancora importante un cibo, probabilmente non ha sperimentato la nuova nascita o
semplicemente non ha ancora chiare alcune cose scritte nel nuovo patto.
{24-05-2011}
3. {Alfredo
Sillitti}
▲
Da quello che la
scienza afferma, l’uomo è nato con uno stomaco corto, adatto a una
alimentazione vegetariana e non come i leoni, tigri, ecc., il cui stomaco è
fatto per digerire la carne. La mia esperienza è che, quando mangiavo tutti i
giorni carne, mi è venuta una intossicazione cutanea e perdevo capelli
in abbondanza; e quando ho smesso, mi si è fermata la caduta. Detto questo, devo
aggiungere che oggigiorno mangio di tutto e ringrazio Dio per quello che
mi provvede (seguendo il consiglio dell’apostolo Paolo), ma non abuso più
di questo alimento, giacché il Signore, nella sua immensa benignità, ci dà modo
di scegliere e ringrazialo a pieni mani. {23-05-2011}
4. {Leonardo
Fidanza}
▲
■ Contributo: Sig. Martella, ma lo sa
che è proprio interessante quello che Lei dice? Anch’io sinceramente mi son
chiesto da tanto tempo, sui rapporti tra l’alimentazione e le religioni,
sopratutto quella cattolica. Secondo Lei, una alimentazione consona, sempre alle
situazioni delle religioni, potrebbe
aiutare la salvezza dell’anima? {Monte Sant'Angelo;
24-05-2011}
▬
Nicola Martella: Riguardo alla domanda, se
l’alimentazione possa contribuire alla salvezza, la risposta è per l’analisi del
Nuovo Testamento solo questa: assolutamente no. Dio ha un solo metodo di
salvezza, come scrive l’apostolo Paolo: «Infatti, voi siete salvati per
grazia, mediante la fede; e ciò non da voi, è il dono di Dio»
(Efesini 2, 8). Se Cristo sulla croce ha già pagato e Dio giustifica chiunque
crede in Gesù come personale Salvatore e Signore per i meriti di Cristo, sarebbe
insensato voler pagare ancora con la propria alimentazione o i propri sforzi
una cambiale già pagata! Conviene accettare tale «riscatto» e ringraziare il
Benefattore, ossia Dio! Un’alimentazione equilibrata è utile alla salute,
ma non alla salvezza!
▬
Leonardo Fidanza: Grazie sig. Martella! Era
quello che pensavo. {24-05-2011}
▬
Matteo Prencipe: La discussione è molto
interessante, condivido che un legame tra alimentazione e religione c’è;
che ci sia un legame stretto con la salvezza.... mah, nutro forti
dubbi. {Movimento Civico «È la Nostra Città»; 24-05-2011}
▬
Leonardo Fidanza: Infatti, è stato chiarito
con sicumera precisione proprio dal sig. Martella che non c’è alcun legame
tra l’alimentazione e la possibile salvezza! {24-05-2011}
▬
Matteo Notarangelo: Io non ne sono
convinto. Per me, il rispetto degli esseri viventi è molto importante.
Non entro nel merito teologico, ma io penso che nessuno abbia il diritto di
togliere la vita a una persona o a un essere vivente. Se poi penso che gli
esseri viventi possano
essere cibo, mi faccio problemi. Non sono vegetariano, ma vorrei esserlo.
Ringrazio, anticipatamente, il sig. Martella per una sua delucidazione in
merito.
▬
Matteo Prencipe: Attendo con interesse la
riflessione del sig. Martella. {24-05-2011}
▬ Nicola Martella: Agli interrogativi di
Matteo Notarangelo e all’interesse di Matteo Prencipe (alias Movimento Civico «È
la Nostra Città») penso di aver già risposto nell’articolo «La Bibbia insegna il vegetarianismo?», al punto finale «Concessione e
consumismo», che pregherei di leggere per non ripetermi.
Io personalmente preferisco mangiare verdura che mangiare carne, ma non ne
faccio un problema ideologico, poiché comprendo che le ideologie sono una
questione prettamente occidentale, in cui le persone sono sazie. Altrove, e cioè
nella maggior parte del mondo, bisogna sopravvivere di giorno in giorno;
per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale scrupoli onnivori o
vegetariani di natura ideologica non si pongono affatto, visto che si spera di
poter continuare a vivere pressoché quotidianamente. Altrove nessuno uccide il
proprio asino per mangiarlo, poiché è il suo trattore e mezzo di
trasporto; nessuno uccide la propria mucca, perché il latte quotidiano è
l’unico mezzo di sostentamento per i figli e spesso per la famiglia. Tutt’al
più, quando si è fortunati, ci si ciba della cacciagione.
Il problema è qui in occidente con gli allevamenti di massa, che rendono
gli animali delle «cose», dei «prodotti». La gente non ha nessun rapporto
con gli animali, ma solo con i prodotti finali. A ciò si deve anche l’abuso,
che è fonte di molte malattie (la carne contiene anche tossine, oltre che
colesterolo, e l’abuso inverte l’utilità delle proteine nel contrario).
Come ho scritto nell’articolo, su questo come in altri temi simili ci vuole il
reciproco rispetto e il dialogo, per arricchirsi reciprocamente. Per chi ama
la Parola di Dio, essa ci dà questo prezioso principio: «L’uno crede di poter
mangiare di tutto, mentre l’altro, che è debole, mangia legumi.
Colui, che mangia di tutto, non disprezzi colui, che non mangia di tutto;
e colui, che non mangia di tutto, non giudichi colui, che mangia di
tutto: perché Dio l’ha accolto» (Romani 14,2s).
▬
Leonardo Fidanza: Con l’allevamento
intensivo, purtroppo si è perso il gusto e il sapore, oramai siamo stanchi
di questa sovrabbondanza, che toglie la soddisfazione per il buon cibo. Ecco,
vede Sig. Martella, più la sento esprimersi in questi termini e più mi rendo
conto che è veramente interessante quello che dice. Credo che le sue riflessioni
saranno il viatico per un doveroso approfondimento, sui sentimenti
religiosi e sul loro intreccio con la società moderna. Credo che tutto quello
che Lei sta dicendo in questo gruppo, sarà foriero di un nuovo modo di
approcciarsi e analizzare il sentimento religioso. Cordialmente la saluto.
{24-05-2011}
▬
Matteo Prencipe:
Voglio dire la mia. Spesso ci troviamo di fronte a un ebreo o a un islamico, che
rifiuta di mangiare carne di maiale o di bere alcolici; è spesso il primo modo
con cui noi italiani ci rendiamo conto delle differenze religiose, quindi
può essere un modo nuovo e concreto per capire la società sempre più
pluralistica in cui viviamo.
L’osservanza dei
divieti alimentari caratterizza quasi tutte le religioni; solo il
cristianesimo non conosce un codice alimentare vero e proprio. Senza
dimenticare i vari divieti. Io credo che le religioni, soprattutto nei tempi
passati erano una forma sociologica di educazione alimentare e sociale,
per evitare guai peggiori. Faccio un esempio: il divieto di bere l’acqua del
sacro Gange per gli induisti (se non in casi rarissimi) è secondo me una
forma di tutela sanitaria, visto l’altissimo livello infettivo e d’inquinamento.
Attendo vostri spunti di riflessione. {25-05-2011}
▬
Nicola Martella: Mi è oscuro un divieto di
bere l’acqua dal Gange! In esso ci fanno di tutto, altro che «forma di
tutela sanitaria»!
Il cristianesimo biblico è l’unico che mette l’enfasi sulle motivazioni,
invece che sulle forme esteriori: «Il regno di Dio non consiste in vivanda
né in bevanda, ma è giustizia, pace e allegrezza nello Spirito Santo… Non
disfare, per un cibo, l’opera di Dio» (Lettera ai Romani 14,17.20).
▬
Matteo Prencipe: OK, grazie Sig. Martella,
mi piace questo tipo di confronto, certamente è costruttivo. {26-05-2011}
▬
Sonia Vaira: Io, intanto, sono molto
sollevata dal fatto che l’alimentazione non sia connessa alla salvezza...
Altrimenti con tutte le schifezze, che mangio, sarei irrimediabilmente perduta!
{26-05-2011}
5. {Giulia
D’Urso}
▲
Interessante
argomento quello del «vegetarianismo». Le filosofie e i pensieri umani sono al
riguardo molteplici come le motivazioni alla base di tali scelte: sempre più
persone ritengono che tutti gli esseri viventi abbiano diritto alla vita,
indipendentemente dal colore della loro pelle, o dal fatto di avere quattro
zampe invece di due. Altri sono attratti dai vantaggi per la salute: i
vegetariani rappresentano infatti la categoria, che gode di migliore salute e
maggiore longevità. Altri ancora si avvicinano al vegetarianismo e al veganismo
per alleviare il problema della fame nel mondo: mentre un miliardo di
persone soffre la fame, quattro miliardi di mucche e decine di miliardi di altri
animali vengono nutriti per essere trasformati in cibo. Questo è più o meno
quello che si dice. Personalmente credo che sia solo fanatismo.
Pressoché fin dalla creazione del mondo l’uomo si è sempre nutrito di
carne, pesce, verdure, ortaggi, ecc. Discutere su quel che Dio ha creato per
l’uomo e per il suo nutrimento, è in qualche modo come sminuire la bontà del
Creatore.
Ogni nutrizionista consiglia sempre di alimentarsi con una dieta ricca di
tutto.
Biblicamente parlando non sono molto preparata sull’argomento, ma come ho detto
prima, Dio ha creato ogni cosa per l’uomo e per il suo beneficio (Atti
10,13 è scritto molto chiaro). Di certo che se alcuni alimenti come la carne,
facendone un
abuso eccessivo, possono portarti dei problemi d’intossicazione, anche la
verdure non è da meno. Ci vuole equilibrio. {24-05-2011}
6. {Gaetano
Santagata}
▲
■ Contributo: Al riguardo guardate cosa
ne pensa la Peta... sconcertante:
La Bibbia e gli animali... La Peta afferma: Dio è colpevole nell’abuso degli
animali! {24-05-2011}
▬
Nicola Martella: Si afferma: «Secondo quanto
riferito dal New York Daily News, PETA, l’associazione degli animalisti
anglo-americani, chiede che la Bibbia venga riscritta per trattare le
bestie con una “maggiore considerazione”. […] Il gruppo obietta in particolare
ai riferimenti nel testo che, mancando di
precisare il genere tra maschile o femminile dei singoli amici pelosi di
Dio, tendano a “negargli qualcosa” in termini d’identità. Gli specialisti fanno
però notare che l’antico ebreo da cui derivano le moderne traduzioni delle Sacre
Scritture perlopiù mancava delle strutture grammaticali per permettere la
distinzione». (Lascio il testo senza correzioni; il grassetto è nostro.)
Questi «esperti» l’ebraico (non «l’ebreo», che è una persona) non l’hanno visto
neppure col binocolo. Tale lingua, a differenza dell’italiano ha aggettivi e
pronomi
personali maschili e femminili, distinguendo, ad esempio, la «sua mano»
(indistinto in italiano), a seconda se si tratta della «mano di lei» o
della «mano di lui». Lo stesso dicasi delle forme verbali ebraiche
che, come in italiano, non necessitano di pronomi personali (mangio, mangi,
ecc.), cosa non chiara in altre lingue, e quando essi ci sono, stanno a
evidenziare qualcosa (mangiò lui, non io). I nomi hanno forme differenti
nel maschile e nel femminile. La grammatica ebraica è così complessa, che
a volte può essere tradotta solo con grande fatica e perifrasi. Come si può,
quindi, dire che l’ebraico «mancava delle strutture grammaticali per permettere
la distinzione»?
7. {Gianni
Siena}
▲
■ Contributo: La Bibbia insegna il
vegetarianismo? Direi senz’altro di sì; Iddio dette all’uomo creato il
comando di mangiare ogni derivato vegetale del suolo (Gen 1,29-30). La
fisiologia dell’uomo è conforme strutturalmente a quelle dei frugivori erbivori:
mangiatori di frutta e verdura. Una dieta del genere è completa, in ogni senso,
e fornisce all’uomo la premessa di una lunga vita terrena in buona salute.
L’onnivorismo
umano è il risultato adattativo e successivo a condizioni peggiori di quelle
primitive, create da Dio. La moderna dietologia riconosce che la stragrande
maggioranza delle malattie hanno qualche implicanza nella cattiva
alimentazione dell’uomo moderno. […]
L’onnivorismo non è condannato nella Bibbia, ma rigidamente regolato; il Signore
disciplinò Israele circa lo smodato desiderio di carne, che il popolo aveva. I
sacrifici
e le feste erano occasioni, che non incidevano sulla alimentazione
abituale del popolo, basata sul prodotto dei campi sin dal loro ingresso in
Canaan.
Per fare un esempio: il pane fatto con farina integrale, a cui è stata
sottratta soltanto la crusca, fornisce oltre il 90% degli elementi nutritivi di
cui s’ha bisogno; il pane attuale fatto con farina «00», costituita da solo
amido, non nutre con la stessa efficacia. Nel pane «vivo», vi sono gli oligo
elementi e le proteine del grano (12%); sottraendo questi nutrienti, l’organismo
mangerebbe chili di pane attuale. Anche per questo si sviluppa una fame
smisurata di farinacei e con la conseguenza del diabete. La «fame» non riguarda
l’amido, ma quel che è stato sottratto dal processo di raffinazione.
Per questo occorre integrare quel che manca con proteine (carne, latticini e
uova) e cibi di altra provenienza (frutta e verdura di stagione). Non bisogna
esagerare
con le proteine animali, i popoli cacciatori e allevatori ne mangiano solo il
20% rispetto alla restante alimentazione, costituita da radici e tuberi, frutti
selvatici, miele, eccetera. [...]
Nelle
religioni c’è un certo rapporto tra filosofia e le relative istruzioni
alimentari emanate. Si può mangiare pesce di venerdì durante la quaresima, ma
meglio non farlo per rispetto della normativa cattolica. Mangiare vegetariano in
India, perché fa bene e nutre, sono d’accordo ma non ci sto, quando si afferma
che bisogna evitare di mangiare una bistecca di cervo, perché potrebbe essersi
reincarnato il «nonno».
Vegetariano o moderatamente «onnivoro» ogni cosa è lecita, senza scandalizzare
nessuno: questa era la filosofia comportamentale dell’apostolo Paolo.
{24-05-2011}
▬
Nicola Martella: Il contributo di questo
lettore era molto lungo e toccava questioni legate al presunto evoluzionismo, al
sedicente uomo di Neanderthal e alla naturopatia. Mettere in campo tali aspetti
(cose controverse e necessarie di spiegazioni) fa deviare dal tema reale ben
delimitato (La Bibbia insegna il vegetarianismo?) e crea più domande che
risposte. Perciò, ho eliminato tali parti perché fuori tema e perché avrebbero
istigato altri a rispondere, facendo deviare il discorso. Qui di seguito faccio
delle osservazioni solo su alcuni aspetti inerenti al tema. La fase del vegetarismo dell’uomo primordiale
(Gn 2s), se misurato sulla scala della storia dell’uomo, rappresenta una
percentuale bassissima dietro allo «zero virgola qualcosa», quindi è
irrilevante. Che la fisiologia dell’uomo sia conforme a
quella degli erbivori, è discutibile.
Che «i
sacrifici e le feste erano occasioni, che non incidevano sulla
alimentazione abituale del popolo», è tutto da dimostrare. Dei cosiddetti
«sacrifici azioni di grazie» (ebraico «sacrifici di pace») e della Pasqua gli
Ebrei potevano mangiare (Lv 7,15s). «E offrirai dei sacrifici di azioni di
grazie, e qui mangerai e ti rallegrerai dinanzi all’Eterno, al tuo Dio» (Dt
27,7). Gran parte degli altri era destinata perlopiù ai sacerdoti e alle loro
famiglie (Lv 7,14.33ss). Poi c’era l’uso normale degli animali per il cibo: «Potrai
a tuo piacimento scannare animali e mangiarne la carne in tutte le tue
città, secondo la benedizione che l’Eterno t’avrà largita» (Dt 12,15). Delle
decime e delle offerte volontarie o per voto, è scritto: «…tali cose
mangerai dinanzi all’Eterno, che è il tuo Dio, nel luogo che l’Eterno, il
tuo Dio, avrà scelto, tu, il tuo figlio, la tua figlia, il tuo servo, la tua
serva, e il Levita che sarà entro le tue porte; e ti rallegrerai dinanzi
all’Eterno, ch’è il tuo Dio, d’ogni cosa a cui avrai messo mano» (v.
18); tra tali cose sono menzionati anche armenti e greggi (v. 17).
▬
Stefano Frascaro: Gianni Siena, «La Bibbia
insegna il vegetarianismo»? Direi che non lo esclude a priori, ma neppure lo
impone come stile di vita. Anzi, lascia massima libertà in questo campo,
limitando solo a tre comandamenti precisi l’impedimento all’assunzione della
carne [intende in Atti 15, N.d.R.].
Inoltre, non sono tanto sicuro che la fisiologia dell’uomo è conforme
strutturalmente a quello di un animale erbivoro; il Signore, a differenza di
loro, ci ha dato oltre ai molari, che servono per frantumare, anche i
canini, che servono per azzannare; questi ultimi sono tutti denti, che sono
assenti in un animale erbivoro. {24-05-2011}
■ Gianni Siena: La Bibbia insegna che
tutto il creato iniziale era vegetaliano in assoluto (Gen 1,29,30).
Successivamente, dopo il diluvio, Iddio istruì il genere umano per
mangiare carne d’ogni genere (Gen 9,2.4).
Al riguardo va detto che alcune popolazioni terrestri, come gli eschimesi,
dipendono interamente dalla carne. Ma l’uomo non ha una anatomia da carnivoro e
gli eschimesi hanno qualche problema anticipato di salute, che incide sulla
qualità e la durata della vita. Quando ci si ammala, succede che più di
una persona riscopra il valore nutrizionale del prodotto della campagna: non
occorre essere «specialisti» per constatare questo. Un etto di farinacei si
digerisce in un’ora, una bistecca di cento grammi richiede quattro ore circa. E
la frutta richiede mediamente mezz’ora.
La Scrittura, va sottolineato, non obbliga a mangiare in modo
strettamente vegetariano. Gesù stesso ha dichiarato che tutti i cibi sono puri e
idonei (= kasher). Non c’è alcun «giudizio», dunque, sulle persone per le loro
abitudini alimentari.
Il problema si pone se uno, e io l’ho fatto, s’interroga sulla dieta
«migliore» per la sua salute; allora, «sì» la Bibbia evidenzia lo stretto
rapporto esistente tra la salute e l’alimentazione. L’alimentazione vegetariana
(relativa) e vegetaliana (assoluta) non «cura» le malattie ma, per le ragioni
spiegate, agevola le funzioni organiche (come il sistema immunitario) che
reagiscono in difesa della salute.
Quando uno si ammala, sempre più spesso, il medico prescrive farmaci e
«dieta». Per esempio, una persona che ha carenza di calcio (e rischia
l’osteoporosi), potrebbe sentirsi consigliare il consumo di
latticini. Ciò va bene, ma la frutta secca contiene il calcio
associato al magnesio ed è di più facile e pronta assimilazione. Questa
alternativa induce spesso l’organismo a un vero e proprio «reset» della
carenza da calcio. I latticini hanno per esempio un contenuto di grasso
animale e colesterolo, che non sempre giova all’organismo e sono più difficili
da digerire. Mentre la frutta secca da l’apporto di calcio in modo
naturale e «immediato», e senza le controindicazioni appena viste.
La Bibbia insegna il vegetarianismo? Sì. Non come obbligo, ma come buon
senso alimentare, come «sapienza pratica» per preservarsi (per quanto possibile)
la salute. Mi scuso per un precedente post scritto di getto e senza aver
riflettuto a fondo sulle possibili perplessità che qualcuno ha lecitamente
avuto. {26-05-2011}
8. {Gaetano
Nunnari}
▲
Affermare che la
Bibbia insegni il vegetarianesimo significa che, quando si legge la Bibbia,
si hanno le fette di salame sugli occhi. Il vegetarianesimo e, peggio ancora, il
veganismo sono un assurdo dal punto di vista biblico. E come ha già detto
qualcuno, insegnando una tale dottrina, si ha la presunzione di volersi fare
migliori del proprio Maestro, Cristo stesso, che si è nutrito anche di
animali.
Personalmente
rispetto chi è vegetariano. E questo anche perché anche io mi pongo il
problema che noi occidentali, al soldo del dio mammona, sfruttiamo delle
creature viventi in maniera ignobile e vergognosa, facendoli vivere in un
modo talmente empio, che rende difficile capire chi delle due categorie siano le
bestie.
Essere
vegano è un assurdo di senso opposto, persone malate d’ideologia, che
dovrebbero farsi un esame di coscienza, ammettendo che chissà quante vite
animali uccidono ogni giorno, facendo i gesti più semplici (moscerini
schiacciati sul parabrezza e formiche calpestate per strada...).
Mangiare carne
non è ovviamente un peccato, ma come cristiani potremmo porci lo scrupolo
di non essere annoverati fra quelli che contribuiscono a distruggere la terra
(Apocalisse 11,18). {26-05-2011}
9. {Gianni
Siena}
▲
■ Contributo: Scrivo un’ulteriore
contributo sull’argomento «frutta e verdura», stimolato dalla lettera di Gaetano
Nunnari.
Gaetano ha scritto: «Affermare che la Bibbia insegni il vegetarianesimo
significa che, quando si legge la Bibbia, si hanno le fette di salame sugli
occhi».
Non del tutto, direi. Nei passi, dove si parla della creazione, è
evidente che l’uomo originale è vegetaliano (mangia solo vegetali). La
successiva «integrazione» proteica postdiluviana non cambia la sua
condizione fisica e anatomica.
La Bibbia non «insegna» le moderne mode dietologiche vegetaliane o
vegane, con le annesse filosofie, che affondano le radici in religioni
esoteriche e demoniache.
Ho scoperto il vegetalianismo in momenti difficili e chi me lo insegnò,
aveva idee religiose e filosofiche antipodiche rispetto alla mia fede. Feci uno
sforzo nel leggere libri dedicati al tema, applicando in modo singolare e fuori
contesto un’esortazione di Paolo: «Non disprezzate le profezie ma esaminate
ogni cosa e ritenete il meglio...» (1 Ts 5,20-21). L’apostolo completa il
suo pensiero affermando: «Astenetevi da ogni specie di male» (v. 22).
Volevo tutelarmi dalla parte filosofica, che non approvavo!
Il vegetalianismo, come professato e praticato dai vip o dai ricchi, è
certamente un male per chi crede in Dio: porta all’idolatria. Ma,
separandolo dalle idee e dalla dottrina dei demoni, può essere ricondotto
all’ubbidienza di Cristo. Fatta questa operazione, se ne apprezzano i benefici
fisici e salutistici; se uno può e vuole tornare a mangiare così, ne avrà solo
dei benefici. Senza che chi «mangia», abbia altro.
Dobbiamo stare attenti a coloro che veicolano l’idolatria con ogni mezzo,
ma quest’ultimo potrebbe essere utile anche per servire Cristo. Molti
anni fa, durante una campagna evangelistica nei Caraibi, si convertì una ragazza
addestrata da un noto movimento ideologico sovversivo. Costei aveva ricevuto un
addestramento teorico-pratico molto efficace nel reclutare le persone per quel
movimento. Da cristiana usò le tecniche apprese per convincere le persone a
convertirsi, insegnando loro la dottrina del Signore. Conclusione: non
era «diabolico» l’addestramento, ma l’ideologia e il movimento che usava
raffinate tecniche di reclutamento e indottrinamento delle persone.
Anche la
medicina naturale, liberata dalle pastoie di certe filosofie, è utile;
prescrive accorgimenti e cibi che, in parte, erano patrimonio anche della
civiltà biblica prima di Gesù.
Anche le nozioni, che non hanno una conferma scritta (nella Bibbia), quando sono
spiegabili scientificamente, possono essere seguite (nella più totale
libertà), senza il timore di «contaminarsi» con l’idolatria. Un caro saluto a
Gaetano Nunnari. {27-05-2011}
▬ Nicola Martella: Essendomi già espresso al
riguardo, rimando qui solo ad articoli nel mio libro «Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2»: «Crudismo», pp. 113ss; «Naturopatia 1: presentazione», pp. 236-241;
«Naturopatia 2: aspetti scientifici», pp. 241s; «Naturopatia 3: aspetti spirituali», pp. 242-245; «Nutrizionistica»,
pp. 345-349. Inoltre, in Nicola Martella, La salute fra scienza, religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1, si vedano pure i seguenti articoli: «Ritorno al “naturale”», pp. 44-49;
«Erbe, superstizione e magia», pp. 69-72.
10. {}
▲
11.
{Vari
e medi}
▲
■
Silvia Sandoni:
Nell'articolo tu scrivi: «Tutto questo non vuol essere un’arringa a favore del
vegetarismo ideologico, ma solo degli stimoli per un uso responsabile della
creazione e specialmente degli esseri viventi». Grazie, Nicola, per la tua
fatica nel ricordarci le nostre responsabilità verso quella cosa
meravigliosa, che Dio ci ha donato: il creato, e che per la troppa fretta e la
nostra superficialità calpestiamo senza riguardo e senza preghiera di
ringraziamento. {24-05-2011}
■
Cetty Mistero, ps.:
Proverbi 23,20-21 ci avverte: «Non essere di quelli che sono bevitori di
vino, che sono ghiotti mangiatori di carne; perché l’ubriacone e il
goloso impoveriranno e i dormiglioni andranno vestiti di cenci». Qui non
dice di astenerci dalla carne, ma di non
gozzovigliarci di carne o altro.
Anche in Matteo 15,11,
Gesù stesso dice: «Non
ciò che entra nella bocca, contamina l’uomo; ma è quel che esce dalla
bocca, che contamina l’uomo». Egli lo rispiega ancora in Matteo 15,17: «Non
capite che tutto ciò che entra nella bocca, se ne và nel ventre e viene
espulso nella fogna?». A mio parere, la Bibbia non insegna il
vegetarianismo. Dio ci ha benedetti, riempiendo il mondo di ogni sorta di cibo
delizioso, nutriente e piacevole. Dobbiamo onorare la creazione di Dio, godendo
di questi cibi e mangiandone una quantità appropriata. Pace, caro Nicola.
{28-05-2011}
12. {Vari e
brevi}
▲
■
Lorenza Perrotta:
Ho letto l’articolo, grazie. Il vegetarianismo rimane sempre un ideale, e
mai come oggi è la
soluzione a tanti problemi e mai come oggi non è indispensabile
mangiare carne. Ognuno è libero di scegliere, l’importante è documentarsi.
{24-05-2011}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Vegetarianismo_BB_UnV.htm
24-05-2011; Aggiornamento: 07-04-2015 |