Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Entrare nella breccia 1

 

Riuscire nella vita

Vai ai contributi sul tema

Norme di fair-play

 

 

In prima linea — Entrare nella breccia 1:

   Qui sono contenuti i principi di cura d’anime generale. Ecco le parti principali:
■ Gli aspetti generali
■ La consulenza
■ Gli aspetti dottrinali
■ I problemi della consulenza

 

Fare fronte — Entrare nella breccia 2:

   Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Eccole parti principali:
■ Consulenza specifica
■ Approfondimento delle problematiche
■ Aspetti critici
■ Fatti, casi ed eventi
■ Dizionarietto dei termini
■ Fogli d’analisi
■ Excursus: Rimostranze verso fratelli  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

Entrare nella breccia 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SUO FIGLIO HA UN TUMORE AL CERVELLO! PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Prima di convertirsi a Cristo, Stefano Frascaro aveva perso sua moglie era morta per un tumore al colon. A nulla servirono le numerose cure cliniche, sperimentali e alternative, e neppure i suoi metodi magico-esoterici (reiki, fluidi, imposizione di mani, ecc.) impedirono la morte della consorte. Rimase con due piccoli figli.

    Poi conobbe e accetto Gesù come Messia promesso, ossia come Salvatore e Signore della propria vita. Si risposò con un'altra cristiana biblica, Carmela. Tutto sembrava andare bene. In Davide, il figlio minore, cominciarono singolari fenomeni di assenza della coscienza che andarono sempre più a intensificarsi. Nell'articolo «Suo figlio ha un tumore al cervello» Stefano Frascaro mostra il cammino umano e di fede d’un padre, al cui figlio diagnosticarono un tumore al cervello. Qui di seguito riportiamo alcune reazioni dei lettori.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Enzo Corsini

2. Nicola Martella

3. Vincenzo Russillo

4. Alessandro Vani

5. Nicola Martella

6. Sara Iadaresta E.

7. Gianni Siena

8. Gaetano Nunnari

9. Sandro Carini

10. Stefano Frascaro

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Enzo Corsini}

 

Una testimonianza toccante. Sono rimasto colpito e ho ricevuto anche una lezione. Stavo pensando ad alcuni miei problemi e mi sembravano grandi e ora capisco che erano piccoli. Grazie per averla pubblicata. {15 settembre 2009}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Dinanzi a tragedie del genere e alla meravigliosa risposta del Signore il resto dovrebbe apparirci come «noccioline»... ma non sempre è così: ci dimeniamo sia che il pantano è grande, sia che è piccolo. Riportarci alla mente fatti del genere potrebbe effettivamente agire da farmaco per tanti dolori psicosomatici della vita e da estintore per tanti fuocherelli che ci appaiono incendi.

    A volte Dio ci fa fare un giro più lungo del solito, e di ciò ci sfugge la ragione, ci porta per vie desolate e ci pone dinanzi ostacoli umanamente insormontabili e senza via d'uscita, per mostrarci la sua grandezza, per provare la nostra fede e farla radicare in Lui soltanto, cosicché non torniamo indietro, per fare cose grandi dinanzi agli occhi nostri e degli altri e per darci una vittoria insperata, che nessuno potrà mai mettere in dubbio. Tale misteriosa e imperscrutabile pedagogia divina Dio la usò anche con Israele, quando evitò di portarlo direttamente nella Terra promessa. «E quando Faraone ebbe lasciato andare il popolo, Dio non lo condusse per la via del paese dei Filistei, perché troppo vicina; poiché Dio disse: "Bisogna evitare che il popolo, di fronte a una guerra, si penta e torni in Egitto"; ma Dio fece fare al popolo un giro per la via del deserto, verso il mar Rosso...» (Es 13,17s). Poi Israele si trovò intrappolato tra l'acqua e l'esercito egiziano, senza alcuno scampo; non fu un caso, ma era stato Dio a metterlo in tale situazione di proposito. La liberazione, che seguì, entrò nella storia d'Israele e preparò il popolo a diventare il «popolo del patto» (Es 24).

    A volte sembra che le strade più lunghe e con maggiori ostacoli per via siano quelle che portano più efficacemente e sicuri alla meta, premesso che il conduttore sia Dio.

 

 

3. {Vincenzo Russillo}

 

Ho letto tutto d’un fiato il racconto di Stefano. Ricordo ancora la sua testimonianza penetrante del dolore causato dalla morte di sua moglie, ma ancora più forte è stato questo. Nella minuziosità dei dettagli, si può captare la forza di Cristo. Devo ammettere che mi ha strappato più d’una lacrima. Mi sembrava d’essere lì e vivere le loro emozioni, ho provato dolore a pensare quello che ha dovuto soffrire il piccolo Davide e angoscia nel pensare un padre preoccupato per suo figlio. Continuando a leggere quelle lacrime si sono trasformate in un sorriso e in tranquillità. Forse non ci sono molte parole da aggiungere, perché la grandezza di Dio si può intravedere dalla caparbietà che ha avuto Davide e dalla forza dimostrata da Stefano nel momento di dolore. Le tribolazioni nella vita d’un cristiano servono ad accrescere la nostra fede in nostro Signore: «Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo» (1 Pietro 1,6-7).

     Solo perseverando nelle vie del Dio vivente possiamo ottenere il premio che ci spetta: «Beato l’uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano» (Giacomo 1,12). Questo «spezzone» di vita di Stefano e della sua famiglia serve da monito ad aver speranza in Dio poiché secondo quanto c’è scritto nelle Sacre Scritture: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile» (Matteo 19,26). Un abbraccio fraterno a Stefano e al «piccolo» ma grande Davide. {16 settembre 2009}

 

 

4. {Alessandro Vani}

 

Dio non si compiace dei dolori o dei lutti; chiunque dice queste cose afferma di credere in un Dio sadico, che non è il Gesù che io conosco. Non so chi vi predica queste cose, ma se siete rimasti al dente per dente, non conoscete il Dio che salva benedice e guarisce, Gesù è buono e come un padre vuole il bene dei suoi figli!! Dio è buono!!!!!!!!!!!!!!!! Ciao… {16 settembre 2009}

 

 

5. {Nicola Martella}

 

Ho il presentimento che questo lettore non abbia letto l’intera testimonianza di Stefano. Da quel che scrive mi sembra di no. Anche il tono è fuori luogo (Non so chi vi predica queste cose… non conoscete…) e non è tipico di chi vuole dialogare con pacatezza. Gli consiglio di leggere l’intera testimonianza, se non l’ha già fatto, e rispondere nel merito e con pacatezza, se ne è capace. Inoltre, non si tratta qui di parlare di un «Dio sadico», poiché i guai della vita fanno parte di quest’ultima, ossia di una creazione che è «stata sottoposta alla nullità» da Dio e «alla servitù della corruzione», fino al giorno in cui egli la libererà (Rm 8,20s).

            Il Signore «salva, benedice e guarisce»? Sì, se e quando Egli vuole, essendo il Dio sovrano. Oppure Alessandro ha garanzie speciali che non si ammalerà mai seriamente? E se Dio, invece di guarirlo, come si aspetta, gli dirà come a Paolo: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza» (2 Cor 12,9)?

            Se tutto è roseo per i figli di Dio, come afferma il lettore, e la bontà di Dio si manifesterebbe sempre nel fare la volontà dei suoi figli, perché direbbe Egli mai proprio a un Paolo: «La mia grazia ti basta»?. Come mai consiglierebbe l’apostolo a Timoteo quanto segue: «Non continuare a bere acqua soltanto, ma prendi un poco di vino a motivo del tuo stomaco e delle tue frequenti infermità» (1 Tm 5,23)? Si vede che Dio non l’aveva guarito.

            Se si preferisce un «Gesù buono» (cosa che Gesù stesso rifiutò; Mc 10,18), che cosa dire di quando egli esprime giudizi nella chiesa? Ad esempio, dei credenti di Corinto Paolo affermava che «molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono» (1 Cor 11,30). Era per questo un Dio sadico? Oppure sbagliò Paolo a mettere dei credenti «in man di Satana, a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù» (1 Cor 5,5, cfr. 1 Tm 1,20).

            Mi fermo qui, perché la lista potrebbe continuare alquanto, non solo per l’AT (Am 3,6: «Una sciagura piomba ella sopra una città, senza che l’Eterno ne sia l’autore?») anche nel NT (cfr. Mt 7,22s). Possiamo avere una rappresentazione romantica di Dio, creandocela a nostra immagine e somiglianza, ma ciò non significa che sia quella biblica e corretta. Dio usa anche per i suoi figli la verga della disciplina, del dolore e della prova (Eb 12,4-11). Ciò non ha nulla di sadico, ma fa parte della pedagogia paterna di Dio. A volte tale disciplina può contemplare prove o sanzioni come la malattia e anche la morte (1 Cor 11,30).

 

 

6. {Sara Iadaresta Esposito}

 

Il Signore è grande. M’è venuta la pelle d’oca leggendo questa testimonianza, e mi sono commossa pensando ai miei 2 figli… Spesso mi chiedo se do troppa importanza a loro più del dovuto, cioè al dono più che al Donatore… e allora la domanda sorge spontanea: «E se il Signore decidesse di prendermeli via, come reagirei?». E questa testimonianza è capitata proprio a pennello... però quello che mi fa sperare è che per il Signore nulla è lasciato al caso… che Egli sia lodato! {17 settembre 2009}

 

 

7. {Gianni Siena}

 

Gesù guarisce e lo fa in risposta alla fede, ma l’azione di Dio nel creato non è del tutto libera. L’ostacolo è dato dal peccato umano che deve essere debellato, dal bisogno di santificazione del credente: l’autore di questa toccante testimonianza scrive che Dio lo ha visitato e «affinato... nel crogiolo della sofferenza». È una storia vera ed è per questo che tocca le corde sensibili del cuore d’ogni uomo che vi si può rispecchiare. Anche mia moglie fu costretta a passare per la «valle di Baca», a causa d’un tumore alla mammella. Chiedemmo, incoraggiati da una guarigione per fede avvenuta quello stesso anno nella nostra chiesa, al Signore un identico risultato. Avvenne, ma dovette passare per le mani d’un bravo chirurgo e per le incertezze d’un decorso postoperatorio, che gli scampati al tumore conoscono molto bene, ognuno nella specificità personale d’esso. A quei tempi di tumore mammario si moriva ancora e 19 anni fa mio figlio aveva solo 7 anni... «anche» questo! Ringrazio Dio per le vittorie che dà a ognuno ma, soprattutto, sapere che tutto (!) è nelle sue mani amorevoli. {17 settembre 2009}

 

 

8. {Gaetano Nunnari}

 

La testimonianza del fratello Stefano, è stata veramente sconvolgente. È quasi inutile dover dire che a tratti la lettura di questa toccante storia è stata offuscata dalle lacrime. Come padre e marito, ho potuto immedesimarmi e in qualche modo capire ciò che ha affrontato Stefano.

     Molte volte i piccoli problemi della vita ci appaiono come insormontabili montagne, tante volte le consuete scocciature della vita, ci portano ad irritarci e farci perdere di vista molti principi biblici. La testimonianza di Stefano e di suo figlio Davide, mi hanno aiutato a ricordare le cose che contano di più, e come Dio abbia sempre tutto sotto il suo controllo. Che Dio benedica la vostra famiglia. {17 settembre 2009}

 

 

9. {Sandro Carini}

 

Caro fratellone Stefano, nonostante conoscevo quello che avevi passato con tua moglie e con tuo figlio, sei riuscito a farmi ripercorrere con te tutte le prove, tutte le scalpellate, che il Signore ti ha dato, per farti arrendere a Lui. Mi hai fatto rivivere emozioni forti miste tra sofferenze e gioie. Tuttavia la cosa che mi ha colpito di più e che mi ha fatto riflettere molto è: perché l’episodio con la nascita travagliata di tuo figlio e il suo tumore con operazione lo racconti nei minimi dettagli con tutti i tipi d’emozioni, dubbi, rancori eccetera... mentre il miracolo della sparizione della «nuova macchia» la liquidi con poche righe?

     Penso che dipenda dal cammino che hai intrapreso accettando Gesù nel tuo cuore, dal seguire gli insegnamenti e la guida e la consolazione dello Spirito Santo che ti hanno dato una crescita spirituale.

     Mi spiego meglio, cosa è che rimane più impresso nella mente d’un bambino un forte dolore o un bel regalo? Dopo 5 minuti il bel regalo è già nel dimenticatoio, ma provate a riavvicinargli la fiamma della candela dove s’era scottato un mese prima.

     Caro fratellone, per questo ricordi per filo e per segno tutte le dolorosissime mazzate che hai subito (per il tuo bene); i forti dolori non si dimenticano (è stato buono per te tirarli fuori, ed è stata una stupenda testimonianza con molti insegnamenti per noi). Tuttavia, quando hai raggiunto la consapevolezza che il Signore era al tuo fianco e che aveva operato in modo inequivocabile nella vostra vita, allora la fede e la pace hanno preso il posto del dolore, quindi ricordi l’immensa gioia che hai provato quando i medici ti hanno comunicato la bella notizia, ma non si poteva riuscire a descriverla su un foglio.

     Che il Nostro Signore Gesù guidi e benedica le vostre e le nostre vite affinché possiamo crescere nella fede e nell’obbedienza alla sua Parola in modo che ci possa dire «Bene, buono e fedele servo... entra nella gioia del tuo Signore» (Mt 25,23). {19-09-2009}

 

 

10. {Stefano Frascaro}

 

Caro fratello, non posso nasconderti che in alcuni esempi che hai riportato, mi ci riconosco perfettamente, e forse nel proprio intimo si ricorda di più il dolore che il piacere, ma… Ci sono una serie di «ma» grandi come case, caro fratello. Una madre «dimentica» il dolore del parto, altrimenti penso che ci sarebbero solo figli unici. Un soldato «dimentica» il dolore d’una ferita presa per difendere la patria, altrimenti ci sarebbero solo disertori. Un credente si dimentica delle umiliazioni ricevute per la propria fede, altrimenti non ci sarebbero più missionari.

     Sì, il dolore lo si ricorda nei minimi particolari, ma l’amore di Dio è così immenso che non è trascrivibile a parole, e il suo intervento lo ricordo ancora di più! È vero, il «secondo» miracolo l’ho solo riportato così… superficialmente, ma sai perché? Semplicemente perché «sapevo» che Dio era all’opera e non sono rimasto «stupefatto» dal miracolo avvenuto. Vuoi che ti descriva i pianti di gioia di quando l’ho saputo? Vuoi che ti descriva i canti cantati, gli abbracci tra me e mia moglie? Vuoi che ti descriva le preghiere di lode mie e della chiesa? E come potrei, caro fratello? Queste cose le lascio a trasmissioni come quelle della De Filippi.

     Caro Sandro, tu eri partecipe, perché hai pregato e hai aiutato quando, per oltre sei o sette mesi non ho avuto un lavoro stabile. Ma mai un giorno è mancato il cibo ai miei figli e a me. Mai una volta ci hanno staccato la luce, il telefono, il gas… Un giorno il Signore si manifestò mediante un fratello, che «casualmente» s’era sbagliato e aveva fatto una spesa troppo abbondante. Un’altra volta si manifestò mediante una busta anonima trovata dentro la cassetta delle offerte. Oppure si presentò mediante un fratello che, quasi con vergogna, mi disse: «Con me il Signore è stato benigno questo mese, divido con te il mio fabbisogno». Inoltre si manifestò mediante la partecipazione attiva della chiesa locale, oppure ancora anche si manifestò il tuo aiuto… Il Signore provvede al più piccolo degli uccelli, vuoi che non provveda a noi?

     Caro fratello, la mia «tranquillità» nell’esposizione del fatto risiedeva nella certezza che qualunque cosa fosse accaduta, ero consapevole che Dio aveva tutto sotto controllo. Tuttavia certo che ho temuto! Tuttavia certo che ho avuto paura e ho pregato… ma la serenità che Dio era all’opera, era radicata nel mio cuore.

     Con questo non voglio dire che non piangerò più per il dolore. Sono fatto di carne. Tuttavia so che le mie lacrime e le mie preghiere giungeranno «come un profumo soave» al Signore perché lo Spirito Santo trasforma i nostri balbettii e timori e il «Buon Avvocato» perorerà la mia causa.

     Sono consapevole che soffrirò ancora, come soffrirà chiunque altro. Sono certo che urlerò di nuovo al Signore la mia paura, perché «penserò» che non mi stia ascoltando, ma sono certo che la pace del Signore, in un tempo che dipenderà solo dalla mia fede, calmerà nuovamente il mio cuore. {21-09-2009}

 

 

11. {}

 

 

12. {}

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Tumore_cervello_figlio_EnB.htm

16-09-2009; Aggiornamento: 20-09-2009

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce