Da
tempo collaboro con la rivista «Oltre», scrivendo con una regolarità più o meno
mensile articoli, specialmente degli speciali su qualche tema particolare.
Leggendolo, mi ha colpito l'espressione «soprannaturale del momento» in un
editoriale di Elpidio Pezzella, il direttore responsabile. Rilancio l'argomento
come tema per «Fede controcorrente».
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
▲ (I
contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori. I
contributi attivi hanno uno
sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1.
{Elpidio
Pezzella} ▲
«[…] È pur vero che il mondo evangelico è diversamente bello per le sue
frastagliature, ma in alcuni casi bisognerebbe dare atto a chi in silenzio cerca
di portare avanti programmi e progetti per il bene comune. Ben vengano persone
che lavorano intessendo rapporti di dialogo e comunione, anziché badare solo ad
organizzare la manifestazione con il predicatore più noto, il maggior numero di
miracoli e manifestazioni soprannaturali. Il soprannaturale del momento è
vedere la comunione regnare tra i credenti e le persone collaborare per il bene
comune. […] Molti credenti fanno uso di [esperienze religiose come fossero]
sostanze stupefacenti (ricerca di estasi e soprannaturale ad ogni costo) per
distinguersi dalla “plebaglia”, che non riesce a comprendere le “ricchezze” che
Dio vuol darci. […] Più si eccede, più la dose non basta e bisogna aumentarla
fino a quando si perde il controllo della propria razionalità e si finisce in
coma, così come sta accadendo a molti credenti. Le verità di Dio rimangono
semplici come l’acqua e nutrienti come il pane; non hanno bisogno di
sofisticazioni o aggiustamenti chimici». (Tratto dall’editoriale di Elpidio
Pezzella, «Oltre»
[Epa Media, nov. 2005], p. 3; per richiedere gratuitamente un numero della
rivista «Oltre», si può cliccare il seguente link:
http://www.epamedia.com/prodotti.asp?id_prod=50).
2.
{Luca Ciotta} ▲
«È interessante ciò che afferma il fratello. Riflettevo
proprio sul fatto che — avendo personalmente alcuni cari amici e fratelli
pentecostali moderati — l’inganno della visione pentecostale di tipo
carismaticista (ossia quando si pone sulla linea di un pagan-cristianesimo)
è invece quello di identificare il campo dello Spirito Santo con il campo delle
emozioni e del soprannaturale. Questo è un rischio che corriamo tutti da qualche
parte... A volte noi dell’ambiente dei
Fratelli — e di un ambiente protestante tradizionale — invece rischiamo al
contrario di identificare il campo dello Spirito Santo con l’intellettualismo.
Da noi il credente che cammina per lo Spirito rischia di esser identificato con
quello che conosce «tecnicamente» la Bibbia, ha una grande conoscenza e
sapienza, mentre nel campo pentecostale è piuttosto chi ha un carisma
miracolistico e una vita emotiva nella quale «sente lo Spirito». Il vero miracolo è la
nostra identità in Cristo, la chiesa e il cammino nella consacrazione a Lui,
come afferma il fratello, nella piena comunione. Su questa base si costruisce la
conoscenza, la sapienza, dando spazio alla genuina opera dei doni che lo Spirito
Santo elargisce e alla potenza. La ricerca della potenza e della sapienza di
per se stesse è una
duplice trappola dell’avversario, il quale tenta di farci scivolare sulla
prima buccia di banana o sulla seconda... Se non riesce con la potenza, proverà
con la conoscenza...».
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Soprannaturale_UnV.htm
25-04-2007; Aggiornamento: 06-07-2010
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