La sofferenza ha molte forme e fattezze. Essa può unire; diverse volte si legge
nella Bibbia: «Essi alzarono la voce e piansero» (2 Sm 13,36; Gb 2,12).
Spesso però la sofferenza separa, fa voltare la faccia per il disagio.
L’afflizione può portare a ritrovare se stessi; a volte però aliena da se
stessi. Il dolore può far cercare l’essenziale dell’esistenza; a volte però
porta a inseguire lo «sballo» anestetico nei vizi e nelle dipendenze. La
sofferenza può rendere più misericordioso verso gli altri; a volte però rende
ancor più gretti e spietati. Nell’afflizione si può vedere un disegno divino
perché si ottenga pace o «guarigione nella vita» (cfr. Is 38,17); a volte però
in essa l’uomo diventa viepiù ostile a Dio. L’handicap può diventare uno sprono,
una sfida a dare il meglio di sé; a volte però diventa fonte di
autocommiserazione.
Come reagiscono gli altri alla sofferenza di una
persona? Anche qui ci sono vari modi: portando consolazione, conforto e aiuto;
nutrendo il sollievo di non stare così, ma altresì l’imbarazzo di non sapere che
cosa fare; commiserando e esprimendo un atteggiamento di «pietà»; ponendosi
all’ascolto del sofferente; offrendo solidarietà e disponibilità; eccetera.
A questo riguardo consigliamo di leggere il seguente articolo,
presente su «Fede controcorrente»:
►
Riflessioni sulla sofferenza {Ermenegilda Alunno Paradisi}.
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sottostante
1.
{Dany}
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Trovo che la riflessione sia
giusta, comprendiamo la sofferenza solo quando noi stessi la proviamo, condivido
ciò... ed anche il fatto di andare alla presenza del Signore senza alcuna
maschera ma semplicemente essendo noi stessi e con tutto il nostro cuore, perché
solo in questo modo possiamo cambiare... C'è bisogno della nostra disponibilità
e volontà nel seguirlo, quando c'è ciò, tutto diviene semplice, perché Egli
camminerà con noi e noi non sentiremo più tristezza... ma gioia e liberazione da
ogni nostro peso. Questa non è una mia risposta, una riflessione, ma la mia
esperienza di vita. Che Dio ti benedica e che tu possa camminare ogni giorno
nella sua volontà. Grazie ancora, Dany. {2006}
2.
{Giacomo Pastorino}
▲
Diceva un fratello con il dono di Parola che
«...purtroppo, per predicare sulla sofferenza umana con cognizione di causa
bisogna — nella vita — avere molto sofferto psicologicamente, moralmente e
fisicamente...».
{2006}
3.
{Antonello Are}
▲
Affrontare il dolore e la sofferenza
La
sofferenza e il dolore fanno parte della vita. Il saperlo, però, non ci
rende più facile l’affrontarle. Ed è sempre duro il trovarsi in mezzo alle
prove.
Tuttavia, se anche perdessimo tutto e ci restasse solo
Gesù, avremmo ancora tutto quello di cui abbiamo bisogno: la sua presenza,
con noi, ogni giorno.
Se stai soffrendo, al punto di sentirti a volte
disperato, lascia che queste parole d’incoraggiamento t’aiutino a
rimanere aggrappato alla fede in Gesù.
A noi piacerebbe che il cristianesimo ci rendesse
esenti dalla sofferenza. Sarebbe una cosa desiderabile dal nostro punto
di vista; ma, come la maggior parte di noi ha già imparato, la nostra fede non
ci esime dalle sofferenze.
Abbiamo anche noi dei problemi, come li hanno i
non-credenti e, spesso ne abbiamo persino in quantità maggiore. La differenza,
naturalmente, è che noi possiamo rivolgerci a Gesù, nel momento del bisogno.
I miscredenti potrebbero obiettare che è tutto nella
nostra immaginazione, ma noi sappiamo che non è così. La nostra fede cristiana
si rafforzerà anche tramite la sofferenza, come si rafforza nell’adorare
Dio, nella preghiera, con la lettura della Bibbia e meditando sulla sua
grandezza.
Siccome conosciamo Gesù e gli apparteniamo, ci
verrà naturale vivere in modo da somigliare a Lui, che conobbe la peggiore delle
sofferenze quando fu affisso sulla croce. {17-11-2009}
«Tutte
le cose cooperano per il bene di coloro cha amano Dio» (Romani 8,28).
4.
{Vincenzo Russillo}
▲
La sofferenza: una
dura prova da superare
«La sofferenza: questa è infatti
l’unica causa della consapevolezza».
Con queste parole Dostoevskij
descriveva il comune soffrire. Spesso associamo la parola
sofferenza al patire fisico, alle pene d’amore o alla solitudine. Potremmo fare
un elenco molto lungo, ma la sofferenza psichica e quella fisica hanno un comune
denominatore: si tratta di un’esperienza che tempra la nostra vita.
Quando il nostro essere ha
consapevolezza del proprio dolore, non sempre trova punti di riferimento e ciò
porta a gravi
conseguenze come ad esempio: darsi all’alcool o ad altre dipendenze e
addirittura cadere nella depressione.
Di certo la sofferenza si può
presentare come
un’arma a doppio taglio, una forza che può essere distruttrice o una fiamma
che alimenta il nostro spirito. Gesù stesso è passato per mezzo delle
sofferenze (Isaia 53,3.5). Dobbiamo prendere esempio da Dio che ha
portato sulle sue spalle i pesi d’Israele: «…e fu il loro salvatore in
tutte le loro angosce. Non fu un inviato né un angelo — egli stesso li ha
salvati. Nel suo amore e nella sua egli li riscattò. Egli se li prese sulle
spalle e li portò tutti i giorni dei primordi» (Isaia 63,9; traduzione della
redazione).
Il nostro cuore è un contenitore molto
sensibile, potremmo cercare di riempirlo con cose vane, ma quel senso
d’insoddisfazione rimarrà sempre come un pesante fardello. Bisogna riempirlo con
l’amore di Cristo, che ha dato la sua vita per ognuno di noi. Nella nostra
esistenza la sofferenza può modellare il nostro cuore all’amore di Dio, ma
dobbiamo essere forti e fedeli al nostro Padre perché, attraverso le dure prove,
dopo una lunga salita, avremo la nostra
ricompensa: «Beato l’uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla
superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che
lo amano» (Giacomo 1,12).
{22-11-2009}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Sofferenza_MeG.htm
2006; Aggiornamento: 24-11-2009
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