Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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USO E ABUSO DEI SOCIAL NETWORK

 

 a cura di Nicola Martella

 

1. LE QUESTIONI: Nicola, carissimo nel Signore, ti scrivo perché ho bisogno di un tuo parere riguardo a un cristiano rigenerato, che scrive su Facebook. Mi spiego meglio, ho motivo di pensare che nella comunità, che frequento, quasi tutti gli anziani non vedono di buon occhio chi, come me (o se posso dire, anche come te, e come del resto tutti noi), scrive su Facebook.

     Ora come avrai capito, desidererei avere una tua risposta al riguardo, per saper rispondere meglio a mia difesa. Infatti, io non sono d’accordo con tale opinione, perché per me è fare la stessa cosa (o quasi), che faccio in strada, cioè un modo come un altro per testimoniare di Cristo e della salvezza. Siccome il Signore ti arricchisce sempre di verità, mi faresti cosa gradita, se mi dai dei consigli; anche perché penso che dietro a questi divieti o contrarietà si celi o si voglia nascondere le beghe o le situazioni che, dopo tutto, ci sono in tutte le chiese. Soltanto che poi vanno valutate. Ma ritornando alla mia richiesta, tu come ti difenderesti, sapendo che scrivi nei social network, se ti dicessero: «Noi siamo contrari a Facebook»? Grazie, in ogni caso per la tua consulenza. Il Signore continui la sua opera in noi! {Bruno Salvi; 22-08-2014}

 

2. LE RISPOSTE: Gli apostoli hanno allora usato le possibilità, che avevano, per diffondere l’Evangelo e per istruire il prossimo. Chi di noi va nelle sinagoghe a predicare ai Giudei per primi la Buona Novella? Per parallelo, dovremmo noi entrare nelle chiese cattoliche, per fare la stessa cosa? Gli apostoli scrivevano molte epistole a chiese e singoli credenti; molte di esse si sono perse. Tale impresa era complicata, costosa per i materiali usati e per il tempo usato. Se avessero avuto Internet, social network ed e-mail, non avrebbero usati questi mezzi, per comunicare in modo più veloce e diretto?

     Come in tutte le cose lecite, bisogna chiedersi quali siano i paletti biblici; eccone, ad esempio, alcuni. Ai versi biblici faccio seguire un mio breve commento.

     ■ «Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla» (1 Corinzi 6,12). ● Da ciò consegue che non tutte le cose lecite portano a un’utilità per sé e per gli altri; alcune d’esse possono portare alla dipendenza. Quindi, nella libertà delle cose lecite tutto dipende anche dalla responsabilità, dalla saggezza e dalla maturità, con cui si usa uno strumento, quale esso sia.

 

     ■ «Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica» (1 Corinzi 10,23). ● Da ciò consegue che non tutte le cose lecite portano all’edificazione. Tuttavia, anche ciò dipende dal fine, con cui si usa uno strumento. Un bisturi in mano a un criminale produce il male, mentre in mano a un chirurgo promuove le basi per la guarigione.

 

     ■ «...così come anch’io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non l’utile mio, ma quello dei molti, perché siano salvati» (1 Corinzi 10,33). Da ciò consegue che ogni strumento può essere usato in modo arbitrario ed egoistico oppure per promuovere l’avanzamento del regno di Dio.

 

     ■ «Ogni Scrittura, ispirata da Dio, è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia» (2 Timoteo 3,16). ● Da ciò consegue che se la Scrittura è tale, perché dovremmo lasciare il campo dei mass-media soltanto nelle mani degli ingiusti, degli infedeli, degli empi e dei malvagi?

 

     ■ «Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Filippesi 4,8). ● Da ciò consegue che esistono cose in questo mondo, che non sono di per sé malvagie, ma che possono essere usate a fin di bene.

 

Inoltre, si tenga presente quanto segue. Se si va indietro nel tempo, si nota che gli stessi argomenti furono usati contro il cinema, la radio, il telefono, la televisione, Internet e, ora, contro i social network. Eppure pressoché tutti mass-media sono stati usati anche da singoli credenti, chiese e missioni per diffondere l’Evangelo, la dottrina biblica, l’etica biblica, i principi biblici di giustizia e così via.

     Purtroppo, in terra avviene la seguente discrepanza, come già insegnava per esperienza Salomone: «C’è una nullità che avviene sulla terra; ed è che vi sono dei giusti, i quali sono trattati secondo l’opera degli empi; e ci sono degli empi, i quali sono trattati secondo l’opera dei giusti. Io ho detto che anche questo è nullità» (Ecclesiaste 8,14).

     Si farebbe bene a guardare agli obiettivi e ai buoni risultati. Io, per grazia di Dio, ne ho parecchi da mostrare.

 

3. DOMANDE DI LAVORO (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione):

     ■ È biblicamente lecito ciò, che scrivi nei social network?

     ■ È veramente utile ciò, che scrivi nei social network?

     ■ Edifica veramente gli altri ciò, che scrivi nei social network?

     ■ L’uso dei social network da parte tua ti sta portando a una specie di dipendenza? Un segno è costituito dalla dipendenza dal gioco o ludopatia.

     ■ Passare del tempo sui social network è veramente un servizio per il Signore e un aiuto per gli altri? Quali sono, ad esempio alcuni casi positivi, che puoi mostrare?

     ■ Come dovremmo comportarci verso i «deboli nella fede» (Rm 14,1)? Essi, che considerano alcune cose impure (v. 14) e come peccato (v. 23), ci sono sempre stati. Così è stato nel passato con alcuni mass-media ed è attualmente per alcuni Internet e i social network. Come dovremmo comportarci verso di loro, secondo Romani 14 e le analogie contenuti lì? Dovremmo sempre accontentare i «deboli nella fede» e adeguarci a loro? Dovremmo farlo anche quando, siamo convinti della legittimità di uno strumento (cfr. Rm 14,5s) e lo usiamo un mezzo per diffondere la Parola di Dio?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Rosy Di Salvo

2. Andrea Angeloni

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10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Rosy Di Salvo}

 

Gli anziani anche se sono credenti, sono sempre restii a ogni tipo d’innovazione, si sa, comunque come già hai detto tu (e sono d’accordissimo con te, ovviamente), ogni cosa dipende dall’uso, che se ne fa. Mi rifaccio al versetto di Paolo «ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa mi è utile»; e poi dice pure «ma io non mi lascerò dominare da nulla». Perciò l’importante è non solo lo scopo, perché io posso anche entrare su Facebook, per «distrarmi un po’», e non penso ci sia nulla di male. L’importante è che non metto Facebook prima dei rapporti con le persone che amo, prima della mia vita, prima di tutto e prima di Gesù stesso. Ecco, non si deve vedere il male ovunque. Anche Gesù era visto male dai religiosi del tempo, non dimentichiamocelo.

     Poi vorrei aggiungere un’altra cosa. Gesù disse: «E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo...». Quale mezzo migliore del PC ti permette di predicarlo e di raggiungere tutto il mondo? {08-09-2014}

 

 

2. {Andrea Angeloni}

 

Alcuni pregi dei social network sono i seguenti:

     ■ Ti permettono di comunicare, con utenti fisicamente, anche molti distanti dal luogo dove si vive.

     ■ Hai modo di far conoscere i tuoi ideali, la tua fede in Gesù senza restrizioni, limiti (almeno nella gran parte degli stati «democratici»- liberali).

     ■ Puoi interagire direttamente e velocemente e ricevere risposte con la stessa peculiarità e tempistica.

     ■ Hai modo di creare gruppi di appartenenza e di farne parte. Questo è un beneficio per tutti quei credenti impossibilitati nel frequentare fisicamente delle comunità.

 

I pericoli sono appunto, gli abusi e le dipendenze descritte nell’articolo. È sbagliato vietare l’uso di questi strumenti, ma è anche saggio mettere in guardia. Provo ora a rispondere alle domande proposte.

 

     ■ È biblicamente lecito ciò, che scrivi nei social network?: → Risposta: Faccio attenzione prima di pubblicare un articolo e a condividere materiale cristiano. Spesso versetti, postati singolarmente, possono creare dubbi e portare confusione al lettore, invece di edificare. È importante non essere frettolosi in questi casi. Probabilmente alcune volte ho fallito, cadendo negli errori appena descritti.

 

     ■ È veramente utile ciò, che scrivi nei social network?: → Risposta: Non tutto ciò, che viene condiviso sui social network, è utile ai fini della testimonianza. Inserire per esempio: foto, canzoni, slogan, materiale politico o sociale, che nulla hanno a che fare con Gesù e la fede, può essere fuorviante e alimentare contese, dibattiti, critiche, ribellioni, ecc. Il rischio di essere considerati, infondo, come tutti gli altri è ingente. Probabilmente anche in questo caso ci sono stati da parte mia dei fallimenti.

 

     ■ Edifica veramente gli altri ciò, che scrivi nei social network?: → Risposta: Edifica o magari provoca. Dipende da quello, che viene condiviso. Nella quasi totalità dei casi, in cui mi appresto a immettere materiale nel social network di riferimento, il mio auspicio è portare alla riflessione. Non sempre è possibile edificare, perché tra le amicizie vi sono molti non-credenti. Il fine comunque (spesso) è la testimonianza.

 

     ■ L’uso dei social network da parte tua ti sta portando a una specie di dipendenza?: → Risposta: La dipendenza è appunto un rischio grande. S’installa un meccanismo delle volte complicato a disinnescare. Credo che nel mio caso a favorire una certa attrazione, è la mancanza di un lavoro. Se fossi più impegnato, certamente il tempo sarebbe in minor quantità, e la mente sarebbe occupata diversamente.

     La mia preghiera è che il Signore possa toccare i cuori di coloro, che tra le mie amicizie, non sono credenti. Non posso dire di aver evangelizzato e portato delle anime a Cristo, ma ho avuto delle situazioni, in cui alcuni hanno riflettuto sulla Parola di Dio e su certi temi annessi a essa. Ho fiducia che in futuro ci possano essere delle benedizioni in questo senso. Certamente devo perfezionare i modi e la tempistica e crescere in fede e conoscenza.

 

     ■ Come dovremmo comportarci verso i «deboli nella fede»? (Rm 14,1): → Risposta: Se i deboli della fede sono i nostri conduttori, è un bel dilemma. In questo caso forse potrebbe essere opportuno assecondarli inizialmente, per non far trascendere la situazione. Poi magari con il tempo, con calma, pazienza, mansuetudine, rispetto, si può dimostrare che l’utilizzo di questi sistemi può essere un metodo alternativo per la testimonianza, per portare anime a Cristo e certamente continuare a pregare il Signore per essi. In definitiva non bisogna abbandonare queste possibilità alternative, ma neanche creare scandali e divisioni. {08-09-2014}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Pasquale Puzziferri: L’uso di Facebook è tanto lecito fin quando ne facciamo un uso lecito. Mi spiego con un esempio. È lecito avere un coltello da cucina in cucina? Certamente si. Ma se il coltello lo usassimo per uccidere nostra moglie, certamente diverrebbe un arma di delitto. Orbene, anche l’uso di Facebook è lecito, se lo si usa per fini leciti. Ma nel momento in cui ne facciamo un abuso, allora anche questo mezzo potrebbe essere considerato un’arma per il delitto. {08-09-2014}

 

Roberta Sbodio: Si demonizza spesso ciò, che non si conosce. Se usi un social network, per diffondere cose belle, perché no? Anzi la chiesa deve seguire il passo per comunicare a tutti i livelli. Per estremo, se no potremmo dire di tornare ai messaggi su pergamena, perché chissà cosa si cela dietro al telefono. {08-09-2014}

 

Fortuna Fico: Io penso che ogni cosa viene creata con l’intento di fare cose positive, ma poi puntualmente l’uomo distorce il progetto iniziale e lo imposta a suo personale piacimento. L’idea di evangelizzare tramite il Web è ottima, ma avete visto poi quanti sedicenti profeti e dottorini della leggina sono sorti sul Web? Quindi, cari fratelli e sorelle, ci vuole discernimento! {08-09-2014}

 

Adolfo Monnanni: Per l’uso dei social network è un po’ come usare la lingua, quel piccolo membro: e ognuno vive responsabilmente l’uso dei social network, questi saranno utili alla testimonianza personale. {12-09-2014}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-SN_ab-uso_Mds.htm

08-09-2014; Aggiornamento: 16-09-2014

 

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