1. LE
QUESTIONI: Nicola, carissimo nel Signore, ti scrivo perché ho bisogno di
un tuo parere riguardo a un cristiano rigenerato, che scrive su Facebook.
Mi spiego meglio, ho motivo di pensare che nella comunità, che frequento, quasi
tutti gli anziani non vedono di buon occhio chi, come me (o se posso
dire, anche come te, e come del resto tutti noi), scrive su Facebook.
Ora come avrai capito, desidererei avere una tua risposta al riguardo,
per saper rispondere meglio a mia difesa. Infatti, io non sono d’accordo
con tale opinione, perché per me è fare la stessa cosa (o quasi), che faccio in
strada, cioè un modo come un altro per testimoniare di Cristo e della
salvezza. Siccome il Signore ti arricchisce sempre di verità, mi faresti cosa
gradita, se mi dai dei consigli; anche perché penso che dietro a questi divieti
o contrarietà si celi o si voglia nascondere le beghe o le situazioni che, dopo
tutto, ci sono in tutte le chiese. Soltanto che poi vanno valutate. Ma
ritornando alla mia richiesta, tu come ti difenderesti, sapendo che
scrivi nei social network, se ti dicessero: «Noi siamo contrari a Facebook»?
Grazie, in ogni caso per la tua consulenza. Il Signore continui la sua opera in
noi! {Bruno Salvi; 22-08-2014}
2.
LE RISPOSTE: Gli apostoli hanno allora usato le possibilità, che
avevano, per diffondere l’Evangelo e per istruire il prossimo. Chi di noi va
nelle sinagoghe a predicare ai Giudei per primi la Buona Novella? Per
parallelo, dovremmo noi entrare nelle chiese cattoliche, per fare la stessa
cosa? Gli apostoli scrivevano molte epistole a chiese e singoli credenti;
molte di esse si sono perse. Tale impresa era complicata, costosa per i
materiali usati e per il tempo usato. Se avessero avuto Internet, social
network ed e-mail, non avrebbero usati questi mezzi, per comunicare in modo più
veloce e diretto?
Come in tutte le cose lecite, bisogna chiedersi quali siano i paletti biblici;
eccone, ad esempio, alcuni. Ai versi biblici faccio seguire un mio breve
commento.
■ «Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa
mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla» (1 Corinzi
6,12). ● Da ciò consegue che non tutte le cose lecite portano a un’utilità per
sé e per gli altri; alcune d’esse possono portare alla dipendenza. Quindi, nella
libertà
delle cose lecite tutto dipende anche dalla responsabilità, dalla
saggezza e dalla maturità, con cui si usa uno strumento, quale esso sia.
■ «Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita,
ma non ogni cosa edifica» (1 Corinzi 10,23). ● Da ciò consegue che
non tutte le cose lecite portano all’edificazione. Tuttavia, anche ciò dipende
dal fine, con cui si usa uno strumento. Un bisturi in mano a un
criminale produce il male, mentre in mano a un chirurgo promuove le basi per la
guarigione.
■ «...così come anch’io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non
l’utile
mio, ma quello dei molti, perché siano salvati» (1 Corinzi 10,33). Da ciò
consegue che ogni strumento può essere usato in modo arbitrario ed
egoistico oppure per promuovere l’avanzamento del regno di Dio.
■ «Ogni Scrittura, ispirata da Dio, è utile a insegnare, a riprendere,
a correggere, a educare alla giustizia» (2 Timoteo 3,16). ● Da ciò consegue
che se la Scrittura è tale, perché dovremmo lasciare il campo dei
mass-media soltanto nelle mani degli ingiusti, degli infedeli, degli empi e dei
malvagi?
■ «Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose
onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili,
tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano
oggetto dei vostri pensieri» (Filippesi 4,8). ● Da ciò consegue che esistono
cose in questo mondo, che non sono di per sé malvagie, ma che possono essere
usate a fin di bene.
Inoltre, si tenga
presente quanto segue. Se si va indietro nel tempo, si nota che gli stessi
argomenti furono usati contro il cinema, la radio, il telefono, la
televisione, Internet e, ora, contro i social network. Eppure pressoché tutti
mass-media sono stati usati anche da singoli credenti, chiese e missioni per
diffondere l’Evangelo, la dottrina biblica, l’etica biblica, i principi
biblici di giustizia e così via.
Purtroppo, in terra avviene la seguente discrepanza, come già insegnava
per esperienza Salomone: «C’è una nullità che avviene sulla terra; ed è che
vi sono dei
giusti, i quali sono trattati secondo l’opera degli empi; e ci sono degli
empi, i quali sono trattati secondo l’opera dei giusti. Io ho detto che anche
questo è nullità» (Ecclesiaste 8,14).
Si farebbe bene a guardare
agli obiettivi
e ai buoni risultati. Io, per grazia di Dio, ne ho parecchi da mostrare.
3. DOMANDE DI
LAVORO (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole
approfondire l’argomento e per orientare la discussione):
■ È biblicamente lecito ciò, che scrivi nei social network?
■ È veramente
utile ciò, che scrivi nei social network?
■ Edifica
veramente gli altri ciò, che scrivi nei social network?
■ L’uso dei social network da parte tua ti sta portando a una specie di
dipendenza? Un segno è costituito dalla dipendenza dal gioco o ludopatia.
■ Passare del tempo sui social network è veramente un servizio per il
Signore e un
aiuto per gli altri? Quali sono, ad esempio alcuni casi positivi, che puoi
mostrare?
■
Come dovremmo comportarci verso i «deboli
nella fede» (Rm 14,1)?
Essi, che considerano alcune cose impure (v. 14) e come peccato (v. 23),
ci sono sempre stati. Così è stato nel passato con alcuni mass-media ed è
attualmente per alcuni Internet e i social network. Come dovremmo comportarci
verso di loro, secondo Romani 14 e le analogie contenuti lì? Dovremmo sempre
accontentare i «deboli nella fede» e adeguarci a loro? Dovremmo farlo anche
quando, siamo convinti della legittimità di uno strumento (cfr. Rm 14,5s) e lo
usiamo un mezzo per diffondere la Parola di Dio?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
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I contributi sul tema ▲
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1.
{Rosy Di Salvo}
▲
Gli anziani anche se sono credenti, sono sempre
restii a ogni tipo d’innovazione, si sa, comunque come già hai detto tu (e sono
d’accordissimo con te, ovviamente), ogni cosa dipende dall’uso, che se ne fa.
Mi rifaccio al versetto di Paolo «ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa mi è
utile»; e poi dice pure «ma io non mi lascerò dominare da nulla». Perciò
l’importante è non solo lo scopo, perché io posso anche entrare su Facebook, per
«distrarmi un po’», e non penso ci sia nulla di male. L’importante è che non
metto Facebook prima dei rapporti con le persone che amo, prima della mia
vita, prima di tutto e prima di Gesù stesso. Ecco, non si deve vedere il male
ovunque. Anche Gesù era visto male dai religiosi del tempo, non
dimentichiamocelo.
Poi vorrei aggiungere
un’altra cosa. Gesù disse: «E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto
il mondo...». Quale mezzo migliore del PC ti permette di predicarlo e di
raggiungere tutto il mondo? {08-09-2014}
2. {Andrea
Angeloni}
▲
Alcuni pregi
dei social network sono i seguenti:
■ Ti permettono di comunicare, con utenti fisicamente, anche molti distanti dal
luogo dove si vive.
■ Hai modo di far conoscere i tuoi ideali, la tua fede in Gesù senza
restrizioni, limiti (almeno nella gran parte degli stati «democratici»-
liberali).
■ Puoi interagire direttamente e velocemente e ricevere risposte con la stessa
peculiarità e tempistica.
■ Hai modo di creare gruppi di appartenenza e di farne parte. Questo è un
beneficio per tutti quei credenti impossibilitati nel frequentare fisicamente
delle comunità.
I pericoli
sono appunto, gli abusi e le dipendenze descritte nell’articolo. È sbagliato
vietare l’uso di questi strumenti, ma è anche saggio mettere in guardia. Provo
ora a rispondere alle domande proposte.
■ È biblicamente lecito ciò, che scrivi nei social network?: →
Risposta: Faccio attenzione prima di pubblicare un articolo e a condividere
materiale cristiano. Spesso versetti, postati singolarmente, possono creare
dubbi e portare confusione al lettore, invece di edificare. È importante non
essere frettolosi in questi casi. Probabilmente alcune volte ho fallito, cadendo
negli errori appena descritti.
■ È veramente utile ciò, che scrivi nei social network?: → Risposta:
Non tutto ciò, che viene condiviso sui social network, è utile ai fini della
testimonianza. Inserire per esempio: foto, canzoni, slogan, materiale politico o
sociale, che nulla hanno a che fare con Gesù e la fede, può essere fuorviante e
alimentare contese, dibattiti, critiche, ribellioni, ecc. Il rischio di essere
considerati, infondo, come tutti gli altri è ingente. Probabilmente anche in
questo caso ci sono stati da parte mia dei fallimenti.
■ Edifica veramente gli altri ciò, che scrivi nei social network?: →
Risposta: Edifica o magari provoca. Dipende da quello, che viene condiviso.
Nella quasi totalità dei casi, in cui mi appresto a immettere materiale nel
social network di riferimento, il mio auspicio è portare alla riflessione. Non
sempre è possibile edificare, perché tra le amicizie vi sono molti non-credenti.
Il fine comunque (spesso) è la testimonianza.
■ L’uso dei social network da parte tua ti sta portando a una specie di
dipendenza?: →
Risposta: La dipendenza è appunto un rischio grande. S’installa un
meccanismo delle volte complicato a disinnescare. Credo che nel mio caso a
favorire una certa attrazione, è la mancanza di un lavoro. Se fossi più
impegnato, certamente il tempo sarebbe in minor quantità, e la mente sarebbe
occupata diversamente.
La mia preghiera è che il Signore possa toccare i cuori di coloro, che tra le
mie amicizie, non sono credenti. Non posso dire di aver evangelizzato e portato
delle anime a Cristo, ma ho avuto delle situazioni, in cui alcuni hanno
riflettuto sulla Parola di Dio e su certi temi annessi a essa. Ho fiducia che in
futuro ci possano essere delle benedizioni in questo senso. Certamente devo
perfezionare i modi e la tempistica e crescere in fede e conoscenza.
■ Come dovremmo comportarci verso i «deboli nella fede»? (Rm
14,1): → Risposta: Se i deboli della fede sono i nostri
conduttori, è un bel dilemma. In questo caso forse potrebbe essere opportuno
assecondarli inizialmente, per non far trascendere la situazione. Poi magari con
il tempo, con calma, pazienza, mansuetudine, rispetto, si può dimostrare che
l’utilizzo di questi sistemi può essere un metodo alternativo per la
testimonianza, per portare anime a Cristo e certamente continuare a pregare il
Signore per essi. In definitiva non bisogna abbandonare queste possibilità
alternative, ma neanche creare scandali e divisioni. {08-09-2014}
3. {}
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11. {}
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12. {Autori
vari}
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Pasquale Puzziferri:
L’uso di Facebook è tanto lecito fin quando ne facciamo un uso lecito. Mi spiego
con un esempio. È lecito avere un coltello da cucina in cucina?
Certamente si. Ma se il coltello lo usassimo per uccidere nostra moglie,
certamente diverrebbe un arma di delitto. Orbene, anche l’uso di Facebook è
lecito, se lo si usa per fini leciti. Ma nel momento in cui ne facciamo un
abuso, allora anche questo mezzo potrebbe essere considerato un’arma per il
delitto. {08-09-2014}
■
Roberta Sbodio: Si demonizza
spesso ciò, che non si conosce. Se usi un social network, per
diffondere cose belle, perché no? Anzi la chiesa deve seguire il passo
per comunicare a tutti i livelli. Per estremo, se no potremmo dire di tornare ai
messaggi su pergamena, perché chissà cosa si cela dietro al telefono.
{08-09-2014}
■
Fortuna Fico: Io penso che
ogni cosa viene creata con l’intento di fare cose positive, ma poi puntualmente
l’uomo distorce il progetto iniziale e lo imposta a suo personale
piacimento. L’idea di evangelizzare tramite il Web è ottima, ma avete visto poi
quanti
sedicenti profeti e dottorini della leggina sono sorti sul Web? Quindi, cari
fratelli e sorelle, ci vuole discernimento! {08-09-2014}
■
Adolfo Monnanni: Per l’uso
dei social network è un po’ come usare la lingua, quel piccolo membro: e
ognuno vive
responsabilmente l’uso dei social network, questi saranno utili alla
testimonianza personale. {12-09-2014}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-SN_ab-uso_Mds.htm
08-09-2014; Aggiornamento: 16-09-2014 |