(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
Caro Nicola questo tuo articolo
sul perdono è veramente un elogio alla giustizia, senza la quale ci può essere
solo il male.
Nelle
Scritture ci sono
vari aspetti del perdono;
ma ecco, come tu stesso citi, abbiamo gli insegnamenti del Signore Gesù, che è
venuto a chiamare i peccatori e non i giusti. Sappiamo che Gesù andava
predicando di convertirsi, parola che vuol dire pentirsi e cambiar vita; lo
stesso faceva il Battista. Per salvarci dobbiamo prima di tutto pentirci, e poi
non peccare più, questo vuol dire convertirci. Gesù perdona l’adultera, ma le
chiede di non peccare mai più al riguardo (Gv 8,10).
Per
quanto riguarda i capricci tra noi umani, vediamo che Gesù ci chiede infinita
misericordia.
Gesù insegnò a pregare: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li
rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). Se vogliamo che Dio ci perdoni
anche noi dobbiamo farlo. Questo viene spiegato molto chiaramente nella Parabola
del debitore disumano (Mt 18, 23-35). Dio ci perdona se ci pentiamo e chiediamo
perdono, però vuole che noi perdoniamo pure i nostri debitori; se non lo
facciamo, Dio ci condanna. La Parabola si conclude con queste parole: «Proprio
così il Padre mio celeste tratterà voi, qualora non rimettiate di cuore ciascuno
al proprio fratello». In questa Parabola il perdono è collegato solo alla
sua richiesta.
Gesù
pretende che davvero
perdoniamo
il nostro prossimo, questo viene prima di tutto. Ecco cosa insegna in Mt 5,23: «Se
dunque tu stai per deporre sull’altare la tua offerta e là ti ricordi che tuo
fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta davanti all’altare e và
prima a riconciliarti con tuo fratello; dopo verrai a offrire il tuo dono».
Gesù
vuole che
perdoniamo molto.
Ecco cosa insegna in Mt 18,21: «Allora Pietro si fece avanti e gli domandò:
“Signore, quante volte, se mio fratello peccherà contro di me, dovrò
perdonargli? Fino a sette volte?”. Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette
volte, ma fino a settanta volte sette”» (490 volte!).
Questo
«sette» si trova anche in Lc 17,3: «Se tuo fratello t’offende, tu
rimproveralo; ma se poi si pente, perdonagli. E se t’offende sette volte al
giorno e sette volte al giorno torna da te a chiederti pedono, tu perdonalo».
Gesù ci
permette di porre anche un limite al perdono,
quindi anche la misericordia ha un limite. «Se il tuo fratello pecca, và,
riprendilo fra te e lui solo; se t’ascolterà, avrai riacquistato il tuo
fratello. Se invece non t’ascolterà, prendi con te una o due persone, affinché
sulla bocca di due o tre testimoni si stabilisca ogni cosa. Se non ascolterà
neppure loro, deferiscilo all’assemblea, e se neppure all’assemblea darà
ascolto, sia per te come il pagano e il pubblicano» (Mt 18,15-17).
In
conclusione,
vediamo che il perdono segue il pentimento, la richiesta di perdono; senza
cambiamento, cioè pentimento e richiesta di perdono, non c’è perdono, ma
divisione: «Sia per te un pagano». {31-01-2008}
Nota redazionale: Riguardo al gruppo cripto-cattolico, di cui Domenico
Falbo fa parte, rimandiamo al seguente articolo:
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Centro antiblasfemia alias Ebrei per Gesù {Nicola Martella - Argentino Quintavalle}.
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Perdono_giustizia_Lv.htm
31-01-2008; Aggiornamento: 06-07-2010