Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il Levitico 1

 

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Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PERCHÉ, O DIO, QUESTO: PROPRIO A ME!?

 

 a cura di Nicola Martella

 

Tempo fa ricevetti una lettera circolare di un credente e amico che, tra altre cose, ci mettevano al corrente di un’esperienza dolorosa accaduta alla famiglia del figlio. Mentre quest’ultimo era fuori casa per ministero, dei ladri penetrarono in casa loro e — mentre la moglie e i figli dormivano (forse i ladri spruzzarono qualcosa per narcotizzarli) — li derubarono di molti beni e oggetti personali, portandosi via anche le automobili e addirittura le chiavi di casa. Svegliarsi e trovare tutto a cose fatte sarà stato un grande choc. A ciò si sarà aggiunta la sensazione che qualcuno aveva violato il loro spazio personale, che potevano essere alla mercé dei malintenzionati e che poteva succedere loro di tutto. Forse si saranno chiesti: Potremo mai avere ancora la sensazione di essere protetti e sicuri a casa nostra?

     Quando scrissi a questo fratello, per comunicare il nostro dispiacere per gli eventi subiti, egli mi rispose: «In effetti è stata una brutta botta, finanziariamente e psicologicamente. Ci sono poi delle circostanze molto particolari circostanti l’evento che preferisco non tentare neanche di interpretare. È sempre difficile quando bisogna mettere Dio nelle equazioni di certi fatti della vita. Viviamo comunque fedelmente il presente anche senza capire il passato».

     Quando ci succede qualcosa particolare, la nostra reazione teocentrica è spesso questa: «Perché, o Dio, questo: proprio a me!?». E qui ogni parola ha già un valore a sé («Perché?... o Dio!... Questo!... proprio a me!?»), mentre la loro combinazione rende il tutto ancora più «esplosivo» o, per lo meno, incomprensibile. Ci sentiamo come dei piccoli «Giobbe» e nutriamo in noi — come lui — una «insalata russa» di sentimenti contrastanti. Penso che questa vicenda e le parole di questo fratello possano aiutare altri credenti nella riflessione e a maturare un rapporto «maturo» verso Dio, senza ricette prefabbricante e senza ideologie dottrinali. Si tratta, infatti, di relazione che tocca l’esistenza individuale e un rapporto personale con Dio «nella buona e nella cattiva sorte».

     Come reagiresti in queste circostanze? Come aiuteresti chi sta in tale situazione?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Argentino Quintavalle

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1. {Argentino Quintavalle}

 

La prova avviene quando le cose non vanno come noi abbiamo pianificato, e allora ci troviamo in difficoltà. Se Dio mettesse subito a posto queste cose secondo le nostre aspettative, tutto andrebbe bene, ma se questo non avviene le difficoltà aumentano. Dimentichiamo che nella prova, è Dio che ci chiama in causa e vediamo solo in termini di quello che è visibile. Non dobbiamo mai dimenticare che la vita non è una gita scolastica o un picnic. La gente del mondo pensa che dovrebbe essere così, che hanno il diritto di avere tempo bello, tante belle cose e di divertirsi, ma questo è molto lontano dalla posizione cristiana.

     Non siamo qui per avere tempo bello. Dio ci darà ogni cosa, ma a suo tempo. Non siamo qui per divertirci o per giocare, siamo per combattere una battaglia contro le forze del male. Siamo stati chiamati per la battaglia, non dobbiamo mai dimenticarlo. Ecco perché non possiamo pianificare la nostra vita. Possiamo immaginare la nostra vita come quella di un soldato che attende con impazienza la fine del servizio militare per iniziare una nuova vita.

     Il libro di Giobbe parla di un tempo quando «tutti i figli di Dio mandavano gridi di gioia» (38,7), alla creazione del mondo, ma altre Scritture ci parlano di un tempo quando i figli di Dio saranno rivelati. Paolo lo chiama «la manifestazione dei figli di Dio» (Rm 8,19), quando tutta la creazione griderà di una gioia più grande, quando sarà liberata dalla servitù della corruzione, quando saranno finite le sofferenze, le prove e le tribolazioni di questa scena attuale. «Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria» (2 Cor 4,17). «Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi» (Rm 8,18).

     Gli uomini vivono senza sapere che la vita non è quella che sembra essere, e quello che essi pensano sia la realtà e la verità, non è altro che illusione e delusione. Siamo circondati da filosofie e da idee comunemente accettate ma che non sono vere. Gli uomini vengono spinti a vivere sulla base di idee false, e questo può coinvolgere anche i credenti. Ecco perché è così importante permettere allo Spirito Santo, per mezzo della Parola, di correggere le nostre opinioni e rinnovare le nostre menti, come fece Giobbe e come disse Paolo in Rm 12,2.

     È significativo che Dio si presenta a Giobbe in una tempesta. Meditiamo sulla domanda: «Che cosa vede Giobbe nella tempesta»? In mezzo a una tempesta non si può vedere niente. Precisamente! Quello che Giobbe vede è che ci sono cose che egli non può vedere.

     Dio è interessato ai piccoli Giobbe; interessato fino al punto di sottoporre la loro lealtà a delle prove più o meno grandi.

     Rabbi Bunam (Rabbino Hassidico), ha detto che «un uomo dovrebbe portare due pietre nella sua tasca. Su una dovrebbe esserci scritto, “sono polvere e cenere”; sull’altra, “per me il mondo è stato creato”. Egli dovrebbe utilizzare ciascuna pietra a seconda del bisogno». La manifestazione di Dio nella tempesta ha insegnato a Giobbe di utilizzare la prima pietra, ma il libro di Giobbe ci insegna come utilizzarle entrambe.

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Perche_a_me_Lv.htm

2007; Aggiornamento: 26-07-2008

 

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