L'articolo «Il
pastorato femminile?» ha suscitato reazioni diverse. Qui di
seguito diamo ai lettori occasione e spazio per un confronto delle idee.
A
causa della lunghezza o della problematicità del contributo di alcuni lettori,
abbiamo preferito dare una risposta extra:
►
Pastorato femminile: tesi a confronto 1 {Antonella Valenti - Nicola Martella} (T/A)
►
Pastorato femminile: tesi a confronto 2 {Davide Casà - Nicola Martella} (T/A)
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
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I contributi sul
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sottostante
1.
{Filippo Bonello} ▲
Fratello Nicola, io
condivido a quello che tu dici. Hai ragione che hanno pervertito la chiesa di
Cristo.
Anche qui in Belgio, certe donne con la scusa che traducono la lingua italiana
in francese, s’introducono nel pastorato; e capita che mentre il pastore parla,
la donna che traduce gli dice: «Zitto, lasciami finire, e poi continui tu»,
mentre lui è obbligato a fermarsi.
I giovani vanno verso l’evoluzione [dei costumi], e vedono la Parola di Dio in
un’altro modo. Si permettono di fare quello che vogliono, vengono in chiesa per
guardare la ragazza, e se poi la ragazza non c’è, non vengono più.
Dicono che questa è l’evoluzione delle cose. Io invece trovo che Gesù è lo
stesso ieri oggi e in eterno; forse per loro il Gesù di 2007 anni fa era
un’altro Gesù, mentre questo d’oggi gli può permettere di fare quello che
vogliono.
I pastori temono di parlare perché hanno paura che non vengono più in chiesa. Io
dico, non è meglio togliere un falso profeta piuttosto di far perire una nazione
intera? Non sanno che un poco di lievito fa lievitare tutta la pasta?
Fratello Nicola, tu hai ragione di ciò che parli nei tuoi scritti. Ora ti
ringrazio e ti saluto con la pace del Signore. {06-12-2007}
2.
{Julim Barbosa} ▲
Ho un Pastore donna
e ne vado mooolto fiero! Anzi... conosco pochi uomini in questa nazione che
abbiano la sua forza o la sua conoscenza biblica o il suo modo potente di
predicare.
Molte volte penso che le persone anche davanti alla evidente chiamata da parte
di Dio non ne vogliano sapere, io penso solo che Dio è sovrano e fa quello che
vuole e se la Bibbia dice che dalle pietre potrebbe far sorgere dei figli di
Abramo quanto più da una donna che è tanto figlia quanto non lo siano gli
uomini.
Vengo da un paese di risveglio potente con più di 80 milioni di credenti pieno
di donne che stanno cambiando la storia della nazione con doni di profezia, di
predicazione, grandi Pastori (ricordo che nella lingua Italiana non esistono i
termini, pastoressa o pastora) che stanno davvero portando un risveglio di
grande valore non solo per il Brasile ma che sta raggiungendo il mondo
attraverso missionari, predicatori, ministeri musicali, cultura, libri, ecc.
Il grande problema non è tanto la ricerca nella Bibbia (molte volte controversa)
della possibilità o meno che le donne possano essere usate da Dio o no, ma, se
nella nostra cultura sia o no possibile ammettere che Dio è ancora
il Signore e siccome ho già visto
bambini pieni dello Spirito Santo profetizzare come dei grandi adulti in nazioni
come la Colombia o il Venezuela, ecc. penso che io nel mio piccolo stato di
pecora sotto la custodia di un Grande Pastore donna possa solo dire Grazie Dio
per la grazia che mi hai data mandandomi da lei! {06-12-2007}
3.
{Nicola Martella} ▲
Che Dio abbia fatto
grandi cose per mezzo delle donne è fuori discussione. Qui si tratta se Dio
abbia o meno previsto nella sua Parola che le donne rivestano cariche ecclesiali
e abbiano ministeri di primo piano quali quelli di conduttore, predicatore e
insegnante di chiesa.
Quello di Julim Barbosa è un classico esempio della «teologia dell’esperienza»!
Il motto di tale atteggiamento è: «Ciò che funziona, va bene e deve provenire da
Dio!».
Nel libro dei Numeri Kore, Datan e Abiram volevano la democrazia nella
conduzione e non sopportavano che Mosè e Aaronne guidassero il popolo. Anch’essi
si appellavano a Dio e parlarono di chiamata per tutti. «Basta! tutta la
radunanza, tutti fino a uno sono santi, e l’Eterno è in mezzo a loro; perché
dunque v’innalzate voi sopra la radunanza dell’Eterno?» (Nu 16,3). Dio aveva
scelto Levi e la sua stirpe per il servizio sacro (vv. 8s), ma Kore, Datan e
Abiram con parole apparentemente spirituali volevano la «democrazia
ministeriale». Essi erano però «uomini malvagi» per Dio (v. 26) e furono
inghiottiti vivi dalla terra (vv. 30ss). Ancora nel Salmo 106,16s fu ricordato
il loro tragico destino.
Ora, a chi segue la «teologia dell’esperienza» non interessa la corretta esegesi
biblica, ma ciò che detta il proprio sentimento o permette la cultura. Gesù
parlò di una donna ricurva a causa di Satana, Egli la chiamò «figlia di Abramo»
e la guarì (Lc 13,16), ma ciò non significò che poteva diventare predicatrice
insieme ai Dodici o poi una conduttrice di chiesa!
Come al tempo di Mosè con Kore, Datan e Abiram, anche oggi non ci si chiede che
cosa ha comandato il Signore nella sua santa Parola, ma si vuole la «democrazia
ministeriale» per tutti, per le donne. Dov’è però che Dio ha comandato nel NT in
modo chiaro ed evidente che le donne possano rivestire cariche ministeriali di
conduttori, predicatori e insegnanti di chiesa? Si cercherà inutilmente.
Si vuole applicare l’emancipazione secolare, giusta per tanti aspetti, anche
nelle chiese. Se Dio è il Signore ed è sovrano, allora per prima cosa vale ciò
che Egli comanda nella sua Parola! Dio si serve quotidianamente delle donne per
essere onorato e servito, ma questo non significa che devono diventare per forza
conduttori, predicatori e insegnanti di chiesa! L’ubbidienza alla Parola di Dio
è ciò che conta, ciò che crea un vero risveglio e ciò che porta il bene per le
chiese.
Ricordiamoci anche la lezione di Geroboamo, quando volle rendere a Dio il culto
alle proprie condizioni! Alla fine finì per creare due santuari idolatrici,
prendendo i sacerdoti fra la gente comune, e fece peccare Israele in modo tale
che esso affondò sempre più nell’idolatria, ascoltando falsi profeti, finché
venne distrutto e deportato in Assiria (722 a.C.).
Chi va oltre a ciò che è scritto (1 Cor 4,6), non porterà bene all’opera di Dio,
ma solo male e favorirà la disaffezione dalla fede (o apostasia). Bisogna
tornare all’ubbidienza completa della Parola di Dio… a qualunque costo. E ciò
comincia chiamando «bene» ciò, che a Dio piace, e «male» ciò, che non ha
comandato!
4.
{Andrea Viel} ▲
Caro fratello. È di
certo un argomento controverso. Molte cose si sono dovute modificare, nel tempo,
per rendere più comunicante il messaggio dell’Evangelo.
Personalmente credo in alcuni cambiamenti, che delle volte modificano solo
situazioni storiche della cultura cristiana, che non trovano neppure un saldo
appiglio alla Parola, ma un costume di quei tempi.
Personalmente credo quello che leggo in 1 Corinzi, che l’uomo è immagine e
gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo. Quattro versetti prima, dice,
con evidente autorità, «Ma voglio che sappiate che il capo d’ogni uomo è
Cristo, che il capo della donna è l’uomo, e che il capo di Cristo è Dio».
Io credo che le donne siano ottimi strumenti, nella guida dello Spirito Santo,
per incoraggiare, educare e anche insegnare argomenti biblici. Credo che sia
uomini che donne, possano pregare, intercedere davanti a Dio, imporre le mani su
i malati, prendere in mano serpenti e profetizzare (ci ho messo quasi tutto).
Io accetto consigli, pareri, confronti costruttivi con le sorelle, ma non
accetto, e non vedo che sia biblico, che alcuna donna, anche moglie di pastore,
prenda autorità su di me.
So che questo mi mette in una posizione particolarmente scomoda nell’area della
comunità che frequento, ma se ho capito bene i principi biblici dell’autorità
spirituale, non ne posso fare a meno.
Io ho avuto sorelle che hanno ministrato e insegnato la Parola, hanno anche
pregato per me, e ne sono stato benedetto.
Ma non vedo come una sorella in Cristo, possa esercitare un ruolo pastorale e
possa avere l’autorità, che ne consegue, il ruolo su tutta la comunità.
Conosco donne che svolgono una funzione pastorale, e la loro chiesa è felice.
Mia moglie è filippina, e nelle chiese filippine molte donne svolgono l’ufficio
pastorale. Non posso dire che vivono male.
Ma credo che, se vogliamo seguire l’insegnamento neotestamentario, il capo della
donna è l’uomo. Come può all’improvviso diventare possibile che colei che è
sottoposta, diventa autorità?
Personalmente, e mi prendo la responsabilità di quello che dico, credo che sia
irresponsabile confermare quella giovane sorella siciliana in un ufficio
pastorale, anche e specialmente per la giovane età. Mi domando come dei genitori
«pastori» possano essere così sconsiderati da dare un tale peso alla loro
figlia, che dovrà confrontarsi con problemi e situazioni maschili, coniugali, e
di giovani uomini di poco più grandi di lei. Orribile. Non sanno il danno che le
stanno causando. Le tolgono l’opportunità di crescere protetta, e sviluppare il
dono che magari Dio le ha dato, per la giusta dimensione d’un giorno a venire.
Magari come ottima moglie e splendida madre.
Non so cosa pensano gli altri, ma io sono appieno convinto del mio. Pace a te.
{06-12-2007 }
5.
{Nicola Andrea Scorsone} ▲
L’ultima, che ho
sentito, è quella d’una donna vescovo (o vescova?). Qualche tempo fa, all’inizio
delle donne «pastora» (già questa termine stona un po’), ho visto alla solita
tarda ora, il programma «Protestantesimo» (che a proposito dovrebbero cambiargli
nome, perché non protesta più nessuno), dove intervistavano le persone su cosa
ne pensassero della donna pastora. L’una o l’altro, erano tutti abbastanza
favorevoli. Alla fine intervistarono una persona anziana, che rispose
semplicemente:
«Io non l’ho trovato nella Bibbia»,
e il programma finì . Un abbraccio in Gesù. {06-12-2007}
6.
{Vappu Kidd} ▲
Caro fratello Nicola! Da tempo leggo i tuoi messaggi anche per conoscerti
meglio. Quest’ultimo mi diverte — se cosi posso dire — perché essendo io stessa
una donna, le opinioni altrui mi rendono sempre curiosa. [...]
Nicola, personalmente anche a me
piace che i fratelli sono pastori, ecc. Ci sono anche tante altre cose che le
sorelle possono fare — anche secondo la Bibbia. [...] Viviamo i tempi difficili,
forse il ritorno del Signore è vicino, dobbiamo fare i missionari dove siamo —
sempre con l’amore celestiale.
Che il Signore ti benedica — con affetto. {07-12-2007}
7.
{Andrea Viel} ▲
Ci sono donne, che
secondo me hanno sviluppato un ministero d’eccellenza e che ammiro per
l’intensità del loro rapporto con Dio. Esse sono per me una fonte
d’incoraggiamento. Diverse di loro si sono fatte avanti nel ministero spesso per
necessità, perché nessun uomo ha voluto rendersi disponibile e ha voluto portare
pesi.
Io conosco personalmente e ho grandissima stima di una donna pastore qui in
Italia. Devo ammettere che il suo coraggio nel portare avanti il piano, che ella
ritiene che Dio le ha messo nel cuore, supera quello di molti ministri uomini,
in Italia.
Io non nego affatto il ruolo femminile nell’opera del ministero, e lo zelo e la
sofferenza che molte donne hanno e hanno avuto per l’avanzamento del Regno di
Dio. La loro sensibilità, e la loro abnegazione, per le cose spirituali è fuori
discussione. Le donne sono nominate abbondantemente nel ministero di Gesù, Paolo
e gli apostoli avevano attorno donne che li sostenevano, e ancora prima, come si
può negare il coraggio e la determinazione di donne come Ester.
Credo solo che la Parola di Dio ha ragione al di sopra d’opportunità e nostri
punti di vista. Credo che l’uomo è il capo della donna, inteso come autorità
mirata alla protezione e alla responsabilità e cura nei suoi confronti. Credo
che se la donna è in sottomissione all’uomo, trova in questo la forza e l’aiuto
di sviluppare quello che Dio ha preparato per lei. Penso che ognuno debba
decidere per sé la linea d’autorità a cui si vuole sottomettere, e quello che
raccoglierà sarà il frutto della sua scelta.
Tutti hanno una Bibbia, tutti la possibilità di leggere e discernere. Ho già
espresso le mie convinzioni a proposito, e mi sento a pieno convinto delle mie
scelte. Spero che osservando lo zelo, il coraggio e la determinazione di donne
di valore, gli uomini che si lasciano governare spiritualmente da sorelle, ne
traggano lo stimolo di scuotersi di dosso l’indifferenza e la pigrizia e
diventino uomini forti e di valore per il regno del nostro Dio.
8.
{Lucia Adamo} ▲
Caro fratello,
ognuno di noi è libero di pensarla come vuole, quindi lungi da me il tentativo
di farti cambiare idea sul pastorato femminile!
Posso solo farti notare che tu hai scritto a [...] donnedidestino.org che è un
indirizzo legato a un sito che (anche se ancora in allestimento) evidentemente
crede e promuove il ministero femminile. Inoltre puoi benissimo constatare dal
sito del nostro ministero
www.adamoluca.org che mio marito e io crediamo in quello che tu tanto aborri (sull’intestazione della home page
vi è infatti scritto Pastore Luca e Lucia Adamo).
Quindi non capisco perché continui a mandare i tuoi articoli proprio a
quest’indirizzo, che probabilmente tu giudichi essere fuori dalla volontà di
Dio. Tutto questo lo trovo contraddittorio, non credi? Perché scrivere a un
ministero (quello di
donne di destino) che probabilmente tu
ritieni non debba neanche esistere?
Non ti giudico, caro fratello, e non tento neanche di farti cambiare idea. Solo
ti consiglio, se veramente credi d’essere nel giusto, di promuovere il tuo credo
in maniera diversa da come stai ora facendo. Cioè pregando per coloro che tu
ritieni stiano nell’errore e, naturalmente esprimendo il tuo pensiero sul tuo
sito. E basta.
Non credo sia giusto, infatti, imporre il tuo giudizio e il tuo pensiero,
inviando questi articoli a indirizzi che non li hanno assolutamente richiesti, a
ministri che chiaramente la pensano in maniera diversa da te.
Tutto ciò è molto provocatorio, non credi? E naturalmente può essere
interpretato come un giudizio che tu esprimi contro i tuoi conservi.
Ah, già dimenticavo, tu non credi che io sia una serva del Signore... comunque
spero almeno che tu creda che io sia tua sorella, una sorella in Cristo lavata
dallo stesso Sangue che un giorno ha lavato anche te.
Quindi ti chiedo, per favore, di ricordarti quel meraviglioso insegnamento che
un giorno Gesù ci diede riguardo alla «pagliuzza
da togliere dall’occhio di tuo fratello» (in questo caso dovrei dire di
tua sorella...).
Non voglio dirti altro, anche perché, ripeto, non è assolutamente mia intenzione
farti cambiare idea sul ministero femminile.
Credo che al di sopra di tutto e tutti ci sia il Signore Gesù, e credo che lo
Spirito Santo sia potente e capace di mostrare da solo quale sia il Suo pensiero
al riguardo.
Ti benedico e, sinceramente spero che Dio ti faccia prosperare e possa
realizzare tutto quello che Lui ha messo nel tuo cuore.
Abbiamo comunque una cosa in comune: il desiderio di veder innalzato il Nome di
Gesù in questa Nazione. Alleluja!
Naturalmente non sono interessata a ricevere ulteriori mail di provocazione, ma,
se in futuro avrai articoli che possano essere di benedizione e utili per
l’edificazione comune, questo ministero sarà felice di riceverli.
Ti saluto nell’Amore del Signore, Pastore Lucia Adamo {07-12-2007}
9.
{Nicola Martella} ▲
Cara Lucia, fino a
questo giorno non sapevo consapevolmente neppure della tua esistenza né
del fatto che tu ti firmi «pastore». È vero che nel passato ho ricevuto qualcosa
dal sito che hai in comune con tuo marito e da quello delle «donne di destino»
(è allora che probabilmente il mio sito ha scaricato il vostro indirizzo), ma
ogni giorno ricevo decine di e-mail e tante di altri siti. Quindi, grazie di
essere apparsa sul mio orizzonte e felice di fare la tua conoscenza. Il tuo
indirizzo si trova tra centinaia d’altri e mando i miei «inviti alla lettura»,
credendo di fare un servizio ai credenti per un confronto su tali tematiche.
Non posso giudicare se qualcosa sia «fuori dalla volontà di Dio», visto
che non ne ero consapevole dell’esistenza. Grazie comunque di avermi segnalato
il vostro ministero e la vostra impostazione dottrinale; volentieri mi dedicherò
all’analisi di questi ultimi, tempo permettendo, e vi farò magari sapere.
Che dire del «ministero femminile»? Non posso che esserne felice. Nel mio
libro
Generi e ruoli 2 (Punto°A°Croce, Roma 1996), non c’è solo
l’articolo «Ministeri preclusi alle donne» (pp. 83-102), ma anche i seguenti
articoli: «La donna che serve» (pp. 67-78) e «Il ministero della nubile» (pp.
79-82). Sono contento quindi per chiunque promuova il ministero delle donne
cristiane, purché sia basato su una chiara e rigorosa esegesi dei testi biblici
qualificati e rispecchi la prassi del NT. Non conoscendo a fondo le vostre tesi
al riguardo, non sono in grado ancora di valutarle sulla base di un’esegesi
contestuale.
Grazie dei
consigli. Qui ognuno si regola come crede. Ogni sito manda in giro avvisi
con le sue novità e io stesso ne ricevo regolarmente, senza averli richiesti.
Questo è lo «scotto» di voler essere in rete. Chi non apprezza qualcosa, può
sempre chiedere di essere tolto dalla lista di un sito qualunque.
I cosiddetti «ministri
che chiaramente la pensano in maniera diversa da» me, si dividono in varie
categorie, ad esempio: ▪ 1) Quelli che sono pronti a un confronto franco, pacato
e sincero; ▪ 2) Quelli che mi scrivono con arroganza, dismettendo al momento il
frutto dello Spirito e la buona creanza; ▪ 3) Quelli che hanno la teoria del
complotto e perciò si sentono braccati, provocati e giudicati. Non ho problema
di confrontarmi con i primi; ho qualche problema con chi è prevenuto a priori e
specialmente con chi scrive letteracce non degne di un cristiano (non è il tuo
caso). Nel tuo caso sono disposto a un confronto pacato sulla base di una
rigorosa esegesi contestuale, se vuoi.
Non conoscendoti, non posso dire alcunché sul tuo status di «serva del
Signore». Chiunque è stato lavato col sangue di Gesù, mi è — a seconda del
genere — fratello o sorella, di là dalle opinioni particolari su qualche punto
particolare (qui il pastorato femminile). Il NT è pieno di serve del Signore,
che hanno le mie simpatie; non hanno mai preteso di essere conduttrici di chiesa
e insegnanti nell’assemblea solenne.
Quanto alle
pagliuzze, se ne trovi nella mia vita, avvertimi: ognuno ne ha qualcuna da
qualche parte e l’ammonizione fraterna (e «sorerna») è salutare. Qui non si
tratta però di questo, ossia di pagliuzze personali, ma se sia legittimo sulla
base di un’esegesi accurata e rigorosa, che una donna possa guidare una chiesa
locale e insegnare nell’assemblea solenne. Il NT mi convince di no. Per me il
ministero femminile è molto importante (senza donne non funziona nulla), ma a
lunga scadenza sarà benedetto e di benedizione solo se è compiuto secondo la
volontà di Dio.
Quanto al
Signore Gesù e allo Spirito Santo, il Cristo ha promesso di mandare
lo Spirito per rammentare le sue parole. Né l’uno né l’altro riveleranno
qualcosa che sia in contrasto con la Parola di Dio. Chi aggiunge o toglie, ne
porta personalmente le responsabilità, chiunque sia. Paolo e i suoi colleghi
hanno insegnato «a praticare il “non oltre quel che è scritto”» (1 Cor
4,6). In questo mi esercito e spero che lo faccia anche tu.
Ricambio le benedizioni nel Signore. Il «desiderio di veder innalzato il Nome di
Gesù in questa Nazione» è nobile e altresì comune; esso deve passare comunque
per la coerenza biblica dei servi del Signore e quindi per il fatto che ognuno
di loro, per non essere un operaio confuso confondente, «tagli rettamente la
parola della verità» (2 Tm 2,15), ossia ne faccia una corretta esegesi.
Questo vale anche per il ministero femminile.
Saluti in Gesù Messia e šalôm in Lui, un servo qualunque.
10.
{Francesco Dragotto} ▲
Io penso,
riferendomi alla Scrittura che, come madre natura c’insegna, che il capo della
famiglia è l’uomo. Così anche nella chiesa è sempre l’uomo colui che deve essere
il riferimento ministeriale per i fedeli. Vorrei precisare che non è una
questione di maschilismo, ma d’ordine voluto dal Signore. E se qualcuno ha
qualche obiezione, suggerirei di fare qualche ripasso delle Scritture iniziando
dalla Genesi. Vi lascio ricordandovi che, quando Dio creò il genere umano, non
creò prima la donna, ma l’uomo. Questo è l’ordine divino.
11.
{Anna Maria Cenamo} ▲
Vorrei dire in merito che non è vero che mancano i fratelli che predicano o che
fanno il pastore (si fa spesso riferimento al caso di Debora dell’AT per
giustificare il pastorato femminile), bensì coloro che con consacrazione
promuovono il discepolato, occupandosi dei neocredenti per aiutarli e
incoraggiarli a crescere nella fede. Questa almeno è la mia impressione. Spero
di sbagliarmi. {08-12-07}
12.
{Isabel Nunnari} ▲
Caro Nicola, ho
letto sul tuo sito le diverse opinioni sul tema «pastorato femminile» e volevo
dare il mio piccolo contributo. Purtroppo è una realtà di questi giorni che, in
certi ambienti evangelici, va sempre aumentando di più. A me come figlia di Dio
non interessa quello che dice la «massa», ma quello che dice la Parola di Dio,
che è l’unico strumento valido che posso usare come guida, per sapere se davanti
a Dio sto facendo una scelta giusta oppure no. Quindi partendo da questo
principio, non posso essere d’accordo con il pastorato femminile, dato che in
nessuna parte della Bibbia trovo questa chiamata per le donne. Al contrario è
evidentemente specifico per l’uomo.
Viviamo però in un tempo dove si mischia tutto, senza valutare bene come stanno
veramente le cose. Ci si basa sui sentimenti, su «unzioni» poco bibliche e su
manifestazioni «forti». Mi domando però dove è rimasta la Parola di Dio in tutto
questo? È al centro oppure e semplicemente un contorno...?
Non voglio offendere nessuno con le mie parole, ma è importante sapere da che
parte stare su argomenti così importanti.
«Ora, fratelli, ho applicato queste cose a me stesso e a Apollo a causa di
voi, perché per nostro mezzo impariate a praticare
il non oltre quel che è scritto e
non vi gonfiate d’orgoglio esaltando l’uno a danno dell’altro» (1
Corinzi 4,6).
Usiamo le
doti che Dio ci ha dato nella chiesa senza andare a sconfinare
in ciò che non ci è lecito!! Un caro saluto nel Messia Gesù.
►
Il pastorato femminile? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Pastorato_femminile_Parla_GeR.htm
06-12-2007; Aggiornamento: 10-12-2007
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