Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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L’uomo e la donna nella Bibbia— Generi e ruoli 1:

   Ecco le parti principali:
■ Entriamo nel tema (la problematica)
■ I generi nella Bibbia
■ Il matrimonio nella Bibbia

 

La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

   Ecco le parti principali:
■ La posizione della donna nella chiesa
■ Il ministero della donna nella chiesa
■ Aspetti conclusivi
■ La mia donna  

 

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Generi & ruoli 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL PARTNER IDEALE PER UN SEGUACE DI CRISTO?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo gli articoli «Il partner ideale per un seguace di Cristo» 1 | 2. Si tratta di riflessioni di giovani nella fase, in cui sono alla ricerca del futuro coniuge. Quali sono i criteri ideali, che essi mettono alla base della loro ricerca come discepoli di Cristo?

     I punti salienti, che sono stati evidenziati dalle ragazze cristiane, sono i seguenti: ▪ Dev’essere cristiano e anche consacrato al Signore; ▪ Deve poter assicurare stabilità economica alla futura famiglia; ▪ Deve avere un buon carattere: essere rispettoso e comprensivo, avere il senso dell’onore, non essere pigro né indolente; ▪ Deve piacere fisicamente; ▪ Deve avere un’età compatibile; ▪ Deve poter essere un buon padre; ▪ Non deve avere hobby deleteri e che creano dipendenza; ▪ Deve saper trascinare al bene e non al male; ▪ Deve spingere il partner a onorare e servire il Signore.

     Chiaramente tutto ciò ha la sua contropartita nel modo, in cui un ragazzo cristiano desidera che sia la sua futura moglie. «La grazia è fallace e la bellezza è cosa vana; ma la donna, che teme l’Eterno, è quella che sarà lodata. Datele del frutto delle sue mani, e le opere sue la lodino alle porte!» (Pr 31,30s).

     A tutto ciò aggiungerei ancora due elementi: ▪ Bisogna essere profondamente innamorati di tale persona, tanto da stravedere per lei / lui, come accade nel Cantico dei Cantici; ▪ Bisogna farsi guidare dal Signore e farsi consigliare da persone sagge e mature.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Stefano Frascaro

2. Nicola Martella

3. Vincenzo Russillo

4. Stefano Frascaro

5. Annamaria Pes

6. David Buffo

7.

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Stefano Frascaro}

 

Caro Nicola, ho letto con interesse tutto il tema e mi sono posto una domanda: Ma tutte queste persone sono state mai innamorate? Hanno mai sentito la «stretta al cuore», appena hanno visto «quella» persona? Hanno mai provato quello che viene definito «colpo di fulmine»?

     È tutto troppo arido, troppo analitico, troppo ragionato. È vero quello che hanno scritto: Tutte le virtù cristiane, che ricercano, sono «sacrosante», ma la vita è fatta anche di compromessi. È chiaro che la persona deve essere un credente, ma porrei come conditio sine qua non solo questo di punto. E se è un vero credente, non bisogna cercare null’altro, poiché questi, essendo timoroso/a di Dio, farà tutto per piacere a Lui.

     Ma la vita di coppia è un compromesso continuo. Mi viene in mente quella storia di quei due istrici, che sono stati colti dall’inverno; provavano ad avvicinarsi tra di loro per riscaldarsi a vicenda, ma i loro aculei li tenevano lontani. Nel momento, in cui stavano per morire assiderati, hanno accettato di essere un «pochino punti» dalle spine dell’altro, perché il tepore del suo corpo era più importante dei suoi aculei. È questa la vita di coppia. Ed è bella anche per questo. È attraverso il confronto quotidiano, attraverso anche la riprensione del partner che si cresce.

     Il lavoro? L’età? Che sia un buon futuro papà? E se non trova lavoro? E se ha qualche anno di differenza? E se è sterile? Buttiamo via queste persone?

     Mi dispiace leggere queste cose. Ho paura per questi ragazzi e di questi ragazzi, che hanno ispirazioni, ma poi non si guardano dentro e non capiscono che il solo emettere queste «liste» di caratteristiche automaticamente discriminano un fratello / una sorella. E se il Signore volesse «modellare» un suo figliolo attraverso l’opera della moglie / del marito? Il raziocinio del Signore va usato per effettuare la sua di volontà, non dobbiamo cercare di assoggettare la sua di volontà ai nostri desideri. {03-02-2011}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Avendo ricevuto il contributo in anteprima, preferisco dare a Stefano Frascaro una risposta prima degli altri, sebbene né lui né Vincenzo Russillo conoscevano ancora tale risposta quando hanno scritto i prossimi contributi. .

     Qui stiamo parlando della ricerca del partner ideale e dei criteri, che devono orientare tale ricerca. Io personalmente la trovo molto apprezzabile. Che dei giovani non si buttino al buio, ma con criterio e sani principi, è una cosa molto positiva, visto che nella società vigono altri criteri: «Tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non è dal Padre, ma è dal mondo» (1 Gv 2,16).

     Che ci si innamori e si sentano le «farfalle» nella pancia, non esclude che si rifletta preventivamente che cosa debba orientare una saggia ricerca del partner per la vita. Quindi, non condivido tutte le cose scritte e il tono usati da Stefano. Al suo posto avrei aggiunto, con tono più pacato e argomenti più positivi, l’aspetto dato probabilmente per scontato da questi giovani, dicendo all’incirca: «Ammiro questi vostri propositi nella ricerca del partner giusto per voi secondo criteri apprezzabili, ma spero che sarete anche innamorati di tale particolare persona!Non sentirete solo agape (amore disinteressato), ma anche eros (attrazione)». Oltre all’aspetto dell’innamoramento, io avrei anche evidenziato quello della giuda del Signore.

     Tornando all’analisi del contributo di Stefano, devo ribadire che non basta che l’altro sia credente e timorato di Dio; ma all’interno di tale categoria e possibilità devo immancabilmente scegliere chi si accorda meglio col mio carattere, con le mie attese e i miei obiettivi. Ad esempio, se lei è credente e timorata di Dio, ma non vuole andare in missione, mentre io sento tale chiamata, dovrò decidermi tra le due cose.

     Quanto al fare compromessi (intendendo probabilmente la sensibilità verso le convinzioni e i desideri del coniuge), essi saranno tanto più difficoltosi e dolorosi quanto più differenti e distanti saranno i due partner. Non a caso ci sono coppie più stabili e quelle meno stabili; se queste ultime sono attraversate da «uragani» per ogni problema, le prime sanno affrontare le questioni con più sangue freddo e nel merito.

     Stefano, dopo una serie di interrogatici, si chiede: «Buttiamo via queste persone?». Poi esprime il suo dispiacere e le sue paure riguardo a giovani che pongono dei criteri morali nella ricerca del loro futuro coniuge. Popi aggiunge che, se scegliamo secondo criterio, «automaticamente discriminano un fratello / una sorella». Ammetto che tale discorso è alquanto astruso. Per fare il mio esempio, come credente maschio amo tutte le figlie di Dio, ma non devo per forza innamorarmi della prima, per la quale sento un colpo di fulmine, né sposare la prima, che mi fa sentire le «farfalle» nella pancia. Comunque e chiunque sceglieremo, discrimineremo tutti i membri della categoria, a cui appartiene il nostro partner.

     Quanto al fatto che Dio «modellerà» un suo figlio mediante l’opera del coniuge, è fuori discussione. Egli lo farà comunque, sia che scegliamo con arbitrio, sia che scegliamo con criterio il nostro futuro coniuge. Se nel matrimonio le differenze sono abissali, renderemo a Dio il compito più difficile, oltre che a renderci la vita un continuo campo di battaglia; e questo tanto più, visto che ognuno avrà la sua carne, la sua volontà e i suoi obiettivi.

     Strano che poi parli di «raziocinio del Signore», visto che proprio la sua Parola ci dà precise indicazioni come cercare un coniuge secondo la sua volontà. Un credente, che non vuole vivere sul canto di un tetto o nel deserto, perché non può sopportare una moglie bisbetica, rissosa o stizzosa (Pr 21,9.19; 25,24), ci pensi prima di sposarsi!

 

 

3. {Vincenzo Russillo}

 

Comprendo ampiamente il punto di vista di Stefano, in effetti qui si parla di «partner ideale», partendo da presupposti biblici. Mi piace molto, il confronto con gli istrici; in effetti la vita di coppia non ha regole prestabilite ma è tutto molto dinamico. Sicuramente, come mi ha insegnato una donna di Dio molto saggia, prima si sentono le farfalle nello stomaco, che è una fase comune a tutti gli innamorati; altresì questa infatuazione deve passare dal cuore e poi dalla propria testa, affinché diventi un sentimento ben saldo.

     La Bibbia ci parla d’amore («agape») quale ricerca del bene dell’altro. Esso non dipende dall’altra persona, ma da una decisione personale di fargli del bene comunque e dovunque. Bisogna fare attenzione al cocktail ormonale, che nei primi giorni è molto forte, perché bisogna accettare l’altro con tutti i suoi difetti.

     Una volta diventati vecchi, potrà capitare che il proprio partner non ce la farà a provvedere da solo ai suoi bisogni, l’altro è disposto a prendersene cura? Bisogna essere pronti a condividere le gioie e i dolori, slegarsi da un sentimento idealizzato ed essere capaci di guardare con la comune forza, che proviene dal Signore, a ogni prova come motivo d’arricchimento. Ma tutto ciò non può prescindere se non si accetta l’altro in tutte le sue sfaccettature, altrimenti si parla di un amore «meccanico» e «apatico», che si spegnerà. L’amore è un sentimento vivo, come dice una canzone: «C’è differenza tra amore e in ogni sua dipendenza». L’amore è una scelta consapevole e, come una pianta, va ben curata, affinché possa crescere e avere radici ben salde. {03-02-2011}

 

 

4. {Stefano Frascaro}

 

‎Riporto le seguenti tue parole, Vincenzo: «Ma tutto ciò non può prescindere se non si accetta l’altro in tutte le sue sfaccettature, altrimenti si parla di un amore “meccanico” e “apatico”, che si spegnerà. L’amore è un sentimento vivo, come dice una canzone: “C’è differenza tra amore e in ogni sua dipendenza”. L’amore è una scelta consapevole e, come una pianta, va ben curata affinché possa crescere e avere radici ben salde».

     Converrai quindi con me, caro fratello, che la donna / l’uomo ideale non si può individuare in una lista di caratteristiche. Poi, ma questa è una mia opinione assolutamente personale, ritengo che verso il partner della propria vita di debba sì cercare / trovare «agape», ma anche «eros». Quindi, bene diceva quella saggia sorella che le «farfalle» devono passare dallo stomaco alla testa, e il più rapidamente possibile, ma auguro a tutti di sentirle quelle farfalle nello stomaco, poiché vi renderete conto che non ci sono elenchi che tengano. Penso che Salomone, quando scriveva il Cantico dei Cantici, sentiva altro che farfalle nello stomaco... {03-02-2011}

 

 

5. {Annamaria Pes}

 

Contributo: Mi spiace, ma credente o non credente per me quel che conta è che sia una persona di forti ideali, fedele, sincero e altruista... Non è che io cerchi qualcuno anzi proprio no. Io ho sposato un credente, che predicava. Dopo pochi anni di matrimonio, è andato via per una ragazza, che lo ha lasciato poco dopo. Nostro figlio aveva due anni, quando ha lui lasciato noi; a suo dire, lui il Signore non lo ha mai lasciato. Conosco fratelli e sorelle, i quali non hanno coniugi convertiti, ma hanno un bel matrimonio; io invece subisco una solitudine, che non ho chiesto. Che posso dire? Delle volte gli infedeli sono meglio dei credenti. {04-02-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): È sempre difficile dire alcunché, quando ci sono dimezzo esperienze d’abbandono e legittimi aneliti. La Parola di Dio ci parla di chi, non ottemperando ai propri doveri, «ha rinnegato la fede ed è peggiore dell’incredulo» (1 Tm 5,8). La Bibbia distingue fra «credenti» (lo sono anche i demoni! Gcm 2,19) e «rigenerati». Coloro che affermano di conoscere Dio, ma vivono nel peccato, sono bugiardi, poiché «chiunque vive nel peccato non l’ha veduto, né l’ha conosciuto» (1 Gv 3,6). Sono religiosi non rigenerati.

     Detto questo, non posso condividere la tesi iniziale (credente o non credente… quel che conta). Se vogliamo piacere al Signore, dobbiamo sposarci nel Signore (1 Cor 7,39). Egli ha comandato: «Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo, che non è per voi» (2 Cor 6,14ss). Non bisogna sposarsi neppure con i falsi credenti, i credenti di facciata, i credenti nominali, con coloro che predicano bene e razzolano male. Si fa quindi bene a scegliere prima con dovizia, per non essere delusi poi.

     Non posso condividere neppure l’analisi finale. Certamente anche fra i non-credenti ci sono persone brave e oneste. Non possiamo però partire dalle nostre generiche esperienze. Chi conduce una chiesa e come me fa cura pastorale, conosce i drammi, che hanno tanti credenti sposati con un coniuge non-credente. [ Moglie calorifero e marito ghiacciolo] Quindi, è meglio essere sottomessi al Signore che esporre tali ingannevoli tesi. L’elenco delle vessazioni subite da parte del coniuge non-credente potrebbe essere lungo; e anche laddove essi sono tolleranti con la fede del coniuge credente, i problemi non mancano.

 

 

6. {David Buffo}

 

Confesso che l’onesta riflessione di Daniela [1° articolo, N.d.R.] mi è piaciuta parecchio, per vari aspetti. Innanzitutto per il suo chiedersi se un ipotetico partner le può essere di reale utilità o intralcio per una sua crescita spirituale; d’altronde la donna dovrebbe essere l’aiuto convenevole per l’uomo e l’uomo una guida per la donna, questo in ogni cosa, ma più di tutto proprio in un cammino di crescita spirituale; visto che nessuna cosa ha più importanza nella vita di un credente, perciò posso dire che questo interrogativo ci accomuna.

     Altra cosa che mi è ampiamente piaciuta è la sua ricerca della volontà di Dio, al di là della sensazione di affinità e benessere, che si prova con una persona. Questo posso dire d’averlo ampiamente provato sulla mia pelle, non è una cosa facile da metabolizzare e alla quale rinunciare. Quando il Signore è entrato a far parte della mia vita, io stavo vivendo una situazione sentimentale perfetta, potevo toccare il cielo con un dito (su tutti gli aspetti di una relazione di coppia), ero con una persona che consideravo quella per la vita; ma ciò che stavo vivendo, non rispecchiava la volontà di Dio e avrebbe fatto male a entrambi. Quando il Signore entra nella vita di qualcuno, tutte le cose si stravolgono, e così è stato anche per me; posso dire che Cristo non è entrato nella mia vita bussando o chiedendo «È permesso?», è entrato e basta; e gli sono grato per questo perché altrimenti, molto probabilmente, l’avrei lasciato fuori.

     Anch’io sono pienamente convinto che ciò, che viviamo, ha un senso, anche ai fini della maturità e per degli scopi che il Signore ha per noi; essi forse non ci sono subito totalmente chiari, nulla accade per caso e soprattutto Dio può portare benedizione da ogni situazione. Adesso la volontà di Dio è quella che, desiderando che guidi ogni mia futura scelta, sia nella ricerca di una persona, che sia secondo la sua volontà.

     Tuttavia, non escludo neanche la variante del celibato. Infatti, per quanto non mi senta ancora pienamente l’attitudine a rimanere da solo, so che il Signore può plasmarci in modo molto graduale, e a noi inaspettato, anche a ciò che non penseremo mai d’essere capaci o non preferiamo.

     Poi sono fermamente convinto che al giorno d’oggi molte coppie «scoppiano», proprio perché la ricerca di un partner, la conseguente relazione e vita con lo stesso viene vissuta esclusivamente come un coronamento della propria felicità, quando invece dovrebbe essere vissuta come cura e premura per la felicità dell’altro.

     Parafrasando un versetto biblico, che tutti conosciamo, preferisco vedere il rapporto di coppia come «cerca prima la felicità del tuo partner, e la tua felicità ti sarà sopraggiunta» (ovviamente senza mai smettere di cercare prima il regno dei cieli). Gesù ci mette davanti i sacrifici, le privazioni e i doveri, che comporta il seguirlo, ma ciò nonostante sappiamo la particolare gioia e pace, che può riservare sentire la sua presenza nella nostra vita; allo stesso modo, vivere il rapporto di coppia, avendo ben chiari i doveri e dando priorità alla cura verso il partner (come anche la Parola di Dio stabilisce tra marito e moglie), è un sacrificio che comporta un grande impegno, ma che riserva una gioia difficilmente descrivibile per chi la vive (e anche in questo caso parlo per esperienza). Perciò auguro a tutti di trovare una persona, che vi faccia sentire la gioia di fare tutto per essa (ovviamente entro la volontà di Dio). Infatti, così facendo, onorate quel modo d’essere uniti tra uomo e donna che Dio ha stabilito.

     Concludendo, proprio per la priorità, che sento nel servizio per il Signore in questo momento della mia vita (e non escludo anche per l’esperienza amorosa trascorsa, con relative «cicatrici»), in questo momento più che sentirmi un «cercatore» dell’anima gemella, preferisco definirmi una persona «non difficile da trovare» (come scrivi tu Nicola). Ammetto che le vicissitudini della vita, alle volte, mi portano pure a essere «difficile da trovare» (ma questo è un altro argomento!). {05-02-2011}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Vanna Lavacchi: Sono certa che, come Dio ha già un piano per la nostra vita, così lo ha per il partner. Lui è la perfezione in assoluto, quindi nei suoi piani c’è anche il compagno giusto o la compagna giusta. Siamo noi, come sempre, che non vediamo o non accettiamo ciò, che il Signore ci dà. {30-01-2011}

Sara Giusti Guzman: Mi piace la frase «Saranno però proprio le sue imperfezioni che s’incastreranno perfettamente con le mie» [N.d.R.: Daniela Totaro nel 1° articolo]. Così è successo con mio marito: siamo pieni di difetti, ma s’incastrano perfettamente. Dio fa le cose perbene, sempre, e qualsiasi sfera della nostra vita, soprattutto quella familiare, è di suo interesse. Lui è il Dio delle grandi cose, ma anche dei dettagli. {30-01-2011}

 

Danilo Scalia: Chi ha Gesù come fondamento nella sua relazione o matrimonio, può essere certo che mantiene l’amore fintantoché la morte non li separerà. {04-02-2011}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Partner_ideale_seguace_GeR.htm

03-02-2011; Aggiornamento: 05-02-2011

 

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