Un lettore ha
chiesto che cosa significa in realtà di onorare padre e madre. Ha posto anche la
domanda riguardo ai limiti di un tale comandamento, ad esempio quando uno dei
genitori si comporta in modo disumano e spietato. Ho trattato tutto ciò
nell'articolo «Onora
tuo padre e tua madre». Qui di seguito seguono i contributi
sulla discussione.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul
tema
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sottostante
1.
{Peter De Mola (alias Pierpaolo)}
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Contributo:
Caro Nicola, [...] Diamo per dato il
fatto che gli argomenti, che tratti, siano interessanti, anche se un po’
obsoleti, ma perché non contestualizzarli al contesto politico-socio-economico?
(il discorso dell’onora il padre e la madre si potrebbe ripercuotere sul
discorso rispetta le leggi).
Ti saluto e spero di condividere altri momenti di discussione. {1 dicembre 2008}
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Risposta: Chiaramente ogni tema si potrebbe contestualizzare in
modo diverso; i miei articoli vogliono essere di stimolo. Ritengo che, quando un
uomo fa ciò che è giusto dinanzi a Dio, ciò abbia dei risvolti nella società
intorno a lui. Quando un uomo fa la volontà di Dio, ciò ha conseguenze morali
nella sua vita e anche risvolti socio-economici (p.es. quando si è liberati
dalla superstizione e dagli stravizi). Chiaramente il mio sito è di esegesi
biblica, poi ognuno può intervenire per ogni articolo nel tema connesso per
esprimere le sue idee e per suggerire applicazioni adeguate per la società.
Applicare il comandamento di onorare padre e madre alle leggi
dello Stato? Ci si può riflettere; tuttavia nessuno di noi è senza genitori (o
molti di noi hanno anche figli), quindi il tema è valido anche
di per sé. Gli ospizi e simili strutture sono pieni di anziani messi
letteralmente sul «binario morto»; spesso a farlo sono figli che vogliono
godersi la vita e non vogliono avere fra i piedi un genitore, che considerano un
impedimento, un «peso morto» che ostacola la loro ricerca di piacere e di
affermazione. Come si vede il tema ha anche una valenza in sé. Ognuno è stato
figlio e, se diventerà genitore, lo sarà in tutte le stagioni della vita.
Diventarne coscienti e onorare Dio prima come figli e poi come padri e madri,
questo è già un progresso morale. La società si fonda proprio sulla famiglia;
quando questa funziona «come Dio comanda», ne ha indubbi benefici anche il
Paese. {Nicola Martella}
2.
{Clara Cristalli, ps.}
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Mi sembra di capire che fondamentalmente l’onorare i propri genitori significhi
tra l’altro non «infangare» il loro nome, la loro autorità, ma di comportarsi in
modo tale da esprimere la propria gratitudine nei loro confronti per essersi
occupati dell’educazione dei figli. In questo contesto mi sembra importante
evidenziare il valore della sottomissione, perché rispecchia la sottomissione a
Dio, la maggiore autorità. E questo rispetto onora sia loro che Dio stesso. Ciò
a prescindere dal fatto che esistano dei genitori noncuranti oppure crudeli.
Essi hanno comunque la responsabilità e dovranno rispondere in prima persona
davanti a Dio per il compito, di cui sono stati investiti, e la maniera, in cui
l’hanno svolto. Penso che nei casi estremi, in cui i genitori maltrattano i
propri figli, entra in ballo il perdono cristiano. Siccome siamo chiamati non
solo a perdonare ma addirittura ad amare i propri nemici, a maggior ragione non
abbiamo scuse per vendicarci nei confronti dei genitori. Certamente non è
facile, ma chi vede di più, è chiamato a fare di più — in questi casi corre
l’obbligo di pregare, direi. {30 novembre 2008}
3.
{Elvezio Calabri, ps.}
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Contributo:
Ho letto l’articolo sull’onore dovuto ai genitori... Grazie a Dio che in
Svizzera c’è una buona previdenza sociale! Che tu sappia, non c’è magari scritto
da qualche parte sui «risarcimenti danni» a favore dei figli continuamente
«provocati a ira»? Se c’è fammi sapere... {2 dicembre 2008}
▬
Risposta: Conosco la tua situazione con i tuoi genitori.
Per chi è sposato, avere un genitore così oppressivo e conflittuale non è certo
facile, sia per motivi caratteriali, sia per specie di concezione religiosa e
morale.
Come indicato nell’articolo, un brano che parla di
genitori e ira provocata nei figli è il seguente: «E i padri: non provocate a
ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’ammonizione del
Signore» (Ef 6,4). All’arbitrio deve sostituirsi ciò che vale nel Signore.
Chiaramente ciò implica una responsabilità dei genitori riguardo al divenire dei
figli. Infatti, un altro brano recita: «Padri, non irritate i vostri figli,
affinché non si scoraggino» (Col 3,21).
Peggio ancora è quando i genitori scandalizzano i figli
col loro comportamento. Quanto detto da Gesù in generale, può essere applicato
anche al rapporto fra genitori e figli: «E chiunque
riceve un tale piccolo fanciullo
nel nome mio, riceve me. Ma chi avrà
scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui
sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse sommerso nel
fondo del mare» (Mt 18,5s). Genitori che sono responsabili del fatto che i
figli si allontanano dalla via del Signore, si accollano un grave giudizio
esistenziale e morale.
Nel rapporto fra genitori e figli adulti, bisogna
coniugare il rispetto verso i genitori con la pratica della giustizia,
altrimenti non c’è pace. Col matrimonio il coniuge diventa il parente più
stretto, come affermò Gesù: «Perciò un uomo
lascerà padre e madre e si
congiungerà alla sua donna e i due
saranno una [sola] carne — di modo
che essi non sono più due, ma una
[sola] carne. Quello dunque che Dio ha
aggiogato insieme, l’uomo non lo
separi» (Mt 19,5s). Neppure i genitori hanno il diritto di incunearsi
fra i coniugi per esercitare pressioni o divisioni. Dove, dopo un chiarimento,
non si instaura un comportamento di giustizia, difficilmente ci sarà a lunga
scadenza un clima di pace fra siffatti genitori e figli sposati. La sapienza sta
nel sapere quanta vicinanza e quanta distanza avere nei confronti di tali
genitori, come coniugare il rispetto verso i genitori con la salvaguardia
dell’integrità della propria famiglia. Qui ci vuole la sapienza di Dio, il buon
senso e una buona dose di fermezza morale. {Nicola Martella}
4.
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Onora_padre_madre_parla_Lv.htm
02-12-2008; Aggiornamento:
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