Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL RAPPORTO FRA MISSIONARI E CONDUTTORI

NELL’OPERA DI DIO

 

 a cura di Nicola Martella

 

L'articolo di Francesco Bozzi [► Apostoli oggi?] ha trovato il suo seguito in quello di Nicola Berretta [► Apostoli oggi nella «Chiesa dei Fratelli»?]. Qui di seguito vogliamo dare occasione ad altri cristiani di riflettere sul tema, attualizzandolo al rapporto fra missionari e conduttori nell’opera di Dio. Per incoraggiare alla discussione, riporto un elenco di domande formulate tempo fa da Fausto Gaeta, missionario di Tivoli (RM), per un incontro di responsabili delle chiese del Lazio.

 

     1. Qual è il ruolo del missionario, quando ha comunione con una chiesa locale?

     2. Qual è il ruolo del missionario, quando è stato mandato per un servizio specifico in una chiesa locale?

     3. Qual è il ruolo dei conduttori in entrambi i casi?

     4. Qual è il ruolo del missionario, fondatore d’una chiesa, dopo che egli ha fatto eleggere dei conduttori in questa chiesa?

     5. Qual è il ruolo dei conduttori e della chiesa verso il missionario fondatore?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Egle Paolucci

2. Nicola Martella

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1. {Egle Paolucci} 

 

Ho letto con attenzione l’analisi di Francesco Bozzi circa l’apostolato, il suo significato ieri e oggi. Ho trovato utile la precisazione del redattore circa il termine greco e latino. Mi sembra che non ci sia molta differenza tra missionario e apostolo nella pura accezione del termine, forse la distinzione è più legata al significato che nell’ambiente evangelico si dà al termine, in quanto per missionario solitamente si intende chi è sostenuto da qualcuno e viene da un altro luogo per uno scopo preciso (fondare una comunità ma non solo), mentre l’apostolo non avrebbe questo ruolo (in realtà non se ne parla molto nella chiesa, come afferma Bozzi). Da ciò che comprendo invece entrambe le figure potrebbero incarnarsi in una stessa persona, in un determinato contesto e in momento storico; intendo dire che talvolta l’apostolo può essere anche un fondatore di una comunità ecclesiale (e quindi missionario), ma altre volte può essere un membro di chiesa che più coinvolto nella vita della chiesa diventa una persona con un carisma e un’autorevolezza riconosciuti e quindi un riferimento nella comunità. Sarei lieta di ricevere chiarimenti e approfondimenti a riguardo. {30-11-2006}

 

 

2. {Nicola Martella} 

 

Rispondo a Egle. Se un apostolos «mandato, incaricato» è solo «un membro di chiesa più coinvolto nella vita della chiesa», in che consiste tale suo essere «mandato via / altrove con un incarico»? Se si rimane in una chiesa locale con un particolare coinvolgimento in essa, si può essere un diakonos «servitore» o un presbiteros «anziano» e episkopos «conduttore, sorvegliante». Giacomo il fratello di Gesù, essendo un conduttore della chiesa di Gerusalemme, non fu mai chiamato apostolos (cfr. 1 Cor 15,7; Gal 1,19; 2,12). Pietro e Giovanni, ad esempio, erano apostoli per diversi motivi: sia perché erano stati incaricati e mandati da Gesù stesso, sia perché avevano una particolare funzione di fondazione della stessa chiesa di Gerusalemme (At 2,42), sia perché la loro responsabilità iniziale riguardava aspetti che trascendevano la situazione locale (At 8,14; 15,7ss), sia perché il loro ministero era sovra-ecclesiale (At 9,38), sia perché anch’essi ben presto presero la via della missione (Gal 2,7s; cfr. v. 11).

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Mission_condut_UnV.htm

30-11-06; Aggiornamento: 22-07-2008

 

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