L'articolo di Francesco Bozzi [►
Apostoli oggi?] ha trovato il suo seguito in quello di Nicola Berretta [►
Apostoli oggi nella «Chiesa dei Fratelli»?]. Qui di seguito vogliamo dare occasione ad altri cristiani di riflettere sul
tema, attualizzandolo al rapporto fra missionari e conduttori
nell’opera di Dio. Per incoraggiare alla discussione, riporto un elenco di
domande formulate tempo fa da Fausto Gaeta, missionario di Tivoli (RM), per un
incontro di responsabili delle chiese del Lazio.
1. Qual è il ruolo del
missionario, quando ha comunione con una chiesa locale?
2. Qual è il ruolo del
missionario, quando è stato mandato per un servizio specifico in una chiesa
locale?
3. Qual è il ruolo dei
conduttori in entrambi i casi?
4. Qual è il ruolo del
missionario, fondatore d’una chiesa, dopo che egli ha fatto eleggere dei
conduttori in questa chiesa?
5. Qual è il ruolo dei
conduttori e della chiesa verso il missionario fondatore?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul
tema
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I contributi attivi hanno uno
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1.
{Egle Paolucci} ▲
Ho letto con attenzione l’analisi di Francesco Bozzi circa l’apostolato, il suo
significato ieri e oggi. Ho trovato utile la precisazione del redattore circa il
termine greco e latino. Mi sembra che non ci sia molta differenza tra
missionario e apostolo nella pura accezione del termine, forse la distinzione è
più legata al significato che nell’ambiente evangelico si dà al termine, in
quanto per
missionario solitamente si intende chi è sostenuto da qualcuno e viene da un
altro luogo per uno scopo preciso (fondare una comunità ma non solo), mentre l’apostolo
non avrebbe questo ruolo (in realtà non se ne parla molto nella chiesa, come
afferma Bozzi). Da ciò che comprendo invece entrambe le figure potrebbero
incarnarsi in una stessa persona, in un determinato contesto e in momento
storico; intendo dire che talvolta l’apostolo può essere anche un fondatore di
una comunità ecclesiale (e quindi
missionario), ma altre volte può essere un membro di chiesa che più
coinvolto nella vita della chiesa diventa una persona con un carisma e
un’autorevolezza riconosciuti e quindi un riferimento nella comunità. Sarei
lieta di ricevere chiarimenti e approfondimenti a riguardo. {30-11-2006}
2.
{Nicola Martella} ▲
Rispondo a Egle. Se un
apostolos «mandato, incaricato» è solo «un membro di chiesa più coinvolto
nella vita della chiesa», in che consiste tale suo essere «mandato via / altrove
con un incarico»? Se si rimane in una chiesa locale con un particolare
coinvolgimento in essa, si può essere un
diakonos «servitore» o un presbiteros
«anziano» e episkopos «conduttore, sorvegliante». Giacomo il fratello di
Gesù, essendo un conduttore della chiesa di Gerusalemme, non fu mai chiamato
apostolos
(cfr. 1 Cor 15,7; Gal 1,19; 2,12). Pietro e Giovanni, ad esempio, erano apostoli
per diversi motivi: sia perché erano stati incaricati e mandati da Gesù stesso,
sia perché avevano una particolare funzione di fondazione della stessa chiesa di
Gerusalemme (At 2,42), sia perché la loro responsabilità iniziale riguardava
aspetti che trascendevano la situazione locale (At 8,14; 15,7ss), sia perché il
loro ministero era sovra-ecclesiale (At 9,38), sia perché anch’essi ben presto
presero la via della missione (Gal 2,7s; cfr. v. 11).
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Mission_condut_UnV.htm
30-11-06; Aggiornamento: 22-07-2008
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