Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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INGRASSAR AGNELLI PER I LUPI?

 

 a cura di Nicola Martella

 

Diversi fratelli in Italia e all’estero mi hanno scritto avvertendomi di aver ricevuto una lettera da Abele Aureli e non hanno capito perché, visto che era indirizzata a me. Si sono tutti meravigliati per i seguenti motivi: ▪ 1) perché l’hanno ricevuta; ▪ 2) perché era una lettera personale indirizzata a me; ▪ 3) perché io non ne sapessi nulla e non l’avessi ricevuta. Di tutto ciò chi si è maggiormente meravigliato sono chiaramente stato io: l’unico a non ricevere una lettera è proprio il destinatario? E dire che la lettera è intitolata così: «In risposta a Nicola Martella su... Benny Hinn»! Una risposta personale premette che io abbia personalmente scritto ad Abele una lettera su tale tema, ma questo non è mai stato il caso. Egli ha solo ricevuto la mia circolare che non è nominativa, ma mette al corrente delle ultime novità del sito «Fede controcorrente».

   Perché mettere in rete tutta questa questione? Oltre che per i motivi già evidenziati, perché è una buona «palestra» per altri fratelli per imparare ad affrontare le questioni che sorgono, senza nascondersi dietro un muto silenzio, che può solo alimentare le serpi, e senza mancare di stima ai fratelli, con cui abbiamo una questione in corso. Per quanto mi possa ricordare, non ho mai incontrato personalmente il fratello Abele Aureli né ho avuto mai un rapporto epistolare con lui.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Preludio

2. Abele Aureli

3. Nicola Martella

4. Reazioni dei lettori

5. Primi chiarimenti

6. Nuovi chiarimenti

7. Chiarimento finale

 

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Preludio} 

 

Diversi credenti mi hanno mandato tale «risposta», dicendomi di leggerla e di prendere posizione, ritenendo sbagliato il metodo e il merito del messaggio. Infine mi sono fatto violenza: a una lettera pubblica è giusto rispondere pubblicamente. Sotto si trova la lettera (mai ricevuta dal mittente); ho solo corretto alcuni errori di ortografia e numerato i paragrafi. Poi segue la mia risposta. Prima di ciò premetto alcune voci di repertorio.

 

     ■ Ciao fratellone... ma me la hai mandata tu? E se non me l’hai mandata, ma, tu l’hai ricevuta? (Stefano Frascaro, 22-09-06). ● Risposta: Caro Stefano, tale messaggio non proviene da me e non ne sapevo nulla. Grazie di avermi messo al corrente. Il mittente non è neppure tra i miei contatti. Però, strano gioco delle tre carte: si scrive a te per raggiungere me? Misteri, misteri.

 

     ■ Caro fratello Nicola, hai fatto benissimo ad inviarmi i links! Il Signore ti benedica! Ho mandato una risposta ad Abel Aureli, spezzando una lancia in tuo favore, non per l’uomo, ma per amore dell’Iddio onnipotente, della sua parola di verità, e del mio fratello (in generale). Fattela mandare! Grazie per avermi considerato, nell’invio delle tue mails! e Coraggio! I tempi sono difficili! Ma andiamo avanti con lui! (Antonello Rizzo, 23-09-06). ● Risposta: Caro Antonello, grazie delle tue buone parole. Io sono l'unico a non aver ricevuto da Abele Aureli alcunché. Non ti sembra strano? Mandami la tua risposta a lui che la metto in rete.

 

      ■ Pace fratello Nicola, mi chiamo Luciano Leoni e ti conosco attraverso alcuni tuoi scritti su Lux Biblica ed altri articoli trovati su internet. Ho studiato (poco...) a distanza con l’IBEI e sono membro della comunità guidata dal pastore Abele Aureli. Oggi ho ricevuto un’e-mail che riguardava Benny Hinn ma non ho ben capito quale è il «punto» della discussione. Ho inviato una stessa richiesta al fratello Abele e vorrei creare sull’argomento un confronto nella nostra comunità al fine di evidenziare la vera figura di questo ambiguo (per non dire altro) personaggio, figlio di una mercificazione sempre più evidente delle cose di Dio. Ti ringrazio sin d’ora per il tempo che userai per rispondermi ma, soprattutto ti ringrazio per quello che fai e che scrivi. Dio ti Benedica (Luciano Leoni, 23-09-06). ● Risposta: Un paio di fratelli mi hanno avvisato di aver ricevuto un’e-mail di Abele Aureli su di me, ma io sono l’unico di non averla ricevuta da lui. Concordo con le tue valutazioni, essendo le stesse a cui sono arrivati tutti coloro che hanno studiato a fondo il fenomeno «Benny Hinn».

 

     ■ Caro Nicola, ho ricevuto ciò che segue da Abele Aureli. Forse sarebbe meglio rispondere a lui personalmente. Stammi bene, Andrea Diprose, Nuova Zelanda, 24-09-06). ● Risposta: Caro Andrea, grazie di avermi inviato la tua risposta ad Abele Aureli. Non ti sembra strano che tutti abbiano ricevuto la sua lettera indirizzata a me, tranne io? Fino a tutt'oggi non l'ho ricevuta da lui. Non è strano per chi intende costruire l'unità che non parli proprio alla persona interessata? Mistero, gran mistero...

 

 

2. {Abele Aureli} 

 

In risposta a Nicola Martella su... Benny Hinn

 

Caro «amico» Martella,

     <1> Io non so se la tua dottrina sia meglio o peggio di quella che insegna Benny Hinn, il quale sembra che tu, visti anche i precedenti messaggi, sia stato «chiamato» a criticare per tutto quello che lui fa e dice, e a dover proteggere tutti gli evangelici italiani dalle sue false dottrine.

     <2> Io potrei anche essere d’accordo con te per alcun e cose sul ministero di Benny Hinn, così come potrei dire di tanti altri ministri, sia americani che europei e italiani. Il fatto è che dopo un secolo, da quando l’Evangelo è arrivato in Italia (dopo i Valdesi), l’America e il resto del mondo, inclusa l’Italia hanno i loro problemi di sétte, ma al contrario delle altre nazioni occidentali, l’Italia è ancora un «campo missionario», con oltre 25.000 comunità senza una testimonianza evangelica in esse. Le condizioni spirituali di tante altre nazioni cosiddette «pagane» (Asiatiche e africane), sono addirittura meglio di quelle dell’Italia.

     <3> Questo per dire, che forse dovremmo concentrarci un po’ più sui «nostri reali problemi» e sulle responsabilità che Dio ci ha affidato come ministri del Suo Vangelo (se ce lo ha affidato Lui), piuttosto che su quelli di Benny Hinn e di chi gli vanno dietro, magari per curiosità. Infatti, credo che la nostra risposta a Benny Hinn e a chi gli va dietro perché ha dei «problemi spirituali che noi non sappiamo risolvere», sarebbe dovuta essere quella di averlo fatto «noi», prima che avesse iniziato a farlo lui, così gli evangelici avrebbero seguito noi invece che Benny Hinn.

     <4> Gesù, Pietro, Paolo e altri apostoli e ministri, non andavano a caccia di falsi predicatori. Al massimo quando ne incontravano uno lo affrontavano direttamente e «seduta stante», ma il loro ministero era quello di predicare il Vangelo di Cristo per la salvezza delle anime, non di andare a caccia di Farisei o di falsi apostoli. «Noi conosceremo la Verità, e la Verità ci renderà liberi»!

     <5> L’FBI non addestra i suoi agenti a riconoscere il dollaro falso, perché; i falsi sono tanti e loro non potrebbero studiarli tutti per cercare di eliminarli, perché a quel punto sarebbe troppo tardi, ma gli fanno studiare minuziosamente il dollaro vero. In questo modo, è più probabile che quando gli capita un falso sotto gli occhi, essi lo riconoscono a prima vista. La stessa cosa dovremmo fare noi. Insegniamo la verità ai membri delle nostre chiese e formiamo dei discepoli (e non, mezzi cristiani a mezzo servizio), i quali imparino e siano preparati a trasmettere la verità del Vangelo agli altri. Poi se ci capita di vedere il predicatore di un’altro vangelo, allora lo affronteremo come Dio ci guida.

     <6> Ritengo anche poco rispettoso nei confronti di altri pastori, inviare queste critiche e condanne contro un ministro, buono o cattivo che egli sia, ad altri pastori o a persone che hanno il proprio pastore il quale è responsabile di mettere in guardia o meno i propri seguaci contro Benny Hinn. Ciascuno di noi è responsabile davanti a Dio del ministero che gli è stato affidato, ma non mi risulta che Egli abbia affidato ad alcuno il «ministero della Critica». Anche perché, mentre noi perdiamo tempo a criticare Benny Hinn, lui continua ad annunziare la sua dottrina e noi non annunziamo la verità che Cristo ci ha comandato di annunziare!

     <7> Di questo passo, l’Italia andrà avanti per altri secoli, prima di raggiungere tutti gli italiani con il messaggio del vangelo! Intanto, le anime muoiono e vanno all’inferno perché noi non le abbiamo raggiunte, prima che morissero. E qui la colpa è solo nostra, non di Benny Hinn, e neppure del diavolo!!!

     <8> Pertanto, Gesù dice; lascia i... morti seppellire i loro morti, ma tu... seguimi!!! Il nostro compito è quello di seguire Cristo! Di annunziare il Vangelo di Cristo, e questa è una nostra responsabilità sulla quale sento poco parlare. Quando io ho parlato di incontrarci tra ministri per cercare di trovare una base comune, minima, sulla quale poter pregare insieme, per noi stessi e per l’Italia, sono stato criticato, ignorato e trattato come se fossi stato un illuso o peggio ancora, un appestato!

     <9> Il male dell’Italia è la frammentazione e la divisione della «chiesa», causata, non dalle false dottrine di Benny Hinn, ma dalla nostra disubbidienza nel fare ciò che Dio ci ha chiamato a fare (se ci ha chiamato Lui), ma anche dalle «pretese sane dottrine» delle quali ciascuno di noi crede di avere il «monopolio». E così, io non parlo con te, e tu non parli con me. La nostra chiesa non parla con l’altra e così via, mentre Satana balla e si diverte alle nostre spalle per averci divisi e frammentati, facendoci perdere la potenza che la chiesa dovrebbe avere in Cristo!!!

     <10> Certo, ci sono delle persone che si spacciano per cristiani ma non si comportano come tali, dai quali l’apostolo Paolo ci chiama a «separarci», ma non di andarvi a caccia per criticarli (2 Corinzi 5,9-11).

   Dio ci guidi e ci illumini tutti. Pastore / Evangelista: Abele Aureli (22/09/2006)

 

 

3. {Nicola Martella} 

 

     <1> Neppure io giudico la «tua dottrina». Se hai veramente letto gli articoli presenti sul mio sito «Fede controcorrente», avrai potuto renderti conto che gli articoli su Benny Hinn portano il nome di Antonio Morlino, un fratello che si ritiene un «pentecostale riformato», esperto su Benny Hinn e molto preoccupato per l’ennesima venuta di questo «unto» in Italia. Prima di ciò avevo fatto tradurre un articolo di Yves. A. Brault su tale «unto», che mi era arrivato, mettendo in guardia i lettori in vista della sua venuta in Italia. Dopo aver letto il primo articolo di Antonio e vista la competenza e la correttezza di Antonio, io gli ho messo a disposizione lo spazio del mio sito, così come faccio con altri fratelli per altri temi. Vista la venuta di Benny Hinn in Italia, mi sono sentito di condividere il peso di Antonio. Vegliare e avvertire il popolo di Dio, ossia il ministero della sentinella, è un importante ministero, previsto da Dio nell’AT e nel NT (Ez 3,17ss; 33,2ss). Il termine episcopos significa in greco «sorvegliante» e caratterizza ognuno che un ruolo di conduttore e guida nell’opera di Dio; Paolo raccomandò agli anziani della chiesa di Efeso: «Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti sorveglianti [gr. episcopoi], per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue» (At 20,17.28; cfr. Fil 1,1; 1 Tm 3,1s; Tt 1,7).

     <2> Il regno di Dio si è da sempre espanso nel mondo mediante alcune azioni contemporanee, ad esempio: l’annunzio dell’Evangelo, la conferma dei discepoli mediante la «sana dottrina», la difesa della verità (apologetica) e la denuncia delle false dottrine e dei falsi operai. Questo lo trovi da At 2 in poi e in tutte le epistole del NT. A ciò si aggiungano pure un’esegesi corretta (1 Tm 4,13; 2 Tm 2,15) e lo stabilimento di guide, conduttori e servitori, dopo essere stati messi alla prova e siano risultati approvati (1 Tm 3,10; Tt 1,6).

     <3> Tra i «nostri reali problemi» e responsabilità ci sono anche la difesa della verità da persone che praticano un neognosticismo e che vengono regolarmente in Italia per «mietere». Oltre a Hinn, arrivano regolarmente in Italia «apostoli», «unti», «uomini di Dio» e quant’altri a propagare le loro dottrine neognostiche. A ognuno di noi Dio ha dato una chiamata, un mandato e un incarico corrispondente ai suoi carismi. Ti ricordo uno dei miei motti: «Ogni pastore che si cura di dar pastura alle pecore, ma trascura i pericoli che incombono, le ingrassa per i lupi!». L’annuncio dell’Evangelo, la cura pastorale e la difesa della verità non sono in contrapposizione, ma erano tutti elementi presenti nella vita e nel ministero di Paolo e che egli raccomandava a Timoteo e a Tito.

     <4> Gesù, Pietro, Paolo e altri apostoli e ministri avvertivano pubblicamente verso i «falsi cristi» e i «falsi profeti», prendevano posizione, li denunciavano e mettevano in guardia i loro collaboratori e i loro discepoli. Qui la lista potrebbe essere lunga. Addirittura Paolo e gli altri apostoli avvertivano i credenti riguardo ai falsi operai che sarebbero venuti, facendone un preciso identikit, perché fossero riconoscibili. Essi non avevano tanta «santa ingenuità». Predicare l’Evangelo e difendere la verità era il «pane quotidiano» del missionario Paolo e dei suoi colleghi (2 Cor 10,5; Col 2,8ss). La chiesa di Corinto era diventata un’arena di predicatori neognostici, che Paolo chiamò «falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo» (2 Cor 11,13), ma essi si ritenevano «super apostoli» (2 Cor 11,5; 12,11), superiori a Paolo in potenza spirituale e in autorità. Per l’approfondimento cfr. «Alcune problematiche in Corinto» in Nicola Martella, Entrare nella Breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 59-62).

     <5> L’apologetica è stata una delle discipline curate e usate nella chiesa apostolica e nei primi secoli. La maggior parte degli scritti degli antichi teologi sono di carattere apologetico: essi affrontavano e confutavano le false dottrine propagate proprio da coloro che si spacciavano per profeti particolari, per unti e incarnazioni di Cristo, dello Spirito Santo, ma propagavano «dottrine di perdizione», insegnamenti gnostici ed erano paragonabili a quelli che Paolo chiamò «falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo» (2 Cor 11,13). È «santa ingenuità» pensare che ci si debba concentrare sul proprio «orticello ecclesiale», pensando di affrontare i pericoli solo quando si presenteranno. Non è un caso che Paolo abbia scritto invece tante epistole (spesso circolari) a chiese e persone e che il loro contenuto è non solo d’istruzione positiva, ma anche d’avvertimento contro le false dottrine!

     <6> Mio caro Abele, che cosa hai fatto tu? Hai inviato a tutti — tranne che a me — una lettera indirizzata a me: essa è arrivata fino all’estero. È il caso di dire: «Medico, cura te stesso» (Lc 4,23). Pastori e conduttori spesso sono troppo occupati con le loro pecore per rendersi conto di tutti i pericoli che vengono. Per questo Dio ha dato nella chiesa carismi e ministeri differenti (Ef 4,11ss). Poi essi possono tener conto di quanto ricevono o cestinare il tutto: nessuno impone nulla a nessuno. Gesù (Mt 7,15; 23,13ss; Lc 12,1), Paolo (Fil 3,2; 1 Tm 4,1ss) e gli altri apostoli (2 Pt 2,1ss; 1 Gv 4,1) hanno sempre denunciato coloro che insegnavano cose contrarie alla Parola di Dio. Questo non aveva a che fare con un presunto «ministero della critica», come tu sarcasticamente affermi, ma con la loro responsabilità di «servi di Dio». Tutto ciò non è in contrasto col l’annuncio della verità, ma sono due parti della stessa medaglia.

     <7> Le anime vanno all’inferno anche perché nessuno li mette in guardia contro i «falsi cristi» e i «falsi profeti» che annunziano false dottrine in nome di Cristo e si accreditano come particolari canali della sua rivelazione. Quanta «santa ingenuità» bisogna avere per capire che qui in Italia è questo uno dei problemi della devozione religiosa popolare, che si affida a mistici, veggenti, santoni, guru, «unti», maestri di vita, «apostoli» e «profeti» autonominati?

     <8> Pietro, Paolo, Giovanni seguirono Gesù, a differenza di altri che si fecero trattenere dalle vicende della vita. I loro ministeri e le loro lettere sono pieni, oltre che di insegnamenti edificanti, anche di apologetica e di avvertimenti. Semplificare ci fa diventare ingenui, e così mettiamo solo in pericolo il gregge che Dio ci ha affidato. Annunciamo l’Evangelo, facciamo discepoli, li curiamo e poi… i «lupi di turno» se li mangiano! Bella consolazione e responsabilità! Penso che tu, Abele, debba parlare del ministero che Dio ti ha affidato, ma non tutti i ministeri dati da Dio alla chiesa si risolvono nel tuo. Io non so perché tu abbia fallito nel tuo intento che descrivi; mi dispiace. Ma non puoi appiattire tutti i ministeri (anche il mio) alle tue prospettive e attese. Il medesimo Spirito ha dato carismi e ministeri diversi (1 Cor 12,4.8s.11).

     <9> Il male dell’Italia è — molto più che la frammentazione e la divisione, come tu affermi — il materialismo dilagante, la mancanza di consacrazione personale, la mancanza di cura dei carismi ricevuti, l’ingenuità di credere che l’unico ministero utile sia l’annuncio dell’Evangelo (trascurando cura pastorale, esegesi, apologetica, ecc.), la mancanza di discernimento spirituale, la superficialità dottrinale, la mancanza di uno studio profondo della Parola di Dio, eccetera. Un pastore pentecostale, corresponsabile di incontri regionali di pastori, che spesso mi telefona per avere delucidazioni su alcuni aspetti della dottrina e dell’esegesi, mi ha spesso confessata la superficialità dottrinale di tanti pastori e l’ignoranza biblica di molti di loro. Come potranno avvertire i loro greggi dei pericoli incombenti, se essi stessi, avendo poca radice nella Parola, nemmeno se ne accorgono dei «lupi famelici»? Quello che è la «sana dottrina», termine usato da Paolo (1 Tm 1,10; 2 Tm 4,3; Tt 1,9; 2,1), lo spiega chiaramente lui nelle sue epistole, non è quindi «monopolio» di nessuno, come tu sarcasticamente invece affermi. Come facevo a parlare con te, se tu mandi la tua lettera a tutti tranne che a me? Mi sembra che tu stesso debba fare «mea culpa», quando mandi ad altri una lettera indirizzata a me, no? La «via di luce» deve cominciare da noi.

     <10> Qui non si tratta di andare a caccia di qualcuno, ma di fare muro verso chi viene in Italia regolarmente a «mietere», e come lui altri. I primi cristiani mandavano in giro circolari che si passavano di chiesa in chiesa per avvertire dei pericoli. Perché dovrebbe essere sbagliato se noi usiamo gli strumenti a disposizione per fare la stessa cosa? Tali «unti», «apostoli» e «profeti» autonominati usano tutto internet, libri, televisioni (cfr. TBNE), giornali e quant’altro: perché dovrebbe essere illegittimo quando lo facciamo noi per riprendere le loro opere? Vogliamo proprio continuare a peccare di «santa ingenuità»?

 

 

4. {Reazioni dei lettori} 

 

     ■ Grazie per la tua sollecita risposta. Ti giro il messaggio che mi ha inviato in risposta e, da quanto scrive, sembra che ci sia un malinteso di fondo: egli asserisce che tu sia contrario al movimento pentecostale e le tue disquisizioni su Benny Hinn altro non siano che un attacco indiretto a tutti i pentecostali. Credo, almeno leggendo i tuoi articoli, che tu faccia una seria distinzione tra «evangelici pentecostali» e «lupi vestiti da pecore». So che conosci Romeo Spaziani di Frosinone, puoi chiedere a lui notizie in proposito su Abele Aureli, da parte mia posso solo dire che come responsabile della nostra comunità e come amico e fratello in Cristo è persona seria e ben radicata nelle scritture ma, come tu sai, il vissuto di ognuno di noi, a volte, ci costruisce intorno un paradigma difficile da smontare. Spero di poter collaborare a un ritorno su sentieri di sereno dialogo. […] (Luciano Leoni, 24-09-06). ● Risposta: Che io ce l’abbia con tutti i pentecostali, è veramente un chiaro pregiudizio. La maggior parte degli articoli è stata scritta da Antonio Morlino che si definisce «pentecostale riformato». Temo che Abele non li abbia letti, altrimenti... Io collaboro da anni con Elpidio Pezzella, direttore di «Oltre», la quale è notoriamente una rivista promossa da un comitato pentecostale. Ho tanti amici pentecostali che sono acerrimi avversari di tutti questi «unti», «apostoli», «santoni» e «guru» neognostici. Certo che conosco Romeo. Ed è nelle mie intenzioni che «Fede controcorrente» sia un luogo di fraterno dialogo. Su di esso scrivono anche fratelli pentecostali, senza pregiudizi. Non metto in dubbio le cose che tu affermi su Abele ed è nel mio desiderio di costruire con tutti, anche col lui sulla base della lealtà, della verità e del rispetto. In ogni modo, in quest’affare non si è comportato in modo «limpido» (cfr. Fil 2,15). Infatti, Abele ha fatto male a non chiedere prima spiegazione a me. Egli ha scritto a tutti (rivolgendosi a me) tranne che al sottoscritto: ciò non lo onora. Grazie a Dio, altri gli hanno risposto! Stamani ho scritto ad Abele, secondo il comando del Signore. Accludo sotto il testo.

 

    ■ Lettera di Andrea Diprose ad Abele Aureli: Caro fratello Abele, comprendo il tuo ragionamento ed il tuo desiderio di lavorare per l’unità della Chiesa. Fai bene a lavorare per la sua unità. A questo punto però ti domando perché hai inviato a me e al resto della tua mailing-list una tua risposta a Nicola Martella? Perché non ti sei limitato a scrivere a lui personalmente? Su Benny Hinn Nicola, purtroppo, ha ragione, ma forse non era il caso che lui comunicasse la sua disapprovazione del «ministro» Hinn a tutti. Se così è, cioè se Nicola non doveva scrivere a tanti riguardo a Hinn, analogamente, forse non era il caso che tu inviassi a me e a tanti altri la tua risposta/reazione alle valutazioni fatte dal fratello Martella dell’operato di Benny Hinn. […] P.S. Hai letto gli articoli del Pentecostale Antonio Morlino inerenti all’operato di Hinn? Credo che abbia ragione.

 

   ■ Lettera di Antonello Rizzo ad Abele Aureli: ● Premessa: Caro fratello Nicola, sono completamente d’accordo col tuo motto! Come vedi Abele l’ha mandata in contemporanea ad altri... Essi si aspettano un «risveglio» che parta dalla Sicilia. Ti mando la mia risposta alla lettera di Abele indirizzata a te (ma mandata a tutti), e la sua successiva replica a me... io non voglio entrare in polemica con lui, fratello mio, te lo dico con tutto il mio cuore... perché Iddio non mi chiama a perdere tempo così... Credimi, ce ne sarebbero di argomentazioni scritturali per rispondergli, ma non so fino a che punto possa servire a lui se ha già questa visione ecumenica... ci sono tante anime che non conoscono Iddio e che hanno sete della Parola di Salvezza... (24-09-06). ● Lettera di Antonello: Caro amico Abele (preferisco chiamarti fratello), permettimi di esprime il mio pieno e completo disaccordo sia sul contenuto di pensiero, sia sui termini «appioppati» al fratello Martella, sul falso profeta Hinn. Documentati! Documentati! Mi rivolgo al figlio di Dio: «Si può amare nella falsità?»; «Si può amare nell’ipocrisia?»; «Si può amare senza avvertire di un pericolo?»; «Diresti che ti amo se, avendo visto un inciampo davanti al mio fratello, facessi finta di niente, perché dobbiamo andare tutti d’accordo (magari esteriormente)?». Perdonami, ma questo non è l’amore che ci insegna il nostro signore Gesù. Adesso se vuoi, cancellami pure dalla tua lista, perché «sono estremista» e potrei «turbare» l’ecumenismo babelico... Anche in Genesi 11 la gente invitava a mettersi insieme per costruire una sola «ecumene» e una torre che arrivasse fino al cielo. Ma vediamo cosa fece l’Iddio santo! Questa unità fra i credenti, non la realizza l’uomo, permettimi di dirlo con tanta franchezza e senza pregiudizio, ma il vero Spirito Santo, non quello che porta Benedictus Hinn, che provoca, anzi, divisioni, sette, amari sospetti, ecc. Dio ti benedica (23-09-06). ● Risposta di Abele: Infatti, caro «fratello» Antonello, e perché dovrei toglierti dal mio indirizzario? :-) Io sono per il dialogo, e anche a Martella, non ho detto nulla di male, ma ho solo fatto notare che dovremmo spendere più tempo a esaminare i nostri errori e problemi, che non quello degli altri. A me non risulta che Gesù e gli apostoli abbiamo esercitato quel tipo di ministero. Tutto qui. Solo che ultimamente ho ricevuto troppi messaggi su Benny Hinn, ma nessuno su ciò che la chiesa Italiana dovrebbe fare per avvicinarsi a Dio.

   Io non ho giustificato Benny Hinn. Io non sono mai andato a una sua riunione. Ciò che mi disturba è il fatto che ci stiamo comportando esattamente come i Farisei ai tempi di Gesù. Intanto, noi non stiamo facendo la volontà di Dio. La nostra sì, ma quella di Dio no! Stiamo mettendo Dio in una gabbia e vogliamo che Lui operi come diciamo noi, ma questo non avverrà mai!

   Per ciò che riguarda il risveglio, esso è sempre venuto quando il popolo di Dio si è umiliato davanti a Dio e ha confessato i propri peccati. E con l’orgoglio che ci ritroviamo, non chiederemo mai perdono a Dio per il danno che stiamo facendo alla Sua chiesa, ma diamo la colpa agli Americani ecc. Noi (l’Italia evangelica), non è pronta per un risveglio! Se venisse oggi, non saremmo neppure capaci a gestirlo, perché noi stessi abbiamo dormito fino ad ora. Dio non manda il risveglio a capriccio, ma solo quando noi siamo pronti a riceverlo e ad amministrarlo cove vuole Lui. Pertanto, noi possiamo andare avanti così fino al giorno del giudizio, ma senza esperimentare un risveglio da parte di Dio. Dio ti benedica (24-09-06).

   ■ Link a «Parola della Grazia»: Qualcuno mi ha mandato i seguenti link, dicendomi di dare un’occhiata al tipo di predicazioni della comunità di Lirio Porrello «Parola della Grazia», il quale, come egli stesso afferma, è stato direttamente coinvolto nella venuta di Benny Hinn in Italia:

     -- http://www.paroladellagrazia.it/culti/2006/30072006.htm

     -- http://www.paroladellagrazia.it/culti/2006/06082006.htm

     -- http://www.paroladellagrazia.it/culti/2006/13082006.htm

 

Ringraziamo della segnalazione. In ogni modo, lasciamo al lettore di farsi direttamente un giudizio al riguardo.

 

 

5. {Primi chiarimenti} 

 

Nota editoriale: Sotto sollecitazione dei fratelli ho scritto ad Abele Aureli, per avere direttamente dei chiarimenti. La sua risposta è venuta prima che potesse leggere la mia risposta pubblica alla sua lettera circolare (che, ribadisco, non conoscevo e non avevo ricevuta da lui). Quindi, ha il diritto di replica a tutto ciò.

 

   ■ La mia lettera: Caro fratello Abele, šalôm. Oggi mi è arrivata l’ennesima segnalazione di una e-mail indirizzata al «Caro «amico» Martella». Non ti sembra strano che tutti abbiano ricevuto la tua lettera indirizzata a me, tranne io? Fino a tutt’oggi non l’ho ricevuta da te. Non è strano per tu, che intendi costruire l’unità, non parli proprio alla persona interessata? Mistero, gran mistero...

     In ogni modo, volendo applicare il comandamento del Signore, ti scrivo (Mt 5,23s; cfr. 18,15ss), ti mando questo messaggio. Non è il caso che interloquivi prima con me? («…và e riprendilo fra te e lui solo. Se t’ascolta...»; Mt 18,15). Non avevo anch’io il diritto di leggere una lettera indirizzata a me? Mistero, gran mistero... per chi afferma di voler costruire l’unità (Nicola Martella, 24-09-06).

 

   ■ La risposta di Abele Aureli: Mi dispiace fratello Martella, e se vuoi ti chiedo scusa mandando il messaggio a tutti coloro che hanno ricevuto la mia lettera, ma ciò è accaduto perché io spedisco i miei messaggi generali attraverso un sito dove avevo degli indirizzi per le mie circolari, ma evidentemente non c’era ancora il tuo. Credimi, non avrei mai fatto una cosa del genere di proposito, anche perché sai già che non sono il tipo che si nasconde. Se vuoi, da oggi in poi il tuo indirizzo sarà incluso. Quindi, dimmi tu cosa vuoi che faccia. Se vuoi le pubbliche scuse te le faccio. Anche per ciò che riguarda l’unità dei credenti, sono sempre dello stesso parere, ma non per questo non dovremmo poter dibattere certe cose (24-09-06).

 

 

6. {Nuovi chiarimenti} 

 

Il fratello Abele Aureli mi ha mandato un messaggio (27-09-06) in risposta alla mia lettera (25-09-06), in cui trattavo i punti da lui sollevati nel suo scritto precedente. Per brevità e convenienza tecnica pongo le mie risposte sotto le sue porzioni di testo. Su sua richiesta metto tutto ciò sul sito.

 

   ■ Abele ha scritto: Caro fratello Martella, mentre tu e altri scrivevate a me o su di me sul tuo sito, io ero all’oscuro di ciò che stesse accadendo, visto che io il tuo messaggio non l’ho letto sul tuo sito, ma l’ho ricevuto su diversi indirizzi di posta elettronica e anche su tutti i gruppi MSN che sono in giro. Quindi, non dovresti essere sorpreso se anche gli altri abbiano ricevuto la mia lettera, perché gli altri hanno ricevuto anche la tua. Solo che purtroppo, come ti ho già detto, non avevo idea che il tuo indirizzo non fosse sul mio indirizzario da dove spedisco le mie circolari.

   ■ Nicola risponde: Giorni fa ti ho mandato l’avviso di aver messo in rete la tua lettera e la mia risposta a essa. Ti ricordo che sei stato tu a mandare in giro una lettera indirizzata a me, senza mandarla a me. Io non ho mandato a nessuno la mia risposta a te, ma l’ho messa solo sul mio sito (era giusto rispondere pubblicamente a una lettera mandata a tutti tranne che a me) e ti ho subito avvisato. Ribadisco che io non ho mandato la mia lettera di risposta a nessuno. Se qualcuno l’ha copiata e messa in qualche gruppo internet, io non ne so nulla e non ne sono responsabile.

 

   ■ Abele ha scritto: Ora, io ho visto il tuo sito «Fede controcorrente», ma non ricordo di esserci stato qualche altra volta, e neppure credo di avere il tempo di continuare a discutere di questo caso, perché non farebbe bene a nessuno. Tutti hanno potuto leggere che io non ho preso le parti di Benny Hinn, ma ripeto, questo non è il motivo della mia risposta alla tua. Il motivo è che io durante il percorso di due settimane, ho ricevuto la tua lettera almeno una dozzina di volte, sia da te che da altri, ma era sempre la stessa lettera. Per esempio, oggi ho scoperto che con il tuo «nickname»  che usi su MSN hai inviato quella lettera su tutti i siti e gruppi conosciuti.

   ■ Nicola risponde: Quello che tu hai fatto con la tua lettera, indirizzata a me, ma arrivata fino all’estero, sta nella tua libertà; nella mia è di rispondere. Il 25-09 ti ho mandato la seguente e-mail:

«Caro Abele, šalôm. Sotto sollecitazione di alcuni fratelli ti avevo scritto, per avere direttamente dei chiarimenti. La tua risposta è venuta prima che tu potessi leggere la mia risposta pubblica alla tua lettera circolare — che, ribadisco, non conoscevo e non avevo ricevuta da te, ma da altri fratelli. Quindi, hai il diritto di replica a tutto ciò che ho messo in rete.

   Puoi trovare tutta la questione nel seguente tema di discussione «Ingrassar agnelli per i lupi?». Come detto, hai il diritto di prendere posizione su tutto ciò, e altri avranno però il diritto di dare la loro opinione su ciò che hai scritto o scriverai. Questa è la filosofia di «Fede controcorrente» alfine di creare un vero incontro e dialogo […]».

Tu non puoi aver ricevuto i testi del tema di discussione («Ingrassar agnelli per i lupi?»), poiché io non li ho mandato in giro a nessuno, ma li ho messi sul sito, avvertendoti subito. Io ho inviato i link degli articoli e dei temi di discussione su Benny Hinn, ma il tema di discussione che ti riguarda è successivo a tutto ciò. Controlla e te renderai conto.

 

   ■ Abele ha scritto: Io credo che se tu avessi lo stesso zelo che hai usato contro Benny Hinn, per combattere tutte le altre false dottrine che esistono in Italia, forse non avrei avuto motivo di risponderti, ma visto che ciò non accade, questo mi ha fatto pensare che tu ce l’avessi in modo particolare con Benny Hinn perché è pentecostale.

   ■ ■ Nicola risponde: Che io ce l’abbia con i pentecostali, è un tuo pregiudizio che hai scritto a fratelli e che essi mi hanno riferito. Quanto allo zelo «per combattere tutte le altre false dottrine che esistono in Italia», come tu dici e che secondo te io non farei, se tu conoscessi la mia produzione letteraria, non parleresti così. Ho pubblicato due libri sull’occultismo (« La lieve danza delle tenebre», « Entrare nella breccia») e due libri sulle «medicine alternative» e sull’esoterismo a esse connesse («Malattia e guarigione» 1-2) e vari articoli in riviste evangeliche e in internet.

 

   ■ Abele ha scritto: Il fatto che Benny Hinn faccia molto rumore ed è attuale, forse merita un’attenzione particolare, ma cosa pensi di... cosiddetti evangelici (non pentecostali) che ordinano al ministero pastori «omosessuali», o che usano le proprie finanze per aiutare i guerriglieri in altre nazioni a combattere una vera guerra contro il proprio governo?

   ■ Nicola risponde: Non ne penso bene per nulla. Ma questo non è l’argomento in questione. Io da parte mia potrei chiederti: da evangelico che cosa ne pensi di Benny Hinn che (a quanto ha documentato Antonio Morlino) si è recato a pregare dinanzi alla Sindone e ha raccolto fondi per la restaurazione della cappella in cui è esposta? Eccetera, eccetera (leggi gli interessanti articoli). Tu hai il diritto di dissentire con me su Benny Hinn, ma potevi comunicarmelo privatamente e io ti avrei risposto altrettanto privatamente. Avendo tu propagato la tua lettera ai quattro venti (a mia insaputa), era giusto che ti rispondevo nel merito sul mio sito; ma non ho mandato in giro lettere su di te (né la mia risposta a te) per via e-mail a qualcuno.

 

   ■ Abele ha scritto: Ripeto, questo è il mio ultimo messaggio su questo soggetto, perché ho cose più importanti da fare, ma se a te sta bene, io sono sempre aperto al dialogo, sia con te che con altri fratelli che mi hanno scritto, uno in particolare mi ha detto che avrebbe conservato la mia lettera come prova, nel caso tu decidessi di «querelarmi»! Beh, qui credo che quel fratello avrebbe potuto difenderti in un modo migliore.

   ■ Nicola risponde: Pensi che io non abbia altro da fare? Sto lavorando, tra altre cose, a un libro sull’escatologia e sulle sue strumentalizzazioni da parte della religione, della politica e della tecnica. E sto collaborando con altri fratelli a questo e ad altri progetti. Quanto al dialogo è il leitmotiv della mia vita e la filosofia di base di «Fede controcorrente». Non entro in merito alle paventate «querele», non mi appartengono.

 

   ■ Abele ha scritto: Se permetti, ti abbraccio. Dio ti benedica e ti prego di mettere anche questa risposta con le altre. Io ci ho provato ma non ho saputo pubblicarla sul tuo sito. Saluto anche tutti gli altri che hanno scritto. Dio vi benedica e «pace a tutti».

   ■ Nicola risponde: Certo che pubblico la tua lettera, ti avevo detto che avevi il diritto di replica, tu come tutti gli altri. Su può avere opinioni differenti, ma si può dialogare lo stesso. Non ho remore personali con te e sono pronto a incontrarti anche domani e a collaborare nelle cose che ci possono accomunare. Il mio motto al riguardo è il seguente: «Ciò che ci accomuna come cristiani fedeli alla Bibbia è sempre di più di ciò che ci separa». I lettori saranno contenti (come d’altronde io) dei tuoi saluti e delle tue benedizioni. Ricambio: Dio ti faccia prosperare nelle sue vie e illumini i tuoi passi con la sua Parola!

 

 

7. {Chiarimento finale} 

 

   ■ Abele ha scritto: Grazie, fratello Martella, e ti chiedo nuovamente scusa per non averti inviato la prima lettera direttamente. Fratello Abele

   ■ Nicola risponde: Grazie, fratello Abele, è tutto bene ciò che finisce bene. Spero che il Signore ci darà occasione per confrontarci pacatamente su temi meno controversi e di poter servire l'un l'altro nell'amore mediante la grazia del Signore. Ti lascio con Fil 4,7: «E la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza, guarderà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù».

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Ingrassar_agnelli_UnV.htm

25-04-2007; Aggiornamento: 15-12-2009

 

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