Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL GUASTATORE DI CHIESA? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il guastatore di chiesa». Abbiamo visto che il «guastatore» è un militare, che fa inavvertitamente danno all’esercito altrui. Possiamo chiamarlo anche «sabotatore»; in questo caso fa attacchi mirati, per scombussolare la linea nemica e portare caos e panico, di cui possano approfittare le proprie truppe. La cosa è drammatica, quando ci sono coloro che fanno il doppio gioco, sabotando le linee dell’esercito, in cui si trovano.

     Poi, ci sono i «collaborazionisti», ossia persone, che tradiscono il proprio popolo, per fare l’interesse delle truppe nemiche, in cambio di un arricchimento personale e di prestigio. Poiché non tutti i credenti, presenti nelle chiese, sono rigenerati, il nemico della fede si serve spesso di alcuni di loro, che non sono né carne e né pesce, per portare avanti i suoi sinistri piani. Poiché i sedotti diventano strumento di seduzione, nelle chiese sorgono continuamente uomini, che proferiscono cose perverse rispetto alla sana dottrina, per trascinarsi dietro i discepoli (At 20,29s).

     Inoltre, c’è anche il cosiddetto «fuoco amico»: persone sparano sui soldati dello stesso esercito, avendoli scambiati per nemici. Qui c’è alla base la mancanza di discernimento.

     Infine, ci sono i carrieristi di professione, che pur di farsi strada nella carriera, portano discredito in segreto sui loro colleghi. Ciò può accadere anche nelle chiese, ad esempio, quando i collaboratori vogliono diventare in fretta diaconi, e questi ultimi conduttori di chiesa.

 

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Michele Savino

2. Sefora Secchi

3. Tina Martella

4. Alessandro Casà

5. Rossano Calderamo

6. Claudia Biscotti

7. Guerino De Masi

8. Stefano Carta

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Michele Savino}

 

È vero, purtroppo, che simili cose avvengono in molte comunità. Il diavolo sfrutta abilmente le nostre «capacità» di saper fare del male agli altri, per rompere l’armonia della famiglia cristiana.

     Eppure tutti sappiamo che la «pagliuzza» del fratello è la mia «trave»!

     Il fatto che mi rattrista maggiormente è la perseveranza di costoro, che niente e nessuno riesce a fermare!

     Personalmente ho cominciato a dubitare della fede di alcuni e a ritenere che non hanno mai conosciuto il Signore e che sono entrati nelle chiese del Signore, perché non c’è persecuzione, altrimenti girerebbero al largo.

     Che Dio ci aiuti a saper resistere e proseguire, con fede e sincerità di cuore, il nostro cammino cristiano con la consapevolezza che le cadute sono possibili, ma per grazia del Signore è concreta la possibilità di rialzarsi!

     Per finire, litigare di continuo su questioni, che spesso non hanno alcuna importanza, compie il resto.

     Preghiamo affinché ognuno di noi si sottoponga con umiltà all’autorità della Parola del Signore e dello Spirito, che la illumina per noi; ciò valga anche riguardo alla capacità spirituale dei conduttori per le questioni più difficili, affinché sia turata la bocca dei contraddittori e di quelli che, intrufolandosi nelle chiese del Signore, per orgoglio o altri motivi, vogliono sovvertire l’Evangelo di Cristo! {07-11-2015}

 

 

2. {Sefora Secchi}

 

Contributo: Il vero problema secondo me delle assemblee negli ultimi tempi, non sono tanto questi cosiddetti guastatori di chiesa, anche perché questi ultimi si autoeliminano da soli. Ancor più grave è che tra fratelli ci si giudica a vicenda (il giudizio spetta solo a Dio) e la mancanza d’incoraggiamento gli uni per gli altri; ciò provoca una rottura della comunione fraterna. Tutti siamo mancanti, nessuno è giusto neppure uno. Se riuscissimo di più a mettere in pratica quello, che Dio dice a noi in primis, senza guardare gli altri, e a volgere sempre lo sguardo all’esempio di Gesù, le chiese e i credenti sarebbero più uniti e soprattutto più umili. La cosa più importante, secondo me, nel portare avanti l’opera del Signore, è l’unione tra fratelli, l’ubbidienza a Dio, l’amore in primo piano e il cercare di mettere in pratica la sua Parola. Dio benedica i suoi figli. {07-11-2015}

 

Nicola Martella: Penso che i due problemi siano complementari e ambedue gravi. Chi ha vissuto di persona tali «sabotatori di chiesa» e ha sperimentato i risultati della loro infausta e deleteria opera, lo sa.

     Nelle chiese conosco credenti, che remano tutti nella stessa direzione, per glorificare Dio e per edificare i fratelli; poi, ce ne sono altri, che per tornaconto personale fanno di nascosto nello scafo dei minuscoli fori, che col tempo porteranno la barca a imbarcare acqua e a inabissarsi.

 

 

3. {Tina Martella}

 

Contributo: Sì, questo problema c’e anche qui in Germania e nell’assemblea, che frequenta mio figlio. A volte, sento accanite discussioni, di cui mi fanno pensare: ma quanta verità o credo c’è in loro, se già fra loro stessi si fanno tanto di stress per chi interpreta questo o quello. Cosi io non trovo che tutte le assemblee siano serie; e per uno nuovo, che ha conosciuto la fede in Dio, questo dà molto da pensare. Poi così può succedere che uno si allontana, perché perde fiducia e si confonde, o si perde di nuovo. Ma riguardo a tutto questo io mi sono aiutata da sola, o forse Dio mi ha indirizzata. Si legge nella Bibbia che Dio non è di una religione o chiesa ma [vuole] fede. Ed è per fede che bisogna studiare bene la Bibbia e non interpretarla con la propria fantasia e poi rendere tutto carismatico. Dio ci ha dato due libri, il Vecchio e il Nuovo Testamento. Il nostro tempo è nel Nuovo, ed è chiarissimo, basta leggere e non carismatizzare troppo. Gesù ha detto anche che non bisogna esagerare con le parole belle, se poi il cuore e la fede sono malati. Il nostro corpo è il tempio di Dio, e nessuna religione ti può salvare, ma solo la fede in Dio, fare la sua volontà senza aggiungere ne togliere. Amen. {07-11-2015}

 

Nicola Martella: Discutere su argomenti in modo controverso, è legittimo; infatti, non tutti hanno la conoscenza della verità, c’è molta ignoranza scritturale e ci sono ideologie religiose. Poi ci sono opinioni differenti su cose marginali, come ad esempio sulle cose da mangiare o sui giorni da osservare (cfr. Romani 14). Solo confrontandosi con la Bibbia alla mano, senza pregiudizi, con competenza, con amore e rispetto, ci si avvicina di più al pensiero biblico.

     In questo articolo, però, abbiamo parlato di un problema specifico, che c’era già al tempo degli apostoli. Il procedimento di tali persone è il seguente: hanno dottrine faziose o con cattive intenzioni, che s’introducono nelle chiese locali, per portare in esse scompiglio, per portare in esse la loro influenza e prenderne il potere, e cose simili. Sono persone, che spesso palesano le seguenti caratteristiche: non veramente rigenerate, non completamente libere, piene di dipendenze e concupiscenze, che si fanno usare dalla loro carne e da Satana.

 

 

4. {Alessandro Casà}

 

Contributo: Nicola, se sono fratelli, come possono continuare nel tempo a fare certe cose? {07-11-2015}

 

Nicola Martella: Non tutti quelli, che si chiamano «credenti», sono rigenerati. Anche fra i rigenerati ci sono «carnali» (bambini nella fede; 1 Cor 3,1) e «spirituali» (maturi nella fede). Anche i rigenerati possono fare posto al Calunniatore (Ef 4,27; gr. diábolos). Anche nelle chiese possono nascere «uomini, che insegneranno cose perverse, per trarre i discepoli dietro a sé» (At 20,30). Poi, ci sono gli aggregati e gli intrusi (Gal 2,4; Gd 1,4), i falsi fratelli (1 Cor 5,11; 2 Cor 11,26; Gal 2,4) e così via. Per questo il Signore ha insediato i «sorveglianti» o «episcopi», ossia i conduttori. Tuttavia anche tra i loro collaboratori possono nascere dei «Giuda» e dei rinnegatori come Pietro; Gesù ne sapeva qualcosa.

 

Alessandro Casà: Non so se è un segno degli ultimi tempi, ma in questo periodo episodi simili si moltiplicano, e ciò va tutto a scapito della buona testimonianza! {07-11-2015}

 

 

5. {Rossano Calderamo}

 

Contributo: Sono d’accordo, ma bisogna valutare caso per caso prima di condannare a priori. {07-11-2015}

 

Nicola Martella: Potresti indicarmi dove e chi ha condannato a priori?

 

Rossano Calderamo: Non hai condannato niente, ma ho solo scritto che ogni situazione va valutata. A volte ci sono conduttori che non vogliono mettersi in discussione davanti all’assemblea dei credenti e vanno avanti, anche se il loro condurre è sbagliato alla luce della Parola di Dio (parlo di conduttori settari, che in un certo momento dovrebbero mettersi da parte, perché non hanno più i requisiti per continuare a fare l’anziano, ma si ostinano come se la chiamata fosse perenne, a tutti i costi, pur creando ferite all’interno dell’assemblea). Essi, per difendersi, danno la colpa ai singoli credenti, che gli fanno notare questo. Quindi, ecco che va valutato caso per caso. {07-11-2015}

 

Dario Garlandini: E se per caso parli con qualcun altro nella comunità, vieni visto come «sovversivo»; a quel punto o chiudi gli occhi e mandi giù il boccone, o esci. {07-11-2015}

 

Nicola Martella: Rossano Calderamo, hai ragione; conosco di tali casi, in cui i prerequisiti di 1 Tm 3 e Tt 1 sono solo degli optional per tali «conduttori di paglia». Ne parlo, ad esempio, qui: Comportamenti erronei di conduttori verso i membri {Nicola Martella} (A).

     Tuttavia, ciò è un caso diverso da quello descritto nell’attuale articolo. Permettimi una battuta: Teniamo capri e cavoli separati, per non prendere fischi per fiaschi.

 

Fausto D’Amelio: Sono d’accordo. Non si sta parlando di «conduttori scaduti», ma di ben altro problema. Comunque non si combatte un peccato con un altro peccato, né si può attribuire la responsabilità del proprio ad altri. Tutti siamo peccatori ed è facile trovare pretesti negli altri. Qualunque sia il caso, si sta parlando di un comportamento peccaminoso, e non ci sono scuse: il peccato è peccato e va chiamato col suo nome. Ci sono modi corretti di reagire a ogni circostanza. Ma il peccato non è e non sarà mai corretto, né tanto meno giustificabile. Ovviamente se qualcuno viene falsamente accusato di tali comportamenti è un’altra storia, ma non si sta parlando di questo. {07-11-2015}

 

Damaris Lerici: Io non ci vedo un condannare a priori, ma una triste realtà della chiesa in generale. {07-11-2015}

 

Rossano Calderamo: Confrontarsi e parlare, per risolvere, non è peccato. Purtroppo in molte chiese manca questo e poi succedono i disastri. {08-11-2015}

 

 

6. {Claudia Biscotti}

 

Contributo: Ciò che attira la mia attenzione, non sono le azioni e i movimenti, che fanno, ma le intenzioni e il movente. {07-11-2015}

    

Il confronto è temuto, perché in un confronto serio e intelligente, tutte le parti dovrebbero lasciare a casa armi e armatura, al fine di risolvere e riguadagnare l’armonia. Questo vale per ogni tipo di relazione: tra amici, coniugi, colleghi, vicini di casa. Ogni volta che il nostro io incontra l’altro, deve confrontarsi. Da peccatori perduti si tende a nascondersi, se scoperti, a sminuire il proprio operato a danno di un altro, ad attaccare per difendersi senza che attacco ci sia stato ecc. Tra «rigenerati» le dinamiche dovrebbero seguire le indicazioni stabilite da Dio, per una sana e amorevole relazioni tra fratelli. Così purtroppo non è sempre, non è per tutti, non è ovunque.

     Manchiamo il bersaglio; se la vita cristiana fosse una gara di tiro al bersaglio, vivremmo tutti con una dose massiccia di rammarico e vergogna verso il Signore, che ci spiega come fare, dove mirare, quando colpire per raggiungere l’obiettivo. Così non è. Non lo è perché abbiamo dimenticato da quale miseria siamo stati portati via, di essere scampati a una condanna a morte, di essere stati guariti. Abbiamo dimenticato persino che la veste pulita non è la nostra; ci siamo così indebitamente appropriati della libertà, e lo dico con convinzione, perché benché la lingua non lo dica, gli atteggiamenti lo confermano, che ci arroghiamo diritti, che non abbiamo. Noi non siamo giusti ma ingiusti, e siamo resi giusti. Non siamo santi ma peccatori, siamo santificati per amore, è per l’immeritata grazia di Dio che vivremo eternamente, non perché lo meritiamo o perche sappiamo ubbidire. Probabilmente le mie parole sembrano dure ma è la verità.

     Ama il prossimo tuo come te stesso! Una frase di una profondità, che fa girare la testa. Tutti lo declamiamo, ci piace, e ci accusiamo l’un l’altro se e quando non ne vediamo la dimostrazione. Già ma come lo dimostrerò? Chi può mostrarmi come amare? Tutti sappiamo che è Dio, che può mostrarlo. So per certo che Dio non è fautore di spionaggio, di maldicenza, di calunnia, di gelosie e invidie, di raggiri e vani ragionamenti, di atteggiamenti prevaricanti. Eppure, se ti amo come me stesso, probabilmente ti stimerò più di me, non sentirò il bisogno di eclissarti per far emergere me stessa, riconoscerò i tuoi pregi perché ti sono stati dati dal Signore, così come i talenti. Se ti sono stati dati dal Signore, per poterlo servire, non ti terrò in un angolo, per evitare che tu prevalga e mi faccia ombra. Se ti amo, e tu inconsapevolmente mi hai urtato il dito del piede, non lo racconterò in giro (anche perché anch’io avrò urtato e tu hai lasciato perdere, che non vuol dire «fregarsene» ma non addebitare il male), seminando così tanta polvere da sparo, da far esplodere l’intera comunità. Anche se la forza di tutti gli altri, dovrebbe essere tale da non lasciar depositare, neanche un granello, eppure a volte sembra non si aspetti altro.

     In realtà, Dio ci guarda per quello che siamo, ma non possiamo esserlo tra noi; tutti si aspettano che tu sia secondo i parametri stabiliti da loro; se tu non li rispetti, sei temuto e tenuto a distanza. Voglio sapere di te, ma non da te, dagli altri, giusto perché non voglio mostrarti il mio interesse e non voglio confrontarmi con te. Credevo fosse amore e invece è uno scadente surrogato.

     Lo ripeto, le azioni lasciano il tempo che trovano, ciò che è fondamentale per me è il movente; cosa spinge l’uomo a reagire in questo modo? Si agisce così per noia? Per spirito di persecuzione? Non riescono a vivere senza un nemico o un avversario da contrastare?

     Nicola il tema è complesso e ha molte diramazioni, perché investe il cuore; spero di essermi tenuta in linea, se così non fosse chiedo scusa. Dio ti benedica. {08-11-2015}

 

Dario Garlandini: Siamo nuove creature spiritualmente, ma ci porteremo dietro le nostre imperfezioni della carne, chi più chi meno, chi in un ambito e chi in un altro, fino all’ultimo istante di vita terrena. Paolo c’insegna chiaramente questa nostra condizione nella lettera ai Romani, ma noi ce ne dimentichiamo spesso. La carne s’innalza sempre, e da questo derivano poi le nostre reazioni non in linea con il volere di Dio. {08-11-2015}

 

Claudia Biscotti: Concordo! Sapendo questo, conoscendo noi stessi, addebiteremo il male ricevuto? Ancor prima, sapendo e conoscendoci, provocheremo volontariamente, turbolenze e tempeste, nelle vite altrui? {08-11-2015}

 

Damaris Lerici: Purtroppo sì, pur sapendo tutto questo, volontariamente o involontariamente provocheremo tempeste nella vita altrui. È una triste realtà della nostra vita. {08-11-2015}

 

Dario Garlandini: Sì, purtroppo è tutto compreso nella nostra imperfezione nella carne. {08-11-2015}

 

Claudia Biscotti: Quindi, faremo, perlomeno attenzione a non provocarle... involontariamente lo comprendo, ma fatto per scelta no. {08-11-2015}

 

Dario Garlandini: Sì, ci vorrebbe attenzione, consapevolezza di essere imperfetti tanto quanto, se non più di chi abbiamo di fronte. E ci vorrebbe anche l’umiltà di rinunciare all’orgoglio, all’io che combatte per uscire; ci vuole amore fraterno che tutto sopporta, ma non è facile, proprio no. {08-11-2015}

 

Guerino De Masi: In linea o non in linea con il tema, grazie Claudia Biscotti. Ho letto il tuo intervento e ho percepito l’onestà e la passione per le cose di Dio e per i rapporti tra fratelli. Condivido i tuoi pensieri. Dire quello, che hai detto, e da parte mia condividere, non ci esime dal guardare a noi stessi e a quanto ci manca per questa ottimale comunione fraterna. Ma è già un passo avanti. Ci aiuti il Signore a praticarla e a vigilare sul nostro atteggiamento nella chiesa. {08-11-2015}

 

Gianni Siena: Sono d’accordo. {08-11-2015}

 

Claudia Biscotti: Sì, Guerino, tanta consapevolezza ci viene data, perché noi siamo sotto il vetrino, che il Signore ci mostra, e sono proprio io la parte da vigilare. Domanda curiosa: se tale è il mio impegno, cioè se per esaminare me stessa, occorre l’intera mia esistenza, dove troverò il tempo per esaminare, diligentemente e minuziosamente, la tua? Saluti fratello e Dio ti benedica. {08-11-2015}

 

Guerino De Masi: Ha, ha, ha. «Ognuno esamini se stesso», leggo nella Scrittura. Se trovi il tempo di esaminare anche la mia, vuol dire forse che la tua non necessita di molte correzioni. {08-11-2015}

 

Nicola Martella: Claudia Biscotti, la tua disquisizione è interessante. Tu vai alle intenzioni e al movente, quando operano i guastatori nelle chiese locali. Cerchi di illustrare che cosa fare e che cosa evitare; tutte cose buone.

     In ogni modo, qui affrontiamo nel concreto la realtà che guastatori e sabotatori esistono, che lavorano nel segreto e intessono lì la loro rete come fa un ragno. Chi ha vissuto tali cose sulla propria pelle, può essere certamente interessante risalire alle intenzioni e al movente; tuttavia, spesso le uova nel paniere sono già rotte e l’opera di Dio e la testimonianza sono già rovinate. Quali siano le intenzioni e il movente, chi guasta il tempio di Dio, deve ben sapere che il Signore guasterà lui (1 Cor 3,17). Allora non serviranno lacrime di coccodrillo o pentimenti strumentali, per impedire che Kore, Datan e Abiram (Nu 16), Achan (Gs 7), Anania e Saffira (At 5), Alessandro il ramaio (2 Tm 4,14s) o altri ricevano la loro condegna pena.

     Il dialogo, che ne è seguito, stabilisce che siamo tutti peccatori. Tuttavia, questo non può essere un alibi, visto che alcuni si lasciano pervertire dal male e si rendono particolarmente colpevoli. Nei casi elencati, non furono distrutti tutti, ma solo i colpevoli con quanto essi avevano.

 

 

7. {Guerino De Masi}

 

Contributo: Caro Nicola, hai la capacità non comune di trattare questioni anche dolorose come questa, illustrandole con termini ed esempi, che chiariscono e orientano senza dubbio riguardo al tema. Da militare ero pilota carro e conducevo mezzi da sbarco, con cui trasportavo assaltatori, di cui non invidiavo il loro duro addestramento. I guastatori, invece, li consideravo un’elite.

     Visti invece nella loro giusta collocazione, questi sono davvero pericolosi... per il nemico!

     È impensabile ipotizzare un loro impiego e azione contro gli stessi commilitoni. Non si possono neanche annoverare tra le conseguenze del «fuoco amico»! E purtroppo è proprio quello, che succede appunto e come lo esponi in questo articolo.

     Questo operare di nascosto e dietro le quinte è sì tipico del guastatori, ma non del fratello. Parlare allora di strategia del nemico non è azzardato. Giungere a delle riserve quanto all’appartenenza o meno alla famiglia dei santi, mi sembra legittima.

     È vero che innanzitutto dobbiamo guardare a noi stessi, per non cadere in azioni simili (così come rispondevo alla sorella Claudia Biscotti), ma è altrettanto vero che dobbiamo avere il buon discernimento, per individuare tali azioni e altrettanta risolutezza nell’opporsi. Senza fare i carabinieri, che non è ciò a cui il Signore ci chiama, vigilare però è doveroso e salutare per la chiesa. {08-11-2015}

 

Claudia Biscotti: Guerino, bisogna vigilare e non permettere di farci guastare. Non lasciarsi tirare in ballo? Come? Se per esempio si viene pungolati, per ottenere una reazione, si può evitare di reagire; ma se si spande intorno un dubbio, come si potrebbe fare? Parlando militarmente, se un figlio di Dio è tacitamente sotto tiro, cosa può fare? {08-11-2015}

 

Guerino De Masi: Va bene, parliamo militarmente. Nehemia ci indica un bel modo, una tattica e poi una strategia. Lavorare alla costruzione delle mura con la cazzuola da una mano e la spada sempre al fianco. Altri stanno con la tromba. Sono sentinelle che suonano all’avvicinarsi del nemico. Tutti accorrono a difendere quel lato attaccato e la vittoria è assicurata. Ne ricavo quanto segue:

     ■ 1. Dovremmo essere impegnati all’opera, e cioè tutti.

     ■ 2. Dovremmo avere tutti dimestichezza della spada (la Parola), che non ci deve mai mancare al fianco.

     ■ 3. Non esiste il «rambo» di turno, che fa la guerra da solo, ma siamo un solo esercito del Signore, così come siamo un corpo e un edificio.

     ■ 4. Dovremmo imparare a distinguere il suono della tromba e accorrere in soccorso di chi è attaccato.

     ■ 5. Dovremmo forse però sapere mettere delle sentinelle appositamente munite di tromba e mai dimenticare che il nemico è astuto. I sabotatori agiscono proprio con astuzia.

 

Cerchiamo di non essere da meno quanto a strategia. Purtroppo le calunnie si espandono come il gas. Mettiamo la maschera antigas!

     Ho ricevuto ultimamente parole di accusa verso un fratello, che stimo; tali accuse non sembravano infondate. «Guarda che parlerò di questo con il fratello», gli dissi. È quello, che ho fatto. La calunnia non mi ha colpito. Avevo indossato la maschera antigas.

     Cosa fare? Mai fermarsi all’ascolto delle calunnie e camminare nella luce.

     A priori difendo il fratello! Perché chi attacca e accusa è per antonomasia un avversario; e l’avversario, che accusa i fratelli, è satana. {08-11-2015}

 

 

8. {Stefano Carta}

 

Contributo: È un tema troppo generalizzato. Individuare i sabotatori o personaggi di questo tipo, è compito soprattutto dei vescovi (sorveglianti) del gregge di Dio. Se poi si vuole intendere che i sabotatori sono spesso gli stessi vescovi, allora parliamo di falsi anziani o falsi pastori. In ogni caso tutto era stato predetto, sia a livello di conduzione (Atti 20, 29), sia a livello di chiesa in generale (p.es. Giuda 12). Dunque non bisogna meravigliarsi, ma in ogni caso non bisogna avere giudizi sommari e approssimativi. Questo è un tema che si presta a questo pericolo, e che molti fratelli o sorelle, che hanno dei problemi con i loro anziani, perché semplicemente non sono sottomessi, e non perché ci siano dei problemi nell’anzianato, sfruttano a loro vantaggio. Oppure se hanno dei problemi di comunione, fanno in fretta ad accusare il prossimo di essere un sabotatore, quando in realtà lo sono loro stessi, quando non perdonano e quando fanno le loro vendette. Anche un anziano, che non fa cura pastorale, arriva ad accusare tutti coloro, che non sono conformi al suo «pensiero», di essere sabotatori. Dunque penso che sia un tavolo di discussione molto più ampio e allo stesso tempo caso per caso tutto andrebbe esaminato in privato alla luce ciascuno di un auto-esame, che non è mai superfluo. {09-11-2015}

 

Nicola Martella: Caro Stefano, spero che tu abbia letto l’intero articolo «Il guastatore di chiesa». Già sopra rispondevo a Rossano Calderamo, che faceva alcune obiezioni simili alle tue, come segue: hai ragione; conosco di tali casi, in cui i prerequisiti di 1 Tm 3 e Tt 1 sono solo degli optional per tali «conduttori di paglia». Ne parlo, ad esempio, qui: ► Comportamenti erronei di conduttori verso i membri {Nicola Martella} (A).

     Anche a te dico che ciò è un caso diverso da quello descritto nell’attuale articolo. Qui parlo di persone reali, che con il loro tessere ragnatele dietro alle quinte hanno portato sconquasso in assemblee fiorenti, guasti, divisioni e lutto. Alla fine, la loro stessa vita era tutto un guasto, dominati com’erano da carnalità, instabilità costante o ciclica, concupiscenze e dipendenza. Solo chi è passato per tale via crucis con siffatte persone, che si è cercato di curare lungamente in senso pastorale, lo può veramente sapere. Rileggi l’intero scritto e intervieni nel merito.

 

Stefano Carta: Ho letto l’articolo e ho letto anche i commenti. Scusami, se è stato un po’ fuori luogo rispetto all’articolo, che trovo molto interessante e realistico. Comunque percepisco dai commenti che il tema vuole essere esteso. A presto. {09-11-2015}

 

Rossano Calderamo: Sì, hai ragione, Nicola, siamo usciti un po’ fuori tema. {09-11-2015}

 

 

9. {}

 

 

10. {}

 

 

11. {Vari e medi}

 

Fausto D’Amelio: Purtroppo è vero. A volte viene da chiedersi, se certe persone sono davvero nate di nuovo, visti i frutti. Nella nostra chiesa abbiamo dovuto affrontare di recente una persona così. Ha davvero rischiato di spaccare la chiesa. Non credo che sia finita. Temo ancora per la chiesa. Ho imparato che queste persone, quando sembrano innocue, è solo perché stanno preparando la prossima mossa. È davvero triste assistere a queste cose. {07-11-2015}

 

Alex Parisi: Io penso che queste condotte siano da ricondurre a persone settarie e legaliste, le quali aggiungono alle Scritture l’opinione di questo o quel «papa» spirituale. I frutti sono la condanna indiscriminata verso tutti gli altri credenti, la minaccia verso i credenti del proprio gruppo, di sanzioni divine o di «perdita della salvezza». Gli stessi confondono il limite tra la loro vocazione spirituale e il proprio ego, e si sentono investiti di missioni, che nemmeno gli apostoli Pietro e Paolo sarebbero in grado di condurre. {07-11-2015}

 

Michela De Rose: Stimato fratello, hai pienamente descritto alla perfezione l’opera del guastatore. Come tu dici, quando lo vivi sulla propria pelle, tutto è ben chiaro. Le tattiche restano comunque sempre quelle: dietro le quinte, con il semiare dubbi e sospetti di quelli che sono poco accorti. Una cosa però voglio dirla positiva: se il resto della chiesa resta unita e continua a essere fedele, il guastatore presto dovrà trovare altrove dove buttare la sua ragnatela. Pur portandosi alcuni dietro, prima o poi c’è il conto da pagare. Possa l’Eterno condurli a ravvedimento. {07-11-2015}

 

Damaris Lerici: Si potrebbero spendere fiumi di parole su questo argomento. Resta il fatto che anche se ci sforziamo di fare tutte le cose in modo quasi prefetto, inevitabilmente verrò ferita e ferirò a mia volta; con una parole possiamo distruggere emotivamente una persona, ma possiamo anche ricostruire e incoraggiare..

     Nella lettera ai Romani Paolo chiarisce molto bene il concetto. «Noi sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io son carnale, venduto schiavo al peccato. Perché io non approvo quello che faccio; poiché non faccio quel che voglio, ma faccio quello che odio. Ora, se faccio quello che non voglio, io ammetto che la legge è buona; e allora non son più io che lo faccio; ma è il peccato che abita in me. Difatti, io so che in me, vale a dire nella mia carne, non abita alcun bene; poiché ben trovasi in me il volere, ma il modo di compiere il bene, no. Perché il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. Ora, se ciò che non voglio è quello che fo, non son più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me. Io mi trovo dunque sotto questa legge: che volendo io fare il bene, il male si trova in me. Poiché io mi diletto nella legge di Dio, secondo l’uomo interno; ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente, e mi rende prigione della legge del peccato che è nelle mie membra. Misero me uomo! Chi mi trarrà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io stesso con la mente servo alla legge di Dio, ma con la carne alla legge del peccato» (Romani 7,14-24). {09-11-2015}

 

Giovanni Angelo Spadafora: Non è una novità quello, che succede, ma avviene di continuo; i guastatori sono all’opera dai tempi antichi. Il nemico (Satana) non lascia e non l’ascerà mai in pace la chiesa, e il suo proponimento è quello di annientarla, senza riuscirci; usa tutti i mezzi e mezzi strategici, che l’uomo possa immaginare. Solo la mano di Dio può annientare il proponimento del nemico; il nostro Dio, che protegge la chiesa del Figlio, può far sì che chi va dietro a questi cianciatori e falsi insegnanti, vengano esortati e con la preghiera possano capire che, il distruttore usa questi guastatori, per l’appunto per la distruzione dei medesimi e della chiesa. {13-11-2015}

 

Bruno Salvi: Quello che è ancor più grave, è che, quando si verificano queste situazioni, gli anziani vengono meno nel discernere. Conosco il caso di un fratello meno considerato, che Il Signore ha dovuto usare per avvertire gli anziani dell’azione, con cui uno di questi guastatori cercava di sedurre alcuni più deboli. Dopo vari avvertimenti, si sentiva dire che era poco amorevole, che bisognava capirlo, che era giovane e ingenuo. Perfino negli studi biblici, a cui partecipava, diceva cose da carismaticista e occupava sempre il tempo, senza mai far terminare lo studio. Finché dopo due anni circa, gli anziani si dovettero rendere conto che il fratello, che fra di loro era meno considerato e che li aveva avvertiti, aveva ragione. Mi viene in mente 1 Corinzi 6,4-5. {13-11-2015}

 

Ivaldo Indomiti: Purtroppo, caro Nicola, hai ancora una volta ragione! Come darti torto? Hai esposto correttamente le diverse tipologie di losche «figure» nefaste che, come «larve carnivore», succhiano le sostanze vitali di qua e di là nelle chiede del Signore, per interessi personali o per conto terzi. La responsabilità e la conduzione di una chiesa comporta una reale sottomissione a Gesù, un’evidente sofferenza per Gesù e molta, molta umiltà nel servirlo anche nell’ambito di un collegio di anziani. Grazie per queste tue preziose considerazioni. {23-11-2015}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Wes Copperwheat: Quanto mi piace quello, che hai scritto... Amen. {07-11-2015}

 

Antonio Nappo: Certo bisognerebbe approfondire caso per caso. {07-11-2015}

 

Fortuna Fico: Quanta verità! {07-11-2015}

 

Ivaldo Indomiti: Analisi impeccabile. È così purtroppo. {07-11-2015}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Guasta_chiesa_Avv.htm

23-11-2015; Aggiornamento: 25-11-2015

 

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