Riflessioni fra cielo e terra:
Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.
Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.
Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il
gossip o pettegolezzo» di Vincenzo Russillo. All’inizio di
questa discussione vorrei mettere questo mio aforisma: «Cuori pieni di
“acque nere” esalano come olezzo maldicenze e calunnie» (Nicola Martella)./p>
Il termine inglese «gossip» intende «maldicenza, pettegolezzo, ciarla,
chiacchiera».
Nell’opera
«Il barbiere di Siviglia» di Gioacchino Rossini c’è l’aria di
don Basilio dal titolo: «La calunnia è
un venticello» (libretto di Cesare Sterbini).
Ecco il testo:
«La calunnia è un
venticello / Un’auretta assai gentile / Che insensibile sottile / Leggermente,
dolcemente / Incomincia a sussurrar. / Piano piano, terra terra / Sotto voce
sibillando / Va scorrendo, va ronzando, / Nelle orecchie della gente /
S’introduce destramente, / E le teste ed i cervelli / Fa stordire e fa gonfiar.
/ Dalla bocca fuori uscendo / Lo schiamazzo va crescendo: / Prende forza a poco
a poco, / Scorre già di loco in loco, / Sembra il tuono, la tempesta / Che nel
sen della foresta, / Va fischiando, brontolando, / E ti fa d’orror gelar. / Alla
fin trabocca, e scoppia, / Si propaga si raddoppia / E produce un’esplosione /
Come un colpo di cannone, / Un tremuoto, un temporale, / Un tumulto generale /
Che fa l’aria rimbombar. / E il meschino calunniato / Avvilito, calpestato /
Sotto il pubblico flagello / Per gran sorte va a crepar».
Qui di seguito invito alla visione e
all’ascolto della versione di Ruggero Raimondi.
Magari seguite il filmato, leggendo in
simultanea il testo sopra indicato.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
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Contributo:
Caro Nicola, ho una domanda. Quello, che circola su
Facebook
come immagini ironiche su personaggi pubblici
fanno parte del gossip e pettegolezzo? Sto parlando di Schettino, Berlusconi,
Monti, ecc. {29-01-2012}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Esiste anche la satira politica. I confini fra
quest'ultima e il gossip sono labili, tanto più che certi giornali e
rotocalchi sul gossip ci marciano e ci campano. Quando poi il tutto diventa
calunnia, anche in quel mondo fioccano le denunce; in caso di condanna, i
conti sono alquanto salati.
▬ Replica
(Liliane Vitanza Hoffer): E mi chiedo fino a che punto su Facebook un credente
debba far circolare queste cose! {30-01-2012}
▬ Osservazioni
(Nicola Martella): Nella vita ci vuole
moderazione, e noi cristiani biblici dobbiamo dare l’esempio. Chi afferma di
essere cristiano, ma mette in giro calunnie (quindi cose non vere) su
altri o gonfia «pulci» (aspetti secondari e marginali), facendole apparire
elefanti (questioni centrali della fede e dell’etica) agli occhi degli altri e
dipingendo tale persona come un eretico o criminale, rovinando così l’altrui
onore, rispettabilità e reputazione — una persona del genere è un falso
cristiano ed è paragonabile al ladro, che ruba, e al testimone bugiardo.
Dio detesta simili persone. E facciamo bene a detestar pure noi tali falsi
maestri.
Si vedano i seguenti scritti per l'approfondimento:
«Guardati da chi parla male degli altri,
molto probabilmente farà la stessa cosa parlando male di te con altri». È
una cosa molto saggia e che possiamo trovare anche negli scritti sapienziali: «Chi
va sparlando, palesa i segreti; perciò non t’immischiare con chi apre troppo le
labbra» (Proverbi 20,19). Non prestiamo attenzione a chi parla male degli
altri e facciamo nostra la preghiera di Davide: «Signore, poni una guardia
davanti alla mia bocca, sorveglia l’uscio delle mie labbra» (Salmo 141,3).
{Vita Da Vivere; 29-01-2012}
Ti ringrazio
innanzitutto per aver preso in considerazione questo mio scritto riguardo al
pettegolezzo e per aver apportato delle migliorie. Il pezzo tratto da «La
calunnia è un venticello», calza a pennello ed esprime perfettamente quelli,
che sono gli effetti di questo vezzo comune di spargere parole sulla vita
altrui. È una contaminazione virale, che tocca soprattutto chi è propenso
a usare male la sua lingua.
Proprio in merito a questo punto, vorrai aggiungere alcune considerazioni
aggiuntive. Penso che essere oggetto di pettegolezzo sia alquanto doloroso, e il
veleno verbale
può essere doloroso anche dopo molto tempo. La lingua è un potente strumento,
che va controllato, e questo è stato sottolineato nell’articolo.
Tempo fa ho letto questa storia, che può essere utile e illustrativa riguardo
alcuni principi utili per frenare le nostre parole. [N.d.R.: Si tratta di una
storiella inventata, che usa come personaggio principale l’antico filosofo
greco Socrate.] Socrate è conosciuto come un filosofo che ha valorizzato
la sapienza nell’antica Grecia. Un giorno incontrò un conoscente per strada il
quale gli disse: «Sai cosa ho sentito dire riguardo il tuo amico?».
Socrate risposte: «Aspetta un minuto». Poi continuando aggiunse: «Prima di dirmi
qualunque cosa, mi piacerebbe vedere se ciò, che hai da dirmi, possa superare un
test. Si chiama il test del triplo filtro».
L’altro sbigottito rispose: «Triplo filtro?».
Il filosofo gli disse: «Proprio così. Prima di parlare con me del mio amico, è
meglio prendersi un attimo di tempo per filtrare ciò, che hai da dirmi sul mio
amico. Lo chiamo triplo filtro, perché il primo filtro è la verità. Sei
veramente sicuro che ciò, che stai per dirmi, è vero?».
«No», disse l’uomo, «In realtà ne ho solo sentito parlare.».
«Va bene», disse Socrate, «Quindi non sai dirmi se sia una notizia vera o meno.
Ora proviamo il secondo filtro, ovvero il filtro della bontà. Ciò, che
stai per dirmi, è qualcosa di buono riguardo al mio amico?».
«No al contrario».
«Allora», Socrate continuando, «Vuoi dirmi qualcosa di brutto su di lui, ma non
sei nemmeno certo che sia una cosa vera. C’è un’ultima prova da superare… il
filtro dell’utilità, ovvero quello, che mi vuoi raccontare riguardo al
mio amico, mi può essere utile?».
L’uomo ribatté: «No, non proprio…».
«Bene», concluse Socrate, «Se quello, che hai da dirmi non è vero, non è buono e
non è utile, perché me lo dovresti raccontare?». [Autore sconosciuto]
Il triplo filtro è
utile anche a noi e facciamo bene a tenere a mente le parole di Giacomo: «Se
uno pensa di essere religioso, ma poi non tiene a freno la sua lingua e
inganna se stesso, la sua religione è vana» (Giacomo 1,26). Uno dei modi per
dimostrare che siamo dei figli di Dio, è quello di saper tenere la lingua a
freno. Ogni nostro discorso è sotto la sorveglianza celeste, ogni nostro dialogo
è salvato in un «database», e dovremo rendere conto per ogni nostro
discorso inutile e che ha ferito altre persone. {31-01-2012}
Tale storiella con
i tre filtri rende bene l’idea. Ne esistono altre con delle porte da superare.
Per molti aspetti tale storiella ricalca alcuni punti del NT. «Ogni cosa m’è
lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa m’è lecita, ma io non mi
lascerò dominare da cosa alcuna» (1 Cor 6,12;
10,23 «ma non ogni cosa edifica»).
«Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose
onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili,
tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano
oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8).
Spendo qualche parola sulla storiella. Socrate
non ha mai detto cose del genere, ma le sono state messe in bocca, come si
pensa, da qualche studente di filosofia. L’originale
della storiella uscì nel 2003, era in francese, rappresentava una specie di
barzelletta e conteneva un epilogo e una maliziosa battuta finale: «Questo era
il motivo per cui Socrate era un grande filosofo ed era tenuto in così grande
considerazione. (Questo spiega anche perché non seppe mai che il suo migliore
amico si sbatteva sua moglie.)». Anche nella versione
inglese, l’autore risulta ignoto.
Oltre al fatto che «filtro» è un concetto moderno, tale storiella non può
provenire da questo filosofo per i seguenti motivi. Per Socrate non c’erano
verità assolute, ma solo quelle da mettere perennemente in discussione. Per lui la
bontà ha a che fare con la conoscenza, e viceversa; come per la verità,
nessuno può sapere a priori che cosa sia buono. Anche riguardo all’utilità
Socrate aveva qualche problema, essendo questo un concetto dei sofisti, contro
cui egli polemizzava riguardo al loro concetto, secondo cui l’utilità sarebbe un
criterio alternativo a quello della verità. Per l’approfondimento si veda
qui.
Anche qui vale il
principio: «Fidarsi è bene, controllare è meglio», tanto più che l’autore, come
indicato, è anonimo. Tuttavia, sebbene la storiella sia stata inventata, se si
omette il finale goliardico nell’originale, essa esprime bene come
comportarsi nei casi, in cui qualcuno ci riporta un pettegolezzo!
■
Contributo:
L’autore ha scritto che «bisogna imparare a coltivare parole d’incoraggiamento,
che possono dare dei buoni frutti nella vita d’altri». Questo vale anche se si
sta parlando di
cattolici? Chi legge tale articolo, può aver capito che quella bella
affermazione si applica, solo se i soggetti in discussione sono «dei nostri».
{31-01-2012}
▬ Risposta
(Vincenzo Russillo): Caro Giovino, grazie per la domanda, che mi permette di
puntualizzare meglio. Nell’esaminare il fenomeno del pettegolezzo, ho inteso
generalizzare, non soffermandomi solo su coloro, che intendono dirsi
cristiani o nati di nuovo. Certamente, l’uomo timorato di Dio prenderà
con serietà le ammonizioni della Bibbia. Riguardo al coltivare parole
d’incoraggiamento, un cattolico come dovrebbe porsi?
Nell’articolo ho potuto spiegare che in genere la
persona mediocre coltiva questo malvezzo di criticare e spesso sono persone
egocentriche. Per esperienza personale, ho visto molto spesso la tecnica del
pettegolezzo, usata in maniera spregiudicata, sopratutto in ambienti
lavorativi. Credo che una persona, che voglia riuscire nella vita, debba
ricordarsi di mettere sempre gli altri prima. Lo psicologo austriaco Alfred
Adler scrisse: «È l’individuo, che non s’interessa agli altri, quello che
ha più difficoltà nella vita e che procura più danno al prossimo. E sono questi
individui che falliscono nei loro intenti». Un apprezzamento sincero e un
interessarsi agli altri, può dare dei frutti in ogni ambito da quello
lavorativo all’ambiente familiare. A mio avviso, però, bisogna specificare che
molte persone non possono fare tesoro di questi consigli, poiché sono pieni di
sé; ma l’orgoglio nell’esaltazione del proprio «io» deve far posto all’umiltà.
Sicuramente un discepolo di Cristo maturo nella fede, potrà avere la mente di
Cristo, caratterizzata dall’umiltà (Efesini 4,1). Questo sarà il punto focale
per iniziare a «depurare» il nostro linguaggio.
Spero di aver risposto nel merito della tua questione e di aver specificato
meglio il mio pensiero. {01-02-2012}
■
Fortuna Fico: «Io vi dico
che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel
giorno del giudizio» (Matteo 12,36). {29-01-2012}
■
Lara Gallucci: È prezioso il
tuo contributo a espandere la Luce di Cristo. Ho letto tutto, è un ottimo
articolo, si legge facilmente ed è scritto molto bene. {30-01-2012}