Ogni tanto arrivano in redazione dei giudizi sommari da parte di persone che non
conosco. Ma la sommarietà di giudizio e la sintesi del seguente messaggio,
arrivatomi sul libro degli ospiti, ma lasciato senza parole. Eccolo: «Ma non
sarebbe il caso di aggiornare ogni tanto le notizie invece di sparare sempre a
zero su tutto e tutti, denotando anche una profonda ignoranza su tutto e tutti?».
L’autore è Michele Passaretti e come mostra l’e-mail annesso appartiene alla
«Nuova Pentecoste» (08-08-07).
Si notino dapprima i seguenti elementi.
■ L'autore non si presenta.
■ Comincia il suo messaggio con un «ma», una
congiunzione avversativa che premette un discorso a monte, che non esiste.
■ Chiede l’aggiornamento periodico di notizie. Il sito
non contiene in genere notizie di cronaca, ma articoli e temi di discussione. Se
vedesse sotto «Novità», il sito è aggiornato pressoché quotidianamente. Inoltre
ha dimenticato di dire quali notizie sarebbero da aggiornare.
■ Poi segue un’altra congiunzione: «invece»; essa
introduce un cambiamento. Ma se il primo dato è oscuro a chi legge, ciò che
segue lo è altrettanto.
■ Il secondo dato dopo «invece» è «sparare sempre a
zero su tutto e tutti». Purtroppo l’autore ha dimenticato di dire che cosa
significa. Un giudizio così massificante (tutto, tutti) mi attribuisce
un’onnipotenza che non posseggo. Inoltre ogni massificazione o generalizzazione
contiene parimenti una semplificazione che attinge o alla fonte dell’ingenuità o
dell’ingiustizia morale. È immorale infatti attribuire a qualcuno una totalità
di errori (p.es. tu sbagli sempre tutto) o un’incapacità totale (p.es. tu
non riuscirai mai a fare niente di buono). Quindi qui si pone la
questione morale!
■ Tutto ciò è accompagnato da un avverbio che aggrava
la situazione: «sempre»; dire a qualcuno: «Tu sbagli sempre
tutto», è un’ingiustizia e irrealistico! Inoltre l’autore attribuisce a
me un’intenzione immorale, evidenziata dal verbo «sparare», il quale è legato a
«sempre», «tutto» e «tutti». Quindi una continua ecatombe!
■ Quanto detto sopra, è accentuato da un altro giudizio
morale, ossia l’attribuzione al sottoscritto di «una profonda ignoranza su
tutto e tutti». Per il «tutto» e «tutti» rimando a quanto detto sopra. La «profonda
ignoranza» che mi attribuisce, contiene alcuni elementi: 1) l’autore
pretende così di conoscere a fondo il sottoscritto, il suo pensiero e le sue
opere; 2) egli pretende altresì tale ignoranza sia profonda e totale; 3) egli
dev’essere sommamente saggio e intenditore per permettersi un tale giudizio; 4)
probabilmente ha una delega speciale da parte di Dio per affermare ciò, visto
che è qualcosa che spetta solo a Dio sentenziare ed Egli lo farà solo alla fine
dei tempi.
Dopo l’analisi formale e morale di tale frase gratuita, bisogna far notare
alcuni altri elementi.
■ Nella Bibbia non troviamo mai accuse generiche e
globali, ma ogni imputato viene sempre posto dinanzi ad accuse singole, chiare e
circostanziate.
■ Sul sito si trovano alcune centinaia di articoli e
contributi: possibile che tutto denoti una «profonda ignoranza» così massiccia?
Le testimonianze che arrivano da parte di decine e decine di fratelli e sorelle,
mostra che le cose non stanno così.
■ Le centinaia di articoli e contributi, presenti nel
sito, provengono da alcune decine di autori diversi per sesso, ceto sociale,
nazionalità, livello culturale, capacità tecniche, istruzione teologica
eccetera. Diversi di loro hanno scritto articoli in riviste e vari libri.
Possibile che essi tutti siano affetti da una «una profonda ignoranza su
tutto e tutti»?
Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Rimostranze verso fratelli»,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), pp.
406ss. |
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1.
{Nicola Martella}
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Accludo alcuni versi biblici su cui riflettere, che mi permetto di
applicare a questa situazione.
■ Gesù al disse sommo sacerdote: «Se
ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene,
perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Gesù pretendeva che si dimostrasse nel
merito il male attribuitogli.
■ «La Scrittura ha
rinchiuso ogni cosa sotto peccato, affinché i beni promessi alla fede in
Gesù Cristo fossero dati ai credenti» (Gal 3,22). Dio è l’unico che può
racchiudere il «tutto» di una persona «sotto peccato» (Rm 3,9); chi lo fa,
pretende di prenderne il posto, e ciò è pericoloso.
■ «E vidi i morti, grandi e piccoli che stavano
ritti
davanti al trono; ed i libri furono
aperti; e un altro libro fu aperto, che è il libro della vita; e i morti furono
giudicati dalle cose scritte nei libri,
secondo le opere loro» (Ap 20,12). Sebbene qui venga descritto il
giudizio degli empi, si noti che il giudizio spetta a Colui che siede sul trono
ed esso non è generalizzante e sommario, ma puntuale e nel merito delle cose
realmente commesse e annotate nei capi d’imputazione. Nessun giudizio, né umano
né divino, fa valere un’accusa sommaria (cfr. At 25,16ss), trattandosi di
un’infamia gratuita.
■ «Non giudicate
secondo l’apparenza, ma giudicate con
giusto giudizio» (Gv 7,24). Questo era l’invito di Gesù ai suoi
contemporanei. Egli invitava a discutere col proprio fratello nel merito e
secondo giustizia (Mt 18,15ss). Chi leggerà tale frase di Michele Passaretti sul
libro degli ospiti, verrà indotto a nutrire un giudizio globale e irrevocabile!
■ «Colui che mi
giudica, è il Signore. Cosicché non giudicate di nulla
prima del tempo, finché sia venuto
il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e
manifesterà i consigli dei cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio» (1 Cor 4,4s). Giudizi
globali e definitivi spettano al Signore: egli metterà a nudo l’intimo d’ognuno!
■ «Chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere»
(1 Cor 10,12). La storia insegna che i grandi giudici dalle sentenze sommarie
vengono assoggettati prima o poi a giudizio. Quindi ognuno tenga a mente la
propria condotta.
Questa è stata una buona occasione per approfondire la «questione morale» qui in
Italia. Infatti è specialmente nel nostro paese che incontro tra i cristiani
tali «giudizi sommari». La causa è probabilmente data dal fatto che l’Italia non
ha mai vissuto una Riforma protestante e coloro che si convertono, hanno poi in
genere la dottrina salvifica degli evangelici, ma mantengono la morale corrente.
►
La morale dei cristiani {Nicola Martella}
2.
{Gaetano Nunnari}
▲
Ho letto l’affermazione di Michele, e vorrei esporre le mie perplessità in
merito. L’impulsività della sua affermazione ha mostrato che sia stato
proprio lui a sparare a zero, e la cosa buffa e che non ne ha azzeccata nemmeno
una giusta!
Il sito è aggiornato in continuazione e, al
contrario di come ha fatto Michele, non spara su tutto e su tutti, ma analizza
attraverso la Bibbia le varie questioni che si presentano dando la possibilità
di replicare a chi non la pensa allo stesso modo.
Riguardo l’ignoranza attribuita ad altri,
ritengo ovvio che Michele si stesse riferendo agli articoli che trattano la
problematica carismatica. Per quanto mi concerne, posso dire — in base alla mia
esperienza ventennale in tali ambienti — che non ho riscontrato nulla che non
corrisponda alla realtà. Se io avessi notato qualcosa di inesatto al proposito,
sarei intervenuto per correggere eventuali scorrettezze.
L’insofferenza di Michele per ciò che è stato messo in
rete, e che purtroppo non ha specificato, non lo ritengo un atteggiamento
costruttivo, che invece dovrebbe caratterizzare un cristiano; ma mi dispiace
dire che il suo tono perentorio è tipico di chi è fazioso. Invito Michele
a essere più preciso con le sue rimostranze, affinché possiamo cercare di
vagliare le nostre diverse convinzioni attraverso la parola di Dio. Infatti è
scritto: «Ogni Scrittura ispirata da Dio è utile a insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia».
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Giudizi_sommari_EnB.htm
10-08-07; Aggiornamento: 23-07-2008
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