In 2 Corinzi
6,14-18 viene ingiunto di non vi mettersi con gli infedeli. Tale brano viene
quasi sempre usato per scoraggiare fidanzamenti ed eventuali matrimoni con
persone che non sono credenti biblici. Altri usano tale brano per scoraggiare
che un credente entri in società con un non-credente. Che cosa afferma veramente
questo brano? Qui di seguito diamo occasione per discutere questo tema, che
abbiamo affrontato nei seguenti articoli:
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Giogo in 2 Corinzi 6,14 e società con increduli {Nicola Martella} (D)
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Non vi mettete con gli infedeli {Nicola Martella} (D)
Faccio presente che
in 2 Corinzi 6,14 compare in greco il termine heterozygûntes, che è il
participio di heterozygéô, che significa essere o procedere sotto lo
stesso giogo con un partner d’altra natura, tirare il giogo con un estraneo.
Nella letteratura rabbinica tale connessione di idee è realmente applicata al
matrimonio o a due insegnanti con idee differenti. Il contesto, in cui Paolo usò
tale verbo è molto più ampio. L’idea originaria deriva dalla Torà, in cui si
legge: «Non lavorerai con un bue e un asino aggiogati assieme» (Dt
22,10). Il contesto parla di cose che non si devono mischiare insieme (vv. 9ss:
semi di specie diverse, tessuto misto). Anche Paolo ritornò sulla questione e
approfondì la questione più generale dei rapporti devozionali ed etici dei
cristiani biblici con persone di altre fedi, i pagani.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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sottostante
1.
{Vincenzo Russillo}
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Ogni persona rinata
in Cristo, deve abbandonare o meglio allontanarsi dalle cose che fanno
parte del «mondo» e che possono contaminare la propria vita spirituale. Infatti
la nostra esistenza deve essere conformata a nostro Signore come c’indicano le
Scritture: «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a
presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è
il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate
trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per
esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà»
(Romani 12,1-2).
Nei rapporti interpersonali bisogna evitare di seguire i non credenti
infatti: «Il giusto indica la strada al suo compagno, ma la via degli empi li
fa smarrire» (Proverbi 12,26). Nella fattispecie considerando il versetto in
2 Corinzi 6,14, il comando che Paolo ci vuole fornire è esplicativo: «Non vi
mettete sotto un
giogo diseguale». Ciò si potrebbe applicare nel matrimonio, nelle
amicizie ma anche negli affari (se pur un’esegesi rigorosa non ci parla di
questi problemi).
Il motivo è abbastanza semplice, considerando il mondo degli affari, molto
spesso si metterà al primo posto il danaro e utilizzerà qualunque modo per
lucrare. Per un cristiano il principale scopo è glorificare Dio e seguire
la sua volontà. Potremo ben affermare, come disse Paolo: «O quale comunione
c’è tra la luce e le tenebre?». Comunione vuol dire condividere
obiettivi e metodi, se non vi sono queste premesse, vi sarà solo lo scontro: «Due
uomini camminano forse insieme, se prima non si sono accordati?» (Amos 3,3).
Bisogna stare attenti alla via che si segue e con chi la si percorre, poiché ci
è stato comandato: «Siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza
biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete
come astri nel mondo» (Filippesi 2,15).
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Rapporti con amici del mondo
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Giogo_diseguale_increduli_Avv.htm
06-10-2009; Aggiornamento: 24-10-2009
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