Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DOTTORI DI DOTTRINA IN RETE,

«SENZA CHIESA» A CASA

 

 a cura di Nicola Martella

 

È una cosa singolare! I «senza chiesa» si accreditano in Internet come «sommi dottori» e pretendono di ammaestrare una folta schiera di «discepoli». Pretendono grande attenzione e si presentano come qualcosa di grande, affermando di aver ricevuto da Dio una particolare chiamata. Eppure, conoscendoli meglio, ci si accorge che costoro sono disubbidienti riguardo ai minimi comandamenti del Signore, non volendo essere sottomessi ad alcuno e tanto meno a una chiesa locale. Sono dei «battitori liberi»; spesso aggrediscono tutti coloro, che incontrano per via e specialmente coloro, che osano contrastare le loro idee o la loro chiamata particolare. E, nonostante tale discrepanza, essi vogliono vivere come pesci fuori dell’acqua, senza una chiesa locale e senza la comunione fraterna diretta; e per di più vogliono trarre nella loro «bolla d’aria» ideologica altre persone, per farne dei loro seguaci e per plasmarli a loro immagine e somiglianza. Meglio non abboccare agli ami dei «senza chiesa». Secondo i casi, li si può riconoscere dal fatto che attribuiscono spesso a sé titoli altisonanti (p.es. «apostolo», «servo del Signore», «profeta degli ultimi tempi») o poteri particolari (conoscenza, preconoscenza, «unzione», guarigione, maledire o punire da parte di Dio). Quando si fanno dei contatti con tali «maestrini della leggina», è meglio chiedere loro: «Quale comunità frequenti?». Se la loro risposta non è convincete, meglio non accettare insegnamenti, esortazioni o ammonimenti da tali disubbidienti. Dio non parla per bocca di «proclamatori» incoerenti o ribelli.

     Nella foto vediamo palazzi magnifici, se visti sul fronte, ma dietro non c’è proprio nulla, trattandosi soltanto della scenografia di un set cinematografico. Così sono i «senza chiesa», che in rete si propongono come «dotti maestri» di dottrina.

     Non essere solo una scenografia cristiana di bell’apparenza e scarso contenuto! Sii cristocentrico: un cristiano di nome e di fatto, che ubbidisce alla «legge di Cristo», quella del nuovo patto.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Stefano Polchi

2. B. Biagianti Biagetti

3. Eliseo Callegari

4. Edoardo Piacentini

5. Mario Pinto

6. Mario Pinto

7. Mario Pinto

8. Salvatore Canu

9. Mario Pinto

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Stefano Polchi}

 

Contributo: E ovviamente non aspettavano altro che questa tua nota per attaccarti, cosa che faranno senz’altro entro breve. ☺ {03-08-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Le tue doti «predizionali» sono risultate efficaci anche stavolta! ☺ Basta leggere sotto, specialmente le osservazioni di «Biagio Biagianti Biagetti».☻

 

 

2. {Biagio Biagianti Biagetti}

 

Contributo: In linea di principio, il pensiero di Martella è condivisibile (io stesso frequento una comunità), se non fosse che si dimentica del significato biblico del termine «Chiesa». O, probabilmente, fa finta dimenticarlo. Sarebbe interessante conoscere quanti sono e chi sono tutte queste persone convertite e salvate attraverso il ministero di Martella. Oppure quante sono le persone indemoniate, che sono state liberate dopo le sue preghiere (Mc 16,15-19). {03-08-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Le stesse domande si potrebbero porre a «Biagio Biagianti Biagetti», ma prima bisognerebbe conoscere la sua vera e completa identità, visto che è inverosimile portare tre «Biag*» nel nome e cognome. Che rispondergli? Vieni a trovarci e lo saprai. Vedrai la grazia di Dio. Se avrai tempo e saprai leggere la mia grafia, potrai leggere centinaia di miei protocolli di cura pastorale, fatti durante gli incontri di cura d’anime. Poi, con gli indirizzi alla mano, potrai visitare tali persone una a una e controllare di persona le liberazioni e guarigioni del Signore.

     Vedo che ogni occasione è buona per una polemica e per attaccarmi; ciò mostra indizi importanti sullo stato del tuo cuore e della tua mente. Hai mancato un’occasione per essere solo propositivo e costruttivo. Si vede che da qualche parte qualcosa ti rode; ti conviene allora risolvere i tuoi problemi, invece di cercare il famoso pelo nell’uovo nella vita e nel ministero altrui, pur di fare anche tu il «dottorino della leggina».

 

 

3. {Eliseo Callegari}

 

Caspita non sapevo fosse così diffusa l’usanza di «comunicarsi» in rete. Che tristezza vedere quelle persone, che rifiutano l’amore di un bacio e preferiscono il nulla da chi non conoscono, credendo che quella sia la «comunione». Certo se si ha qualcosa da nascondere, è sicuramente meglio la comunione con chi non si conosce e non si conoscerà mai personalmente e intimamente, per far sì che mi debba vergognare dei miei peccati, una volta svelati. Ma forse tutti i navigatori della chiesa virtuale hanno in realtà troppi scheletri nell’armadio da tenere nascosti dai fratelli vicini, così meglio i fratelli lontani, sconosciuti e irreali. Parlo con la tristezza nel cuore, conoscendone personalmente; fa male, molto male, vedere come agiscono, come parlano o meglio come «sparlano» degli altri. {03-08-2012}

 

 

4. {Edoardo Piacentini}

 

L’apostolo Paolo, scrivendo al suo discepolo e figlio spirituale Timoteo, ha chiaramente affermato: «Come ti esortai quando andai in Macedonia, rimani in Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse, e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali producono controversie piuttosto che l’opera di Dio, che è fondata sulla fede. Ora il fine del comandamento è l’amore, che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede non finta. Alcuni, essendosi sviati da queste cose, si sono rivolti a discorsi vani e, volendo essere dottori della legge, non comprendono né le cose che dicono né quelle che affermano. Or noi sappiamo che la legge è buona, se uno la usa legittimamente; sapendo questo, che la legge non è stata istituita per il giusto, ma per gli empi e i ribelli, per i malvagi e i peccatori, per gli scellerati e i profani, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per gli omosessuali, per i rapitori, per i falsi, per gli spergiuri, e per qualsiasi altra cosa contraria alla sana dottrina, secondo l’evangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato» (1 Timoteo 1,3-11). Il fine del comandamento, dunque, è l’amore, che si manifesta prima nei confronti degli altri credenti, poi verso tutto il prossimo, e dove manca questa virtù divina, dove è assente questo frutto dello Spirito, non c’è nemmeno Dio nel cuore.

     Ecco spiegato il motivo per il quale la rete è piena di «dottorini della legge», che non fanno altro che contendere con i figli di Dio, atteggiandosi a ministri di culto ed essendolo solo virtualmente, perché nella realtà nessuno li riconosce tali, non avendo né le qualità né i requisiti richiesti dalla Parola di Dio per poter aspirare a essere tali. Attraverso Facebook o Internet cercano un riscatto e una visibilità che, altrimenti, non avrebbero mai, essendo del tutto estranei al Corpo di Cristo. La loro presenza, però, non passa inosservata, perché dedicano tutte le loro energie per criticare tutto e tutti e per provare ad auto-affermarsi; cercano di mettere in cattiva luce i ministri di Dio, accusandoli di qualsiasi cosa, senza rendersi conto che, così facendo, scandalizzano i non-convertiti e si associano a Satana, che è l’accusatore dei fratelli. {03-08-2012}

 

 

5. {Mario Pinto}

 

Contributo: Pace, io non ho una chiesa locale, dove servire. Volevo chiedere una cosa: ma stare in una chiesa locale, è garanzia di salvezza? {03-08-2012}

 

Osservazioni (Nicola Carlisi): Un membro non è il corpo, e se il membro vuole crescere, deve essere unito a un corpo, per arrivare alla perfetta statura di Cristo. Quindi, la comunità è utile per la crescita, per la comunione e per collaborare, aiutandoci gli uni e gli altri, spronandoci e incoraggiandoci nel cammino cristiano. {03-08-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Una chiesa locale non è garanzia di salvezza, ma appartenervi è indice di ubbidienza al Signore, che ha posto ogni membro all’interno del corpo, di cui l'assemblea locale è espressione concreta, per avere una funzione e un compito, per ricevere e dare energie, per concorrere al bene comune. In ogni modo, chi si ostina di vivere senza una chiesa locale, la comunione fraterna e l’ammonizione del Signore, è indicato dalla Scrittura come un «uomo fazioso», che rifiutando ogni ammonizione, bisogna evitare, «sapendo che un tale uomo è pervertito e pecca, condannandosi da sé» (Tt 3,10s). Chi non ha piacere a stare nel corpo, con molta probabilità non gli appartiene.

 

 

6. {Mario Pinto}

 

Contributo: Vi faccio un’altra domanda: essere rigettati da una falsa chiesa, è un cattivo o un buon segno? {03-08-2012}

 

Osservazioni (Pietro Calenzo): Personalmente ritengo che la realtà cristiana in Italia sia migliore di quanto possa apparire su Facebook, ringraziando il Signore e meno male. {03-08-2012}

 

Osservazioni (Nicola Carlisi): Un vero cristiano verrebbe subito riconosciuto in una falsa chiesa, e sarebbe non accetto, perché le tenebre non amano la luce. Un vero cristiano è luce ( Efesi 5,8s), perché un figlio di Dio, che è «luce» (1 Gv 1,5). Quindi essere rigettato da una falsa chiesa, è un buon segno. {03-08-2012}

 

Osservazioni (Pietro Calenzo): Nessuna paura di esser messi alla gogna da una falsa chiesa, anzi direi che è un segno incoraggiante. {03-08-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Se Mario Pinto è stato messo fuori da una chiesa locale, che egli ritiene essere una falsa chiesa, per onestà intellettuale bisognerebbe sapere quale sia tale chiesa e chiedere alle guide e ai membri di tale comunità il loro punto di vista delle cose. Sono allora si potrà giudicare se ciò sia un «buon segno» o un «segno incoraggiante». Ecco alcune domande di riflessione in merito:

     ■ Chi e come si stabilisce ciò, che è una «falsa chiesa»? Lo fa il soggettivismo di chi se ne va (a ragione o a torto) o una fonte esterna neutrale e oggettiva, che lo appuri?

     ■ Ammesso che un «figlio di luce», abbandoni una cosiddetta «falsa chiesa», poi che fa, rimane un «senza chiesa» alla deriva o cerca una chiesa locale sana, a cui far parte?

     ■ Stigmatizzare una chiesa come «falsa», può essere, almeno in certi casi, semplicemente un alibi per essere un «senza chiesa», quindi un disubbidiente, senza sentirsi ripreso dalla coscienza?

     ■ Quella di Corinto era diventata probabilmente la peggiore chiesa di quei tempi, a causa della manipolazione da parte degli infiltrati Ebrei esoteristi cristianizzati, eppure l’apostolo non abbandonò tale comunità al suo destino e non smise di combattere per essa. Neppure suggerì a quanti gli scrivevano di abbandonarla, ma di denunziare in essa il peccato e di separarsi dall’iniquità, mettendo fuori i falsi fratelli.

     Posso immaginarmi che ci possa essere un limite per tutto. Tuttavia, Paolo non avrebbe consigliato a tali fratelli ancora sani di diventare dei «senza chiesa», ma di essere essi stessi insieme una comunione fraterna sana nella dottrina e nell’etica cristiane.

 

 

7. {Mario Pinto}

 

Contributo: E se la chiesa universale è in apostasia e il giorno del giudizio è vicino, a cosa serve farsi approvare da una chiesa, che non «vede» più il suo Signore? {03-08-2012}

 

Osservazioni (Nicola Carlisi): Non è possibile che in una chiesa non ci sia più il Signore, vi saranno sempre dei credenti che sono in comunione con Gesù, e quindi vi è il Signore. Gesù non è nei locali, ma nel cuore del credente. Se tu hai Gesù nel cuore, porta la tua presenza nella comunità, così porterai anche la presenza di Gesù. {03-08-2012}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Non so in questo caso specifico, ma in casi del genere mi sembra d’essere spesso al cospetto della classica «sindrome di Elia» (sono rimasto soltanto io), connessa a un «complesso» da catastrofismo escatologico (tutto è marcio). Anche questo può essere un alibi giustificatorio per ciò che si fa e per come si vive, anche da «senza chiesa».

     Che la chiesa universale si trovi nell’apostasia finale, questo non può stabilirlo una singola persona! Anche durante la peggiore apostasia, quale sarà quella finale, il Signore Gesù avrà ancora il suo «resto fedele», il quale sarà più esteso di quanto si pensi. Altrimenti che cosa verrà a «rapire», quattro gatti?

     Tutto ciò non può quindi essere un alibi per rimanere un «senza chiesa», essendo ciò colpevole verso Colui, che ha stabilito la chiesa come suo «corpo» e ha promesso nella sua autorità che le porte dell’Ades non potranno vincere la sua Assemblea (Mt 16).

     Se qualcuno, chiunque egli sia, essendo massimalista o estremista, insiste in tale malsana strategia di trovare dappertutto dei difetti, per non vivere in sottomissione al Signore in una chiesa locale (quale essa sia), si applica per lui quel brano, in cui l’apostolo Giovanni denunciava coloro, che erano usciti dalla comunità dei santi, poiché «non erano dei nostri» (1 Gv 2,19). O si applica anche quell’altro brano, che parla dell’«uomo fazioso», che è da evitare (Tt 3,10).

     Il problema è che tali «senza chiese», a cui nessuna chiesa è abbastanza pura, pretendono poi di essere maestri di dottrina in rete. Questa è una grande contraddizione e un gioco col fuoco, anzi con Colui, che è un «fuoco consumante».

     È meglio essere sottomessi al Signore, che farsi dei «film» sbagliati nella propria mente. I «senza chiesa» dovranno comunque rendere conto al Signore. Chi è «figlio di luce» cerca altri «figli di luce». Chi vive nelle tenebre, evita la luce, affinché le sue opere non siano riprovate; così insegnò il Signore stesso (Gv 3,20s).

 

Replica (Mario Pinto): Giovanni a Patmos era dannato? Gesù sulla croce era dannato? Ed Elia e Geremia e Davide e Giacobbe? Quanti esiliati e rigettati hanno glorificato Dio? In una chiesa universale apostata ci si sottomette solo a Dio, poiché nell’infedeltà non c’è ordine. Non dobbiamo avere una visione semplicistica della chiesa, la chiesa non è soltanto la parrocchiella di quattro anime, dove c’è chi può predicare in santa pace, senza scontri con altri discepoli. Ricordiamo anche il caso di Esdra e Nehemia, che dovettero ristabilire la chiesa di Dio in decadenza.

     Se poi ci si fida della comunità cristiane di oggi ciecamente, vuol dire che siamo ignoranti sulle rivelazioni di Dio, che ha predetto e testimonia col suo Spirito che siamo agli sgoccioli e che Satana sta tentando, prima del giudizio, di unificare la falsa chiesa internazionale, di dare al mondo un’unica religione con un unico capo sacerdote. A questo punto cosa conterà se saremo rimasti in una parrocchiella o meno? Predicare il vangelo dappertutto, senza cadere nell’apostasia, non è già abbastanza per un discepolo, per essere perdonato dalla grazia di Dio? O sarà l’idolo della chiesa a salvarci? Preghiamo che al Signore spetta l’ultima parola. {03-08-2012}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Giovanni non era a Patmos di sua volontà. Gesù, prima di morire in croce, aveva appena avuto comunione intima con i suoi discepoli. Giacobbe, Davide, Elia, Geremia, Esdra e Nehemia non erano membri della Assemblea messianica, il corpo di Cristo. Nonostante ciò, tali uomini dell’AT non si allontanarono dal popolo del patto, neppure in tempi di decadenza.

     Vedo in Mario Pinto il tentativo di buttare via il bambino (la chiesa del Signore) con tutta l’acqua sporca (la religiosità, il sincretismo religioso degli uomini); e il tutto accade per giustificare se stesso di vivere in disubbidienza al Signore come un «senza chiesa».

     Quanto all’essere pochi in una piccola chiesa locale, così erano la maggior parte delle chiese del NT: chiese in casa, chiese perseguitate, ecc., ma pur sempre assemblee locali del Signore!

     Vedo che tale complesso di un catastrofismo escatologico ha in persone come Mario Pinto un doppio effetto: da una parte si allontanano dalle chiese esistenti, dall’altra pretendono di voler «predicare il vangelo dappertutto». Ciò è un tipico caso esemplare per il tema in corso.

 

 

8. {Salvatore Canu}

 

Nicola, è meraviglioso ciò, che scrivi, sono felice che molte persone vengano compunte nel cuore. «Beati voi, quando vi oltraggeranno a causa del mio nome», disse Gesù. Se cosi non fosse, dovremmo preoccuparci. I temi, che poni, sono di grande stimolo e attuali, ed è meraviglioso condividerli per una crescita e l’insegnamento per molti. Grazie al Signore per te.

     Caro Mario, il Signore conosce i cuori, ma in primis dice il Signore: esamina te stesso. «Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie» (2 Tm 4,3).

     Con questo non voglio giudicare, perche è la Parola che giudica. Tuttavia, il Signore ti comanda questo: «Così anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili» (1 Pt 5,5).

     Gli anziani e tutte le autorità sono state istituite da Dio! Non siamo chiamati e giudicare loro e stare a lamentarci, ma piuttosto con umiltà a sottometterci a loro e a pregare, sì a pregare e non a lamentarci; a che ti giova stare a lamentarti? Ad alimentare odio o pensieri tenebrosi?

     Grida a Dio, prega per loro, incoraggia, sostienili con amore, con il pieno amore di Cristo Gesù. Egli è l’unico vero amore! Gesù è la perfezione dell’amore; che grande esempio abbiamo. Siamo chiamati ad assomigliare a Lui, se vogliamo piacere al Padre. Che Dio ti benedica e ti dia saggezza, e possa pienamente governare i tuoi pensieri, il tuo cuore la tua vita per amore di Cristo Gesù, amen!

 

 

9. {Mario Pinto}

 

Contributo: Per Nicola Martella vorrei precisare che io non ho detto che l’Israele di Dio non esista più e che il corpo di Cristo non serva più a nulla. Tuttavia, dire che chi è fuori da una chiesa locale è un disubbidiente e che rischia l’inferno, è una cosa grossa. Le persone che non hanno una chiesa locale non sempre sono ribelli, ci sono tra di loro persone, che hanno subito grossi traumi, provocati dal peccato di chiese apostate. Vacci piano con il giudizio, poi ovviamente lascio tutto nelle mani di Colui, al quale spetta il giudizio definitivo su ogni uomo, che si dichiara sotto i cieli un discepolo di Cristo.

     Preciso che mi dichiaro appartenente all’Israele di Dio e che sono stato chiamato, in questo tempo, a essere un sorvegliante anche delle chiese locali. Pregate per me affinché Dio vi convinca di quello, che affermo. Pace. {04-08-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Io non ho parlato dell’«Israele di Dio». Nn ho detto neppure che chi è fuori da una chiesa locale, «rischia l’inferno»; tuttavia, sono i frutti che mostrano l'albero. In ogni modo, dichiari come «appartenente all’Israele di Dio» è inverosimile, a meno che tu in modo documentabile appartenga al popolo d’Israele. Infatti, con tale locuzione Paolo, scrivendo ai cristiani gentili, indicava solamente i cristiani giudei quale resto fedele dell’Israele storico incredulo (Gal 6,16).

     Che una chiesa possa provocare «traumi», piccoli o grandi che siano, è possibile; io ho già scritto altrove di «nevrosi ecclesiogena». Ciò, però, non è un motivo per stare fuori da tutte le chiese locali e raduni biblici; chi ricerca la volontà del Signore e vuole ubbidirgli, verrà guidato a trovare la giusta comunità e comunione di fede.

     Per me rimane un paradosso sentire una «chiamata» e stare fuori da ogni chiesa locale. Ancora più singolare e paradossale è che un «senza chiesa» si senta chiamato a «essere un sorvegliante anche delle chiese locali». Dio ha dato i suoi doni all’interno delle chiese, non fuori di esse (Rm 12; 1 Cor 12). Le funzioni ministeriali servono «per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero, per la edificazione del corpo di Cristo» (Ef 4,11s), con l’obiettivo che tutti diventino maturi nella fede e nella conoscenza (v. 13). Un «senza chiesa», essendo fuori di ogni comunione fraterna, non può realizzare ciò, né tanto meno può arrogarsi l’ambizione di dichiararsi «sorvegliante delle chiese locali»; ciò è megalomania indebita. Non è proprio questo è un segno distintivo dei «dottorini della leggina», che lo sono specialmente in rete?

 

 

10. {}

 

 

11. {Vari e medi}

 

Chiesa Apostolica Eben Ezer: Condivido pienamente, Cristo ha creato la Chiesa, ne abbiamo assolutamente bisogno, è lì dove Cristo ci modella, ci prepara, ci fa maturare e crescere. Il problema più grande di alcuni, che si coprono con svariate scuse e dottrine improvvisate, è che non vogliono dar conto a nessuno, vogliono fare come gli pare; e guai a provare a correggerli. Come da sempre l’essere umano cerca sempre la strada più facile e comoda, pochi sono quelli che prendono la propria croce e seguono Gesù. Dio benedica la sua chiesa. {03-08-2012}N.B.: Quando si usa un'etichetta religiosa qualsiasi, bisogna firmarsi alla fine del contributo con nome e cognome.

 

Patrizio Brandi: L’orgoglio e la presunzione sono la rovina di taluni, che si credono maestri e invece non sanno fare nemmeno la «O» con il bicchiere. La Parola di Dio ci avvisa di tenerci alla larga da queste persone disordinate, che mettono disordine e confusione nelle menti delle persone semplici. Che Dio ci liberi, e se mai li porti a ravvedimento. {03-08-2012}

 

Fortuna Fico: I «senza chiesa» sono spiriti settari girovaghi, che istigano alla ribellione e all’autonomia, guastando l’unità delle chiese locali, solo per soddisfare il proprio ego da dottorini della leggina! Miseri loro! Che il Signore abbia misericordia di tutti noi! {02-08-2012}

 

Ruben De Finis: Purtroppo ce ne fin troppi in giro, e purtroppo ne ho conosciuti alcuni, con i quali ho avuto anche discordanze su temi anche inutili per la fede! Ben dicevano gli apostoli, quando parlavano di «dottori in gran numero» o «nuvole senza acqua». {03-08-2012}

 

Salvatore Paone: Sono pienamente d’accordo. Se non si è capaci di vivere in sintonia con gli altri fratelli, non si comprende che non  c’è comandamento più grande di quello di amarsi e sopportarsi «gli uni gli altri». Non a caso ci sono decine di esortazioni sulla convivenza ecclesiale. {03-08-2012}

 

Lucia Onesino: L’orgoglio e lo spirito d’indipendenza furono il primo peccato, sono alla radice di ogni peccato. La morte a se stessi sull’esempio di Cristo è il necessario percorso per una nuova e fruttuosa vita. Se il seme muore porta molto frutto. La chiesa è la famiglia, dove cresciamo spiritualmente, ma anche dove impariamo a morire a noi stessi. {03-08-2012}

 

Chiesa Evangelica Adi Varese: «…educatore degli scempî, maestro dei fanciulli, perché hai nella legge la formula della conoscenza e della verità…» (Romani 2,20). «Fratelli miei, non siate molti a far da maestri, sapendo che ne riceveremo un più severo giudizio» (Giacomo 3,1). {03-08-2012} ● N.B.: Quando si usa un'etichetta religiosa qualsiasi, bisogna firmarsi alla fine del contributo con nome e cognome.

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Emiliano Musso: Decisamente utile il consiglio relativo al domandare la comunità di appartenenza. Grazie, Nicola, per questa riflessione. {02-08-2012}

 

Daniela Baccarini: Gesù ha detto che i credenti sono le pietre viventi della sua Chiesa, e una pietra da sola non costruisce nessuna chiesa. «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». {03-08-2012}

 

Aniello de Luca: La chiesa siamo noi; e con il caos che c’è adesso, è bene vedere dove mettere i piedi. {03-08-2012}

 

Marco Delle Monache: Condivido in toto, Nicola. {02-08-2012}

 

I «senza chiesa» {Nicola Martella} (A) [Link esterno]

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Dottori_no-chiesa_Avv.htm

17-08-2012; Aggiornamento: 19-08-2012

 

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