Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le Origini 1

 

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L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareggiato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

   Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:
■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a
■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25
■ La caduta primordiale e il suo effetto 3
■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Le Origini 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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INTERROGATIVI SUL «PIANETA DONNA»

 

 a cura di Nicola Martella

 

L’articolo «Il suo nome è donna», sebbene pensato specialmente come un omaggio al «gentil sesso», ha fatto sorgere vari interrogativi in qualche lettrice. Del «pianeta donna» specialmente le sue «eclissi» sono state rapportate al «pianeta uomo» e alle sue responsabilità. C’è abbastanza materia per discutere, e tanti interrogativi cercano una risposta.

 

Per l’approfondimento si veda nella sezione «Singolarità dei due sessi» in Nicola Martella, Sessualità e contesti. Sesso & Affini 1 (Punto°A°Croce, Roma 1998), specialmente i seguenti articoli: «Pianeta donna», pp. 324ss; «Pianeta uomo», pp. 329ss; «I generi a confronto», pp. 331ss.

 

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I contributi sul tema

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I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Irene Bitassi

2. A. Quintavalle

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1. {Irene Bitassi}

 

Le domande poste nell’articolo sono stimolanti: come donna mi viene veramente voglia di rispondere. Ma a pensarci bene la risposta sarà comunque parziale, relativa solo alla mia esperienza e al mio modo di pensare.

     Attribuire determinate caratteristiche a un sesso o all’altro è affascinante. Gli attributi che nell’articolo si danno alle donne sono in linea di massima condivisibili. Eppure intravedo in questo tipo di «classificazioni» un pericolo: quello d’estremizzare e d’aspettarsi che ogni donna debba necessariamente rientrare in tutte le caratteristiche del modello.

     Le estremizzazioni patologiche su cui ci s’interroga nell’articolo sono dovute, secondo me, in gran parte proprio al tentativo esagerato delle donne di rientrare negli «schemi», invece d’accettare alcuni lati della propria personalità considerati «maschili».

     La mamma che soffoca i figli perché non trova altri interessi nella vita è la donna che si pensa davvero come tutta natura e istinto. In realtà, la donna è capacissima anche di farsi razionalmente dei programmi diversi nella vita, oltre che avere dei figli e seguire l’umore dei suoi cicli.

     Le donne che si sfogano in cattiverie verbali facilmente sono quelle che non ammettono la loro aggressività nascosta, perché la ritengono una caratteristica maschile. La donna ha le sue aggressività come un uomo. Ma mentre un uomo ne cerca facilmente lo sfogo in maniera sana nell’ambito lavorativo o sportivo, la donna che vuole essere femminile per certi canoni tende a nasconderla e la fa affiorare esattamente su una caratteristica prettamente femminile: la loquacità.

     Le donne che sopportano l’insopportabile da mariti o padri-padroni spesso pensano che una donna per essere femminile debba essere sempre e comunque arrendevole.

     Quelle che cercano il manager di successo non pensano di poter essere loro stesse manager di successo.

     Insomma, credo che fino a un certo punto riconoscere le differenze di genere sia giusto e doveroso. D’altra parte, esagerarle e soprattutto pretendere di «inscatolare» le figlie femmine in un ruolo determinato con un’educazione ad hoc sia pericoloso e tenda a produrre proprio quelle deformazioni.

     Preparare le figlie femmine anche a essere madri è una cosa giusta, prepararle solo a essere madri porterà dei dispiaceri insanabili nel caso di sterilità o alla sindrome del nido vuoto in caso di fertilità. Negare alle figlie femmine la possibilità d’incanalare in maniera sana la propria aggressività perché si ha il mito della donna angelicata porterà facilmente ad avere delle figlie pettegole. Insistere troppo sull’istinto della donna ad accudire la famiglia significa rischiare di trovarsi solo con donne che rinunciano in partenza a qualsiasi progetto esterno alla famiglia.

     Veramente, a questo punto verrebbe voglia di ritirare indietro la palla e fare un po’ di domande agli uomini:

     ■ È vero che ci sono donne disposte a vendere il loro corpo pur d’ottenere qualcosa, ma come mai gli uomini sono incapaci di gestire il proprio istinto fino al punto da essere disposti a spendere delle fortune per un po’ di piacere con qualcuna che non li ama?

     ■ Come mai gli uomini a parole vogliono la moglie casalinga sottomessa, ma poi in pochi sanno rinunciare alla comodità del secondo stipendio?

     ■ Come mai i mariti pretendono una moglie in taglie da fotomodella anche un mese dopo il parto?

     ■ Come mai denunciano l’onnipresenza delle mamme (specialmente quelle italiane), ma poi non vogliono mai rinunciare alle comodità che le mamme offrono?

     ■ Perché si scelgono una moglie, quando poi preferiscono la cucina della mamma?

 

Insomma, non sarà che le stranezze delle donne siano spesso dei tentativi d’accontentare degli uomini che vogliono «la botte piena e la moglie ubriaca»? {01-06-2007}

 

 

2. {Argentino Quintavalle}

 

Base della vita sociale biblica è la famiglia. Riconoscendo l’importanza fondamentale della donna nella vita di famiglia, la Bibbia le assegna, anche se a prima vista non sembra, un posto elevatissimo. Specialmente se si considera la condizione della donna nelle altre nazioni contemporanee, la dignità conferitale dalla Bibbia appare tanto più degna di nota. È la donna che ha avuto l’onore di far nascere il Messia, e non l’uomo. Se la sua sfera d’attività differisce da quella dell’uomo, pur tuttavia non ha minor valore per il benessere della comunità.

   Certo la parola di Dio è stata trasmessa attraverso gli uomini, e sotto questo riguardo la responsabilità dell’uomo è maggiore di quella delle donne.

   Il libro dei Proverbi considera meritevole la donna che usa la propria influenza perché i suoi figli (oggi aggiungerei anche suo marito) s’applichino ad acquisire una più profonda conoscenza della parola di Dio, che a lei spesso è preclusa dalle molteplici occupazioni della vita. Lodevole è quella donna che si preoccupa dell’apprendimento biblico dei suoi figli.

   Si racconta in una storia rabbinica d’un uomo pio che aveva sposato una donna pia; non avendo avuto figli, divorziarono. L’uomo andò e sposò una donna malvagia che lo rese malvagio. La donna andò e sposò un uomo malvagio, e lo rese giusto. Tutto, dunque, dipende dalla donna.

   Ma forse, nella nostra società influenzata da Babilonia, le donne hanno perso la loro identità. {01-06-2007}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Donna_interrogativi_Ori.htm

28-05-2007; Aggiornamento: 28-02-2010

 

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