Qui di seguito discutiamo l’articolo
«I
culti oggi e quelli del NT». Il suo scopo era quello di far
riflettere a nuovo sul culto della nostra assemblea riguardo a
carattere, stile, sequenza degli elementi, clima, intenzioni, scopi, finalità,
interazione dei credenti, tipo di cerimoniale, libertà devozionale, elementi
verticali (adorazione) e orizzontali (edificazione).
Abbiamo visto che c’è una
grande
variazione d’intendimento su che cosa debba essere un «culto»: la ferrea
liturgia, il concerto, lo spettacolo, l’intrattenimento della platea da parte di
professionisti, lo sfogo sentimentale e mistico, una specie di psicodramma
all’interno della dinamica di gruppo, il rito sacramentale, la reciproca
edificazione in libertà e responsabilità, e così via. |
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In questo luogo,
aggiungo soltanto alcune domande per la riflessione.
■ Che cosa ritieni assolutamente importante o utile nel culto della tua
comunità?
■ Che cosa ritieni assolutamente sbagliato o inutile nel culto della tua
assemblea?
■ Che cosa bisognerebbe cambiare nel culto della tua chiesa locale?
■ Quali elementi sono troppo esagerati e quali, invece, troppo trascurati?
■ Quanta discrepanza c’è tra il culto comune e la comunanza di vita nella
quotidianità?
■ Quanta vicinanza o distanza c’è nella tua assemblea intesa come famiglia
locale di Dio? Gli aspetti cerimoniali prevalgono su quelli di reciproca
accettazione e di unità fraterna? Qual è quindi il «clima» e la «temperatura»
nella tua assemblea?
■ Avete mai riflettuto insieme come chiesa locale sul modo di cambiare in meglio
il clima cultuale e gli elementi cerimoniali del vostro culto?
■ Quanta «libertà di Spirito» (cfr. 2 Cor 3,17) e quanto «decoro e ordine» (1
Cor 14,40) ci sono nella assemblea, a cui appartieni? Come coniugare insieme
spontaneità, zelo, decoro e ordine?
■ Come impedire che il culto diventi solo spettacolo, a cui assistere, o una
seduta di terapia di gruppo, in cui scaricare tensioni e stress? Come impedire
che esso diventi il luogo, in cui vengono stimolati i «capri», invece che in
esso vengano edificate le «pecore»?
■ Come impedire che il culto diventi un luogo di distanza e controversia fra i
credenti, invece di essere un momento di edificazione e unità?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema ▲
(I
contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I
contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
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1. {Abele Longo}
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Contributo:
Ho apprezzato molto l’articolo, soprattutto in funzione del fatto che oggi siamo
diventati maestri nel considerare i nostri
incontri a «compartimenti stagni»: se si loda, non si fanno richieste; se
la riunione è di preghiera, allora si fanno
solo richieste, ma senza lode; se c’è lo studio, non si canta (o lo si fa
poco)... {07-01-2015}
■
Sandro Bertone:
Abele, ci stiamo «specializzando»! Con tutto ciò, che ne consegue, ossia
l’enucleazione a ogni livello, al punto che il Corpo fatica a trovare un buon
motivo per deframmentarsi e ritornare a essere «uno» sotto la
guida del Capo! L’autonomia spinta al suo massimo livello: il singolo individuo!
{07-01-2015}
2. {Franco
Altieri}
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Contributo:
Grazie dell’esposizione, come sempre accurata e con ottime fondamenta bibliche.
Purtroppo io sono testimone di un evento, avvenuto durante il culto e giudicato
addirittura una
blasfemia, solo perché non facente parte della consueta «liturgia». Si
tratta della dedica di un canto a una sorella sofferente durante il
culto. Ho compreso, qualora c’è ne fosse ancora bisogno, che l’interpretazione,
data dal pastore prima e dall’intero consiglio di chiesa poi, è stata
antibiblica e scorretta. Bastava poco, come hai giustamente detto,
affinché tutto venisse risolto «fra fratelli, con «amore», lenita dal balsamo
del buon senso. Ma a volte, non so, subentrano altri interessi, come difendere
il prestigio, l’autorità... E si permette di ferire i fratelli
ingiustamente e lasciare che questi lascino la chiesa per divergenze di
opinioni... (come si può dare ragione a un pastore, che afferma cose simili?).
Che tristezza! {07-01-2015}
▬
Nicola Martella:
Se, durante il culto, la dedica di un canto a una sorella sofferente, a scopo di
incoraggiamento, fosse stato definito una «blasfemia» da parte della
conduzione e avesse originato lunghi dibattimenti, ferimenti e la fuoriuscita di
tale membro e probabilmente di altri, ciò sarebbe abbastanza triste in sé e per
il futuro di tale comunità. Tuttavia, dovremmo ascoltare anche l’altra
campana, per capire il punto di vista dell’altra parte e crearci un giudizio
neutrale su tale accaduto. Qui, però,
non è il luogo per fare tale indagine e per addivenire a un verdetto su
questioni interne a una chiesa locale. Qui ci limitiamo a descrivere le
questioni generali.
3. {Alessio
Rando}
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Contributo:
Molte sono le chiese, in cui il credente, durante il culto, è ridotto a uno
spettatore passivo (p. es. i culti delle «chiese riformate»). In tali
comunità è il pastore a celebrare il culto, non la comunità. In realtà è la
chiese locale che celebra il suo culto al Signore, non solo il conduttore.
In altre chiese la libertà dello Spirito (che dovrebbe animare il culto
cristiano) è soffocata dalle umane liturgie, dove se sgarri di un minuto
in più sembra che caschi il cielo. È vero che in altre chiese l’eccessiva
libertà porta a un culto carnale, non spirituale.
Il vero culto dovrebbe
essere un equilibrio di solennità e libertà. Il culto dovrebbe esprimere
la gioia di adorare il Signore, non essere qualcosa di triste. Il decoro
e l’ordine possono esserci anche in un clima più libero e meno condizionato dal
rispetto dell’ordine liturgico; perché è la liturgia è stata fatta per
l’uomo, non l’uomo per la liturgia! {07-01-2015}
■
Antonio Puleo:
Mi piace, quando parli di un equilibrio di solennità e libertà.
{07-01-2015}
4.
{Maurizio Sabidussi}
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Contributo:
È un’interessante riflessione, fratello Nicola. Credo che dare un culto a Dio,
non sia una cosa per niente semplice, non perché Dio non lo sia, ma a
volte noi complichiamo le cose e siamo portati a strafare. Basterebbe
seguire quanto insegna la Parola in Efesini 5,19-21 «…parlandovi gli uni gli
altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e lodando col vostro cuore
il Signore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio e Padre nel nome
del Signor nostro Gesù Cristo; sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di
Cristo».
I pastori e le persone in autorità si
devono sottomettere anch’essi al culto (ovviamente intervenendo, se ci sono
degli eccessi, o manifestazioni del nemico), perché il motivo del culto è
l’adorazione a Dio, e tutti dovremmo essere consapevoli che lo scopo della
riunione è toccare il cuore di Dio! «Eppure tu sei il Santo, che
dimori nelle lodi d’Israele» (Salmo 22,3). {08-01-2015}
▬
Nicola Martella:
Concordando con quanto affermi, ti porto a riflettere su quanto segue. Se
partiamo da Efesini 5,19-21, lo scopo delle riunioni è sia cantare e
lodare col cuore al Signore e ringraziarlo (aspetto verticale), sia
«parlarsi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali», ossia
edificarsi a vicenda (aspetto orizzontale).
Anche nel
culto d’Israele c’erano le lodi al Signore (Sal 22,22; 35,18;
40,9.10; 107,32; 111,1; 149,1), ma anche la necessità di raccontare agli altri
le esperienze vissute col Signore, a scopo di edificazione (Sal 22,25s;
34,2; 66,16; 119,74; cfr. Anche Sal 68,3; 69,32; 118,17). Quest’ultimo aspetto
viene volentieri dimenticato, sebbene molto presente nell’AT e nel NT.
Quindi, parafrasando le tue parole, lo scopo
di ogni riunione di chiesa non è solo toccare il cuore di Dio, ma anche
accarezzare il
cuore degli altri fratelli, consolandoli e incoraggiandoli; questa si
chiama «edificazione»! Questi due aspetti sono
concomitanti e inseparabili, se il nostro culto vuole assomigliare alle
direttive del nuovo patto.
■
Maurizio Sabidussi:
Bravo. Certamente, se riusciamo a toccare il cuore di Dio e anche a
edificare la chiesa, abbiamo fatto il meglio possibile. Inoltre, anche il
predicatore non deve stare su una pedana; la gloria è del Signore,
sempre. {08-01-2015}
5. {Donatella
Nancy Festa}
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L’organizzazione
nelle chiese è un argomento complesso, immerso nel variegato mondo evangelico.
Dirò semplicemente qual è l’unico aspetto, che non mi piace trovare nelle
chiese, cioè frasi come: «Noi siamo gli unici, che seguiamo
Gesù, come nel Vecchio Testamento!» (per poi cadere nel legalismo).
Ringrazio Dio, piuttosto, per quanti seguono il Signore con purezza incorrotta e
di buon animo (la conoscenza non guasta mai), sapendo che il Signore conosce i
suoi. Riguardo la mia attuale assemblea, non ho aspetti sui quali
dispiacermi, anzi! Per quanto mi riguarda, sono persuasa che molte attività
dell’organizzazione della chiesa sono legate all’esortazione del Signore: «Trafficate
[industriatevi, diremmo oggi], finché io venga» [Lc 19,13, N.d.R.]. Ne
deduco dunque che, qualunque cosa si faccia (in piccolo o grande numero, bene o
meno bene di altri), va fatta a lode e a gloria del Signore. Tutto deve
servire a onorare Cristo. {10-01-2015}
6. {}
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7. {}
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8. {}
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9. {}
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10. {}
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11. {Vari
e medi}
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Roberta Sbodio:
Da una parte, tutto è inquadrato, liturgico. Dall’altra, mille
interventi, che a volte vorrebbero essere mossi da chissà che rivelazione
e, quando va bene, sono delle cose sentimentali, soggettive e che
annoiano a morte coloro, che devono subirle. La vita attrae in modo
contagioso, il resto...? {08-01-2015}
■
Gloria Biancamano:
Ho letto tutto. Nel culto di adorazione, che offriamo a Dio per lo Spirito
Santo, forse dovrebbe esserci
più libertà. Ciò significa che non bisogna finire per forza a un certo
orario. Grazie, caro fratello Nicola. {12-01-2015}
12. {Vari
e brevi}
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■
Antonio Capasso:
«Che dunque, fratelli?
Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi un salmo, o un insegnamento, o
una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un’interpretazione, si faccia
ogni cosa per l’edificazione» (1 Corinzi 14,26) {07-01-2015}
■
Alessio Rando: In molte
chiese c’è molta
miopia e pochissima disponibilità a cambiare qualche aspetto della
consueta liturgia, ormai consolidata dal consenso dei più! {07-01-2015}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Culti-oggi_NT_Avv.htm
09-01-2015; Aggiornamento: 12-01-2015 |