Apro questo tema di discussione perché sollecitato dal contributo di un lettore.
Un altro mi ha detto a voce cose simili.
(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
Nota redazionale: Questo contributo è arrivato prima che togliessi dal
sito il primo articolo di Maurizio Secondi sul
counseling e, quindi, prima che formulassi la nuova versione
(Il
vasto spettro del counseling).
Ho
letto l'articolo di Maurizio Secondi. Devo dire che, a parte i dettagli troppo
tecnici, è rivolto piuttosto a chi fa cura d’anima, e quindi potrebbe
interessare gli anziani di chiesa e non un semplice credente come me. Veramente
mi sarebbe interessato di più se quest’articolo fosse stato una specie di
manuale autodidattico da applicare a se stessi.
Devo concordare appieno con la tua riflessione. Questo
articolo affronta il problema dal punto di vista umano (quindi in maniera
imperfetta), e non dal punto di vista di Dio. E la tua conclusione lo conferma
in pieno. Purtroppo non mi è stato personalmente utile. E poi la cura d’anima
deve anche trovare un punto d’incontro fra chi offre tale servizio e chi ne
usufruisce. Chi ha bisogno di cura d’anima deve avere stima e fiducia verso chi
l’ascolterà. E la persona che ascolta deve essere davvero competente in materia,
deve sapersi davvero immedesimare nei problemi del suo «paziente», altrimenti i
risultati potrebbero essere peggio di prima. Alla fine però mi viene in mente
una cosa importante.
Nella Bibbia si parla o si trova mai il concetto di
cura d’anima? Di primo acchito non mi sembra, ma se sbaglio correggimi...
2.
{Nicola Martella}
▲
Visto che Maurizio Secondi si è sottratto alla discussione, porto alcune alcune
mie riflessioni. È immancabile che alcuni articoli interesseranno solo alcuni
«addetti ai lavori». In genere un articolo vuole aprire il sentiero per una
certa problematica o approfondirne aspetti particolari. Come già detto, alcune
difficoltà le ho anticipate io stesso nella «nota redazionale» preliminare, e in
quella finale ho posto un problema di concezione secolare (agnostica o gnostica
che sia), contrapposta a quella teologica, sul tema della «pastorale». D’altra
parte, tutto ciò che per un lettore è nuovo, gli appare ostico o esotico;
approfondendo la conoscenza dell’oggetto in esame, riesce a inquadrarlo meglio,
a differenziare, a vedere particolari, a distinguere ciò che è logico, sensato,
opportuno, biblico, ecc. da ciò che non lo è. La Scrittura ci esorta da una
parte a provare gli spiriti (1 Gv 4,1), dall’altra ci ingiunge a esaminare ogni
cosa per ritenere il bene (1 Ts 5,21) e dall’altra ancora a cercare oggetti
nobili come materia di riflessione della nostra mente (Fil 4,8).
Quanto alla richiesta di «una specie di manuale
autodidattico da applicare a se stessi», mi permetto di suggerire il mio libro
di cura pastorale «Entrare
nella breccia»; chi lo ha letto per risolvere i problemi
altrui, ha trovato giovamento e aiuto per i propri.
Per le tue altre osservazioni (p.es. punto di vista
secolare dell’articolo; scarsa utilità personale; obiettivi della cura d’anima;
empatia dell’esercente) aspetto che si pronunci l’autore. Mi limito a rispondere
alle questioni teologiche finali. Bisogna stare attenti a non voler trovare
nella Bibbia termini tecnici coniati nel tempo, visto che i linguaggi dell’AT e
del NT avevano la loro specificità linguistica e culturale. Non si troveranno
nella Bibbia espressioni come «cura d’anime», «cura pastorale», counseling
(termine anglo-americano), eccetera. Il termine tecnico specifico (prima di ogni
americanismo) era ed è addirittura «nutetica», termine proveniente dal greco
nouthesia e noutetheo, rispettivamente sostantivo e verbo usati
spesso dall’apostolo Paolo. Per l’approfondimento rimando all’articolo «Counselling
biblico» in Wikipedia, in cui la «pastorale biblica» viene vista come
alternativa al counseling secolare e alla cosiddetta «psicologia
cristiana».
Il bisogno di cura d’anime è antico e intrinseco
all’animo umano. Si parla della necessità personale: «Ogni rifugio m’è venuto
a mancare: non v’è alcuno che abbia cura dell’anima mia» (Sal 142,4).
Si consiglia di come praticarla al meglio nella propria vita: «Chi osserva il
comandamento ha
cura dell’anima sua» (Pr 19,16; 22,5 tenersi lontano dal perverso). Come
già detto nel mio articolo, nel NT il termine «pastore» non era un ufficio, ma
un ministero dei conduttori. L’espressione «pascere il gregge» significava
curare l’anima dei credenti (1 Pt 5,2; negativo Ez 34,3; positivo Is 40,11 Dio;
Mi 5,3 Messia). Questi stimoli aiutino il lettore a maggiore approfondimento.
3.
{}
▲
4.
{}
▲
5.
{}
▲
6.
{}
▲
7.
{}
▲
8.
{}
▲
9.
{}
▲
10.
{}
▲
11.
{}
▲
12.
{}
▲
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Counseling_parla_EnB.htm
08-10-2007; Aggiornamento: 10-10-2007