Caro Nicola, concordo pienamente con quanto hai scritto!
Guardando nel libro degli ospiti nel tuo sito, ho
notato che alcuni di quelli che hanno lasciato un messaggio, hanno una home page
oltre all’indirizzo e-mail, e guarda caso sono tutti dei gestori d’altri siti
cristiani. E proprio cliccando su una di queste home page ho visto che c’è in un
forum il tuo nome citato a sproposito!!! [►
Patto di "grazia"]
Non è l’intento di questo scritto, commentare i diverbi
e le accuse fatte nei tuoi confronti. Dio giudicherà chi ha agito rettamente e
chi no!!!
Le polemiche servono solo a creare divisioni nella
chiesa e diminuiscono l’efficacia della testimonianza cristiana degli evangelici
in Italia.
Nella rete web italiana (e non solo su web) c’è
veramente tanta gente che, pur non avendo la competenza per trattare argomenti
dottrinali, lo fa lo stesso pensando d’offrire un servizio «gradito» al Signore
(anche i neo convertiti...) combattendo le «false dottrine» dei fratelli che
hanno delle posizioni diverse.
Alcuni sono istruiti così dai loro conduttori di
chiesa, che dicono d’essere gli unici veri difensori della «sana dottrina»;
perciò più che inculcare una mentalità aperta al confronto, al dialogo fraterno
e soprattutto all’approfondimento dello studio biblico, creano altri piccoli
«paladini» della giustizia divina contro i fratelli «eretici».
Si pensa che solo gli altri hanno bisogno
d’approfondire la propria conoscenza attraverso uno studio serio della bibbia,
mentre loro stessi no, perché c’è Tizio come «anziano» o Caio come «pastore» o
hanno i doni dello Spirito Santo che li rendono infallibili.
Pochi pensano così: «Ma... non potrei essere io a
sbagliare? Non sarebbe il caso d’approfondire ciò che ha detto l’altro
fratello?».
Bisognerebbe ringraziare Dio affinché in Italia ci
possono essere altri studiosi seri e preparati come Nicola Martella, che tra gli
evangelici è uno dei pochi a parlare d’esegesi biblica, d’errori nelle
traduzioni e sovrastrutture ideologiche/dottrinali.
È facile via web parlare a sproposito di tutto e di
tutti, perché l’altro interlocutore non può rispondere, e in Italia siamo molto
bravi a fare i professori su tutto!
Inoltre, quando non si riesce a controbattere
efficacemente con persone come te, Nicola, che hanno grande preparazione
biblica, acquisita con anni e anni di studio scrupoloso, ecco che invece
d’ammettere la propria limitatezza, si ricorre a frasi a effetto del tipo:
«Siamo agli ultimi tempi...», con l’aggiunta di citazioni bibliche che parlano
del ritorno del Signore!
Lo stesso stratagemma lo usano anche degli studiosi,
per difendere la linea di pensiero tipica della denominazione a cui
appartengono.
Tempo fa intervenni nel tuo sito, sull’argomento del
divorzio e nuove nozze, evidenziando che non condividevo il tuo punto di vista e
argomentai il mio. Pur sapendo che avevo davanti uno studioso del tuo calibro,
con umiltà non esitai a scrivere perché volevo capire cosa ne pensavi delle mie
argomentazioni. Dopo la tua risposta ho dovuto documentarmi per diverso tempo,
seguendo anche le rubriche del tuo sito, per colmare le lacune che avevo nella
mia conoscenza biblica. Ho capito che la mia posizione s’avvaleva di
sovrastrutture ideologiche come il «dispensazionalismo» e anche la
«versettologia», che utilizzavo inconsciamente per difendere le mie idee non
certamente frutto di corretta esegesi biblica.
Non nego che spesso per capire alcuni termini difficili
che usi nelle tue rubriche nel web, nonché nei tuoi libri, prendo umilmente il
dizionario e leggendo e rileggendo i tuoi scritti attentamente mi sforzo di
comprenderli. Inoltre gli argomenti da te trattati non sono facilmente
abbordabili. Essendo d’alta levatura culturale e teologica, bisogna sforzarsi
per superare i propri limiti con l’umiltà di chi vuole capire da chi ne sa di
più.
Infatti, quando c’è uno spirito di confronto onesto e
amorevole , tipico di chi vuole conoscere il Signore con sincerità (p.es.
Nicodemo, Gv 3,2), non può che esserci edificazione e ammaestramento reciproco.
Quando invece c’è la malafede come nel caso dei farisei o l’ignoranza come nei
sadducei (Matteo 22,29), viene fuori una sorta di «settarismo» che si manifesta
difendendo a oltranza le posizioni dottrinali-ideologiche, tipiche della propria
denominazione.
L’apostolo Pietro fu ripreso pubblicamente da Paolo
(Gal 2,11-16) e si ravvide, pur essendo una delle colonne della chiesa di
Gerusalemme. Pietro nelle sue epistole ammise che certe cose, di cui parlava
Paolo, fossero «difficili a capirsi» (2 Pt 3,15s).
L’umiltà è un pregio enorme perché non usarlo anche
oggi per crescere insieme e migliorarci reciprocamente?
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